Storia 1: San Valentino
Era
ormai da parecchio che
Yukino aveva una cotta per Sting, uno dei suoi migliori amici alla
Fairy Academy, e dal momento che San Valentino si avvicinava, aveva
deciso di approfittare della festa per confessargli i suoi
sentimenti. In realtà la sola idea le faceva tremare le
gambe al
punto che più di una volta si era chiesta se non fosse
meglio
rinunciare ma la sua amica Minerva aveva ragione a dirle che non
aveva senso continuare a nascondersi e soffrire in silenzio per ogni
sorriso che il ragazzo rivolgeva alle altre. Sting infatti era molto
popolare a scuola, e avendo un carattere estroverso, non aveva
problemi a stare in compagnia di persone che conosceva a malapena con
grande gioia delle ragazze, che approfittavano di ogni minima
occasione per cercare di attirarne l'attenzione. Minerva e gli altri
del loro gruppo continuavano a dirle che non aveva mai fatto sul
serio con nessuna delle sue ammiratrici, sostenendo anzi che
probabilmente la considerava molto più di un'amica, ma lei
non osava
crederci troppo. Stando così le cose, però, era
giusto cercare di
fare un po' di chiarezza, nella speranza di non ricevere la delusione
peggiore della sua vita.
Nervosa ma determinata, il
13 febbraio, all'uscita da scuola, andò a procurarsi gli
ingredienti
per preparare i famosi cioccolatini di rito che avrebbe consegnato il
giorno dopo. Di sicuro non sarebbe stata l'unica ad avvicinarlo con
dei dolcetti in mano ma si augurava davvero che i suoi potessero
ricevere un trattamento speciale. Sapeva infatti per certo che Sting,
sommerso dai cioccolatini da quando erano alle medie, li avrebbe
accettati tutti con un gran sorriso per poi dividerli con i suoi
amici in separata sede. Fino ad allora, se ben ricordava, soltanto un
paio di fortunate potevano dire di averli davvero preparati per lui,
uscendoci poi qualche volta, e Yukino sperava che per lei potesse
essere lo stesso.
Appena arrivata a casa, si
mise subito al lavoro con davanti la ricetta che le aveva dato
Minerva quella mattina. Era la prima volta che preparava dei
cioccolatini, e non era quindi molto sicura risultato, ma avrebbe
fatto del suo meglio.
Fu più difficile del
previsto, dal momento che il nervosismo crescente le fece combinare
un disastro dietro l'altro, al punto che dopo alcuni tentativi,
disperata, chiamò l'amica per sfogarsi. Per fortuna la mora,
negli
ultimi tempi, era diventata più paziente e
anziché sbuffare
infastidita come avrebbe fatto anni prima, cercò invece di
incoraggiarla e darle consigli.
La tattica funzionò e
finalmente, all'ora di cena, i cioccolatini erano pronti e Yukino era
anche abbastanza sicura che non avrebbero avvelenato nessuno. Non
pensava di imbarcarsi in una tale impresa ma poteva essere
soddisfatta del risultato e si augurò che i suoi sforzi
venissero
premiati. Per essere certa di non dimenticare il prezioso
sacchettino, appena possibile lo riempì con la massima
attenzione e
lo appoggiò sul mobiletto in ingresso accanto alle chiavi.
A quel punto sorrise e andò
in camera a prepararsi per la notte con il cuore che le batteva
all'impazzata. Era esausta ma non riuscì quasi a chiudere
occhio per
l'agitazione e la quantità di sogni assurdi che la fecero
svegliare
di soprassalto. Per la prima volta in vita sua fu quasi un sollievo
potersi alzare ma le bastò passare davanti allo specchio del
bagno
per perdere di colpo ogni traccia di allegria. Aveva un aspetto
spaventoso e secondo lei nemmeno il trucco che si affrettò a
mettere
nel panico riuscì a nasconderlo del tutto. Per fortuna di
lì a
pochi giorni avrebbe dovuto consegnare un lavoro importante e se
qualcuno avesse fatto domande, avrebbe potuto utilizzare quello come
scusa. In realtà non ci aveva neanche più
pensato, ultimamente, ma
non c'era bisogno che l'interlocutore lo sapesse, almeno per il
momento.
Quella mattina incontrò
Sting per la prima volta a qualche metro dalla scuola ma mentre
cercava di convincersi a fare la sua mossa, un'altra ragazza che non
conosceva la batté sul tempo regalandogli una scatola di
cioccolatini a forma di cuore. Nervosa e indispettita, a Yukino non
restò altro che fingersi indifferente come al solito
ammirando
intanto il coraggio della possibile rivale ma per tutta la giornata,
senza quasi rendersene conto, si ritrovò a controllare di
sottecchi
la reazione dell'amico a ogni singolo dono nel tentativo di
indovinare se una delle ammiratrici suscitasse o meno il suo
interesse. Non sembrava, per fortuna, ma per un motivo o per l'altro,
alla fine delle lezioni il suo sacchettino era ancora ben nascosto
nella sua borsa.
Prendendo un bel respiro,
capì che avrebbe dovuto sbrigarsi a darglielo prima che
l'amico
lasciasse l'aula. Fingendo di cercare qualcosa, si attardò
quindi in
classe tenendolo d'occhio mentre questi parlava con il professore
dell'ultima ora. Il cuore le batteva all'impazzata ma doveva
resistere o tutti i suoi sforzi del giorno prima non sarebbero
serviti a niente.
«Hai perso qualcosa?»
domandò poco dopo Sting quando l'uomo se ne andò.
«Ehm... sì, cercavo... il
mio quaderno di storia» inventò sul momento.
«Me l'hai dato tu poco fa»
le ricordò il ragazzo stranito.
«Ah, sì. Giusto. Non me lo
ricordavo» rispose lei con una risatina nervosa dandosi
mentalmente
della stupida. Rogue, un altro caro amico, le diceva sempre che non
era capace di improvvisare e questa purtroppo era l'ennesima conferma
di cui non aveva alcun bisogno.
«Va tutto bene? Sei strana
oggi» osservò Sting preoccupato, scrutandola con
attenzione.
«M-ma sì, certo. Perché
non dovrebbe?» balbettò lei arrossendo. L'amico
però non parve
convinto e continuò a fissarla con aria dubbiosa
finché Yukino,
sospirando, si rese conto di essere con le spalle al muro. Sapeva
bene quanto fosse difficile farlo desistere quando si metteva in
testa qualcosa e in quel momento non era certo in grado di inventare
scuse plausibili per una stranezza che, a quanto pareva, non gli era
sfuggita. In fondo era tutto il giorno che cercava l'occasione giusta
per dirgli ciò che doveva e non poteva chiedere di meglio di
un'aula
tutta per loro alla fine delle lezioni. Sperava solo che nessuno li
interrompesse sul più bello ma quello era un ottimo motivo
in più
per darsi una mossa.
«In realtà io... è tutto
il giorno che... devo dirti una cosa» iniziò
piano, cercando a
tentoni il sacchettino nella borsa seminascosta sul banco dietro di
lei. Finalmente lo trovò e le sue dita si strinsero forte
per un
attimo intorno alla carta mentre pregava in silenzio che andasse
tutto bene. Non avrebbe più osato parlargli se l'avesse
rifiutata e
non voleva perdere la sua amicizia. Azzardò quindi una
rapida
occhiata al suo volto confuso e incuriosito e in un impeto di
coraggio tirò fuori la sorpresa.
«Mi piaci da anni e volevo
darti questi» disse di getto con la netta impressione di
poter avere
un infarto da un istante all'altro.
«Sono per me?» rispose
stupidamente l'amico dopo qualche attimo di preoccupante silenzio e
Yukino, con il volto arrossato come non mai, alzò lo sguardo
stupita
per poterlo vedere in faccia. Non era quella la reazione che si
sarebbe aspettata ma era già qualcosa. Non stava ridendo ed
era
abbastanza sicura che non fosse un netto rifiuto.
«Sì...» pronunciò piano,
un po' esitante, augurandosi che il tono interrogativo fosse solo
nella sua testa.
Di nuovo il ragazzo non
reagì, limitandosi a guardare sorpreso ora lei ora il
sacchettino.
«Grazie. Non me
l'aspettavo» disse alla fine con un lieve sorriso prendendo i
dolcetti con enorme sollievo della proprietaria. Forse era solo uno
strano sogno come quelli che l'avevano tormentata per tutta la notte
ma almeno avevano fatto un piccolo passo avanti.
«L'ho visto» mormorò
Yukino, senza riuscire a evitare una piccola nota di sconforto nella
voce. Di solito reagiva molto diversamente e doveva ammettere di
essere un pochino delusa per non aver ottenuto anche lei quel
bellissimo sorriso che le faceva perdere un battito ogni volta.
Un attimo dopo si sentì
abbracciare senza preavviso e si ritrovò a respirare il suo
profumo
mentre delle braccia forti la stringevano dolcemente.
«Scusa. Non me l'aspettavo
proprio ma sono felice del tuo regalo. Sei libera sabato
pomeriggio?»
pronunciò a bassa voce vicino al suo orecchio, peggiorando
in modo
drastico la sua già precaria situazione mentale.
«Sarebbe... un
appuntamento?» domandò incredula, più a
se stessa che a lui,
quando riuscì a realizzare il senso di quelle parole. Non
poteva
crederci, doveva essere per forza un sogno!
«Non era quello che
volevi?» chiese Sting, con un sorrisetto divertito,
staccandosi da
lei per poterla vedere.
Fu il turno della ragazza di
fissarlo per qualche secondo, incerta se abbracciarlo e ridere o
scappare in lacrime per una presa in giro del tutto fuori luogo ma
l'amico dovette accorgersi che l'effetto non era stato quello
sperato.
«Anche tu mi piaci da
molto. Avresti voglia di uscire con me sabato?» si
affrettò a
chiarire imbarazzato e finalmente Yukino si aprì nel
più bello dei
suoi sorrisi.
«Sì!» esclamò felice,
buttandogli le braccia al collo mentre riprendeva a respirare. Doveva
ricordarsi di ringraziare Minerva e il loro gruppo di amici per
averla quasi costretta, perché senza di loro non ce
l'avrebbe mai
fatta. Non riusciva ancora a credere che fosse andato tutto
così
bene ma la stretta di Sting sembrava reale e non poté fare a
meno di
rilassarsi tra le sue braccia.
«Che entusiasmo» commentò
il ragazzo quando si staccarono, beccandosi un colpetto non troppo
amichevole sul braccio.
«Non puoi proprio evitare
di prendermi in giro?» protestò lei con finta
indignazione ma si
vedeva che le ridevano gli occhi.
«È troppo divertente» si
giustificò il ragazzo scoppiando a ridere e Yukino scosse la
testa
esasperata. In realtà adorava quel suo modo di fare ma
cercava
sempre di farglielo pesare almeno un po', senza comunque riuscire a
metterci la giusta convinzione. Lui lo sapeva, ovviamente, e ben
presto era diventata una caratteristica del loro rapporto;
nonché,
immaginava, uno dei motivi per cui gli amici sostenevano dall'inizio
che sarebbero stati perfetti l'uno per l'altra. Chi l'avrebbe mai
detto che in fondo avessero ragione?
Prima che uno dei due
potesse dire altro, la suoneria di Sting annunciò l'arrivo
di una
serie di messaggi e il ragazzo, inizialmente infastidito,
sbiancò di
colpo dopo aver dato un'occhiata allo schermo.
«Qualcosa non va?» domandò
Yukino preoccupata e il biondo le mostrò il telefono.
Dove
sei?
Jiemma sensei ti vuole in palestra entro cinque minuti o non sei più tra i titolari.
Corri!!!
«Scusami,
ho dimenticato
che avevi l'allenamento!» disse subito la ragazza,
profondamente
dispiaciuta, lanciando un'occhiata all'orologio appeso al muro. Il
prof di ginnastica, nonché allenatore della squadra di
basket della
scuola, era il terrore dell'istituto e le sue minacce non erano mai a
vuoto. Non se lo sarebbe mai perdonato se l'amico avesse perso il
posto a cui teneva tanto per colpa sua.
«Tranquilla, sono felice di
essere stato qui con te» la rassicurò lui con un
sorriso
leggermente tirato. «Scusa ma devo scappare»
continuò dispiaciuto
controllando l'ora sul display mentre con l'altra mano infilava a
casaccio i libri nella cartella. Per fortuna Rogue l'aveva avvertito
del pericolo ma di sicuro Jiemma non gliel'avrebbe fatta passare
liscia. Gli facevano già male tutti i muscoli al pensiero
dell'allenamento massacrante che avrebbe avuto quel giorno ma se
fosse riuscito a rispettare i tempi sarebbe andata ancora bene.
«Digli pure che è stata
colpa mia, se serve. Ora vai!» disse Yukino, passandogli
l'ultimo
libro per poi dargli una leggera spintarella verso la porta.
«Sai che non lo farei mai!»
protestò il ragazzo inorridito mentre allungava una mano per
prendere il sacchettino che aveva quasi dimenticato. «Grazie
per i
cioccolatini e scusa la fuga. Ti assicuro che non è per te
»
aggiunse poi, nel vano tentativo di alleggerire la tensione, prima di
darle un bacio sulla guancia e correre fuori.
La ragazza, sorpresa, lo
salutò a sua volta con un filo di voce e per qualche secondo
rimase
imbambolata sulla porta della classe mentre osservava l'amico
allontanarsi di corsa. Incredula, sollevò una mano per
toccarsi la
guancia pensando confusamente che quello era il San Valentino
migliore della sua vita. Lo sarebbe stato un po' meno per Sting,
probabilmente, vista la strigliata che si sarebbe preso di
lì a
poco, ma per lei era stato quasi perfetto. Mai si sarebbe aspettata
che l'amico potesse ricambiare i suoi sentimenti e per il resto della
giornata non poté fare a meno di fantasticare sul loro
appuntamento
di sabato, dimenticandosi quasi dei compiti per il giorno dopo. Il
meglio però arrivò alla sera, quando il suo
ragazzo -adesso poteva
dirlo!- la chiamò per raccontarle com'era finita con Jiemma
e
ringraziarla per gli ottimi cioccolatini. Non poteva chiedere di
meglio dopo un allenamento del genere e Yukino, pur sentendosi
decisamente in colpa per l'accaduto, non riuscì a smettere
di
sorridere fino all'ora di andare a letto.
Prompt: San Valentino
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia è
venuta più
lunga del previsto (sai che novità XD) ma spero di avervi
strappato
almeno un sorriso. Poveri ragazzi con un insegnante come Jiemma ma
per fortuna di Sting c'era il premio di consolazione questa volta.
u.u
Come
ho accennato nell'introduzione, la raccolta partecipa all'iniziativa
di San Valentino del gruppo facebook “Fairy Tail &
Edens Zero
Italian fan group”. Se a qualcuno andasse di raggiungerci e
conoscere altri fan di queste bellissime opere di Mashima (o
partecipare alla nostra “Love Challenge” entro il
14 marzo),
potrà trovarci qui.
Vi aspettiamo numerosi! :3
Se
vi interessa, sempre per la “Love Challenge”, ho
appena
pubblicato una storia anche nel fandom di Edens Zero. Ci vediamo
domani (o almeno spero) per la prossima e invito scrittori e
disegnatori a unirsi all'iniziativa in qualsiasi momento entro il 14
marzo. Come avrete capito, è aperta ai fandom di Fairy Tail
ed Edens
Zero, ma vi rimando al gruppo per maggiori informazioni.
Un
bacio e buona serata!
Ellygattina
P.S: Se volete
essere sempre aggiornati sulle mie pubblicazioni, potete
trovarmi anche sulla mia
pagina facebook, dove posto da qualche mese le mie color e i
link
delle fanfiction. Vi aspetto! ;)