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Autore: arashinosora5927    11/08/2021    1 recensioni
Lo scontro tra Gokudera e Belphegor, è tutto uguale solo che...
Canon divergence
[5927]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Untitled
Una sirena preannunciò l'ennesima detonazione nell'arco di pochi istanti. "Mancano venti secondi all'esplosione della biblioteca" disse una voce proveniente dall'interfono.

"Hayato, hai già dimenticato che cosa ti ho insegnato all'inizio dell'addestramento?!" domandò Shamal rompendo il silenzio animato solo da sussulti e sospiri.

"Come se potessi..." sussurrò Gokudera pochi metri più avanti. "Ciò che non riuscivo a vedere era la mia stessa vita.." mormorò come se stesse confessando un segreto a se stesso. "Non lo dimenticherò mai" disse alzando un po' la voce così che i microfoni nascosti un po' ovunque e quelli inseriti nei monitor potessero trasmettere le sue parole. "È per questo che la userò dove serve davvero..." disse carico di determinazione. "Non fuggirò neanche se dovessi morire!" urlò spalancando gli occhi alla sua stessa dichiarazione.

"Basta stronzate!" si levò nell'aria la voce di Tsuna, travolgente come un'onda, così forte che il ragazzo dovette fermarsi per qualche istante per riprendere fiato. Strinse i denti, i pugni, cercò le parole nel tentativo di mantenersi ancora lucido. "Per cosa pensi che stai combattendo?" chiese. Non attendeva una risposta, sapeva che non l'avrebbe ricevuta. "Dobbiamo fare un'altra battaglia a palle di neve" disse con lo stesso tono che aveva usato poco prima. "Dobbiamo guardare i fuochi d'artificio insieme" urlò ancor di più. "Per questo stai combattendo, per questo stai diventando più forte" disse con quanto fiato aveva in gola. Racimolò il respiro e il coraggio. "Io voglio ancora divertirmi con tutti voi, ma questo non sarà possibile se tu muori!" mormorò abbassando notevolmente il tono che assunse una chiara impronta di disperazione.

"Juudaime.." fu l'unica parola che Tsuna riuscì a udire prima di un sussulto profondo e il fischio che preannunciava l'esplosione.

Lo schermo del monitor divenne confuso, al pari di una VHS il cui programma non è ancora iniziato. Attorno a sé Tsuna poteva sentire il nome del suo guardiano urlato come una supplica. Gli ci volle qualche istante per capire che la voce che si sgolava tanto era propria la sua. Era tutto ovattato e distante al punto tale che Tsuna neanche si rese conto di essere caduto sulle ginocchia. Sentì le narici pizzicare e le lacrime condensarsi nei suoi occhi pronte a essere rilasciate come un fiume in piena.

"Perché Gokudera-kun?" disse. Una domanda che non sapeva neanche lui cosa significasse e soprattutto a chi fosse rivolta. Era forse per gli dei che glielo avevano strappato come i bambini che giocano in un giardino oppure per Gokudera stesso che non lo aveva ascoltato e aveva davvero preferito consegnargli un anello piuttosto che la sua compagnia? Credeva davvero che il suo cuore valesse meno di un antico pezzo di metallo? Non aveva forse giurato che la sua vita gli apparteneva? Non doveva seguirlo fino alla fine del mondo?

Di colpo una consapevolezza si fece strada nel cuore di Tsuna, come una visione, una speranza, una stella il cui destino è stato appena riscritto. Gokudera non era morto, non poteva, Tsuna rifiutava di credere che lo avesse abbandonato dopo tutto ciò che gli sciorinava ogni singolo giorno della sua vita, dopo ogni singola promessa.

Le sue gambe si mossero di scatto, lo resero capace di erigersi nuovamente in piedi e superarono con un salto i raggi laser un secondo prima che si spegnessero da soli. Incandescenti bruciarono il pantalone kaki ai lati all'altezza dei fianchi, la camicia sui polsi e una ciocca di capelli. Tsuna avvertì il bruciore, ma non si degnò neanche di riconoscerlo con un gemito di dolore. Corse invece a perdifiato lì dove gli occhi della sua anima avevano visto Gokudera, ancora capace di respirare anche se a fatica.

Ne riconobbe la figura in una nube di fumo causata da un eccesso di polvere da sparo e guardò la propria mano tendere verso di lui a rallentatore. Arpionò un fianco e la testa collise col suo sterno, l'impatto fu tale che Gokudera sarebbe senza dubbio caduto all'indietro se Tsuna non avesse avuto la prontezza di reggerlo. Ora che poteva sentirlo chiaramente contro di sé rilassò le braccia portandole entrambe dietro la schiena stringendolo forte. I suoi occhi rilasciarono ogni singola lacrima trattenuta inumidendo le bende e mescolandosi al sangue che le sporcava. Gokudera abbandonò completamente il proprio peso su Tsuna incapace di reggersi ancora in piedi, neanche riuscì a ricambiare l'abbraccio sentendo che le braccia non rispondevano ai comandi.

In breve tempo furono entrambi a terra, senza energie, sulle ginocchia deboli che a stento li reggevano, l'unica ragione per cui non avevano ancora fatto uno scontro diretto faccia e pavimento era proprio la presenza dell'altro. Gokudera scoprì che le sue braccia funzionavano ancora e anche se male lo facevano abbastanza da poter accarezzare la schiena di Tsuna con una mano.

"Mi dispiace boss... avevo detto che vi avrei portato l'anello, ma..." -si interruppe solo un istante per riprendere fiato- "volevo davvero vederli quei fuochi d'artificio."

Tsuna tirò su col naso e strofinò istintivamente il viso contro il suo petto. "Menomale... Gokudera-kun..." mormorò.

Gokudera sentì il propri occhi inumidirsi, riempirsi di lacrime cariche di diverse emozioni tra le quali ne prevaleva una, la gratitudine.

"Grazie, Gokudera-kun... sono così felice" disse Tsuna sollevando il viso e permettendosi finalmente di guardarlo negli occhi. La sua faccia era sfregiata, portava tutti i segni dei coltelli e dei fili, ma non era niente di irreparabile.

"Ma ho perso!" ribattè Gokudera sorpreso da così tanto entusiasmo per una posizione davvero scomoda in cui erano tutti finiti a causa sua.

"Che vuoi che me ne importi? Sei qui, sei vivo, questa è l'unica cosa che conta" disse Tsuna con una sicurezza tale nel tono che anche Reborn a qualche passo da lì tremò.

"Per favore, non dite così... non me lo merito" mormorò Gokudera cercando di asciugarsi le lacrime.

"No, tu non dire così, Gokudera-kun. Se è vero che la tua vita mi appartiene, che tu vuoi obbedire ai miei ordini allora sappi che nessuno qui ti ha autorizzato a morire o peggio a sacrificarti per il mio onore. Se davvero vuoi fare qualcosa per me, vivi per me non morire."

Gokudera rimase in silenzio per un lasso di tempo brevissimo che a Tsuna però sembrò un'eternità poi si concesse di crollare completamente rischiando di sbattere la faccia sul pavimento. Tsuna lo accolse tra le sue braccia e si appoggiò con la schiena al muro per avere una forma di sostegno sicuro, lasciò che Gokudera si sistemasse tra le sue braccia con la testa contro il suo petto per quanto possibile e lo strinse più forte nel terrore di vederlo scomparire davanti ai suoi occhi.

"L'anello della Tempesta è stato consegnato a Belphegor pertanto egli risulta il vincitore di questo scontro" annunciarono le due giovani Cervello avvicinandosi con passo felpato al gruppo dei partecipanti all'intera battaglia.

Un gemito di disappunto sfuggì alle labbra di Gokudera, seguito immediatamente da uno "sssh" sussurrato nel suo orecchio da Tsuna. "Non ti preoccupare, ricordati che sei l'unica cosa che conta."

Gokudera arrossì leggermente, le labbra di Tsuna così vicine al suo orecchio gli avrebbero fatto effetto anche se fosse stato in punto di morte o in stato vegetativo. In quell'istante di paradiso le sue orecchie si concentrarono talmente tanto su Tsuna da non riuscire a sentire neanche il "Vooooi, che finale esilarante" di Squalo.

Chiuse gli occhi dedicandosi completamente alla sensazione della mani di Tsuna morbidamente abbandonate lungo il suo petto, della sua testa contro la propria e desiderò di poterci rimanere in eterno.

"Promettimi che non lo farai mai più" mormorò Tsuna. "Giurami che non mi abbandonerai..."

Gokudera annuì lasciò andare qualche lacrima commosso e sorrise. "Neanche la morte ci separerà."

Tsuna scosse leggermente la testa facendogli sentire dei brividi lungo la schiena. "Voglio che tu rimuova questa parola dal tuo vocabolario. Voglio una lunga vita insieme. Come era? "Neanche tra dieci o cento anni potranno separarci" lo hai detto tu."

Gokudera riaprì gli occhi solo per scoprire che in pochi istanti la sua vista sfocata era tornata normale. "Vivrò per te allora" mormorò.

Una tosse forzata proveniente da Reborn fu l'unica cosa che li portò a dividersi. "Mi dispiace interrompere le vostre dichiarazioni d'amore, volevo solo rendervi partecipi del fatto che il prossimo scontro sarà tra i guardiani della pioggia" disse l'assassino professionista con una vena sadica nello sguardo e una bella dose di malizia nel tono.

Gokudera e Tsuna arrossirono entrambi e poi esattamente come se fossero stati programmati per agire allo stesso modo augurarono ognuno con la propria firma a Yamamoto di fare del proprio meglio.

Tsuna lo incitò forzando un'esultanza, Gokudera invece lo afferrò per il colletto della maglietta e gli disse con serietà "ora è tutto nelle tue mani."

Poco lontano da lì Shamal sospirò profondamente. A saperlo prima avrebbe fatto fare direttamente a Tsuna tutto il discorso sul valore della vita di Hayato, senza dubbio quel giovane sapeva come toccare le corde giuste nel suo cuore.
   
 
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