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Autore: _Lakshmi_    04/03/2021    2 recensioni
[NewGeneration!AU][TimeSkip][Spoiler?]
Sono trascorsi vent'anni dalla guerra che ha sconvolto il Giappone. La società, dopo la tempesta, si è riassestata e ora, sotto la guida dell'eroe Deku, regna la pace.
Un equilibrio destinato a spezzarsi.
Un dramma destinato a ripetersi.
Un legame destinato a rompersi.
Dal prologo:
Il tuo sorriso.
« Diventerò l'Eroe Numero Uno del Paese.»
Era autunno inoltrato quando tu, dall'alto dello scivolo, annunciasti al mondo i tuoi sogni. La brezza carica di quel caratteristico, fresco profumo di pioggia mi spazzò il viso, mentre da terra ammiravo le tue gloriose ali bianchicce.
[...]
« Voglio salire sul palco con te, Akane.» ti sedesti sull'altalena accanto alla mia, guardandomi con quegli occhi dorati colmi di determinazione « Altrimenti... beh, non ha senso.»
Cosa non ha senso?
Quel pomeriggio mi avevi salutato con un ampio sorriso, grande quasi quanto quello di tuo padre Hawks, estasiato nel vedere i tuoi progressi nel volo. Non mi ricordo il viaggio in auto o il resto della pacata quotidianità della mia infanzia, ma quel tuo sorriso mi rimase ben impresso nella mente.

[Huwumi][TodoMomo][Kacchaco][Altre coppie][Presenza di OC]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Titolo: Unmei no akai ito (運命の赤い糸)

Prologo: Egao (笑顔)

 


Il tuo sorriso.

« Diventerò l'Eroe Numero Uno del Paese.»

 

     Era autunno inoltrato, quando tu, dall'alto dello scivolo, annunciasti al mondo i tuoi sogni. La brezza carica di quel caratteristico, fresco profumo di pioggia mi spazzò il viso, mentre dal basso della mia altalena ammiravo le tue gloriose ali bianchicce.
Per mesi avevi continuato a perdere penne rosse in giro -a scuola, a casa tua, a casa mia- finché le tue ali non erano diventate quasi del tutto candide, con piume in grado di sostenere le basse, bassissime temperature del tuo ghiaccio.
Per mesi avevo sofferto di una terribile allergia.

« E tu sarai il mio fidato Numba Twu!» continuasti, dedicandomi quel maldestro, vagamente anglofono, soprannome « Insieme saremo una squadra insuperabile!»

I miei capelli lavici sbuffarono al mio posto, producendo uno scoppiettante “BLOB” che si condensò in una nuvola di vapore. Ammiravo gli eroi, certo, ma non per questo volevo diventare come loro. Ambivo invece con maggiore fervore a un lavoro simile a quello di mia madre, chef di una tavola calda.
Mi divertivo così tanto quando la aiutavo a casa, con le preparazioni più semplici.
Ero solo una bambina, ma per me quello era già il mio mondo.

« Akane! Devi mostrare più entusiasmo.» dopo aver pronunciato quella sentenza, planasti dallo scivolo con la stessa grazia e delicatezza di un avvoltoio su una carcassa.

« Mio padre si lamenta sempre del suo lavoro.» sospirai, dandomi una spinta sull'altalena.

« Ma tuo padre è il famoso “Magmathor”! È grande quasi quanto mio nonno!»

Grande... sì, per stazza, visto che mio padre era alto qualcosa oltre il metro e ottantacinque ed aveva anche un fisico decisamente muscoloso... insomma, era una sorta di montagna vivente.
Come Endeavor, del resto.
Per quanto riguarda la popolarità, beh, il discorso era diverso: Iwao Sakamoto -così si chiamava l'eroe Magmathor- non aveva mai avuto a cuore la classifica, viveva il suo lavoro come un semplice impiegato; era preciso, un ottimo combattente, incredibilmente sveglio nella risoluzione dei casi, però non era affatto ambizioso.
Anzi, forse aveva pure perso la passione, presente invece agli albori della sua carriera.

« Voglio salire sul palco con te, Akane.» ti sedesti sull'altalena accanto alla mia, guardandomi con quegli occhi dorati colmi di determinazione « Altrimenti... beh, non ha senso.»

Cosa non ha senso?
Non ti posi mai quella domanda, anche se ogni tanto, ancora adesso, mi chiedo il significato di quella frase.
Quel pomeriggio mi avevi salutato con un ampio sorriso, grande quasi quanto quello di tuo padre Hawks, estasiato nel vedere i tuoi progressi nel volo. Non mi ricordo il viaggio in auto o il resto della pacata quotidianità della mia infanzia, ma quel tuo sorriso mi rimase ben impresso nella mente.

 

In quelle tenebre totali,
il tuo sorriso fu la mia forza.

 

« Ci sono tutti?»


     A quella domanda all'auricolare, Sunspot, conosciuta anche come la distruttiva Burning Sun, tornò con la mente al presente.
Era una sera come tante altre all'Overload, locale notturno di periferia famoso per non avere una clientela troppo affabile, ma onesto quel tanto che serviva per non richiamare l'attenzione di qualche eroe.
Fino a quel giorno.
I clienti dai volti decisamente poco raccomandabili parlavano, bevevano e ballavano, le loro voci e i loro gemiti si confondevano col riverbero della musica martellante, ovattata.
Spostò lo sguardo azzurro ghiaccio sulla sala, sulle luci blu soffuse che rendevano l'atmosfera quasi surreale, onirica. Si concentrò sui corpi sudati, sulle cosce e sui fianchi scoperti, sui piedi instabili.
Socchiuse le palpebre.
Liberò un sospiro.
Ascoltò le risate acute, il tintinnio del ghiaccio dei bicchieri, l'alcol che scivolava nelle gole come pura, semplice acqua fresca.

« Tutti. Anche il figlio del proprietario.» rispose monocorde, scuotendo poi il capo quando notò che un un gruppo di uomini l'aveva presa di mira.

Un breve scambio di sguardi.
Sorrisi compiaciuti.
E all'improvviso si aprì una vera e propria battuta di caccia, un folle inseguimento tra prede e predatori.
La giovane ragazza, ancheggiando sui vertiginosi tacchi a spillo con la chiara intenzione di fare sfoggio di quelle curve ben delineate, camminò per la pista cercando di sottrarsi alle attenzioni di quei tipi loschi dalle espressioni sempre più fameliche, disumane. E il DJ, con un tempismo invidiabile, decise proprio in quel momento di pompare la musica al punto che le pulsazioni iniziarono a vibrarle addirittura nel cervello.
Un altro passo.
Le luci sfarfallarono.
Un'elegante giravolta.
Una nube di gas permeò la stanza, creando una leggera, soffusa nebbia.
Tossica.
Dalla graziosa borsetta con tanto di fiocco nero, la giovane estrasse una maschera da Kitsune e la indossò, facendo poi un respiro profondo.

« …?» un uomo dal sorriso talmente ampio da apparire quasi mostruoso le mormorò qualcosa all'orecchio, ma per colpa del frastuono che le rimbombava persino nella gabbia toracica, non riuscì a comprendere nessuna di quelle parole lascive.

Malgrado ciò, alla possibile richiesta di un trattamento speciale, Burning Sun si voltò quel tanto che bastava per mostrare un lato del suo volto mascherato.
E nell'epilettica illuminazione del locale, vide mutare l'espressione del predatore, divenuto improvvisamente preda.

 

Buio.
 

Un ghigno spavaldo.
Assoluta sicurezza.

 

Luce.
 

Sopracciglia alzate.
Incertezza.

 

Buio.
 

Puro terrore.
 

Luce.
 

Il pallido, esile braccio della fanciulla si era liquefatto in una luminosa, quasi ipnotica cascata lavica.
Inclinò il capo.
Un ghigno da lupo, vero predatore.

« Lei ha riso.» con lo scheletro ancora intatto sotto il magma rovente afferrò il viso dell'uomo e sulle grida bestiali di pura sofferenza, pronunciò le successive parole marcate di un disprezzo totalmente privo di umanità « Addio, Pro Hero RedFox.»

E così,
non appena accese l'arto in vive fiamme cremisi,
l'intero locale deflagrò.

 

     Vestita solo col sangue, il fumo e la cenere di centinaia di sconosciuti, col corpo che si stava lentamente pietrificando per via del repentino raffreddamento, Akane scivolò esausta sui sedili di un'elegante automobile sportiva stranamente silenziosa e per di più avvolta da una particolare, fitta nebbia cinerea dal pregnante odore di tabacco.

« Smettila di fissarmi: è un lavoro delicato, mi serve concentrazione.» disse all'autista albino, mentre con estrema cura e precisione spaccava le croste per poi sollevarle dalla pelle novizia.

Il conducente in questione, dopo uno sbieco sorriso, mostrò allo specchietto le fauci spalancate con quel che rimaneva della lingua malamente strappata. Un raccapricciante atto di scherno che la ragazza accolse con un brontolio nauseato.
Il galantuomo non era altri che il famigerato Noizu, meglio noto col suo nome d'arte Pentakill, terrificante leggenda temuta persino dagli eroi professionisti: infatti, anche se il suo Quirk “Target-Mute” non gli dava alcun vantaggio nel corpo a corpo, negli scontri a distanza era tutt'altra storia, visto che poteva sempre contare su un letale effetto sorpresa.
Il suo potere, supportato da un'arsenale di armi invidiabile e da riflessi fulminei, oltre che da un incredibile sangue freddo, l'aveva trasformato nel migliore assassino in circolazione.
Dopotutto, una volta presa la mira, centrava sempre il bersaglio.

« Burning Sun.»

A rivolgerle la parola fu invece una ragazza bendata, seduta composta sul sedile proprio accanto a lei: Shigaraki... anzi, Fujiwara Hanami, figlia adottiva dell'onorevole Madama Butterfly.
E queste poche informazioni, seppur prive di una descrizione dettagliata, erano più che sufficienti per comprendere la sua pericolosità.

« Eccellente lavoro: hai seguito alla lettera le indicazioni della nostra Signora.»
« Ho fatto solo quello che mi era stato richiesto.» Burning Sun sospirò, cercando di soffocare il fumo che ancora si levava dalla sua carne arsa, poi però quando notò l'espressione impassibile della ragazza, continuò il discorso per tranquillizzarla « Per la causa dei Nogitsune.»

Hanami restò in silenzio, lasciando che l'eco della sua voce si esaurisse.

« Andiamo a fare rapporto.»

Noizu annuì prima di partire premendo a fondo l'acceleratore. E sul frastuono delle sirene, l'automobile svanì in una nube di fumo, disperdendosi nell'oscurità della notte.
 

Buio.

Il tuo sorriso.

 

 


Fine Prologo!


Unmei no Akai Ito: il filo rosso del destino.

Akane Sakamoto: il nome del personaggio è un “tributo” a Sakazuki Akainu. Lo so, lo so, è uno stronzo, ha ucciso Ace... MAAAAAA... attualmente è uno dei miei personaggi preferiti di One Piece, assieme a Nico Robin, Law, Doflamingo e Sir Crocodile. E poi adoro il suo frutto. Cioè, davvero... crea dei bellissimi cagnoloni di lava! Come si fa a non amarlo?
Poi sì, ho scelto Sakamoto anche per Ryuji Sakamoto, il best boy di Persona 5.
Sono una persona semplice, dopotutto.

Hanami Fujiwara: ho scelto il nome Hanami significa “guardare i fiori” ed è strettamente legato sia al suo cognome “campo di glicine”, sia alla donna che lo ha scelto per lei, ovvero Madama Butterfly. Poi... mhm... che altro dire?

Noizu: significa “rumore” e per un personaggio così dannatamente silenzioso... beh, ci sta. Il suo altro soprannome, Pentakill (che inizialmente era Reaper in onore a Reaper di Overwatch), deriva invece dal fatto che da qualche tempo ho iniziato a giocare a “League of Legends: Wild Rift” (sono tornata in piena fase K/DA, capitemi) e beh... sì, gioco che vai, Support che trovo.

Però mi è capitato fare Pentakill, il tutto mentre ero impegnata a fare il mio onesto lavoro da jungler. Morale della favola... non rubare i soldi al jungler che farma? Immagino.

Le tre scimmie sagge: Akane non sente una frase, Hanami è cieca e Noizu è muto. Coincidenze? Io non credo. Un abbraccio, Autrice.

Nogitsune: la “volpe di campo” è un tipo di “spirito volpe” giapponese maligno e dispettoso. Ho scelto questo nome per la leggenda della donna accompagnata da mille di questi spiriti.

 

Angolo dell'Autrice:

Ho ripreso in mano questa storia dopo aver visto l'episodio di Hazbin Hotel (che consiglio, è fantastico). E mi ha talmente motivato (avevo perso l'ispirazione da un po', in effetti), che ho finito per revisionare completamente la fanfic: inizialmente doveva essere una storia ambientata allo Yuei, con Akane spia di un nuovo gruppo di Villains che aveva l'obiettivo di liberare Shigaraki&Co., ma insomma, dopo aver scritto il primo capitolo avevo più dubbi che altro.
Poi ho alzato un po' l'età dei protagonisti. Ho cambiato un paio di piani... e BOOOM.
Eccoci qui.

Poi sì, c'è punto importante da chiarire: oltre ai “figli” degli altri studenti della A o B (perché ho messo le virgolette? Mhm...), ci saranno anche i figli di noti villains. Preparatevi a storie d'amore non particolarmente romantiche e soprattutto abbastanza tragiche.
Una tragedia nella tragedia.

Secondo punto: l'ambientazione. Visto che siamo 20 anni nel futuro del manga, qualcuno potrebbe immaginarsi un'ambientazione in puro stile Cyberpunk come in Blade Runner 2049 con donne che escono dai fottuti cartelloni pubblicitari. E invece no. Cioè, io amo alla follia il setting Cyberpunk (mai quanto lo Steampunk, però), ma ho deciso di ambientare tutto ai giorni nostri anche per fare una serie di citazioni alla cultura memica odierna.
Sì, insomma Cyberpunk < Meme < Steampunk.
Ho già detto di essere una persona semplice?

Ultimo punto, ma non meno importante: questa storia è stata scritta per avere del content “Daddy Hawks” (e se avete storie da consigliarmi, a tal proposito, le leggo volentieri). Chi non fa parte di questo credo, cerchi comunque di rispettare la religione altrui, almeno sotto a questa storia.

A parte gli scherzi, spero che la storia e i personaggi possano incuriosirvi!



Un bacio da _Lakshmi_!

 

 

  
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