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Autore: mikamey    30/08/2009    1 recensioni
Rin, una ragazza insicura, soggetta ad attacchi di panico e con manie morbose per la pulizia. Sesshomaru un demone orgolgioso e testardo infortunato ad una gamba ma bramoso di indipendenza. impareanno a conoscersi e a curarsi a vicenda affrontando le ferite della psiche e del corpo. AGGIORNATI DUE CAP FINALI 23 e 24
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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23 L'inizio della mia nuova vita


23 L’inizio della mia nuova vita

Prima di lasciarvi alla lettura del capitolo voglio scusarmi con tutti voi per il ritardo con cui ho aggiornato questa ff!!!! è l’ultimo capitolo ma diciamocelo ve l’ho fatto agognare! Quindi chiunque sia in possesso di asce coltelli pistole o qualsiasi altro tipo di arma propria o impropria che sia è libero di usarla! Questa capitolo è stato un vero parto l’ho riscritto decine di volte ma mi soddisfaceva mai in più ho fatto un piccolo lavoro estivo che mi ha rubato tempo prezioso.. chi di voi ha il mio contatto ha potuto notare che sono scomparsa che su msn.. ( in compenso mi ha fatto iniziare una numerosa serie di storie purtroppo lasciate a metà ma che spero trovino presto un finale). Ma quando ho scovato la conclusione meno orripilante il visore del mio PC è morto il che è una vera e propria ironia della sorte in quanto la stessa cosa mi era accaduta circa un anno fa proprio alla fine di un’altra long fic! che sia una maledizione? Boh non ne ho idea, ad ogni modo ora vi lascio ai capitoli, due perchè ho ritenuto opportuno dividerli  a causa ella lunghezza... buona lettura!!!








Sono in macchina da circa due ore, seguendo una piccola cartina abbozzata a penna, con le istruzioni da parte di Kagome per arrivare alle terre di Sesshomaru. Mi ritrovo in aperta campagna, un paesaggio agreste talmente bello da togliere il fiato. Se ho interpretato bene le istruzioni di Kagome, questi luoghi fanno già parte delle proprietà dei No Taisho.

Proseguo ancora per la  strada, lentamente, per godermi il senso di quiete che offre quel luogo e soprattutto per scorgere la famosa “stradina” nascosta che mi condurrà a casa di Kagome. Ancora qualche metro, e finalmente scorgo un viottolo incorniciato ai lati da una folta vegetazione erbosa. Lo percorro, sempre più lentamente, rapita dalla bellezza che mi circonda e stregata dalla melodia che solo la natura sa intonare, fino ad arrivare alla famosa residenza No Taisho. Ad attendermi ci sono solo Kagome e Sumire. Solo lei sapeva del mio arrivo e, come promesso, deve aver mantenuto segreta la mia venuta anche al marito, di sicuro al momento impegnato chissà in quale artificioso compito insieme al figlio per compiacere la moglie.

Saluto Kagome con un abbraccio caloroso, entrambe abbiamo gli occhi lucidi mentre la piccola Sumire sembra contenta di poter giocare ancora con i miei capelli.

-Hai-hai avuto difficoltà a trovare la casa?
La sua voce esce tremula spezzata da un pianto mal trattenuto. Dopo aver visto Sesshomaru andar vie ieri, ho telefonato a Kagome, le ho raccontato tutto. Tutta la mia storia, tutto ciò che Sesshomaru ha fatto per me e infine le ho confessato il mio desiderio di rivederlo. Lei mi ha assicurato che lui sarebbe venuto da me, e anche io ne sono certa tuttavia, volevo vederlo il più presto possibile e volevo venire qui, da lui, per fargli capire che ormai sono io a pilotare la mi vita.

-No, tranquilla anche con il mio pessimo orientamento sono riuscita ad arrivare sana e salva.

Già, io che da mesi e mesi non toccato una macchina ne uscivo di casa, sono riuscita a guidare fino a quest’eden, sconosciuto perfino alla maggior parte delle persone che abitano in zona. Kagome mi aveva avvertito che trovare la casa sarebbe potuto risultare difficoltoso in quanto Inumaru, su suggerimento della moglie, aveva disseminato i terreni con strade, viottoli e traverse più o meno nascoste per accedere più facilmente alle varie terre e,soprattutto, per celare il vero luogo in cui era stata eretta la casa. A quanto pare Sesshomaru ha perpetuato la tradizione di famiglia continuando ad aumentare l’alone di mistero sulla presenza o meno della dimora ove risiedeva il grande Inumaru, disconosciuto dalla famiglia e privato del titolo, per amore di una yasha di casta inferiore.

A detta di Kagome, ormai nei paesi vicini questi luoghi sono diventati, con l’andare del tempo, il  palcoscenico di leggende e storie, ed in effetti, anche a me sembra un po’ tutto una favola… Il principe che si innamora della contadina e rinuncia a tutto per lei, per vivere per sempre felici e contenti nella piccola casetta nel bosco… Peccato che la vita abbia riservato ai due protagonisti  un finale diverso da questo.

Un velo di malinconia si impossessa di me insieme alla volontà di incontrare Sesshomaru che diventa sempre più incontenibile, tuttavia, ora inizio a non essere più tanto sicura di ciò che sto facendo. Se avesse voluto vedermi, forse, ieri sarebbe venuto da me…avrebbe potuto farmi un piccolo cenno mentre andava via…

-Forza Rin non sei venuta qui per me, vai da lui, non è questo il momento di avere dubbi. Ti ama ne sono sicura, anche se forse dovrai aspettare un’eternità perché te lo dica! Avanti Rin va da lui.

Come se avesse letto i miei pensieri, Kagome li interrompe con la sua voce dolce e suadente e un sorriso, che mi ricorda tanto quelli che la nonna mi regalava da bambina per far sparire le mie paure.
Un calore indescrivibilmente piacevole si spande dentro me partendo dal cuore, mentre gli occhi diventano lucidi. Ha ragione, non posso tirarmi indietro proprio adesso, forse il destino ha già tracciato la strada che devo percorrere, ma farò di tutto affinchè quella via mi porti verso ciò che desidero.


Cammino, come attirata da chissà quale forza magnetica, attraversando quel piccolo bosco che divide equamente i possedimenti dei due fratelli, Kagome mi ha spiegato la direzione da seguire, le istruzioni fino ad arrivare alla “casa” di Sesshomaru. Una via semplice da percorrere, una linea retta che leggermente obliqua  unisce le due dimore con un percorso diretto e veloce. Pochi minuti, dieci al massimo, e seguendo quel cammino avrei trovato lo youkai. Eppure, arrivata ai piedi del bosco, invece di tirar dritto, seguendo quel piccolo sentiero dettato dal passo ripetuto di coloro che lo hanno fatto nascere, devio il mio cammino iniziando a esplorare la flora che mi circonda.

La  mia andatura è calma, piccoli passi, compiuti lentamente col volto alto per ammirare e osservare ciò che mi circonda. I giochi di luce creati dal sole con le alte fronde che impreziosiscono il terreno di una fantasia maculata e lucente, alberi alti e rigogliosi dai tronchi talvolta esili altre robusti e vigorosi. Mi soffermo ogni tanto su qualche strana erba e fiori spontanei, che decorano quel manto erboso smeraldino e sottile che obbediente si piega di buon grado al volere di quella leggera brezza che ne decide i movimenti. Proseguo sicura il mio cammino per quell’immaginario sentiero che mi dovrebbe risultare sconosciuto, eppure, dentro di me sento che è quella la via da seguire. Non avverto il timore dell’essere sperduti ma la consapevolezza di una meta che tuttavia, non riesco ancora ad identificare.

Mi ritrovo in quella che si potrebbe definire una radura. È  interamente illuminata dal sole, che come un padrone accorto ne delimita i confini e ne esalta le bellezze. Senza esitazione mi lascio invadere anche io da quella pioggia di luce calda, sedendomi su quel soffice manto rigoglioso che sembra abbracciarmi e scaldarmi anch’esso. Avvolta da quel senso di pace e tranquillità che invade quegli stessi luoghi. Decido di abbandonarmi totalmente ai miei istinti, sdraiandomi completamente su quel naturale letto per far si che tutto il mio intero essere possa godere di quel meraviglioso tepore, che la natura nella sua perfezione e magnanimità ha deciso di offrire ai suoi figli.

Sento l’erba piegarsi sotto il mio peso e qualche ciuffo, più impertinente, pizzicare la mia pelle e affondare tra i miei capelli, tuttavia, quella stana sensazione mi è piacevole.
Avverto la presenza di Sesshomaru e il suo odore farsi sempre più vicino ma mi limito ad attenderlo serena su questa radura. So che ha avvertito anche lui il mio odore, e so che non è molto distante da qui. Facendo un po’ più di attenzione si riesce a percepire anche un leggero profumo di acqua dolce, non so se siano i miei sensi ad essersi acuiti o se sia lo youkai a trasportare quel profumo, eppure, sono certa che vicino a lui ci sia dall’acqua.

Istintivamente immagino un piccolo lago, incorniciato da una fitta e bassa vegetazione a cespuglio, il gracidio di qualche ranocchio e delle anemoni galleggiare leggiadre sullo specchio perfetto dell’acqua. Qualche libellula attraversarlo e perfino qualche altro piccolo insetto volteggiare fastidioso si di esso, piccolo neo perfetto per quel paesaggio agreste altrimenti immaginario, fatato.

Il profumo di Sesshomaru si fa sempre più forte e nella mia mente balena l’idea di andargli incontro, di dimezzare le distanze tra noi per diminuire il tempo che ci divide. Eppure, pigra, continuo a godermi quel bagno di sole, quella brezza gentile,quel profumo bosco cosi simile a lui, ma screziato di dolce e suadente, dalle note delicate dei fiori.

La mia mente è attraversata anche dal pensiero della fauna di questo luogo, cosi tranquillo ma in realtà brulicante di piccola vita. Avverto distintamente il volare di piccoli insetti. Qualche ape, qualche mosca, e ovviamente anche se impercettibili ci saranno moscerini e farfalle . Tuttavia quella vita aerea si rispecchia inevitabilmente anche in quella terrena, si sente il frinire dei grilli e il cicaleccio delle cicale.

Istintivamente immagino anche la presenza di formiche e ragni e a quel pensiero un moto di inquietudine si impossessa di me, avverto l’irrefrenabile bisogno di alzarmi e controllare che non uno di quegli insetti si sia posato sul mio corpo o immerso nei miei capelli; ma una fresca mano si posa sulla mia, e un corpo prende posto accanto a me, piegando con la sua presenza non solo l’erba, ma anche la mia sensazione di disagio.

-Si sta benissimo qui, il sole sembra più caldo, l’aria più pulita, l’atmosfera più tranquilla e accogliente. Hai scelto davvero un bel posto per vivere, Sesshomaru-
Avverto la mia voce estremamente aggraziata e delicata, come fosse stata mutata e addolcita dal luogo stesso in cui ci troviamo, per non alterare la sensazione di pace che aleggia su di esso.
Lui non risponde alle mie parole, ma rinsalda la presa sulla mia mano, gesto a cui rispondo prontamente, per poi continuare a godere  di quell’accogliente giaciglio in silenzio con lui.

Un attimo,un minuto, un’ora, non so quantificare il tempo che abbiamo trascorso sul quel prato, poi, silenziosi e senza una vera ragione, cosi come siamo giunti in quel luogo lo abbandoniamo.








Il seguito e i ringraziamenti nel prox capitolo :)
  
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