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Autore: Ori_Hime    09/03/2021    0 recensioni
Questa song fic prende il nome dell'omonima canzone dei Coldplay, che vi invito di ascoltare mentre la leggete, ed è ambientata dopo la morte di Odasaku, prima che Dazai entri a far parte dell'Agenzia Investigativa Armata.
Dall'incipit: "Onde che si infrangono. Il mare è in tempesta quel giorno e i gabbiani volano bassi. Ce n'è uno in particolare che barcolla sul pontile, quasi impacciato, mentre quando volava era elegante, perfetto... Dazai Osamu lo guarda e si ricorda che ad Oda piacevano tanto (...)"
Scritta per Manto come regalo per la sua laurea magistrale, mettendo assieme il suo amore per il mare, la musica e per Oda... Anche se è uscita una storia molto triste! Spero che il finale possa tirare almeno un po' su il morale!
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Swallow in the sea

 

You cut me down to size

And opened up my eyes

Made me realize

What I could not see

And I could write a book

The one they'll say that shook

The world, and then it took

It took it back from me

 

Onde che si infrangono. Il mare è in tempesta quel giorno e i gabbiani volano bassi. Ce n'è uno in particolare che barcolla sul pontile, quasi impacciato, mentre quando volava era elegante, perfetto... Dazai Osamu lo guarda e si ricorda che ad Oda piacevano tanto, una volta lo aveva portato sulla spiaggia con sé dopo una bevuta al Lupin, e gliene aveva indicato uno sulla battigia dicendo: -Ti senti mai uno di loro? Così libero in cielo e così maldestro sulla terra?-

Al momento il dirigente della Port Mafia non aveva compreso quella sua affermazione, gli era parsa solo una frase a caso detta mentre erano ormai un po' brilli e stanchi dopo una lunga giornata di lavoro, ma ora Dazai capisce davvero quello che intendeva: Odasaku nella Port Mafia non si sentiva libero di essere sé stesso. Avrebbe voluto fare lo scrittore, gli aveva rivelato una volta, e vivere in una casa con vista sull'oceano e per farlo non poteva uccidere: “Scrivere romanzi significa scrivere della vita delle persone”, non avrebbe potuto fare altrimenti, e ora che Oda non c'è più Dazai ha aperto gli occhi su quanto quelle parole fossero importanti.

“Dovrei forse scriverne uno anch'io e attraverso esse lo riporterei indietro, lo porterei da me, lontano dalla Port Mafia. Lo porterei ad ammirare un altro Oceano, al sicuro, dove nessuno possa ucciderlo...” Pensa Dazai mentre l'acqua inizia a bagnargli le scarpe nere lucide, ma a lui non importa. Nulla è più importante della perdita dell'amico, l'unico vero amico che abbia mai avuto e che la sua stessa organizzazione gli ha portato via. Proprio lui, a cui vita o morte erano sempre state completamente indifferenti, ora soffre per una morte. Chissà come sarebbe morire, se è così doloroso come per la morte di qualcuno tanto caro... Quel pensiero non lo ferma, continua a camminare verso il largo, bagnandosi i vestiti che si attaccano al suo corpo magro da adolescente e che inzuppa tutti i suoi strati di bende. Non sente freddo, il gelo ce lo ha già nel cuore, e non si ferma nemmeno quando un'alta onda lo inghiotte dentro di sé. Forse oggi incontrerò una nuova amica dalla pelle diafana e dai lunghi capelli neri che mi porterà con sé in un suicidio di coppia… E poi mi porterà da lui!

 

And I could write a song

A hundred miles long

Well that's where I belong

And you belong with me

The streets your walking on

A thousand houses long

Well that's where I belong

And you belong with me

Oh what good is it to live

With nothing left to give

Forget, but not forgive

Not loving all you see

All the streets you're walking on

A thousand houses long

Well that's where I belong

And you belong with me

Not swallowed in the sea

 

Nakahara Chuuya sta correndo per tutta Yokohama alla ricerca del suo compagno di squadra: “Dove si sarà cacciato quello stupido spreca bende?!” Mori li aveva convocati per un incontro importante, ma della sua metà non ne vedeva l'ombra. Dazai è facile da trovare, almeno per lui che conosce tutti i luoghi che frequenta abitualmente, ma quel giorno li aveva già fatti passare tutti senza che trovasse tracce della sua presenza. Dazai Osamu era come volatilizzato nell'aria. Chuuya, grazie alla sua abilità, aveva già scalato le vette più alte dei grattacieli della città per lui e ora gli mancano solo le vie verso la costa... Il porto. Ecco un altro luogo da controllare. Si precipita verso la banchina, ma rimane ancora vicino alla riva per non lasciarsi bagnare delle acque che si alzano e si abbassano ripetutamente con violenza su di essa e proprio lì vede un uomo in mare.

Non si precipiterebbe tra le onde se non avesse lo strano presentimento che quel corpo senza vita possa essere proprio quello che sta cercando, il dirigente della Port Mafia. Nuotare gli viene difficile in mezzo a quell'oceano in preda alla disperazione e non è facile nemmeno riportare il giovane alla riva, al riparo delle onde, visto che è più alto di lui. Anche quando ci riesce teme che sia ormai troppo tardi, che l'aspirante suicida possa aver finalmente raggiunto il suo obiettivo...

-Non puoi morire proprio oggi, porca puttana Dazai! Senti, lo so che sei disperato per la morte del tuo amico, ma tu appartieni a questa città, Dazai, alle migliaia di case che ci sono, alle strade in cui cammini, e appartieni a me, non alle onde del mare...- urla disperato il suo compare mentre lo scuote a più non posso e gli sbottona un po’ la camicia per liberarlo dalla stretta dei vestiti per farlo respirare e continua a pronunciare quelle ultime parole in cerca di segni di vita, poi, terrorizzato, si mette a praticargli il massaggio cardiaco. È come una tiritera o una canzone che si ripete per darsi e dargli coraggio, mentre preme contro il suo torace mantenendo il ritmo e dopo una sequenza di trenta compressioni si abbassa alle sue labbra per la respirazione bocca a bocca. “Fa che funzioni!” spera premendo le sue a quelle del ragazzo soffiando all'interno un paio di volte. Quando fa per riprendere a premere sul suo petto comprende come la sua vita senza il suo compagno di squadra sia insignificante perché la sua abilità senza la sua non potrebbe realizzarsi al pieno delle sue potenzialità... Dopo un'altra serie di pulsazioni per lui interminabili si riabbassa su di lui per la respirazione, ma questa volta Dazai si riprende, tossendo e sputando acqua salata contro il povero Chuuya.

-Che ci fai attaccato alle mie labbra? Mi hai anche aperto la camicia... Volevi forse approfittare del mio stato di incoscienza per violentarmi?- lo provoca come suo solito Osamu con una punta di malizia.

-È così che mi ringrazi dopo averti salvato la vita?! Dannato spreca bende, eri tu che giocavi a fare il bello addormentato!- gli risponde secco Chuuya, scocciato che si prendesse sempre gioco di lui, sistemandosi la camicia che gli ha bagnato. Nota solo in quel momento che Dazai non ha più le bende sull’occhio destro, cosa curiosa visto che le porta sempre, ma probabilmente gliele ha portate vie le onde, crede.

-Oh e quindi dici che sono bello? Chuuya, così mi lusinghi…- continua Dazai a tormentarlo con quel suo tono sarcastico, anche più allegro del solito, tanto che il suo “gemello” deve ribattere: -La prossima volta ti lascio annegare, così forse avrai finito di andare incontro alla Morte! E ora muoviti, visto che stai tanto bene da urlarmi contro, che Mori ci sta aspettando!- Chuuya ormai si era alzato e si era incamminato verso il loro quartier generale, fregandosene del fatto che Dazai non lo stesse seguendo.

Il dirigente della Port Mafia lo lascia parlare da solo, ringraziandolo però mentalmente di non averlo lasciato inghiottire dal mare e avergli ricordato l’importanza della vita e di fare del bene al prossimo, cosa che già Oda gli aveva detto sul punto di morte, e lo guarda allontanarsi: quella sarà l'ultima volta che lo guarderà come suo compagno, ha intenzione di cambiare vita. Il cielo si è rasserenato nel frattempo e le onde calmate, facendo tornare quasi l'oceano di una calma piatta. I gabbiani sono tornati a volare e anche a Dazai sembra di aver spiccato il volo ricordando le ultime parole di Oda: “Stai dalla parte di chi salva le persone. Se entrambe le parti sono uguali, scegli di diventare una brava persona. Salva i deboli, proteggi gli orfani. Potresti non vedere una grande differenza tra giusto e sbagliato, ma salvare gli altri è qualcosa di meraviglioso.” 

È certo che anche Chuuya avrebbe compreso quel ragionamento e sarebbe senz’altro rimasto in “buoni” rapporti con lui, in fondo era l’unico amico che gli rimaneva, anche se non lo aveva mai considerato così prima. La morte di Oda lo aveva colpito per il fatto di aver scoperto di avere un amico e ora che lui non c’era più aveva rivalutato anche il rapporto col suo compagno: in fondo Chuuya lo aveva riportato in vita e questo gli aveva ricordato che Odasaku non avrebbe mai voluto che morisse. Avrebbe voluto che perdonasse, ma che non dimenticasse quello che la Mafia gli aveva causato e che Dazai vivesse anche per lui: le persone vivono per salvarsi in fondo, no? 

Chuuya sarebbe corso ancora in suo aiuto, è fatto così, perciò senza rimpianti, Dazai si volta e se ne va nella direzione opposta del compare, inconsciamente proprio verso l'Agenzia Investigativa Armata.
Si sarebbero ritrovati ancora perché in qualche maniera si appartengono: il loro legame è più profondo del significato del buono e del cattivo, del bianco e del nero, del chiaro e dello scuro… Della vita e della morte.



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Note: 
Come già anticipato questa è per Manto, pensata e realizzata apposta per lei! (Ora parlo con lei direttamente) In attesa di festeggiare la tua meritatissima laurea magistrale eccoti un regalo che spero tu abbia gradito, anche se ha preso una piega piuttosto drammatica ed qualcosa di completamente diverso da quello che scrivo di solito! Mettere Oda e Dazai non produce purtroppo nulla di particolarmente vivace e questo ne è stato il risultato, spero di aver rimediato con l'introduzione di Chuuya che salva letteralmente la situazione. 
Il pensiero sui gabbiani è un riferimento ad Albatro di Baudelaire, mi piaceva l'idea che Oda lo avesse letto e ci si fosse rispecchiato. 
Mi sarebbe piaciuto far chiamare Dazai "Biancaneve" da parte di Chuuya in riferimento a Dead Apple, ma alla fine ho optato per "Bello addormentato" che avrebbe senz'altro fatto piacere a Dazai, stuzzicandolo. Mi piacciono molto loro due come coppia, che siano amici o qualcosa di più l'importante è che continuino a mantenere questo rapporto di fiducia reciproco: nel finale infatti ho lasciato aperto il modo in cui sono legati perché oguno possa interpretarlo come vuole. Volendo le ultime righe possono essere intese anche per Oda... Anche se per me la loro è sempre stato un rapporto di pura e semplice amicizia, ma chi vuol intendere intenda! Mi piace pensare che sia dopo questo episodio descritto che Dazai decida di cambiar veramente vita e fare del bene, penso che prima si sia depresso a lungo e che Chuuya potesse esserne a conoscenza del suo malumore e comprenda, visto che ha perso anche lui dei cari amici... 
 Ma finisco ora col deprimervi!
  Su Fairy Floss (la mia pagina facebook) pubblicherò delle fan art che ho trovato a tema, se vorrete dare un'occhiata!
   Alla prossima, un abbraccio!
      Ori_Hime
 
 

  
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