Teenage Dream
Se posso dare un
suggerimento, sentirei questa
canzone per entrare nel mood.
Oscar si
maledisse
mentalmente mentre si dirigeva a passo di marcia verso il suo
armadietto. Aveva
da poco terminato le lezioni di scherma e aveva soltanto voglia di
tornare a
casa e buttarsi sul letto, ma a quanto pare avrebbe dovuto ancora
aspettare.
La palestra era
ormai
del tutto deserta, pochissimi si spingevano ad allenarsi
così tardi e lei era
fra questi. I campionati di scherma erano alle porte e non poteva
permettersi
di perdere un singolo allenamento. Passava interi pomeriggi a
combattere nel
tentativo di migliorare la sua tecnica, ma erano giorni che le cose non
funzionavano. Sentiva la mente altrove e si ritrovava spesso confusa e
sovrappensiero a fantasticare su… Lui.
Scosse
vigorosamente la
testa.
E
piantala con queste scemate, non posso mica distrarmi.
Eppure, il suo
cuore
aveva iniziato a battere più forte man mano che continuava a
camminare. Si
sentí così idiota e il pensiero di abbandonare i suoi libri
nel dannatissimo
armadietto la sfiorò più volte, ma ormai era quasi
arrivata, non si poteva
più far dietro-front.
Il solito rumore
che la
accompagnava da diversi mesi quando andava a riprendere i suoi libri
era presente
anche stavolta, e un senso di sollievo e gioia la invase. Era certa che
lui
fosse lì ad allenarsi. Era apparso qualche settimana prima
in totale
solitudine, colpendo il sacco da boxe senza nemmeno i guanti, ma solo
con delle
bende scarne.
Accelerò
il passo e in
poco tempo si ritrovò davanti al suo armadietto, ma il
rumore secco era
continuo e ritmato e nonostante cercasse di fermarsi si girò
a guardarlo. I capelli
raccolti in una coda corvina sudati e appiccicati alle spalle madide di
sudore
completamente esposte al freddo della palestra, senza nemmeno una
canotta a
scaldarle.
Lo vide voltarsi
e
guardarla, probabilmente si era imbambolata come una idiota e lui si
era sentito
osservato, ma inaspettatamente lo vide fermarsi e sorriderle.
“Ehi”
Oscar distolse
velocemente lo sguardo, sbattendo con violenza l’anta
dell’armadietto e
iniziando a correre verso l’uscita.
“Ehi!
Aspetta! Aspetta!”
Oscar,
sei una vera idiota. Guarda in che guaio ti sei cacciata, era proprio
necessario fissarlo? Lo vedo al corso di storia, non c’era
bisogno di fermarsi
diversi minuti in adorazione.
I suoi pensieri
furono interrotti
quando una mano le toccò le spalle e si gelò.
Si
girò di scatto in
preda al panico, mentre il ragazzo si teneva un fianco per lo sforzo e
nell’altra
un quaderno arancione.
“Che
vuoi?”
Un sopracciglio
sorpreso accompagnò il sorriso bonario sul viso del ragazzo.
“Ti
è caduto questo prima, ho pensato potesse
servirti.”
Oscar
afferrò in malo
modo il quaderno, bofonchiando tra le labbra un grazie poco amichevole.
La metteva
a disagio essere stata vista, la metteva a disagio il suo corpo
svestito e la
metteva a disagio quello sguardo verde così dolce e caloroso
da farle sentire
le gambe molli.
“Io…
Io sono André comunque, seguiamo storia medievale
insieme.”
“Lo
so, grazie per il quaderno, ora devo proprio andare. Ciao.”
Fece per
andarsene,
quando un tocco delicato sul braccio la fece sussultare nuovamente. Si
voltò
mentre lui ritirava la mano, evidentemente spaventato dalla sua
reazione.
“N-Non
mi hai detto come ti chiami.”
“Non
me lo hai chiesto.”
André
deglutì mentre
dei piccoli brividi gli scendevano lungo la schiena, se fossero dovuti
al
freddo per la sua schiena nuda o per come questa strana ragazza gli si
rivolgesse non ne era certo.
Pareva che nulla
la
scalfisse e che la sua presenza a tratti lo infastidisse. Durante le
lezioni di
rado interagiva con qualcuno che non fosse il professore, era sempre
troppo
presa a prendere appunti e una volta terminata la lezione si dileguava
in un
battibaleno.
“Hai
ragione, ti chiedo scusa.” Sorrise
teneramente inclinando il
capo “Ricominciamo, okay? Ciao, io
sono
André, ti ho rincorso perché ti è
caduto questo quaderno. Ti ho già vista,
seguiamo storia insieme, come ti chiami?”
André
giurò di aver
visto le sue labbra rosee curvarsi in un timido sorriso, mentre
distoglieva lo
sguardo dal suo. I suoi occhi erano di un magnifico azzurro, gli erano
piaciuti
sin dal primo giorno che l’aveva vista in aula, ma
più che gli occhi, ad André
piaceva tutto di lei.
“Mi
chiamo Oscar François, ma ora devo proprio andare
André, ci vediamo in giro.”
Non gli diede il
tempo
di risponderle e si incamminò verso l’uscita,
lentamente questa volta, come se
desiderasse rimanere ancora. Era quasi a metà strada quando
la voce del ragazzo
la frenò nuovamente.
“Ehi,
Oscar François, ti va di uscire con me?”
Oscar sorrise
fra sé e sé
prima di girarsi e sorridergli sorniona mentre accelerava ulteriormente
il
passo.
“Solo
se riesci a prendermi, André.”
André
rise iniziando a
correre.
Note dell’autrice
Grazie a tutti
coloro
che hanno letto, è veramente tantissimo che non tornavo su
questo fandom e mi
sono quasi commossa quando ho scritto di nuovo sui nostri beniamini.
Ho iniziato qui,
e dopo
quasi sei anni torno di nuovo qui una volta cresciuta e maturata. Spero
di
rimanerci il più possibile.
Fatemi sapere
cosa ne
pensate, se dovessi mettere l’OOC o se ci dovessero essere
dei refusi, sono
molto arrugginita, quindi ci starebbe.
Buon 25 aprile e
grazie
ancora anche a chi legge in silenzio.
Flitwick