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Autore: klausaeba    04/04/2021    7 recensioni
E se Ryo alla radura venisse ferito?
Con questa piccola one shot ho immaginato i pensieri e le speranze di Kaori di fronte a questa eventualità...
Per scriverla mi sono ispirata alla canzone di Nek che dà anche il titolo alla mia storia, ANCORA UN GIORNO DI TE
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ryo era steso su un letto nella clinica del Professore da una settimana, e non accennava a svegliarsi.

Tutti erano preoccupati per lui, soprattutto Kaori che si sentiva morire all’idea di perderlo per sempre.

Era rimasto ferito durante lo scontro col generale Kreuz per salvare Kaori, la donna che aveva detto di amare, e forse anche per questo lei si sentiva in colpa, si sentiva responsabile… se Ryo non fosse accorso lì per salvarle per l’ennesima volta la vita, non avrebbe rischiato di morire e non si sarebbe ritrovato inerme su quel letto.

Aveva riportato una ferita molto grave, il Professore aveva dovuto operarlo d’urgenza perché aveva perso molto sangue e dopo l’operazione si era reso necessario sedarlo.

Mentre lo osservava dormire, Kaori riviveva costantemente la scena nella sua mente, come se stesse avvenendo proprio in quel momento davanti ai suoi occhi e riviveva quel dolore che le stava lacerando l’anima.

Un enorme boato, il fumo, i soldati a terra, il generale che aveva recuperato la pistola e gli aveva sparato alle spalle. Secondi che a lei erano parsi interminabili quando, abbracciati, aveva visto all’improvviso Ryo accasciarsi a terra… il suo grido disperato nel vento “Ryoooooo Nooooooo”, Falcon che li aveva raggiunti immediatamente, caricando all’istante Ryo sulla sua Jeep, e la corsa contro il tempo per correre ad avvisare gli altri e raggiungere la clinica.

Per tutto il tempo Kaori aveva accarezzato Ryo tenendolo abbracciato a sé sul sedile posteriore e con le lacrime a rigarle il viso, aveva continuato a sussurrargli “Devi vivere Ryo mi hai capito? Non puoi lasciarmi adesso, devi vivere”.

Arrivati in clinica, Kazue, aiutata da Kasumi, aveva sistemato Miki in una stanza per monitorare le sue condizioni e Falcon si era seduto vicino a sua moglie.

Il professore aveva portato Ryo immediatamente in sala operatoria, Kazue lo aveva raggiunto e ne erano usciti soltanto tre ore dopo.

Nell’attesa Mick aveva tentato in tutti i modi di tranquillizzare e confortare Kaori che sembrava aver perso lucidità. Aveva visto Ryo ferito molte volte ma stavolta la situazione era parsa davvero grave, aveva da subito avuto paura, una paura folle che lui potesse non farcela e si era sentita pervadere da un senso di nausea molto forte, al punto da raggiungere il bagno e riversare nel water tutta l’ansia, l’agitazione e la disperazione.

Una settimana dopo Ryo era ancora lì, solo Miki aveva lasciato la clinica tre giorni prima, con un tutore al braccio era tornata a casa con suo marito. A detta del Professore l’operazione di Ryo seppur complicata, era riuscita bene e lui era ottimista, allora perché non dava segni di ripresa? Perché ancora non si era svegliato?

Kaori non lasciava quasi mai la stanza di Ryo, andava a casa solo per fare la doccia e tentare di dormire qualche ora senza riuscirci più di tanto perché il suo pensiero era costantemente rivolto a lui.

Gli altri iniziarono ben presto a preoccuparsi, oltre che per Ryo, anche per lei che si stava evidentemente trascurando e struggendo per lui, si sentiva colpevole e impotente, cosa poteva fare per lui? Cosa aveva da dargli se non tutto il suo amore?

E fu proprio la realizzazione di concretizzare quell’amore profondo che provava ormai da anni nei suoi confronti, a scuoterla da quel torpore in cui sembrava essere caduta da giorni… tutt’un tratto le lacrime smisero di scendere, l’espressione del suo viso cambiò divenendo seria e risoluta. In testa aveva una nuova missione, un nuovo obiettivo, riportare Ryo da lei. Si alzò dalla poltrona su cui passava la maggior parte del tempo, si avvicinò al letto di Ryo, gli prese la mano e guardandolo iniziò a parlargli con tono calmo ma deciso.

“Ryo Saeba non so se puoi sentirmi ma io ho delle cose importanti da dirti, ho intenzione di farlo adesso e tu devi ascoltarmi. Sei uno scansafatiche, un fannullone, un pervertito senza speranza e la maggior parte delle volte mi fai infuriare, soprattutto quando critichi la mia cucina e quando dici che non sono una donna e finiamo per litigare, io che urlo a squarciagola e tu sotterrato da uno dei miei martelli, ma quando sorridi tutto sparisce e il tuo sorriso è l’unica cosa che mi resta impressa nella mente e nel cuore, mi basta vederti sorridere per ricordarmi cosa mi ha fatto innamorare di te e per dimenticarmi di tutto il resto, un tuo sorriso rivolto a me e dopo la tempesta arriva il sereno, basta un tuo sorriso per sentire il mondo aprirsi dentro di me.

Io voglio stare con te Ryo nel tempo che mi resta, non ho aspettato tutti questi anni per rinunciare a te prima ancora di averti avuto e se devo accontentarmi di pochi attimi, va bene, vorrà dire che di tante gocce farò un oceano, un oceano d’amore in cui voglio annegare. Sappi che mi devi ancora un giorno di te, anche fosse l’ultimo, sarai mio Ryo Saeba e lo vivremo insieme. Voglio saldare la tua pelle alla mia anima e ho intenzione di riempire il vuoto che sento adesso con la tua presenza, ti voglio troppo per rinunciare a te, ai nostri ricordi, alle cose che abbiamo condiviso insieme, sei la mia famiglia ed io ti amo così tanto.

Quando sono a casa da sola io ti penso, penso al tuo sorriso ed è la cosa di te che mi manca di più perché quando mi sorridi io mi perdo nel tuo sorriso e il mio buon senso va in cenere. Provo a disegnare il tuo volto per poter rivedere quel sorriso che tanto amo ma il risultato non ti assomiglia per niente, perché l’unica tela dove il tuo sorriso prende vita è il tuo viso, unico e inimitabile.

Devi svegliarti okay? Io ho bisogno di quel sorriso, ho bisogno di te per vivere, devi mantenere la promessa che mi hai fatto una settimana fa, hai detto che volevi sopravvivere per la persona che ami e che la volevi proteggere, chi mi proteggerà se non torni Ryo? Come posso dimostrarti quanto ti amo e quanto ti voglio se non torni da me? Mi devi ancora un giorno di te, che tu lo voglia o no perché l’amore che ho dentro è l’unica cosa in cui credo e non ho intenzione di rinunciarci, non ho intenzione di perdere anche te dopo aver perso mio fratello.

E sappi che se amarti è solo una mia idea e tu non provi lo stesso per me, io lo voglio difendere questo mio amore, lo proteggerò con tutta me stessa, anche da te se necessario perché è la cosa più preziosa che ho, l’ho custodito nel cuore per tutti questi anni in attesa di un tuo gesto, una tua parola che mi facesse capire che tu lo ricambiavi e adesso che forse c’è una speranza per noi, non sono disposta a rinunciarci, voglio vivere questo amore alla luce del sole, sono stanca di aspettare Ryo, sono stanca di vivere di illusioni e speranze, svegliati ti prego, mi devi ancora un giorno di te, di noi”.

Le lacrime iniziarono di nuovo a scenderle sul viso e chinandosi in avanti Kaori appoggiò la testa sul petto di Ryo, poteva sentire il suo respiro calmo e il ritmo del suo cuore. In quell’istante di calma apparente Ryo aprì lentamente gli occhi, alzò piano il braccio destro per accarezzarle dolcemente i capelli e con una voce che parve un soffio disse “No”.

Kaori alzò immediatamente il capo e incontrò i suoi occhi, l’espressione attonita per quel diniego appena pronunciato, aveva sentito tutto quanto? Che volesse negare la promessa fatta, che ci avesse ripensato?

Lui continuò “Non ho nessuna intenzione di darti un solo giorno Kaori”.

Kaori sentì altre lacrime inumidirle gli occhi, la mano che stringeva quella di Ryo iniziò a tremare leggermente.

“Abbiamo ancora molto tempo da vivere, non ti libererai di me così facilmente” si affrettò lui a rassicurarla accarezzandole una guancia.

“Oh Ryo…” disse flebilmente lei prima di abbassarsi di nuovo su di lui per appoggiare le labbra sulle sue.

Il loro primo bacio, senza nessun vetro a separarli, una sensazione magica, magnifica. Kaori pensò che se un semplice bacio le aveva fatto quell’effetto, cosa avrebbe provato quando avrebbero condiviso molto di più di un semplice contatto di labbra? A quel pensiero arrossì immediatamente e Ryo le rivolse uno sguardo dolce e innamorato, una mano intrecciata alla sua e l’altra sul suo viso a cancellare le sue lacrime con il pollice “Ti amo Kaori”. A sentirlo pronunciare quelle parole con la voce e anche con gli occhi, lei si emozionò come mai prima di allora e gli disse “Ti amo anch’io” prima di abbracciarlo.

Con dispiacere si staccò dall’abbraccio per andare ad informare il Professore che Ryo si era svegliato.

“Ben tornato Baby face, ci hai fatto preoccupare, come ti senti figliolo?”

“Un po’ rintontito Doc, che è successo?”

“Probabilmente è l’effetto dei sedativi. Il generale ti ha sparato al polmone Ryo, hai avuto una brutta emorragia interna, ti abbiamo operato d’urgenza, ci hai messo più tempo del previsto a svegliarti ma sapevo saresti tornato, sei forte ragazzo mio”.

Per tutto il tempo Ryo non aveva lasciato la mano di Kaori.

“Quando potrà tornare a casa Professore?” chiese la ragazza.

“Vorrei tenerlo in osservazione ancora per qualche giorno, per sicurezza, poi potrai portarlo a casa con te” rispose lui e avendo avvertito impazienza nel tono di voce di Kaori, le fece l’occhiolino.

“Grazie” disse lei sorridendogli e poi si voltò di nuovo verso Ryo che le fece un cenno per tranquillizzarla, il peggio era ormai passato, sarebbe andato tutto bene.

Nei giorni seguenti in cui non vedevano l’ora di tornare a casa, alla normalità, alla loro solita vita che non sarebbe stata più la stessa perché da quel momento in poi l’avrebbero vissuta insieme, Ryo fece un’altra promessa a Kaori… le avrebbe dato molto più di un giorno o di qualche attimo, le avrebbe donato il suo cuore e tutto sé stesso, per il resto della vita.

   
 
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