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Autore: Aagainst    23/03/2021    4 recensioni
Dal sesto capitolo:
“I miei vecchi quaderni sono ancora riposti negli scaffali, come se il tempo non fosse mai passato. Ne prendo uno a caso e lo apro. Lo sfoglio, il cuore in gola. I testi di vecchie canzoni che nemmeno ricordavo di aver scritto mi travolgono, senza alcuna pietà. Ripenso a ciò che mi ha detto Bellamy qualche giorno fa. Ho perso la mia musica. Ho perso la mia casa. E, anche se mi sembrano così vicine, non sono mai state più lontane. “
Sono passati sei anni da quando Clarke ha lasciato Polis per inseguire il suo sogno e diventare cantante e quattro da quando ha tagliato definitivamente i rapporti con chiunque appartenesse al suo passato. Costretta dal suo manager a tornare a casa dopo l’ennesima bravata, ritroverà la sua vecchia vita ad attenderla, tra cui due occhi verdi carichi di domande.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.

 

What if money wasn't part of success?
Would the people I used to be friends with never left?
What if making a name didn't come with regrets?
I think that fame's a pre-cursor to death
(MGK feat. Lzzy Hale-Spotlight)

 

“Clarke, questa volta hai davvero passato il segno!”. John Murphy è il mio agente da sei anni, una delle poche persone che mi è sempre stata accanto. Mi ha scoperta per puro caso, mentre stavo cantando in un locale da due soldi durante  una serata universitaria. Quella notte è cambiato tutto. Murphy ha stravolto la mia vita, ma mi ha anche dato una possibilità di fuga da tutto il dolore che mi stava attanagliando a casa mia. In un certo senso mi ha salvata, dandomi l’occasione di fare qualcosa di buono nella mia vita. Mi ha aiutata, dandomi la possibilità di lavorare con dei musicisti e dei professionisti di tutto rispetto. Mi ha rinchiusa in uno studio di registrazione e quello che ne è uscito è stato il mio album di debutto, From The Sky. Non ho ancora capito come sia stato possibile, fatto sta che fece successo. Diverse candidature ai Grammy, premi su premi, soldi a palate e un contratto con la Lightbourne Music, una delle etichette discografiche più importanti al mondo. Sembrava tutto in discesa. Avrei solo dovuto continuare a cantare e scrivere canzoni. Già, fosse così semplice. Ho imparato fin troppo presto che io e il signor Lightbourne abbiamo due visioni della musica leggermente diverse. Di fatto, mi sono rivelata incapace di scrivere ciò che voleva lui e il risultato è stato City Of Light, un album di cui non vado per niente fiera. Nonostante le vendite eccezionali e il successo planetario di questo secondo lavoro, è un disco piatto, senza assolutamente nulla di mio. Non ho scritto nemmeno una canzone, mi sono solo limitata a cantare. Murphy mi ha spronata a seguire i consigli di Lightbourne, a fidarmi di lui e così ho fatto. Già, così ho fatto. 

“Clarke, per la miseria, puoi ascoltarmi?”

“Uh? Scusa Murphy, mi sono distratta.” dico, ritornando alla realtà. Lui sbuffa e scuote il capo, sconsolato. Apre la bocca per dire qualcosa, quando la porta del suo ufficio si spalanca di colpo ed entra Lightbourne in persona. Dio, ora sì che la vedo brutta.

“Signor Murphy, Clarke, buongiorno.” saluta. Non c’è nulla di amichevole nel suo tono di voce. Al contrario, mi sembra molto nervoso. Chino il capo e di sottecchi posso vedere il mio agente inspirare ed espirare convulsamente, sull’orlo di una crisi di nervi. So che è tutta colpa mia, ma allo stesso tempo non lo ammetterò mai.

“Signor Lightbourne, è un piacere averla qui con noi. Prego, si sieda. Desidera un caffè? Dell’acqua naturale? O una b-...”

“Si risparmi i convenevoli, signor Murphy. Non sono qui per una visita di piacere, lo sa benissimo. Quello che è successo costerà alla mia casa discografica una montagna di soldi. E no, non parlo solo della cattiva pubblicità. Clarke, lo sai a chi apparteneva l’auto che ha rubato?”. Scuoto il capo, in preda alla vergogna. 

“Io pensavo fosse mia.” mormoro, in un patetico tentativo di giustificarmi. Sono perfettamente convinta che Murphy vorrebbe staccarmi la testa in questo momento e non sarei assolutamente in grado di biasimarlo per questo.

“Beh, si dà il caso che no, la Ferrari che ieri hai guidato non fosse tua, Clarke. Si trattava di un modello fatto su misura che Diana Sidney, l’attrice, aveva appena acquistato dall’Italia. Aggiungiamoci i soldi per la cauzione e quelli per evitare che tu finisca in tribunale. Lo sai quanto è costato convincere il capo della polizia a farti pagare una semplice multa? Sappiamo entrambi cosa avrebbero trovato nel tuo sangue se ti avessero fatto un test tossicologico.”. Sento un nodo in gola. So che ha ragione e che mi sono comportata da irresponsabile, ma non posso farci nulla.

“Mi dispiace, non accadrà più.” mormoro. Lightbourne scoppia a ridere sguaiatamente, seguito da Murphy che lo imita solo per inerzia, in realtà vorrebbe piangere. Faccio per ridere anche io, quando Lightbourne sbatte le mani sulla scrivania, facendomi sobbalzare. Deglutisco e indietreggio con la sedia. Lui si alza e comincia a camminare avanti e indietro per la stanza. Non l’ho mai visto così arrabbiato, nemmeno quando In The Mountain di Cage Wallace totalizzò il record negativo di vendite del decennio.

“Ti dispiace? No, la verità è che a te non interessa un accidenti di ciò che è successo ieri. Tanto c’è sempre qualcuno disposto a ripulire la strada della merda che voi cantanti da quattro soldi lasciate in giro.”

“P-pensavo di essere un elemento fondamentale per la casa discografica, signore.” replico, per poi pentirmene immediatamente. Murphy mi fulmina con lo sguardo, mentre Lightbourne mi rivolge un’occhiata carica di pietà. Mi sto rovinando con le mie stesse mani e la parte più incredibile di tutto questo è che non sto nemmeno provando a fermarmi dal commettere questo suicidio. 

“Clarke, lascia che ti spieghi una cosa.” mi dice. “Nessuno è indispensabile qui. L’unica cosa che conta è la funzionalità. Finora la tua musica mi ha portato grandi vantaggi. Le vendite dei tuoi due album sono state incredibili e City  Of Light ha fatto ben più successo di quanto mi aspettassi. Eppure, e voglio essere chiaro, tutto questo non ti rende un’artista da inserire nel pantheon dei grandi, Clarke. E sai perché?”. Faccio segno di no col capo. Lightbourne ghigna, conscio del potere che ha su di me. Mi appiattisco contro lo schienale della sedia, come se volessi sparire. O forse lo desidero davvero. 

“Perché non hai la mentalità da grande. Fai i numeri e questo è importante, ma ciò che conta in questo ambiente è la continuità, la capacità di ambientarsi e sopravvivere in un oceano popolato da squali pronti a sbranarti. Ne hai le capacità, Clarke?”. Non rispondo a quell’ultima domanda e continuo a fissare il pavimento, in profondo imbarazzo. Lightbourne scuote il capo.

“Come immaginavo. Il signor Murphy ti illustrerà cosa abbiamo pensato per te. È l’ultima possibilità che ti do, non la sprecare.” asserisce. Alzo lo sguardo e gli rivolgo un’occhiata confusa, ma non dico nulla. 

“Buona giornata.” si congeda, infine. Non appena esce dalla porta, mi volto verso Murphy per avere qualche spiegazione, ma tutto ciò che ricevo è un sorriso decisamente fin troppo criptico. Controlla l’orologio al polso e capisco che stiamo aspettando qualcuno.

“Hai intenzione di parlarmi e dirmi qualcosa?” chiedo, impaziente. Murphy sospira.

“Un minuto e potrò farlo.” risponde. Alzo gli occhi al cielo e mi metto a fissare il muro. Dopo un tempo che mi pare interminabile, la porta si riapre di nuovo e una ragazza più o meno della mia età, dai lunghi capelli castani e con grandi occhi color nocciola varca la soglia, sorridendomi non appena mi vede. 

“Raven!” esclamo, sorpresa di vederla. “Che ci fai tu qui?” le domando. 

“John mi ha chiamata. Stai bene? Ho visto il telegiornale, è stato terribile. Clarke, potevi morire!”. Già. Forse era esattamente quello che volevo. Non ho il coraggio di dirlo ad alta voce, mi sbatterebbero in rehab ed è l’ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento. 

“È stata solo una ragazzata, state esagerando. Avevo tutto sotto controllo.” ribatto. Un’altra bugia. La mia vita è costellata di menzogne che racconto in primis a me stessa, di continuo. 

“Ora basta, Clarke! L’hai sentito Lightbourne, no? Se non fai come diciamo noi sei fuori, l’hai capito o no?”. Annuisco, mordendomi il labbro. Chiudo gli occhi. Sento una lacrima bagnarmi la guancia, ma mi appresto ad asciugarla con il dorso della mano. Sono così stanca. 

“Clarke, quello che ti dirò non ti piacerà, ma al momento non abbiamo trovato idee migliori.”. Sono in apprensione. Non ho la più pallida idea di dove Murphy voglia andare a parare, ma ho un orribile presentimento. Raven mi posa una mano sulla spalla, per tranquillizzarmi.

“Ho chiamato tua madre.” Sgrano gli occhi, incredula. “Domani partirai per Polis. Starai lì un mese, Raven verrà con te per controllare che tu non faccia danni. Ti rilasserai, capirai cosa vuoi dalla vita e lavorerai al nuovo album.”. Non so cosa rispondere. Scoppio a ridere, senza ritegno. Murphy e Raven mi guardano, perplessi. 

“Bello scherzo, ragazzi. Per un attimo ho creduto davvero che mi avreste spedita nel buco da cui sono scappata sei anni fa.” dico, ma quando noto che non c’è traccia di ironia nei loro sguardi, mi crolla il mondo addosso. “Aspettate, state dicendo sul serio?”. Murphy e Raven annuiscono e io per poco non scoppio a piangere. Non posso ritornare lì. Non posso ritornare indietro. 

“Clarke, lo so che non vuoi, ma l’alternativa è finire al fresco. La tua carriera ne uscirebbe distrutta e, a quel punto, a casa dovresti tornarci comunque e per molto più tempo.” dice il mio agente. Lo guardo con amarezza. So che ha ragione e che non ho altra scelta. 

“Ma non posso costringere Raven a stare con me per un mese. Non sarebbe giusto!” gioco l’ultima carte che mi è rimasta. 

“Clarke, sono la tua assistente e la tua migliore amica, non c’è altro posto in cui vorrei andare. E non ti preoccupare, non avrò problemi a tornare indietro a Los Angeles se mai dovessi averne necessità.”. Dovrei essere contenta di avere un’amica che tiene così tanto a me, ma la verità è che in questo momento proprio non ci riesco. 

“E Finn? Sarei dovuta partire con lui per un viaggio in Francia domani e...”

“Dimenticati di quell’idiota, è l’ultima persona di cui hai bisogno.” mi interrompe Murphy.

“È il mio ragazzo!” protesto. 

“Sarà, ma per ora vi dovrete accontentare di una relazione a distanza. Vedremo se potrà venire a trovarti più avanti, ma da domani sarete solo tu e Raven, nessun altro.”. Scuoto il capo. Non mi resta che accettare. 

“E va bene.” cedo. 

“Brava ragazza. Tieni, questa è la lista delle canzoni per il prossimo album, Lightbourne vuole che ne scegli dodici. Ecco il disco con le incisioni.”. Afferro le carte e il dischetto che Murphy mi porge e li rigiro fra le mani. Sospiro. Sono in trappola.






Angolo dell'autrice 

Ben ritrovati! Dunque, Clarke è decisamente nei guai fino al collo. Lightbourne non gliele manda a dire e l'unica soluzione possibile assume i contorni di un incubo agli occhi della nostra protagonista. In tutto questo, iniziamo a scoprire un po' del passato di Clarke, come e perché è diventata una cantante di fama internazionale e che cosa ne pensa della sua stessa carriera.
Lo so, vi state chiedendo dov'è Lexa, ma un po' di pazienza, la vedrete molto presto. 
Da qui in poi, i capitoli saranno molto più lunghi del primo, devo dire che sto scrivendo parecchio e che, finora, mi sta piacendo, spero che sia lo stesso per voi. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa piacere leggere le vostre impressioni.
A martedì!
   
 
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