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Autore: littlewriterr    15/07/2021    0 recensioni
《Primo libro della trilogia.》
"È indescrivibile come i suoi occhi mi guardino , fanno quasi paura , quasi mi consumano , ma mi fanno sentire a casa". (Estratto dal capitolo 45.)
Luna , una giovane adolescente di diciassette anni , solare e iperprotettiva nei confronti delle persone a lei care, distrutta dalla perdita delle madre , ebbe una svolta nella sua vita.
Si ritroverà in una realtà diversa di quella che visse prima dell'accaduto.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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[Prologo]

Ambulanze, sirene, grida, piagnucolii, lamenti. 

Questi sono i suoni che ormai da due giorni mi tormentano la testa. 

Sapete che vuol dire perdere un genitore? Bene io si!

 

 

Due giorni fa, persi mia mamma. 

Una donna forte e piena di coraggio, io e lei eravamo fuoco e benzina, un'unica cosa. 

C'era un rapporto indescrivibile, c'era rispetto naturalmente, ma eravamo come due anime gemelle inseparabili , già esatto c'era quel rapporto così stretti fra noi tutto con dei limiti e regole. 

Non tutti hanno un rapporto così con la propria madre al giorno d'oggi, quindi mi ritengo più che fortunata.

 

La lacrima che mi iniziò a rigare il viso fu interrotta da dei singhiozzi provocati dal pianto. 

Fui stanca della gente che continua a dirmi di stare tranquilla. 

Io mi creai una bolla, e non mi importò più di nessuno. 

Odiai la gente che mi diceva di stare tranquilla, che mia madre fosse qui con me, ma io non la vedo, dove? 

 

Non c'è!

 

È inutile, pensai, tutti questi stronzi non sanno fare altro che dire cazzate, le loro parole non possono riportarmi indietro l'unica donna che ha saputo completarmi e capirmi veramente.

 

A distogliermi da i miei pensieri e scoppiare la mia bolla furono le urla dei miei amici che gridarono il mio nome. 

Alessandra, Michele e infine la più piccola Roberta.

 

Loro sono la mia seconda famiglia, rimasi un pò sorpresa dal fatto che siano venuti, nonostante io gli abbia detto di non venire perché non volevano che tutto il mio dolore accigliasse anche loro.

 

Si avvicinarono sempre di più finché non li ritrovai dinanzi a me. 

Mi assalirono come se non mi avessero vista da molto tempo. 

Non riuscì a capire se questa cosa mi dasse fastidio o conforto. 

Ma di certo adesso l'unica cosa che vorrei è un pò d'affetto, quello che non avrò mai più da mia madre.

 

La piccola Roberta fu la prima a stringermi fra le sue braccia, emanò un calore assurdo e mi sentì a casa. 

La stessa cosa fecero Michele ed Alessandra, che non persero nemmeno un secondo per abbracciarmi e riempirmi di baci. 

Per un attimo mi sentì bene.

***

Passammo questo lungo pomeriggio ricco di dolore a chiacchierare del più e del meno, i miei amici cercarono di strapparmi un sorriso in tutti i modi possibili e immaginabili ma niente, codesti volarono insieme a mia madre.

 

Lei non vorrebbe vedermi così, già mi preparò in passato, prima che morisse, mi disse che poteva morire da un momento all'altro e che lei non ci sarebbe stata più e non dovevo stare male per lei una volta che sarebbe deceduta, ma come faccio? 

È più forte di me, non si può stare minimamente bene dopo che l'altra metà del tuo cuore è volata in cielo. 

Una ferita così grande non si potrebbe mai colmare, un vuoto così grande non si potrebbe mai riempire.

 

Oggi non toccai cibo, persi pure l'appetito, notai la presenza di capogiri, quindi decisi di ingerire qualcosa, andai in cucina, con la speranza che mi ha lasciarono qualcosa da mangiare.

 

Nel mio paese si usa che un ristorante per stare vicino alle famiglie in modo concreto porta del cibo per far sì che i familiari del defunto non si debbano disturbare a cucinare.

 

Arrivai in cucina e vidi sul tavolo una carta di un  bar con scritto "Miano F.ll" capì da subito che si trattava di cibo.

 

Mi avventai ad esso, e iniziai a mangiare, come se non avessi mai visto cibo prima.

 

Fini di mangiare e andai sulla bara di mia madre,  ancora aperta, mi feci coraggio a vederla, perché prima di questo momento morta non l'avevo ancora vista.

 

Mi avvicinai sempre di più e la vidi, quanto era bella, era il sole. 

La vestirono con tanta eleganza mai vista prima, come se stesse andando ad un evento importante. 

Aveva un colorito bianco, le toccai la faccia ormai gelata. 

Per un attimo mi sembrò stesse dormendo, decisi di fare di tutto per svegliarla, non so in che modo ma ci dovevo riuscire al mio intendo.

 

Non capì cosa mi stesse succedendo, ma fatto sta che presi mia madre per le spalle e la strattonai a destra e sinistra gridandole di svegliarsi, con la voce tremula e interrotta dai singhiozzi, ma non ricevetti nessun segnale da parte sua. 

 

Continuai a non capire nulla, iniziai a gridare come una disperata , lei non può essere morta, rimasi nella convinzione che stesse dormendo, lo vidi, che mi sorrise.

 

Sentì qualcuno tirami via dalla bara di mamma, io continui a piangere e a cose indecifrabili.

 

Alzai lo sguardo per vedere fosse la persona che mi portò via da mamma, e vidi mio papà.

 

Dal nervosismo gli cominciai a tirar pugni insignificanti in pancia, ma lui più forte di me mi fermò e mi racchiuse nelle sue braccia.

 

mi disse con voce calda e rassicurante.

 

A quelle parole mi scese una lacrima, mia mamma mi amava e non smetterà mai di farlo.

 

***

 

 Non mi accorsi neppure di essermi addormentata fra le braccia di papà, alzai la testa e vidi che anch'esso si addormentò, mi fece pena. 

Mi scollai dalle sue braccia e andai a vedere che ora fosse, ormai sera, decisi di non mangiare neanche, andai in camera mia, mi gettai a peso morto sul letto e senza neanche accorgermene mi addormentai per la seconda volta.

   
 
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