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Autore: LaNonnina    12/04/2021    0 recensioni
Riley è fidanzata con Michael da quattro anni. Tra sei mesi convoleranno a nozze.
Sebastian conosce Riley nel momento meno opportuno... O forse proprio al momento giusto?
- Fanfiction con Sebastian Stan.
Inaspettatamente, la storia sarà completata da un terzo capitolo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Stan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEB E RILEY

Oggi.

 
«Seb?» Lo richiamo. «Mi stai ascoltando?»
Si rivolge nella mia direzione ed annuisce, il volto serio.
È molto bravo a non lasciare trapelare i suoi stati d’animo attraverso il linguaggio del corpo. Solo i suoi occhi lo tradiscono: è adirato.
«C’è qualcosa che vorresti dirmi?» Domando titubante, temendo che possa esplodere da un momento all’altro.
Piega un angolo della bocca. «No. Assolutamente no.» Volta nuovamente la testa ed agita per aria una mano. «D’altronde, cosa vorresti che ti dicessi?»
Ecco. Ci siamo. Ora sbotta.
«Dimmi, Riley. Cosa dovrei dirti?» Insiste. «O meglio, cosa vorresti sentirti dire?»
Emetto un lungo sospiro. «Niente, come non detto.» Distolgo lo sguardo.
Sento i suoi occhi perforarmi il cranio.
«Eh no, tesoro. Ora risolviamo questa situazione, una volta per tutte.»
Sento i miei occhi bruciare ed inumidirsi.
«Niente lacrime di coccodrillo, Rey, con me non attaccano.» Sentenzia.
Prendo un respiro. «Mi dispiace, Seb. Non volevo arrivare fino a questo punto.»
La sua risata è denigratoria. «Ah, ti dispiace, eh?»
«Sì, mi…»
«E per cosa ti dispiace?» Mi interrompe. «Per avermi mentito? Per avermi detto che avresti mollato il tuo fidanzato e poi non l’hai fatto?» Incalza. «O perché sei un’egoista del cazzo e di me non te ne frega niente?»
Una lacrima riga la mia guancia. Non so da che parte iniziare per spiegargli cosa sta succedendo. «Di te mi importa, Sebastian. Certo che mi importa… Io… mi sono innamorata di te.»
Alza il capo verso il cielo. «Riley, tu non sei innamorata di me. Smettila di prendermi per il culo.» Chiude gli occhi. «Se tu mi amassi, staresti con me e non avremmo questa discussione del cazzo.»
«No, ti sbagli.» Lo contraddico. «Io ti amo ma…» Quanto è difficile ammetterlo. «Non ho il coraggio di lasciare Michael per stare con te.»
«Ma perché?!» Esplode. «Di cosa ti preoccupi? Io sono qui per te! Sto aspettando te!»
Mi si stringe il cuore. «Sto con Mike da quattro anni. Abbiamo fantasticato tanto sulla nostra vita insieme… Poi arrivi tu e… non posso lasciarlo così, capisci? Tra due mesi ci sposiamo.»
«Lo so.» Si irrigidisce. «Lo so benissimo che state per sposarvi, non c’è bisogno che continui a ricordarmelo.»
«Allora puoi comprendere perché dobbiamo mettere un punto a questa storia.» La mia voce pare provenire dall’oltretomba. «Adesso basta. Lasciamoci andare.»
Seb mi guarda dritto negli occhi, ora. «Io non ti lascio andare, Riley. Non ci riesco.»
«E io non posso lasciare Michael.»
Scuote la testa. «Vaffanculo, Rey.» Si alza, furioso. «Vaffanculo! Tu non vuoi lasciarlo, è una questione completamente diversa!»
«È la stessa cosa, invece…» Mormoro.
«No! Non lo è! Cosa ti impedisce di lasciarlo e di essere felice con me?» Chiede esterrefatto.
Rispondo con una domanda. «Pensi davvero che potremmo essere felici, io e te?»
Sembra spiazzato.
«E se questa cosa tra noi fosse soltanto un’infatuazione?» Continuo. «Chi può dire, Seb, se saremo davvero felici insieme oppure no. Chi può dire che, quando avrò lasciato Michael, tra noi funzionerà sul serio.»
Si calma. «Tu hai paura.»
«Sì.»
Respira lentamente. «Sei una vigliacca.»
«Lo so.»
«Questo è l’amore, Rey. Non possiamo prevedere il futuro, ma possiamo costruirlo.» Si avvicina e si china davanti a me, appoggiando le sue mani sulle mie ginocchia. «Ed io sono pronto a costruirlo con te, se mi darai questa occasione.»
Non riesco a guardarlo negli occhi. «Questa è una promessa che ho già fatto a Michael.»
«Non ufficialmente.» Ribatte pronto. «Non vedo nessuna fede attorno a questo dito.» Dice appoggiando la sua mano sulla mia.
Tremo. «Seb… io…» Stringo i pugni, in colpa. «Io non so cosa devo fare.»
Per la prima volta da quando abbiamo iniziato questa discussione, sorride. «Sì, che lo sai. Ti aspetto.»
Si rialza in piedi, poggia le sue labbra sulla mia fronte. «Sai come trovarmi.» E se ne va.
 
Quattro mesi prima.

 
«Seb? Mi stai ascoltando?»
«No. Scusami, Anthony.»
«Che guardi?»
«Lei. Chi è?»
«Chi?»
«Quella… con l’abito verde ed i capelli raccolti…»
«Ah, lei è Riley. È dello staff tecnico.»
«È molto bella.»
«Sì, ed è anche molto fidanzata.»
«Oh. Sicuro?»
«Sicurissimo. Lascia perdere.»
«Sono un gentiluomo, non mi permetterei mai.»
«Bravo.»
«La conosci?»
«Sì.»
«Me la presenti?»
«Seb…»
«Che c’è? Hai detto che è del reparto tecnico, potrei averne bisogno!»
«Vieni, stupido. Te la presento… Ma te ne pentirai.»
 
Due mesi e mezzo prima.

 
«Mi sposo in novembre, a fine riprese.»
La fisso. «Ah, e me lo dici così?» Non me l’aspettavo.
Prova a sorridere. «E come dovrei dirtelo? Sentiamo…»
«Hai ragione, Rey. Non avresti dovuto dirmelo affatto.» Non sono pronto.
Sbuffa. «E perché? Oh, andiamo Seb, siamo amici ora! Stavo anche pensando di invitarti al matrimonio…» Aggiunge: «Puoi portare qualcuno, se non vuoi venire da solo…»
«Ci rifletterò su…» Tento di cambiare argomento. «Come sta andando con quel problemino burocratico? Siamo fermi da una decina di giorni, ormai…»
«Due firme e potrete ripartire, promesso.» Prende un sorso di limonata e ricomincia a parlare. «Non vuoi venire?»
La guardo confuso.
«Al mio matrimonio, intendo. Mi farebbe molto piacere.» Sorride.
E ora come glielo spiego? «Non penso sia il caso.»
Questa volta è lei a guardarmi interrogativa.
Sospiro. «Non riuscirei a sopportare di veder…»
«Seb, lo so che non ti sta simpatico Michael, ma fallo per me!» Esclama.
«Appunto, si tratta di te.»
Trattiene il fiato.
«Non potrei sopportare di vederti all’altare con lui e non con me.»
Di nuovo, il silenzio.
Forse non avrei dovuto dirglielo. Forse aveva ragione Anthony… Non dovevo immischiarmi, ma non ci sono riuscito. Mi sono innamorato di lei, come uno stupido.
Ora o mai più. «Dammi una possibilità, Rey.»
Lei non dice niente. Mi guarda con quei grandi occhi nocciola ed arrossisce. «Io amo Michael, Seb. Sono contenta di averti conosciuto e di poterti considerare un buon amico. Ma non possiamo andare oltre.» Si alza.
Cerco di trattenerla con una domanda, timoroso e sfacciato insieme. «Lo vorresti?»
«No.» Afferma, ma i suoi occhi dicono tutt’altro. «Mi dispiace, Seb.»
«Non sai dire le bugie, Rey.» Ci riprovo. «Dammi una possibilità, per favore.»
Emette un risolino isterico. «Non provarci nemmeno. Non ti azzardare.»
«Perché anche tu provi lo stesso?» Non voglio cedere, non quando sta mentendo persino a se stessa.
«Mi conosci solo da un paio di mesi, non sai nulla di me.» Si incammina verso l’uscita. «Devo tornare in ufficio, Seb. Quando avrai smesso di delirare, sai dove trovarmi.» E se ne va.
 
Due mesi prima.

 
Busso alla porta della sua stanza d’albergo, gettando occhiate nervose al corridoio.
«Arrivo!» Sento urlare dall’interno.
Mi auguro sia solo, altrimenti dovrò giocarmi la scusa dell’inconveniente burocratico.
«Eccomi!» Dice mentre apre la porta. «Oh. Sei tu.»
Abbozzo un sorriso. «Ciao Seb.» Sposto il peso da una gamba all’altra, in preda all’agitazione.
Non mi vede da due settimane. Ho dovuto evitarlo per tentare di schiarirmi le idee e dimenticarlo, ma non ha funzionato. Ha ragione lui: non posso nascondere quello che provo. O almeno, non posso più nasconderlo a lui.
«Allora sei viva.» Constata. «Entra.»
Esito per una frazione di secondo.
Michael. Quattro anni insieme. Un matrimonio alle porte. Una vita già stabilita e programmata.
Gli occhi di Seb si infiammano.
Eseguo l’ordine: entro.
Chiude la porta.

*

«Oddio, Seb…» Sospiro.
«Quanto cazzo mi sei mancata, Rey.» Afferma vorace. «Non ti azzardare mai più a sparire così.»
La sua bocca non smette di tormentare il mio collo, mentre le sue mani esplorano il mio corpo, senza fermarsi mai, lasciando stuzzicanti pizzicotti qua e là. Provo a raggiungere la sua bocca con la mia, ma non me lo permette.
Sghignazza. «Devi farti perdonare, tesoro. Stanotte comando io.»
La punta della sua lingua percorre le mie spalle e raggiunge l’orecchio destro, con l’aiuto delle labbra e dei denti giocherella con il mio lobo.
Ansimo. «Il piacere è tutto mio…»
Le sue mani strizzano i miei seni, mentre con la bocca si avvicina pericolosamente al mio ombelico, senza poi interrompere la discesa.
Spengo il cervello. «Sono tua, Seb.»











*
Se resuscito dopo anni di latitanza, il merito è solo di Sebastian nella nuova serie Marvel.
Già.
Mi siete mancati, vi abbraccio.
LaNonnina
  
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