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Autore: God_Eden_Imperial    30/05/2021    0 recensioni
Shippo Leo e Vincent, ormai è chiaro!
Il loro è l'unico rapporto "padrone/servitore" all'interno di Pandora Hearts che mi piace veramente.
Ma Leo lo shippo anche con Elliot, come non potrei?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I primi raggi del sole avevano fatto capolino dalla finestra già da un bel pezzo quando Leo, il nuovo Glen, si svegliò, sia per via del profumo che proveniva dalla cucina, sia a causa della luce che si era fatta ormai difficilmente ignorabile. Aprì piano gli occhi, tentando di non fissare il bagliore che proveniva dall'esterno. Si mise a sedere sul letto matrimoniale, stiracchiandosi e soffocando uno sbadiglio. In quel momento si rese conto che, non solo non si trovava in camera sua, ma non stava nemmeno indossando il solito pigiama o una semplice maglietta; bensì una camicia decisamente troppo grande per appartenere a lui.
Infatti, era di Vincent.
Tornò con la mente alla sera precedente e tutto gli fu chiaro. Non l'aveva visto rientrare alla villa dato che era andato a fare delle commissioni a suo nome in compagnia di Gilbert e Charlotte dall’altra parte della città e, nonostante sapesse perfettamente dove si trovasse, non poteva fare a meno di sentire la sua mancanza, ragione per cui era andato nella sua stanza, aveva aperto l'armadio e ne aveva tirato fuori una camicia. Avendo il suo profumo, ed essendo troppo grande per lui, a Leo sembrò di trovarsi stretto tra le braccia del suo servitore preferito.
L'aveva indossata e si era addormentato.
Adesso, però, si pentiva di quel gesto. Probabilmente Vincent l'avrebbe preso in giro, lo faceva spesso. Non che gli desse fastidio, adorava avere qualcuno da controbattere nelle conversazioni. Come accadeva con Elliot. Ora capiva come si sentiva il suo ex padrone ogni volta che lo derideva anche per delle sciocchezze.
Aveva pensato di togliersela, ma poi cosa ci avrebbe fatto? Non poteva lasciarla sul letto, né rimetterla nell'armadio e fare finta che non fosse successo nulla. Adesso che era tutta stropicciata, Vincent se ne sarebbe accorto e avrebbe fatto domande, quindi decise di tenersela addosso.
Si alzò, dirigendosi a piccoli passi verso la cucina, dove trovò il servitore intento a cucinare qualcosa che gli era parso fossero uova. Probabilmente erano tornati tardi e Gilbert non si era ancora svegliato.
Esordì semplicemente con un "Buongiorno", ma ciò bastò per far sobbalzare il ragazzo che si voltò verso di lui.
"Oh, padrone. Non l’avevo sentita arrivare"
Disse con il solito sorriso gentile che era solito mostrargli, ma quando guardò più attentamente il più piccolo, a questo si sostituì uno sguardo sorpreso e incuriosito.
"Padrone...quella che indossa è la mia camicia?"
Chiese e Leo non poté che annuire, tenendo lo sguardo basso.
Sul volto di Vincent si dipinse un'espressione di tenerezza.
"Come mai?"
Domandò ancora, sperando in una risposta più completa rispetto ad un semplice cenno con la testa. Per alcuni secondi Leo rimase in silenzio, poi riuscì a raccogliere un po' di coraggio e le parole iniziarono ad uscire dalla bocca con un filo di voce:
"Mi mancavi. Stavo andando a dormire e visto che tu non eri ancora tornato mi è sembrato l'unico modo per avere l'impressione che tu fossi accanto a me"
Mentre pronunciava quelle flebili parole aveva spostato il capo altrove, in direzione della parete. Il suo viso era in preda a rossori ben visibili ed era convinto che si sarebbero accentuati con la risposta dell'altro. Ciò non avvenne, o almeno, non del tutto. Vincent, infatti, non si era messo a ridere, né tanto meno si era arrabbiato: un puro e semplice sorriso di gioia si era dipinto sul suo volto non appena aveva sentito le parole della ragazzino e, con altrettanta felicità, lo strinse in un abbraccio forse anche troppo intenso per il suo piccolo corpicino.
Leo, dal suo canto, si aspettava tutto meno che quello. Vincent era sempre stato un ragazzo abbastanza chiuso in sé stesso, capace di aprirsi solo con persone con le quali entrava davvero in intimità. Una volta che accadeva ciò diventava dolce e buono come pochi. Anche lui era così, non era mai stato propenso ai gesti d'affetto slanciati e immotivati. Se c'era qualcosa che amava, però, quello era poter sentire la pelle del servitore sulla sua, così calda, profumata, confortante...
Proprio come con Elliot. Era ciò che più si avvicinava al suo concetto di casa.
Una volta separatisi da quella stretta, che Leo era stato incapace di ricambiare poiché le braccia di Vincent gli circondavano tutto il corpo e, di conseguenza, anche le braccia, il ragazzo chiese, pur conoscendo già la risposta:
"Le sono mancato così tanto, padrone?"
E anche qui ricevette solo un altro imbarazzato cenno con la testa, al quale ribatté con:
"Allora vedrò di farmi perdonare"
Detto questo, si limitò a caricarlo di peso e a farlo sedere sul piano della cucina, nemmeno troppo distante dai fornelli. Gli afferrò i fianchi con le mani, oltrepassando il leggero tessuto della camicia, facendolo rabbrividire e andò a baciarlo sulle labbra; dapprima in modo più leggero per poi giungere a intrecciare la propria lingua con quella di Leo. Il ragazzino non si perse in convenevoli, specie in una situazione del genere e, portando le braccia intorno al collo di Vincent, approfondì immediatamente, con una certa sfrontatezza.
Andarono avanti per una manciata di minuti che sarebbero stati molti di più se solo qualcosa nella stanza non avesse mutato all'improvviso: l'aria si era fatta fastidiosa, pesante, si faceva quasi fatica a respirare. Leo aveva interrotto il contatto con quelle labbra che gli erano mancate così tanto, e non l'avrebbe fatto se non avesse avuto un motivo più che lecito. Difatti, si era voltato verso destra e aveva visto le uova, all'interno della padella, sul fuoco ancora acceso, che emanavano del fumo nero poco rassicurante.
Non disse nulla. Si limitò a scendere dal ripiano su cui Vincent l'aveva fatto accomodare, si diresse verso il piano cottura per spegnere il fornello e poi verso la finestra per aprirla e far arieggiare la stanza.
Prima che Vincent potesse dire qualsiasi cosa, si tolse la camicia, lasciandola cadere per terra e restando, così, solo con l'intimo addosso. Successivamente, non perse tempo a trascinare il servitore in camera da letto.


 
   
 
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