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Autore: Funlove96    26/06/2021    1 recensioni
Freed e Laxus avevano qualcosa. Non sapevano neanche loro come definirlo e tantomeno spiegarselo. In realtà non sapevano neanche che quel week end avrebbe cambiato tutto...
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Mini long Fraxus partecipante al week end of pride del Fairy-Piece Forum.
Spero vi piaccia.
Buona lettura e buon Pride Month ^^
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fried Justine, Lucy Heartphilia, Luxus Dreher, Natsu
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fanfiction partecipa al WeekEnd of Pride 2021 indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images.

Prompt numero 9 - Amami o odiami, entrambi sono a mio favore: se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi sarò sempre nella tua mente [W. Shakespeare]
Capitolo uno: Love or hate?




Spense la sigaretta, lasciando che il posacenere raccogliesse l'ennesima cicca che aveva consumato in... venti minuti? Era un fumatore sì, ma quello era troppo anche per lui, che comunque negli ultimi tempi aveva iniziato a diminuire la quantità di sigarette giorno per giorno. Solo una delle cose a cui stava rinunciando con quel passo che avrebbe fatto di lì a poco...
Si guardò allo specchio per la decima volta in quella torrida mattina di fine Giugno, controllando che sul volto non vi fossero imperfezioni oltre quella vecchia cicatrice a forma di fulmine che gli attraversava la palpebra destra da quando aveva circa tredici anni, immergendo poi una mano in mezzo ai capelli biondi, gli stessi che lo rendevano così simile a sua sorella. Quasi solo quelli, perché che Laxus e Lucy fossero fratelli lo si vedeva dalla somiglianza di alcuni tratti somatici, ma soprattutto da quelle ciocche color del sole, tipici della stirpe degli Heartphilia, sebbene i due fossero in realtà come il giorno e la notte. Lei solare e allegra, anche se un po' timida certe volte. Lui sgorbutico e intrattabile, facile da innervosire e molto propenso alla rissa. Non era un cattivo ragazzo, glielo diceva sempre sua madre Layla, e le stesse parole le sentiva dalla sorella che sì, aveva circa sette anni meno di lui, ma già era una rompiscatole per certe cose.
Quella ragazzina di appena ventitré anni somigliava così tanto alla loro compianta madre sia fisicamente che anche caratterialmente, e questo non lo sapeva solo lui ma tutti coloro che li conoscevano e che avevano visto almeno una fotografia o sapevano com'era fatta quella donna così elegantemente bella quanto sfortunata, deceduta quando Laxus era appena un dodicenne, lasciandolo con un padre divenuto più severo e una sorellina di appena cinque anni, sofferente anche lei per quella che era in realtà una mancanza doppia. Perché sì, quel sette Luglio di diciassette anni prima avevano perso entrambi i loro genitori, anche se in modi nettamente differenti...
No, non era un cattivo ragazzo, ma era stato costretto a crescere troppo in fretta, e quando, appena cinque anni prima, un incidente d'auto aveva portato via anche Jude, aveva preso in mano le redini di un'azienda non più fiorente come prima, ma che dava ancora lavoro a diversa gente oltre che a loro due. Ed era stato proprio grazie alla Heartphilia Korzen che ora si ritrovava di nuovo in quella posizione, ancora una volta era lui quello senza cuore della situazione, quello che voleva solo una distrazione dalla noiosa monotonìa...
Prese il cellulare e le chiavi, uscendo a passo svelto dalla villetta di Strawberry Street in cui abitava con Lucy -una bifamiliare, facente parte del patrimonio Heartphilia, andato all'asta tempo prima, ed erano riusciti a riacquistarla dopo aver tirato di nuovo su l'azienda- sperando che quest'ultima fosse ancora a letto e non lo infastidisse, per poi dirigersi verso il garage e la sua Ferrari rosso fiammante. Doveva solo recitare il solito discorsetto e andarsene, evitando di farsi fregare dalle possibili lacrime. Possibili, perché era davvero difficile vedere Freed Justine esternare una qualsiasi emozione, e non era certo che si sarebbe lasciato andare al pianto così facilmente, era quasi arrivato a pensare che fosse una specie di androide tipo Terminator, che anziché ucciderlo era venuto dal futuro per fare ben altro con lui. Meglio, gli diceva una voce interiore, eppure, mentre parcheggiava, ormai arrivato a destinazione, una piccola, minuscola, vocina si agitava ancora cercando di impedirgli quello che considerava l'errore più grande della sua vita...

Gli aveva dato appuntamento in quel parchetto al centro di Magnolia, quello dove durante l'Hanami si poteva assistere ai viali colorati di rosa per via dei ciliegi in fiore, e Freed era rimasto spiazzato da quel messaggio della sera prima, ma non per questo rifiutò, anzi. Per quattro mesi era stato sempre lui a proporre qualsiasi cosa, scontrandosi spesso con la svogliatezza del biondino, e riuscendo a vincere il più delle volte quelle piccole battaglie, per una volta che era Laxus a uscirsene con una proposta del genere non sarebbe stato certo lì a rimuginarci sopra. Quante volte si era specchiato quella mattina? Poco importava, lo avrebbe fatto di nuovo, giusto per controllare, ancora, che l'abbigliamento che aveva scelto -una semplice maglia a maniche corte, coperta dalla giacca di similpelle nera, jeans blu scuro e nike bianche. Era ben lontano dal suo stile, ma da tempo erano cambiate un po' di cose- fosse a posto, prendendo le chiavi di casa e lo smartphone, per poi uscire, lasciandosi alle spalle il condominio nel centro di Magnolia dove aveva iniziato ad abitare da quando si era trasferito in quella cittadina per affari. Gli venne appena da sorridere, piegando quasi impercettibilmente in alto un lato della bocca, mentre passeggiava per le strade appena baciate dal sole mattutino quando la mente gli ricordò il loro primo incontro...
Era entrato scrutando appena un po' interessato quell'ufficio, colorato da qualche quadro di un famoso artista -non era come Monet o Picasso, ma quel tale, Reedus Jonah, era un pittore abbastanza conosciuto, e a distoglierlo da alcuni dei suoi colleghi famosi in tutto il mondo, oltre al fatto di essere ancora in vita, c'era quello stile davvero particolare, che lui stesso apprezzava e preferiva ad altri- e una serie di poltrone beige attorno al tavolo di vetro al centro della stanza, a far pendant con le tende che lasciavano passare appena la luce esterna dalle enormi vetrate che davano sulla città. Opera della proprietaria gli avevano detto, e insieme al suo avvocato Natsu Dragneel, nonché una delle poche persone che reputava davvero amiche, aveva aspettato lì i due col loro legale. Non avrebbe mai immaginato di trovare in quel muscoloso ragazzo dai capelli biondi qualcuno con cui condividere ben più del caffè preso alle macchinette dopo la riunione che aveva sancito la partnership tra le rispettive imprese, eppure eccolo lì, mesi dopo, a recarsi a un appuntamento in piena regola con quello che poteva definire -senza lasciarsi andare a chissà quali sogni ad occhi aperti, che decisamente non facevano per lui- ben più di una scappatella occasionale. Ormai ne era certo, quel fusto che lo aspettava sotto l'albero di ciliegio più vecchio della città, fasciato nei jeans sportivi e la maglia dei Rock City Boys -quella rossa col nome della band in nero, con un fulmine dorato che ci passava esattamente dietro- e le snikers blu, era quello giusto. Sorrise una volta che lo ebbe raggiunto, limitandosi ad un semplice 'ciao', e non perché non morisse dalla voglia di far schiantare le loro labbra, anzi, ma perché sapeva che poi il ragazzo sarebbe stato con l'umore girato tutto il tempo. Non era un tipo molto espansivo, e solo in alcuni momenti si lasciava davvero andare, semplicemente lo infastidivano le altre persone. Non era raro beccarsi qualche occhiataccia dai passanti per strada quando azzardavano anche solo a tenersi per mano, questo Freed lo aveva vissuto più volte, e capiva che per Laxus, che già di suo era molto irascibile, quella situazione fosse pesante.
Ma preferì non perderci troppo tempo, concentrandosi sull'adone biondo che gli stava di fronte, lo stesso che gli fece spegnere presto il leggero sorriso...

"È meglio se non ci vediamo più!" no... non era quello che aveva appena sentito... doveva essersi sbagliato...

Preferiva quella opzione -e solo il cielo sapeva quanto odiava sbagliarsi, lui che era sempre molto riflessivo e calmo, certo che l'errore non facesse parte della sua natura- a quello che aveva sentito, e solo una cosa gli premeva ormai. "Posso sapere almeno il perché?" nessuna emozione, proprio come aveva immaginato Laxus...
"Perché siamo troppo diversi! Io sono l'esatto opposto tuo. A te piace uscire spesso e io a meno che non ci sia un locale o un evento interessante preferisco starmene a casa per i fatti miei. Tu sei un tipo mattiniero, io se ne avessi l'occasione dormirei fino a pomeriggio inoltrato. Per non parlare di tutte quelle uscite manco fossimo fidanzati quando invece l'unica cosa che ci lega dall'inizio è il sesso... è meglio finirla qui prima di complicarsi ulteriormente la vita!" lo innervosiva dare tante spiegazioni -che pure sapeva di dovere all'altro-, e non voleva neanche stare lì ancora a lungo, lo considerava inutile dato che ormai quello che doveva fare lo aveva fatto, e al massimo sarebbero stati lì a guardarsi negli occhi. Cosa che non andava a suo favore, perché quel ragazzo dai capelli verdi e lunghi raccolti in una coda bassa sapeva leggergli nell'anima come nessuno, e sapeva capire cosa davvero gli frullasse per la testa. Negli ultimi mesi era capitato spesso che lo facesse, e lo aveva stupito ogni volta. Eppure Freed mai lo aveva fatto come invece fece con la risposta che gli diede...
"Va bene..." sul volto candido e baciato dal sole mattutino nemmeno la più piccola ruga a mostrare dispiacere, e Laxus non sapeva se gli aveva fatto più bene o male vedere quella reazione, se di reazione si poteva parlare dato che sembrava gli avesse appena chiesto se poteva prestargli l'auto anziché di rompere quella pseudo-relazione che li legava. "Hai ragione in fondo, non stiamo insieme e io probabilmente ti ho portato sul punto di odiarmi per come mi sono comportato."
Ressero alla perfezione lo sguardo l'uno dell'altro, entrambi troppo orgogliosi per cedere ai più piccoli sentimentalismi, che da ambo le parti erano considerati solo deboli e inutili ostacoli in quella vita che gli aveva insegnato solo che i sentimenti erano un lusso, e quel lusso a loro non era concesso nella stessa maniera a cui era consentito ad altre persone...
"Non ti odio!" grugnì nervoso. Ora sì che voleva farsi una sigaretta, ma si era dimenticato il dannato pacchetto uscendo! "Il tuo modo di fare è del tutto differente dal mio e non potremmo mai andare d'accordo tranne che a letto. Se cerchi una relazione duratura questi non sono i presupposti giusti... almeno non con me che non voglio nulla che vada oltre qualche ora di buon sesso." finì, perché era vero che non lo odiava. Lui, che bastava poco a farlo imbestialire e finire sulla sua lista nera, che aveva odiato e odiava quel mondo che tendeva sempre a rifiutarlo solo perché attratto dagli uomini e non dalle donne, non odiava Freed. Forse era una delle poche persone per cui mai avrebbe potuto provare quel sentimento a lui ben conosciuto, nemmeno tra cent'anni, neanche se gli avesse ammazzato la sorella -non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma la piccola peste era una delle persone più importanti della sua vita, a cui mai avrebbe permesso di soffrire. Non finché fosse stato nei paraggi almeno- e gli sarebbe stato sempre impossibile farlo. Ma uno come lui non poteva e non sapeva offrirgli di meglio, e quel meglio era quello che meritava quel ragazzo colto, calmo e riflessivo, lo stesso che sapeva trasformarsi e trasformarlo in un diavolo tentatore, che altro non aspettava se non che la sua preda lo raggiungesse tra le lenzuola, col solo scopo di sporcarle di sudore e passione...
"Te l'ho detto che va bene, non hai da giustificarti di nulla. Direi che, se non hai altro da dirmi, possiamo salutarci adesso..." ancora impassibile, come Freed Justine sapeva esserlo nei confronti di tutti. Di tutti, meno che del biondino che ora si stava allontanando, tornando alla sua Ferrari, per poi salirci e andarsene. Senza voltarsi indietro, come non si voltò lui, che decise di intrattenersi ancora un po' in quel parco, godendosi per lo meno il sole che, ormai alto, assisteva silenzioso a quel doloroso cammino senza una vera e propria meta se non quella che avrebbero tracciato i suoi passi...

Amami o odiami, entrambi sono a mio favore: Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi sarò sempre nella tua mente... erano queste le uniche parole che gli risuonarono nella testa, una famosa citazione di Shakespeare che era tra le sue preferite. Era quella che lo aveva tirato su tutte le volte che aveva dovuto affrontare una rottura, aiutandolo egoisticamente nel sentire che un pochino sarebbe rimasto una parte importante nella vita dell'altro. Eppure stavolta Freed Justine si ritrovò a fare i conti con la consapevolezza che sarebbe stato quel ragazzo dalla scorza dura e il carattere intrattabile a rimanergli dentro...

Lo amava? Non lo sapeva. Di sicuro non lo odiava e non ci sarebbe riuscito nemmeno se ci avesse provato, ma la mente avrebbe portato il suo nome inciso dentro come con nessun'altro aveva mai fatto...


Il cellulare vibrò facendogli intravedere la notifica del messaggio appena arrivato.
Aveva quasi dimenticato gli impegni di lavoro che lo attendevano quella mattina, prima per quell'uscita, poi per quella rottura -poteva chiamarla davvero così? D'altra parte facevano solo sesso, mica erano fidanzati- e mandò un vocale al rosato chiedendogli di occuparsene in sua vece. Per fortuna la sua presenza non era fondamentale, bastavano i legali a risolvere quel piccolo problema insorto con le pratiche -nulla che non avessero messo in conto in quella partnership. Quello che non avevano considerato era che ben altro potesse accadere...- per cui l'amico accettò. Non era il tipo da disertare il lavoro tanto facilmente, e se lo faceva dovevano esserci degli ottimi motivi, per questo motivo fu grato a Natsu, che probabilmente aveva capito che fosse successo qualcosa, di non avergli fatto domande lì per lì, limitandosi a rispondergli con un semplice 'ok', ma lasciandogli chiaramente intendere che ne avrebbero parlato in seguito. Per quel Venerdì mattina voleva solo starsene a guardare i ciliegi non ancora in fiore -lo sarebbero stati tra qualche settimana, in occasione dell'annuale Hanami- pensando a quello che aveva vissuto in quei mesi, e che ora aveva perduto senza sapere cosa fare. Perché ne aveva passate tante nella vita, aveva affrontato i pregiudizi di quel mondo ancora troppo crudele per lui. Aveva perso diverse amicizie quando aveva finalmente preso coscienza di sé stesso. Aveva lottato per poter vivere la sua vita, imparando a non mostrare i propri sentimenti, per quanto forte potessero spingere per uscire, per quanto l'animo potesse essere straziato, per quanta voglia avesse avuto di urlare non lo avrebbe mai fatto. Non lo aveva fatto per tanto, forse troppo, tempo, e quella volta fu assai più difficile...



Continua...





[2367 parole]



Angolo autrice.
Bene bene bene! Eccomi di ritorno dopo oltre due mesi di assenza e con una nuova idea scaturita dai prompt offerti dal Fairy-Piece Forum, che ringrazio per aver proposto questa iniziativa anche quest'anno❤️
Iniziamo un po' male per nostri Fraxus, ma chissà cosa succederà poi in questo week end👀
Lo scopriremo solo vivend- ehm, leggendolo in questo caso. Posso assicurarvi che ci rivedremo molto presto, intanto grazie per aver letto e alla prossima!🥰
Ciao❤️
   
 
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