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Autore: loverofbooks97    05/04/2021    3 recensioni
Dean si stava comportando in modo strano sin da quando si erano rimessi in strada dopo la morte di Jess. Rispondeva sempre alle chiamate fuori e mandava misteriosi messaggi a qualcuno. Inoltre, non sembrava interessato alla caccia come lo era quando erano più giovani: tutto quello di cui Dean parlava era l’essere un cacciatore, come loro padre. Ora sembrava solo prendere quello che veniva.
Sam non poteva esserne certo, ma Dean era cambiato.
Non può sapere quanto si rivelerà vero il suo pensiero.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Prima stagione
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(L'opera originale la trovate qui: https://archiveofourown.org/works/7919365)

Quando Dean finalmente tornò dentro la stanza del motel, Sam saltò di nuovo sul letto e finse di essere preso dal suo computer. Tentò con tutto sé stesso di non far vedere che aveva appena finito di spiare, ma fallendo miseramente nell’origliare, la conversazione privata di Dean al telefono.

Dean si stava comportando in modo strano sin da quando si erano rimessi in strada dopo la morte di Jess. Rispondeva sempre alle chiamate fuori e mandava misteriosi messaggi a qualcuno. Inoltre, non sembrava interessato alla caccia come lo era quando erano più giovani: tutto quello di cui Dean parlava era l’essere un cacciatore, come loro padre. Ora sembrava solo prendere quello che veniva.

Sam non poteva esserne certo, ma Dean era cambiato. Molto. Immaginò che forse aveva una fidanzata da qualche parte e non voleva che Sam lo sapesse per una qualche ragione.

Dean sbuffò mentre chiudeva la porta dietro di sé e osservava Sam esattamente dove lo aveva lasciato

“Cosa guardi così intensamente su quella cosa? Un buon porno o simili?”

Sam fece roteare gli occhi.

“Si chiama fare ricerche, amico. Magari dovresti provarci qualche volta.” Gli rispose sarcasticamente, chiudendo il suo computer.

Stavo su questo caso da alcuni giorni e ancora non avevano trovato nulla che potesse piegare il fenomeno.

“Hey, io faccio ricerche” si difese Dean

Sam gli lanciò uno sguardo “Cercare la ragazza più carina in città da interrogare o chiamare Bobby perché dia una mano, non è la definizione di
‘fare ricerche’.”

Dean strinse le labbra e si buttò sul suo letto, le braccia dietro la testa.

“Come dici tu, puttana” disse con uno sbadiglio.

Il telefono di Dean cominciò a vibrare nella sua tasca. Lui lo tirò fuori e guardò il numero aggrottando la fronte, prima di inviare quello che sembrava un messaggio e rimetterselo nella tasca. Sam alzò un sopracciglio, improvvisamente stanco di tutti i segreti.

“Sai, se hai una fidanzata, puoi semplicemente dirmelo. Non devi continuare a sgattaiolare fuori per fare sesso telefonico o qualsiasi altra cosa.” Disse Sam, con disinvoltura.

Dean si girò per guardare Sam con una strana espressione sul viso.

“Non ho una fidanzata. Quindi fatti gli affari tuoi”

Sam alzò le mani in segno di resa

“Okay, quello che dici tu.” Disse, non credendo ad una sola parola del fratello

Dean borbottò qualcosa di incomprensibile e si girò, cercando di riposarsi prima dell’appostamento notturno.

Sam pensò che poteva provare a fare lo stesso e sospirò chiudendo gli occhi. Quando la sua sveglia suonò si riscosse ritrovandosi da solo nella stanza. Poteva sentire Dean muoversi nel bagno. La sua voce era bassa e leggermente ovattata, ma Sam poteva percepire ansia. Stava evidentemente parlando con qualcuno al telefono. Di nuovo.

Sam si alzò velocemente, accigliato, qualcosa non andava.

Dean uscì dal bagno e immediatamente gli disse di iniziare a fare le valige, apparendo stressato e agitato.

Sam si alzò scombussolato e si passò le mani tra i capelli.

“Cosa succede? Perché ce ne andiamo? È papà?” sparò in rapida successione.

Non avevano finito la caccia, non potevano semplicemente lasciare le persone in città in pericolo. Questo era contro il codice etico dei cacciatori, non che molti lo seguissero ancora. Una volta che accetti un caso, tu rimani finché non finisci, a meno che non trovi qualcun altro che prenda il tuo posto.

 “Fai le tue cazzo di valige, Sam” sbottò Dean “Devo tornare a casa, non ho tempo per spiegare.

“Casa?” chiese Sam senza ottenere risposta da Dean

Dean non aveva una casa, da quel che sapeva Sam, se non la lunga appartenenza alle catene di schifosi motel. Comunque la tensione nella stanza era abbastanza per convincerlo a mettere in pratica la richiesta di Dean e mettere le proprie cose nella sua sacca da viaggio.
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Gli occhi di Dean erano fissati fermamente di fronte a sé, le sue nocche stringevano il volante talmente saldamente che Sam pensò che si sarebbero rotte. Erano in strada da un’ora, guidando in completo silenzio.

“Quindi hai intenzione di dirmi dove stiamo andando e perché diavolo abbiamo lasciato a metà la caccia?”

Dean sbattè semplicemente le palpebre e schiacciò l’acceleratore un po’ di più.

“Seriamente Dean, ho bisogno di sapere che sta succedendo. Ti stai comportando in modo strano ultimamente, tenendo segreti e comportandoti da
stronzo. Più del solito, intendo. Sono serio, sono tuo fratello, dimmi semplicemente cosa ti turba.”

Sam potè affermare che le difese di Dean si stavano sgretolando quando egli sospirò pesantemente.

“Mio figlio è malato, d’accordo? E sta chiedendo di me. Contento ora?”

Sam rimase a bocca aperta

Figlio? Ma che cazzo? Doveva averlo detto a voce alta perché Dean sbuffò divertito.

“Sì Sammy, Sono un papà. Pazzesco, non è così?”

“Come?” chiese Sam con voce strozzata

“Se hai bisogno che ti spieghi come, forse è meglio che ritorni ancora un po’ al college, ragazzino.”

Sam sbuffò. Non si può biasimare un ragazzo di essere scioccato. Non tutti i giorni scopri che il tuo fratello maggiore ha un figlio segreto. Nel mentre però era più che eccitato alla prospettiva di avere un piccolo nipotino da amare e viziare. Aveva bisogno di sapere tutto.

“Sai cosa intendo, fesso. Voglio dire, quanti anni ha? Come si chiama? E pensavo mi avessi detto di non avere una fidanzata.”

“Il suo nome è Maxwell Dean Winchester. Ha tre anni. E non ho una fidanzata.”

“Dov’è sua madre? È lei la persona con cui hai parlato tutto questo tempo? Avete rotto o è stata l’avventura di una notte?”

Dean si massaggiò la tempia con la mano libera.

“Non, non abbiamo rotto. Ci siamo sposati, due anni fa” disse togliendo da dentro la maglietta la sua catenella dove stava attaccato una semplice fede dorata.

Proprio appena Sam pensava di non poter essere più scioccato, si ritrovò senza parole. Come aveva fatto a non notarla prima? Dean si era spogliato davanti a lui più di una volta.

“Hai una moglie.” Sam sussurrò meravigliato.

“Marito.” Dean corresse “Si chiama Cas. È stupendo Sammy e li amo entrambi più di ogni altra cosa su questo stramaledetto pianeta quindi se hai un problema con ciò, puoi andare al diavolo fuori dalla mia macchina. Non ho bisogno di te nella mia vita.”

Cavolo.

Sam aggrottò la fronte. Specialmente visto che sembrava che Dean stesse trattenendo a stento una lacrima nei suoi occhi. Da dove proveniva questo scatto? Dean pensava che lo avrebbe giudicato per essere gay o per aver sposato un carrier? Era questo il motivo per cui non aveva mai detto nulla? Non l’avrebbe mai fatto. Era totalmente differente dal loro padre.

Oh.

Ora aveva senso il fatto che Dean e il genitore avessero preso strade differenti e che il maggiore fosse scomparso. Non accettava le preferenze sessuali di Dean.

“Dean, non mi importa. Seriamente. Finché tu sei felice, nulla importa. Devo però ammettere di esserne sorpreso, perché eri sempre così donnaiolo”

Dean lasciò andare il respiro che aveva trattenuto mentre aspettava la reazione di Sam alla notizia.

“Dovevo esserlo, Sam. Il figlio di John Winchester non poteva essere un finocchio, no?” gli disse Dean, la voce piena di astio e amarezza.

Le sue parole fecero sussultare Sam. Loro padre era molto tradizionalista e aveva delle opinioni molto forti che non aveva timore ad esternare. Si aspettava sempre molto da Dean e Sam poteva solo immaginare quanto fosse stato difficile per Dean ascoltare gli improperi omofobi di suo padre contro gli uomini gay e i carrier, sapendo di essere omosessuale per tutto il tempo.

“Beh, non vedo l’ora di incontrare mio cognato e mio nipote.” Disse Sam “Avanti, raccontami di Cas. Deve essere davvero eccezionale se è riuscito a rendere il grande Dean Winchester così sentimentale.” Lo prese in giro Sam

Dean fece un sorriso luminoso mentre cominciò a parlare della sua famiglia.

“Cas è un insegnante, è tipo mega intelligente, ma ama i bambini, quindi ha deciso per l’educazione elementare. Ha una terza elementare quest’anno” iniziò Dean

Presto, Sam seppe tutto riguardo Cas e la loro storia d’amore

Dean gli disse che Cas era il più giovane di sette fratelli e il suo vero nome fosse Castiel Novak Winchester. Cas era stato colui che aveva scelto il nome Maxwell per il loro bambino, cosa che Sam poteva immaginare. Poteva puntare dei soldi sul fatto che Dean avesse lottato per poterlo chiamare Bentley o qualcosa del genere. Apparentemente Maxwell era il nonno di Cas.

Dean gli disse anche che si erano conosciuti in un bar a Chicago dove Dean era sotto copertura durante una caccia e che il fratello pazzo di Cas, Gabriel, lo aveva convinto ad andare ad un incontro per single.

Era stato amore a prima vista ed era stato fuoco e fiamme fin dall’inizio. Cas era rimasto incinta dopo pochi mesi e Dean era svenuto di botto sul pavimento quando aveva sentito la notizia. Dean non se ne era più andato da quel momento. Aveva mollato la caccia, trovato un lavoro in un’officina del luogo e si erano trasferiti insieme nella casa di Cas. Si erano sposati quando Max aveva solo pochi mesi, nel giardino sul retro, facendo un barbecue per festeggiare le nozze. Il resto era storia.

Sam non poté impedire ad un’onda di dolore di attraversalo per il fatto di non essere stato invitato, ma sapeva che era per il modo in cui si erano lasciati prima che lui partisse per il college. Non aveva esattamente tentato nemmeno lui di contattare Dean nell’ultimo paio d’anni. Era stato troppo concentrato a focalizzarsi si sé stesso e cercare di fingere di essere solo un normale studente del college per preoccuparsi di come suo fratello se la stesse passando. Ora se ne pentiva.

Durante la loro conversazione, riuscirono a muoversi un bel po’ e senza che nessuno dei due se ne accorgesse arrivarono a destinazione. Parcheggiarono nel vialetto di una tipica casa di periferia. Sam non sapeva cosa aspettarsi, ma sicuramente non questo. Dean stava vivendo una tipica vita perfetta, più di quello entrambi si sarebbero mai potuti immaginare.

“Eccoci qui” annunciò Dean prima di uscire di corsa dalla macchina e attraverso la porta d’ingresso.

Sam si mosse più lentamente, stava ancora uscendo dalla macchina mentre Dean era già entrato in casa. Un’altra macchina era parcheggiata lì a fianco, una Honda CRV nera. Mentre camminava verso la porta già spalancata, Sam notò un seggiolino blu situato sui sedili posteriori della vettura. Si sentiva come scaraventato in una zona grigia.

Chiuse la porta dietro di sé e si guardò attorno. La casa era calda e accogliente, odorava vagamente di pasto casalingo. Sam non poteva ricordarselo, ma aveva la sensazione che questo fosse lo stesso profumo che aveva la loro casa prima dell’incendio. Prima che tutto fosse loro sottratto.

Seguì il suono delle voci su per le scale dove passò a fianco a diverse foto appese, di Dean e di un uomo che capì essere Cas. Si fermò ad ispezionarne una dove Dean era in piedi dietro Cas, le braccia allacciate amorevolmente intorno al più giovane che aveva i capelli spettinati, di un nero intenso e occhi blu che splendevano di felicità. Avevano entrambi un gigantesco sorriso sulle labbra. Sam non aveva mai visto Dean così spensierato prima.

Continuò la sua salita, passando accanto ad una grande foto di un bambino con il pannolino con una cravatta intorno al suo collo e un piede paffuto piantato in cima ad una torta di compleanno decorata con un numeretto uno.

Max.

Egli aveva gli occhi blu di Castiel, ma per il resto era talmente chiaramente Dean che gli venne da ridere. Sam raggiunse il piano ed individuò una porta aperta a sinistra. Si avvicinò silenziosamente, fermandosi sulla porta quando vide Dean seduto su un letto a forma di macchina da corsa, con un bambino avvolto tra le sue braccia.

“Sono qui, piccolo. Papà è a casa.” Stava sussurrando al bambino, baciandogli i capelli sudati.

Sam si mise le mani in tasca e si girò per un secondo, sentendosi come se si stesse intromettendo in un momento privato di Dean con suo figlio. Si mosse per scendere al piano inferiore ed aspettare Dean quando andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno. Cominciò a scusarsi con enfasi quando vide che era Cas, era anche più basso di persona. Soprattutto comparato al metro e novanta di Sam.

Sam non sapeva se avrebbe dovuto presentarsi. Non era sicuro di quanto Cas sapesse della loro famiglia, o addirittura se sapesse che Dean aveva un fratello.

“È tutto a posto, Samuel. Nessun danno è stato fatto” parlò Cas

Sam alzò un sopracciglio, sorpreso dal tono baritonale profondo della voce di Cas. Okay, quindi Cas sapeva chi lui fosse.

“Solo Sam” lo corresse automaticamente “O Sammy. Tutto tranne Samuel”

 “Oh, sì. Ora ricordo, Dean mi ha detto che odi il tuo nome completo.”

Gli occhi di Cas si arricciavano alle estremità quando sorrideva e Sam poteva capire perché Dean si fosse innamorato dell’uomo di fronte a lui. C’era qualcosa in lui. Era confortante e familiare, anche se c’era un indizio di impertinenza e potere, nascosti sotto la sua struttura esile.

“Hey, tesoro. Vedo che hai conosciuto il gigante. Anche noto come Sam” lo prese in giro Dean, entrando nel corridoio con Max in braccio.
La testa del piccolo era appoggiata alla spalla di Dean e sembrava un po’ giù. Aveva probabilmente la febbre o qualche altro disturbo infantile comune. Grazie al cielo non sembrava esserci niente di terrificante come Sam aveva inizialmente pensato per il modo in cui Dean li aveva portati via dalla città.

Questo provava quanto Dean fosse cambiato. Era disposto a mollare tutto per tornare a casa del suo bambino.

 “Sì, è così” replicò Cas, guardando Sam in modo critico “Non ha l’aspetto goffo che tu mi avevi descritto, Dean”

Sam fissò con rabbia Dean che scrollò le spalle indifferente.

“Si, beh non è così male, immagino. Non sexy come me, però” replicò il maggiore in modo compiaciuto.

Sam voleva dargli un pugno sul braccio.

“Certo che no.” Cas rispose in modo indulgente, dando a Dean un bacio sulle labbra prima di condividere con Sam un lo sguardo esasperato, ruotando gli occhi per le pagliacciate di Dean. Sam amava già il suo nuovo fratello. “Dovremmo presentarlo a Gabe” Cas sussurrò nell’orecchio di Dean o tentò di farlo perché Sam poteva ancora sentirlo.

Dean impallidì per il suggerimento, sembrava sul punto di vomitare.

“Assolutamente no, Cas. Quella puttana di tuo fratello non metterà le mani sul mio. Sammy è etero in ogni caso.”

“Dean.” Sibilò, indicando Max che aveva, ora, gli occhi aperti e si era rianimato al sentire la brutta parola detta dal padre.

“Scusa” borbottò “Comunque, Sammy questo è il mio mostriciattolo Max. Max, questo è tuo zio Sam. Ti ricordi che ti abbiamo parlato di lui?”

 “Tuo fattello?” chiese Max. La sua voce era debole e congestionata, che strattonò i fili del cuore di Sam.

Dean annuì “Sì, è lui”

“Ciao, zio Sam” il piccolo lo salutò timidamente con un movimento della manina.

“Hey, Max” replicò Sam, dolcemente, guardando il bambino in contemplazione.

Era davvero il gemello di Dean. Se loro padre non fosse così testardo, si sarebbe divertito un sacco con il mini Dean che aveva di fronte a sé. Sam poteva già affermare che fosse un bambino stupendo.

 “Meglio che lo riporti a letto. La febbre è scesa quando sei arrivato, ma voglio che si riposi stanotte. Abbiamo passato dei giorni duri” spiegò Cas

Sam non mancò di vedere lo sguardo di colpa sul viso di Dean.

“È stato bello conoscerti Samuel… Sam” disse Cas, correggendosi da solo con un sorriso, prima di prendere Max dalle braccia di Dean

“Lo stesso per me, Cas”

Sam guardò come Dean baciò Cas una volta ancora prima di invitare Sam a seguirlo giù dalle scale, dentro la cucina per poter parlare.

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­­­­­­­­­­­­­­­Sam prese la birra che gli era stata fatta scivolare davanti e ne bevve un sorso.

“Immagino tu abbia ancora delle domande.” Dean chiese mentre scaldava nel microonde gli avanzi.

Sam non sapeva che fosse, ma Dean aveva detto che era stato Cas a cucinarlo e aveva un profumo invitante. Sam non negò di avere domande.

“Perché? Voglio dire perché sei venuto a cercarmi dopo tutto questo tempo?”

Le spalle di Dean si irrigidirono: “Ho avuto una soffiata da uno dei vecchi amici di papà, Rufus. Mi disse che c’erano stati diversi casi di incidenti
identici a quello che successe alla mamma, e che qualsiasi cosa fosse stava venendo da te. Poteva essere una coincidenza o no. Comunque sapevo che dovevo controllare, assicurarmi che stessi bene. Ho usato la scusa di papà per portarti fuori città per qualche giorno mentre cercavo di capirci qualcosa. Immagino di essere arrivato giusto in tempo” spiegò Dean.

Sam deglutì intensamente “Non in tempo per salvare Jess” pensò tra sé. La ferita della perdita era ancora grezza e fresca. Non sapeva se l’avrebbe mai superato; finché aveva la caccia a distrarlo, stava bene. Ma ora, senza una mossa chiara, si sentiva perso.

 “Cas lo sa?”

“Della caccia? Sì, sa tutto. È stato lui a suggerirmi di venirti a cercare in origine. Sa come siamo cresciuti e che abbiamo avuto solo l’un l’altro per molto tempo”

“Perché non sei semplicemente tornato qui dopo quello che era successo? Perché tornare in strada?” Sam non riusciva a capire perché Dean avesse ripreso a cacciare con lui se aveva così tanto altro per cui vivere e tanto da perdere.

“Perché tu avevi bisogno di me” disse Dean semplicemente “Tu avevi bisogno di cacciare. Tu avevi bisogno di qualcosa. Stavi male. Sei ancora il mio fratellino e devo prendermi cura di te. Cas ha compreso a pieno la situazione, avrebbe tenuto su la baracca finché non ti avrei portato qui con me. Ma poi…

“Max si è ammalato” Sam finì per lui

Dean annuì, prendendo poi un sorso della sua birra, mentre Sam rifletteva su tutto ciò che gli era stato detto. C’era ancora un pensiero nel retro della sua mente sul perché lui avrebbe dovuto essere il target del fuoco soprannaturale che aveva consumato pima sia madre e poi Jess, ma scacciò il pensiero.

“Ritornerai indietro?” Sam chiese tranquillamente

Dean lo guardò con un’espressione più dura.

“No, non lo farò. Non appartengo più a quel mondo. Se tu vuoi andare, farò tutto ciò che posso per aiutarti, ma ho una famiglia. Ho rischiato
abbastanza andandomene la prima volta. Magari puoi ritrovarti con papà, non so.”

Sam ci pensò. Poteva trovare suo padre e cacciare con lui, ma questo era veramente quello che voleva dalla vita. Dean aveva ragione. La caccia aveva riempito il buco nel suo cuore per un breve periodo, ma non avrebbe funzionato per sempre. Tutto ciò che il cacciare aveva fatto era stato dividerli. Non avrebbe lasciato che la perdita lo consumasse come aveva fatto con loro padre. Se Dean aveva potuto lasciare la caccia e tutto il resto per cui era arrabbiato per trovare la felicità, allora poteva farlo anche Sam.

Aveva chiuso. Definitivamente.

“Penso… Posso stare con voi ragazzi per un po’? Solo finché non mi rimetto in piedi e magari potrei provare a tornare a scuola?” chiese Sam con un’espressione speranzosa.

Sapeva che Jess avrebbe voluto che lui tornasse a scuola e la finisse nonostante tutto. Che passasse l’esame e diventasse avvocato come aveva sempre sognato. Avrebbe voluto che vivesse.

Dean gli indirizzò un largo sorriso

“Diavolo certo che puoi. Ero serio prima, quando sono venuto a cercarti, l’ho fatto per portarti a casa. Abbiamo una stanza nel seminterrato che puoi avere tutta per te, ci sono la cucina e un bagno e tutto il resto così non devi preoccuparti di portare i tuoi appuntamenti, con noi tra i piedi. Solo ricordati di andarci piano con le ragazze… ricordati che c’è un bimbo in casa.”

Sam rise per questo. Le cose non erano cambiate completamente. La testa di Dean era sempre mezza persa nei bassifondi.

“Grazie Dean” disse con sincerità. Dean gli aveva sempre coperto le spalle e sapeva che ora più di sempre.

Dean si allungò e gli scompigliò i capelli come faceva quando erano più giovani.

“Benvenuto a casa, Sammy”

Era la prima volta che sentiva quelle parole e diamine, erano proprio belle. Aveva finalmente ottenuto la sua “normalità”. Entrambi lo avevo ottenuto.

“Sì… casa” disse con un sorriso
   
 
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