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Autore: ConsueloRogue    09/06/2021    1 recensioni
Cosa succede quando due persone s'incontrano per sbaglio nel mondo dei sogni?
Cosa succede quando due anime si sfiorano, anche solo per un attimo?
Cosa succede quando il destino di una persona devia dal suo percorso naturale?
Kim Taehyung è un cantante affermato e un giorno, per caso, appare nella sua vita una strana ragazza, per appena una manciata di minuti.
Da quel giorno s'incontreranno di nuovo nel loro mondo dei sogni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Turning Point - Punto di svolta

 

 

Certe volte gli esseri umani si vedono, si sfiorano, si toccano, ma è come se non lo facessero. Sono incontri brevi, effimeri, che accadono senza alcun motivo apparente. Sono sguardi scambiati senza attenzione, impalpabili come il passaggio di un momento, se ne vanno senza che nessuno li percepisca davvero, sono mani che si sfiorano in metropolitana, seguite da un affettato scusa. Sono due persone che passano attraverso le porte scorrevoli di un edificio nello stesso momento, senza nemmeno accorgersene.

Alcune volte è vero e quelle vite che si sfiorano non hanno alcun motivo per farlo. Altre volte un motivo c'è davvero, ma gli esseri umani non prestano sufficiente attenzione per accorgersi di quella piccola occasione sfumata, quella svolta del destino che avrebbe potuto salvarli a pochi passi dalla tragedia, o condurli alla rovina senza appello e senza che loro sappiano neanche il perché o il per come.

Le persone si muovono come ragni su una tela. Come treni su rotaie ben oliate, le loro vite imboccano svolte per lo più inaspettate, a volte nemmeno cercate, mentre loro procedono inconsapevoli, affannandosi e arrabattandosi come piccole formichine sull'ampio arazzo dell'esistenza.

A volte il disegno del destino è meraviglioso, altre volte terribile. Alcuni fili dell'Arazzo su cui si muove la vita delle persone sono brevi come stoppini, altri lunghi come gomitoli.

Ogni filo ha un tempo, ed ogni tempo è prestabilito, solitamente. Sempre che il proprietario di quel filo non prenda una svolta inaspettata e il filo si recide all'improvviso, oppure si allunga come per magia.

In ogni caso ci sono sempre delle conseguenze, perché come scrisse Turing "Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza".

E' così che funziona l'Arazzo, ma a volte il libero arbitrio degli esseri umani lo sconvolge.

 

 

Taehyung si infilò una mano nella tasca del bomber grigio, facendosi rotolare tra le dita le monetine, mentre contava mentalmente quante fossero. L'aria di Seoul era già gelida, nonostante fosse appena novembre e la strada bagnata rifletteva le luci giallastre dei lampioni.

Data l'ora tarda in giro non c'era quasi nessuno e le strade erano curiosamente silenziose. Oltre a Taehyung, in quella stretta via semi pedonale, c'era solo una donna con l'ombrello giallo ed il cappotto invernale grigio, una spessa sciarpa bianca avvolta attorno al collo le intrappolava i capelli neri e lunghi.

"Ah... avrei dovuto ricordarmi almeno il portafoglio." pensó il ragazzo, continuando a camminare a passo svelto.

In quel periodo aveva i capelli di un caldo castano scuro, leggermente più lunghi e solito, abbastanza perché le punte si arricciassero in piccoli boccoli. Le piccole onde balzellavano al ritmo delle sue ampie falcate, finendogli fastidiosamente negli occhi a mandorla, scuri e leggermente asimmetrici, ogni volta che la suola delle sue scarpe colpiva l'asfalto.

Il rumore dei suoi passi risuonava nella via pedonale lungo la quale si era incamminato dopo il litigio che aveva avuto con Jin, nemmeno una decina di minuti prima, e che lo aveva convinto ad uscire di casa nonostante l'ora così tarda.

Normalmente sarebbe andato a farsi consolare dal suo migliore amico, ma questa volta Jimin aveva deciso di non schierarsi dalla sua parte. In realtà aveva deciso di non schierarsi affatto e si era limitato ad assistere al battibecco, standosene neutrale, svaccato sul divano, mentre mangiava patatine come se fosse davanti ad un drama.

Anche per quello Taehyung aveva deciso di uscire. Il comportamento di Jimin lo aveva leggermente deluso e lui aveva bisogno di stare un po' da solo per pensare e sbollire il nervoso che gli era salito nel discutere con il suo hyung. Aveva ragione e niente poteva distoglierlo da quell'idea, nemmeno il fatto che Jin fosse più grande di lui. Non tollerava il fatto che l'anzianità potesse interferire in questioni lavorative come quella per cui avevano discusso.

Estrasse la mano dalla tasca del giubbotto, fermandosi un secondo in mezzo alla strada deserta per contare le monete. Nel tentare di stimare quanti soldi avesse, così alla cieca, continuava a perdere il conto e finiva per ricontare sempre le stesse monete, che sembravano infinite..

"Sono quasi 4.000 won... abbastanza per un ramen con l'uovo e del soju." Fece una smorfia insoddisfatta, facendo schioccare la lingua per esprimere tutto il suo disappunto e si rimise le monete in tasca, riprendendo a camminare. "Potevi almeno prendere il portafoglio prima di uscire Tae, no?"

Superò anche il secondo minimarket aperto ventiquattr'ore su ventiquattro per allontanarsi ancora di più dal dormitorio e continuò a camminare, risistemando il caldo berretto di lana nera che aveva in testa per riuscire a tenere i capelli lontani dagli occhi. Per ironia del destino quel berretto glielo aveva regalato proprio lo hyung ed era uno dei suoi preferiti. Si grattò la punta del naso, proprio dove aveva un piccolo neo, mentre inclinava il capo, irritato a quel pensiero.

Un gatto miagolò rumorosamente all'angolo della strada, attirando la sua attenzione, e la donna con l'ombrello giallo svoltò in una traversa, scomparendo alla sua vista mentre da un incrocio poco lontano comparivano due tizi ubriachi e decisamente rumorosi.

"Chissà se hanno bevuto per festeggiare o perché è stata una pessima giornata." pensó incuriosito, seguendoli con lo sguardo mentre i due caracollavano attraverso l'incrocio per poi scomparire oltre l'angolo di un palazzo. Per un attimo ebbe l'istinto di seguirli, fantasticando su cosa potesse essere loro successo durante quella giornata per farli ridurre così, poi scrollò le spalle mentre scuoteva la testa e proseguì per la sua strada.

Sbuffò nella mascherina nera che si era ricordato di indossare, nonostante la rabbia che aveva provato nell'uscire di casa, e il suo fiato caldo e umido gli scaldò per un attimo le guance gelide. Si fermó davanti al Seven Eleven, sbirciando l'interno illuminato per controllare se ci fossero altre persone. Non era mai arrivato così lontano dal dormitorio per prendersi una ciotola di ramen, e non aveva idea di quanto giro di clienti potesse avere quel minimarket a quell'ora.

"Perfetto." considerò quando vide che il Seven Eleven era completamente deserto.

L'unica persona presente era una commessa dai capelli neri, raccolti in una coda, con la mascherina bianca a coprirle la parte inferiore del viso. Se ne stava seduta dietro il bancone, con il capo chino su di un libro, inclinato leggermente di lato e una guancia poggiata sulla mano in una posa sonnolenta. Reggeva una penna con la mano sinistra che sbatteva ritmicamente contro il tavolo per poi interrompersi, di tanto in tanto, per scrivere qualcosa sul libro che aveva davanti. Non riusciva a vederle bene il volto, coperto com'era da mascherina e frangia, e per un attimo si perse a fantasticare su che vita potesse avere quella ragazza, seduta là all'una del mattino.

Taehyung rabbrividì, quando una folata di vento gelido penetrò attraverso il bomber. Affondò il capo nel colletto della giacca e sbatté un paio di volte gli scarponi in terra, come per scrollare della neve immaginaria, poi entró nel negozio, facendo tintinnare la campanella appesa al portone d'ingresso.

«Benvenuto.» cinguettò felicemente la commessa al bancone. Il suo tono squillante strideva terribilmente col fatto che non avesse nemmeno alzato lo sguardo da quello che stava facendo.

"Deve essere proprio interessante quel libro, magari ha un esame? Forse il SAT o magari è già una studentessa universitaria." pensò Taehyung, guardando per un secondo i lucidi capelli castano scuro della commessa.

Ora che li vedeva più da vicino si accorse che non erano esattamente neri come gli era sembrato pochi istanti prima, da fuori la vetrina, ma di un castano così scuro da sembrare nero, con dei vaghi riflessi rossastri che si intravedevano sotto la luce al neon che la illuminava. Non riusciva a capire se fossero lisci per genetica o perché la ragazza si era preoccupata di acconciarli per il turno di lavoro, o magari perché nel pomeriggio, prima di presentarsi al discount, aveva avuto un qualche tipo di impegno importante per cui voleva essere carina.

Scrollò le spalle, abbandonando le sue fantasticherie sulla vita di quella ragazza ignota e con la quale comunque non avrebbe mai parlato ed iniziò ad aggirarsi tra le corsie, studiando gli scaffali alla ricerca dei dispenser di ramen.

Si girò alla ricerca del distributore di acqua calda e del microonde, individuandolo in un angolo del negozio e tornò a studiare le varie ciotole di ramen ordinatamente disposte sullo scaffale. Non aveva la resistenza al piccante di Jimin, quindi tutte quelle scatole erano automaticamente escluse dalle sue possibili scelte, ma era terribilmente indeciso su cosa volesse mangiare.

La commessa alzò lo sguardo per un attimo a guardarlo, mentre lui sospirava dubbioso e si accarezzava il mento con una mano, poi lei chinò nuovamente lo sguardo sui libri facendo spallucce.

Taehyung allungò una mano, optando per il più classico dei ramen . Aveva voglia di uovo e l'unico in cui stava bene era quello. Passò dal frigorifero e prese una bottiglia di soju alla fragola, poi si avviò alla cassa. Posò la sua spesa sul bancone e la cassiera alzò di nuovo lo sguardo. Aveva la frangia scura che le ricadeva fino alle sopracciglia, coprendole la fronte e gli occhi erano grandi e quasi rotondi, come quelli di un cerbiatto. Dallo sguardo che gli rivolse a Taehyung sembrò particolarmente stanca. La ragazza prese la ciotola e la bottiglia e passò gli articoli senza dire nulla.

«Sono 2.700 won.» disse poi in tono professionale, allungando garbatamente una mano fasciata in un guanto di silicone blu per ricevere il denaro.

«Ah... anche un uovo.» disse a bassa voce Taehyung, aggiustandosi la mascherina in un gesto abituale, senza che ve ne fosse veramente la necessità.

«Con l'uovo fanno 3.200 won, le trovi subito a destra dei microonde, ci sono sia quelle fresche che quelle sode. C'è scritto sopra comunque.» spiegò la cassiera indicando due piccole ceste intrecciate piene di uova, poggiate accanto agli elettrodomestici in un angolo del piccolo discount.

«Grazie.» Taehyung contò le monetine e le allungò alla ragazza, facendole cadere nella mano tesa di lei. Le sue dita sfiorarono per un secondo la piccola mano della donna ed il campanello all'ingresso annunciò l'arrivo di un altro cliente, facendolo girare di riflesso per controllare quante persone fossero entrate.

«Grazie a lei.» rispose frettolosamente la ragazza, ritraendo la mano di scatto mentre si sollevava per sbirciare oltre la spalla di Taehyung. «Benve... ah, oppa sei tu.» sbuffò in un modo palesemente scocciato e tornò a rivolgere la sua attenzione alla cassa, depositandovi i soldi.

Taehyung mantenne lo sguardo basso e afferrò ramen e bottiglia, poi fece un piccolo inchino di saluto e si avviò verso la zona degli elettrodomestici per cuocere il tutto. Incrociò il ragazzo che la cassiera aveva chiamato "oppa" e lo squadrò per un secondo. Doveva avere poco più di una ventina d'anni, anche se era difficile dirlo con certezza, imbacuccato com'era nel giubbotto nero. Al collo portava una voluminosa sciarpa blu elettrico e stava sbuffando, mentre litigava con un casco bianco da moto.

Si fermò davanti ai macchinari, cercando di capire come si utilizzassero. Non c'erano solo i microonde, c'era anche un dispenser di acqua bollente per il ramen, quindi decise di usare quello, mentre seguiva annoiato lo scambio di battute dei due.

«Sei in ritardo di un'ora. Io domani mattina ho lezione.» sbuffò la cassiera in tono scontroso, mentre il ragazzo sollevava il bancone per passare. Anche se lo aveva chiamato "oppa" non stava usando alcun tipo di onorifico per rivolgersi a lui, quindi doveva avere un legame abbastanza stretto da permettersi di ignorare le formalità.

«Oh, ma quanto la fai lunga.» sbuffò lui, mentre la ragazza chiudeva il libro con un gesto secco e infastidito. Il ragazzo aprì la porta sul retro, scomparendo alla vista di Taehyung, che interruppe l'acqua e richiuse la ciotola, fermando la pellicola con le bacchette in attesa che i noodle si cuocessero.

«Se tu fossi arrivato in orario avrei potuto prendere la metro per rientrare.» si lamentò lei, affacciata alla porta. I capelli scuri erano legati in una bassa coda sulla nuca ed erano più lunghi di quanto Taehyung avesse pensato. Erano perfettamente lisci, a parte delle morbide onde che le arricciavano le punte e le arrivavano circa alle scapole. Afferrò un uovo sodo e iniziò a pelarlo mentre il ragazzo borbottava qualcosa dallo stanzino sul retro che Taehyung non riuscì a comprendere.

«Certo, c'è sempre traffico quando devi venire a lavoro. Adesso il motorino lo prendo io.» recriminò lei, appoggiata allo stipite, come se quello fosse un discorso che facevano spesso, subito prima di spostarsi per permettere al moro di uscire.

«E io come torno a casa domani?!» si lamentò quello, infilandosi la giacca blu e gialla del mini market.

Taehyung si spostò e recuperò un uovo sodo, incuriosito e divertito da quello scambio di battute. Spesso si faceva dei film mentali sulle persone che gli stavano attorno, inventandosi vite immaginarie ed interessantissime da quel poco che vedeva o percepiva. In quel momento, per esempio, aveva deciso che il nome della cassiera era Haneul e quello del fratello maggiore doveva essere Hajoon. Lei era una studentessa universitaria di una qualche materia umanistica, forse sociologia, mentre lui era il fratello maggiore apparentemente scansafatiche che in realtà si era sacrificato per permetterle di frequentare l'università.

«In metro, come avrei fatto io se tu fossi arrivato puntuale. Il mio turno finiva a mezzanotte.» ribatté lei piantandogli un dito sul petto. Il ragazzo sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

«Che spina nel fianco che sei.»

«Te ne approfitti solo perché sono tua sorella e non dico al capo che arrivi sempre tardi. Dammi il motorino o smetto di coprirti.» minacciò lei in tono vagamente lamentoso.

«Ah va bene, va bene. Fai come ti pare e prendi quel maledetto motorino.» si arrese il ragazzo alzando le mani prima di infilarsi una mascherina bianca e coprirsi il volto. «Le chiavi sono nel mio armadietto! Prendi anche i guanti, è freddo.» aggiunse quello, alzando la voce mentre quella scompariva sul retro.

Taehyung finì di spellare l'uovo e riaprì la scatola del ramen. Glielo fece scivolare dentro, stando attento a non schizzarsi con il brodo rovente, poi la richiuse e la afferrò per i bordi, diretto al piccolo bancone bianco con gli sgabelli affacciato ad una delle vetrine del negozio. Poggiò la ciotola e si appollaiò sullo sgabello azzurro polvere, poggiando un gomito per sostenersi il capo, mentre la sua mente tornava con noia al litigio che lo aveva fatto uscire.

"Dovrò scusarmi con Jin-hyung quando torno, ma anche lui dovrebbe scusarsi con me." pensó con uno sbuffo, abbassandosi la mascherina per respirare meglio. "Chissà se i cinque minuti sono passati." rifletté, fissando la ciotola.

Si tolse il berretto nero, liberando i capelli e vi passò una mano in mezzo per ravvivarli, in un gesto che compiva sempre. Si infilò la berretta in tasca, poi aprì la bottiglia di soju, recuperando un bicchiere di plastica dal dispenser accanto a lui e se ne versò un po' prima di prendere un sorso ed assaporarlo con calma. "Ah... è dolce."

Spezzò le bacchette per separarle e aprì il contenitore che aveva di fronte, iniziando a rimescolare i noodles. L'aria calda e umida che saliva dalla ciotola gli entrò nelle narici e Taehyung inspirò profondamente il profumo del ramen mentre iniziava a salivare, affamato. Vide con la coda dell'occhio la ragazza uscire dalla stanza sul retro, ancora borbottando, poi quella alzò il bancone per uscire, sotto braccio aveva lo stesso casco bianco con cui era arrivato il fratello che le aveva dato il cambio.

«Ci vediamo domani.» disse la ragazza, incamminandosi con passo deciso verso l'uscita, mentre Taehyung prendeva una bacchettata di ramen per soffiarvi sopra prima di infilarsela in bocca.

«Sappi che domattina vengo a riprendermi il motorino, quindi non pensarci nemmeno a usarlo per andare in università.» rispose quello che per Taehyung ormai era ufficialmente Hajoon, al bancone.

«Eeeh.» rispose lei, dietro le spalle di Taehyung. La sentì fermarsi per un secondo a trafficare con qualcosa, poi sentì un piccolo tonfo sordo seguito da uno scivolio, come se qualcosa le fosse caduto dalle mani mentre trafficava.

Taehyung guardò in terra, incuriosito. Sotto lo sgabello vuoto accanto a lui c'era un cellulare dalla cover verde con disegnato sopra un buffo ananas con la faccia, che se ne stava seduta sotto una palma a bere con la cannuccia da una noce di cocco.

 

Stop.

 

Taehyung abbassò il capo ed i capelli, senza che ci fosse nulla a trattenerli ora che si era tolto il berrettino, gli finirono negli occhi, facendogli sbattere più volte le palpebre a causa del fastidio. Se li spostò per poter guardare il cellulare dalla cover verde che scivolava sotto la sedia di ruvida plastica color azzurro polvere accanto a lui.

Nello stesso istante la cassiera rialzò il viso, immerso in una sciarpa di lana borgogna, per seguire con lo sguardo il tragitto del suo stesso telefono, che pochi istanti prima le era scivolato dalle mani mentre lei litigava con la cinghia del casco bianco di suo fratello.

Nessuno dei due si accorse che la stringa rossa che la ragazza aveva attaccato al telefono, con in fondo un piccolo orsetto polare e un campanellino, si era staccata, rompendosi.

 

Go.

 

Taehyung fissò per un attimo la cover, divertito dal buffo disegno dell'ananas. Lasciò andare le bacchette, lasciandole scivolare dentro la ciotola di ramen e si chinò, trattenendosi il giubbotto grigio contro il fianco, per recuperare il telefono che era scivolato sotto la sedia accanto a lui. Si rialzò con un vago lamento, per poi alzarsi in piedi e girarsi verso la cassiera. Aprì leggermente di più gli occhi, sorpreso nel vederla coi lunghi capelli castani, sciolti e arruffati attorno al viso arrossato. Fece qualche passo, controllando lo schermo spento ma privo di crepe, e glielo porse.

«Ah... grazie.» balbettò lei con un mezzo inchino frettoloso. Recuperò il telefono con entrambe le mani, una era già fasciata da un guanto di lana dello stesso colore della sciarpa.

«Di niente, per fortuna non si è rotto.» rispose Taehyung con voce vellutata prima che i suoi occhi si posassero su un mazzo di chiavi. «Oh? Quelle sono le tue?» chiese, indicandole alla ragazza. Lei si girò con un'espressione stupita su quel volto rotondo e dalle guance leggermente paffute e terribilmente arrossate. Si chinò a raccoglierle in fretta, in un movimento buffamente goffo che fece trattenere una mezza risata a Taehyung.

«Oh, sì grazie, sono le mie. Grazie ancora.» La ragazza fece l'ennesimo profondo inchino, evitando lo sguardo di Taehyung, che le fece uno dei suoi classici sorrisi quadrati.

Tornò a sedersi tranquillo, per ricominciare a mangiare il suo ramen, mentre lei usciva velocemente dal mini market con le guance in fiamme. Taehyung prese un altro sorso di soju, per mitigare leggermente il calore dei noodle con i quali si era appena bruciato la punta della lingua. Infilò una mano in tasca in cerca del suo cellulare e quando la estrasse gli cadde una monetina.

Ne seguì il percorso con lo sguardo, sbuffando, prima di chinarsi nuovamente a raccoglierla sotto il bancone, trovandosi faccia a faccia con un piccolo orsetto bianco attaccato, assieme ad un campanello, ad una stringa rossa che sembrava essersi spezzata. Afferrò la monetina e l'orsetto e infilò entrambe le cose in tasca, poi tornò a mangiare il suo ramen.

 

 

Forse, se Taehyung in quel momento avesse ignorato il telefono, la ragazza non si sarebbe accorta che le chiavi del motorino le erano scivolate fuori dalla tasca, quando aveva estratto il cellulare per mandare un messaggio a sua madre e avvisarla che stava per tornare a casa. Sarebbe uscita dal minimarket, si sarebbe infilata il casco, come in effetti ha fatto, mettendosi a posto la sciarpa per non congelarsi le guance rosee mentre tornava a casa, poi lo avrebbe agganciato. Sarebbe salita sulla sella del motorino e lo avrebbe tolto dal cavalletto, mentre con le mani affondate nelle tasche cercava le chiavi, senza trovarle. Allora avrebbe imprecato tra i denti, avrebbe rimesso il motorino sul cavalletto e sarebbe rientrata di corsa nel negozio a cercarle, convinta di non averle prese dall'armadietto in spogliatoio. Le avrebbe trovate solo tornando indietro, scrutando il pavimento di piastrelle bianche per trovarle incastrate sotto il bordo di uno scaffale, poco sotto le caramelle gommose. Le avrebbe raccolte, salutando di nuovo il fratello e Taehyung l'avrebbe fermata chiedendole se l'orsetto che aveva raccolto quando gli era scivolata la moneta fuori dalla tasca fosse stato il suo. Lei lo avrebbe ringraziato per poi correre fuori e rifare gli stessi gesti che aveva fatto prima, finendo col mettere in moto in motorino e tornare a casa.

Sarebbero stati appena cinque minuti e sarebbero stati più che sufficienti a far prendere agli eventi di quella sera una piega decisamente diversa da quella che in realtà hanno preso quando Taehyung ha fatto notare alla cassiera che aveva appena perso le chiavi.

Ma questo Kim Taehyung non potrà mai saperlo.

 

 

 

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Angolo Autrice

Eccoci al primo capitolo di questa nuova storia su Kim Taehyung! Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni, se vorrete lasciarle, e sapere cosa ne pensate di questo prologo.
Intanto ringrazio anche AryaFreya che mi ha fatto da beta reader e che mi ha scritto quella meravigliosa sinossi che ho messo in descrizione!
Aggiornerò ogni due settimane questa storia moooolto soft e spero che questo assaggio abbia acceso la vostra curiosità.

Buona giornata e buona lettura!

ILYSM, BORAHE!

 

  
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