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Autore: arashinosora5927    04/09/2021    1 recensioni
Questa storia non se l'aspettava nessuno, io per prima.
Le ragazze vanno a mare e Hayase ha qualche pensiero sul corpo del suo boss.
[5927]
Genere: Demenziale, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Untitled
Sulla spiaggia di Namimori non tirava un alito di vento, il clima era talmente umido che Hayase aveva deciso di tirare su i capelli e bloccarli con una pinza ottenendo un'acconciatura che faceva concorrenza a quelle di Chrome e Rokudo. Non le importava, non più di tanto, il taglio di capelli non era roba di poco conto, ma di lì a breve comunque la messa in piega sarebbe andata a farsi benedire perché avrebbero fatto il bagno a mare.

Avrebbero, già, perché Hayase era in compagnia delle sue amiche Tamaki e Tsuya anche se se glielo avessero chiesto seriamente avrebbe risposto che era a mare con la sua famiglia.

La proposta era stata di Tamaki, neanche a dirlo, una fissata col fitness come lei poteva solo proporre una giornata impegnativa in spiaggia spacciandola per rilassante. Hayase aveva domandato perché mai avrebbero dovuto e Tamaki aveva risposto "perché fa caldo". Beh sì, sembrava ovvia come risposta, niente da obiettare, ma ci voleva ben più che quella motivazione così semplice per convincere Hayase.

"Dai sarà divertente, Gokudera-chan."

Ecco di cosa stava parlando: la speranza sul viso del Decimo era decisamente più che convincente, Hayase non aveva bisogno di dire o sapere altro.

L'entusiasmo contagioso di Tsuya aveva accompagnato Hayase fino alla mattina concreta del giorno stabilito, momento in cui di punto in bianco aveva realizzato di avere un problema: il Decimo in costume.

Niente panico, si era detta. Ci era già passata a scuola durante educazione fisica e le aveva persino insegnato a nuotare senza avere mancamenti, poteva farcela, poteva decisamente sopravvivere. Che differenza poteva mai esserci tra le medie e il liceo nel suo corpo seminudo del resto?

Una immensa... si era risposta agitata e nel frangente che intercorreva tra il delirio di cui era preda e il calmarsi Tamaki bussò alla porta del suo appartamento e Hayase dichiarò la resa urlandole contro di essere sempre in fottuto anticipo.

Poco male che almeno Tsuya non c'era, non c'era perché dovevano andare a prenderla insieme, Hayase aveva buoni tre chilometri a piedi per calmarsi e poi sconvolgersi nuovamente.

Non importava, cioè sì, ma Hayase aveva i nervi saldi anche se non sapeva esattamente dove e avrebbe semplicemente apprezzato la divina visione del Decimo in costume senza che ci fossero conseguenze negative o almeno questo sperava.

La sabbia che cercava di infilarsi nelle infradito rosse le faceva venire voglia di prendere dei candelotti di dinamite e farli esplodere a ogni suo passo, ma si trattenne. Spostò lo sguardo su Tamaki sull'ombrellone che stava trasportando con una facilità imbarazzante e poi rivolse timidamente gli occhi a Tsuya che aveva un sorriso così puro e dolce da illuminare l'universo, Hayase sentiva di aver bisogno di occhiali da sole per non rimanerne abbagliata.

Il loro ingresso nella spiaggia pubblica fece non poco scalpore, non che si aspettasse diversamente. Le ragazze erano rimaste ghiacciate sul posto folgorate dalla consapevolezza di non poter competere con la loro bellezza mentre i ragazzi già si sprecavano in fischi e complimenti per mostrare il loro apprezzamento.

Hayase intercettò una mano che stava per reclamare la sua vita e la bloccò prima che potesse anche solo sfiorarla. "Provaci di nuovo e ti ammazzo" disse torcendo il malcapitato polso.

Al ragazzo che le aveva urlato "gnocca" invece Hayase mostrò chiaramente che oltre a essere bella era anche molto pericolosa facendo schioccare le nocche di una mano contro il palmo dell'altra e preparandosi per sferrargli un pugno.

Tamaki poco distante da lei rese piuttosto chiaro il concetto a modo suo, quella folle si era portata una mazza da baseball e le bastò agitarla in aria come se fosse una majorette perché si facesse piazza pulita intorno a lei.

Tsuya era rimasta lì a guardare con quel senso crescente di disagio e inadeguatezza perché come sempre quando c'erano le sue amiche nessuno la degnava di uno sguardo. Se solo avesse saputo.

Tamaki si era messa a piantare l'ombrellone, a sistemarlo e disporre gli asciugamani sotto come se fossero tovaglie per il picnic, aveva persino scavato una piccola buca per nascondere i loro oggetti personali da potenziali ladri, aveva appena finito quando una pallonata colpì il loro ombrellone.

"Estremo!" fu la voce che seguì un istante dopo. All'orizzonte correndo quasi a rallentatore videro arrivare Ryoko inserita in un costume a pezzo intero rosso che sembrava emulare un remake di Baywatch.

"Onee-san!" esclamò Tsuya avvicinandosi alla ragazza contenta di vederla.

"Senpai, ci sei anche tu?" chiese Tamaki con entusiasmo. Ricordava che l'amica aveva declinato gentilmente il suo invito dicendo di doversi allenare.

Hayase finse come sempre fastidio, anche se doveva ammettere che quella pallonata di certo non l'aveva lasciata indifferente e alzò una mano in segno di saluto. "Shibafu..." disse.

Ryoko alzò i suoi poderosi pugni verso l'alto e sorrise ampiamente. "Volevo farvi una sorpresa, sono apprendista come bagnina" disse.

Quella notizia, almeno per Hayase, fu interrotta dagli occhi della Decima che assunsero la forma di un cuore improvvisamente.

"Tsuya-chan", "Tsuya-san", furono le parole che la interruppero per gli altri che udirono provenire da voci dietro di loro e si voltarono per vedere i loro amici raggiungerli. Haru indossava un costume color salmone lungo fino al ginocchio e portava aperta sul petto una camicia bianca che lasciava vedere accuratamente il suo fisico ben delineato, mentre Kyoshi indossava solo un costume blu scuro modello boxer corto e aveva i suoi muscoli ben in vista.

"Kyoshi-kun..." mormorò Tsuya davanti a quello che per lei era un vero e proprio panorama.

Haru sollevò una mano vicino al viso di Tsuya per mostrarle una borsa frigo con dei panini. "Io e Kyoshi abbiamo pensato al pranzo" disse con un sorriso allegro.

"Quelli col tonno li ho fatti apposta per te, Tsuya-san" arrossì leggermente.

Hayase sospirò e si disse mentalmente che se Haru fosse sopravvissuto alla vista di Tsuya in costume poteva farcela anche lei, poteva decisamente farcela.

I ragazzi sistemarono la borsa frigo nella buca fatta da Tamaki e poi si buttarono in acqua. Tamaki iniziò a spogliarsi togliendo la maglietta sportiva e rivelando un seno abbondante contenuto nel reggiseno del costume che si chiudeva solo grazie a un fiocco sul davanti di un candido color panna. Si tolse poi il pantaloncino e finì di rivelare come fosse il completo bikini.

Hayase la guardò con quel senso crescente di inferiorità perché Tamaki aveva un corpo da urlo, uno di quelli da fare invidia al mondo intero. Lentamente cominciò a spogliarsi a sua volta, togliendosi la maglietta e gli shorts di jeans. Aveva scelto per l'occasione un costume cremisi modello bikini con un ampio cerchio attraverso il quale passavano i due lembi della stoffa per tenere insieme il suo seno piccolo e dargli una parvenza di esistenza, il pezzo di sotto era più o meno lo stesso discorso, riprendeva il sopra con due cerchi suoi fianchi attraverso i quali si teneva in piedi.

Tsuya era remissiva a spogliarsi, Hayase la guardò combattere contro la magliettina a balze nel tentativo di levarla, ogni gesto era timido, marchiato dalla consapevolezza di non essere abbastanza.

"Decimo, non dovete preoccuparvi di quegli idioti. Non è un complimento essere guardate da loro..." disse aiutandola a liberarsi dell'indumento.

Tsuya si strinse nelle spalle e sospirò, era ovvio che non potesse nascondere niente al suo braccio destro. "Per te è facile dirlo... io vorrei che qualcuno mi notasse" disse.

Tamaki si era messa sul bagnasciuga a giocare a pallavolo con Ryoko e questa per Hayase era un'occasione irripetibile, non che potesse davvero portare a qualcosa, ma trascorrere anche un solo istante da sola con il suo era già qualcosa.

"Decimo" mormorò teneramente. "La vostra bellezza non è per tutti. Siete come un capolavoro, solo gli intenditori possono capirvi" disse.

Tsuya sospirò, si sfilò la gonnellina e la lasciò cadere ai piedi. "Mi dici sempre questo, Gokudera-chan, ma quando qualcuno mi guarderà davvero?" disse.

Hayase si morse la lingua, non poteva di certo dirle che quel qualcuno ce lo aveva davanti, mise invece su un sorriso e si sedette sull'asciugamano.

"Haru vi guarda" disse. Era innegabile, non che Hayase ne capisse qualcosa del settore, che Haru fosse un bel ragazzo, uno di quelli che le ragazze eleggono come il più bello della scuola o cose simili e lui decisamente aveva una predilezione per Tsuya.

"Lo so, ma lui..." cercò di dire Tsuya. "Non vi interessa" concluse Hayase.

Neanche a dirlo, era palese la realtà dei fatti: Tsuya non voleva essere guardata da un ragazzo qualunque, ma da Kyoshi e come darle torto? Non ci sono occhi che possano competere con quelli della persona amata, il suo sguardo ha un potere che nessun altro può vantare.

Hayase sospirò, si portò le ginocchia al petto e sentì le spalle bruciare, percepì l'asciugamano muoversi leggermente sotto i passi di Tsuya e poi si trovò folgorata. Non sapeva dire se l'avesse fatto appositamente oppure no, ma il suo boss si era messo davanti a lei a coprire il sole per diventare ancora più accecante nel suo costume tanto grazioso con una fantasia a fiori.

"Sinceramente, puoi dirmi cosa c'è che mi manca?" chiese sciogliendo la mollettina che teneva fermo il ciuffo ribelle su un lato lasciandolo ricadere morbido.

Hayase trattenne il respiro e sentì il cuore come se stesse per scoppiarle in petto. Tanto per iniziare da dove era spuntato quel seno? Le era cresciuto nella notte, qualcuno lo aveva innaffiato? Cosa?! Poi, porcaputtana, se gli allenamenti di Renata mostravano i suoi frutti, il fisico di Tsuya era una visione. Una dea greca al confronto avrebbe sfigurato.

Ricordava che la ragazza aveva manifestato un senso di disagio per essere piatta come una tavola da surf, persino più di lei che a stento riempiva una seconda. Aveva ben vivide le immagini del suo boss preso in giro dalle compagne nello spogliatoio che si erano permesse persino di chiamarla "maschietto".

"Siete perfetta" le aveva detto innumerevoli volte perché col cavolo che quelle smorfiose avrebbero fatto a pezzi l'autostima che stava disperatamente cercando di costruirle, ma adesso le carte in tavola erano completamente cambiate, il fisico di Tsuya si era sviluppato in quello di un giovane donna e Hayase aveva l'acquolina in bocca.

"Nulla" mormorò asciugandosi un rivolo di saliva alla labbra.

"Menomale che ci sei tu a dirmelo..." sospirò Tsuya prendendo posto al suo fianco.

La sensazione di bruciore che Hayase aveva percepito cominciò a farsi più insistente. "Potete controllare se mi sto scottando?" disse gentilmente.

Tsuya annuì e si premurò immediatamente di verificare. Le spalle di Hayase erano in effetti arrossate, non in maniera significativa, ma avevano tutti i principi di un'imminente bruciatura. "Sì, dovresti mettere la protezione" le fece notare Tsuya.

"Lo so..." sbuffò Hayase. Era questo il motivo per cui aveva insistito tanto affinché portassero l'ombrellone, ma pensava di averceli almeno quei pochi minuti per arrivare e sistemarsi prima che il sole facesse danni.

"Ho della crema nello zaino" disse poi allungandosi per recuperare l'oggetto. Tsuya fece la stessa cosa e le loro dita si sfiorarono per un istante di paradiso. Hayase si ritrasse come se si fosse scottata e si scusò a profusione, Tsuya arrossì e si scusò a sua volta dicendo che la colpa era solo propria.

Prese poi il tubetto di crema e se ne spremette una noce sul palmo della mano. "Non ti preoccupare, adesso risolviamo" disse nascondendo il viso contro la schiena di Hayase.

Gokudera sussultò, si chiese se il suo boss non stesse per metterle la crema come nel miglior cliché degli shoujo e perché non l'avesse ancora fermata dal fare lei un servizio per il suo braccio destro.

Sentì le mani di fata di Tsuya sulle spalle e dimenticò cosa volesse dire o anche come si respirasse. Percepì i suoi polpastrelli lavorare gentilmente per spalmare uniformemente la lozione e allievare quel senso di dolore come se fosse una magia.

"Hai la pelle davvero molto secca, Gokudera-chan" le sentì dire. Dalle spalle avvertì le mani scendere lungo la schiena e fino all'altezza del coccige. Si domandò se ci fosse uno stratagemma per persuaderla a spalmare la crema anche sulle natiche e sobbalzò quando per raggiungere una zona dei fianchi Tsuya appoggiò il seno contro la sua schiena.

"Non mi ero mai resa conto di quanto fosse chiara la tua pelle, Gokudera-chan... e poi è così sensibile. Si arrossa solo a sfiorarla..." disse Tsuya.

Hayase si lasciò andare a un sospiro più profondo. "Sì, Decimo" disse. "È delicata" confermò.

Dopo aver finito di far prendere un infarto ad Hayase ogni tre per due Tsuya ripulì quel poco di crema che le rimaneva tra le dita sul viso di Hayase dandole il colpo di grazia.

"Al resto ci pensi tu o vuoi che me ne occupi io?" le chiese guardandola negli occhi.

"Come preferite" rispose Hayase cercando di non andare in autocombustione.

Tsuya sorrise e iniziò a stendere la crema anche sulle braccia di Hayase, sul collo, lungo il petto... woah. Poi la pancia e le gambe e perché trascurare i piedi? Non che avesse qualche forma di dubbio al riguardo, ma in quel momento Hayase realizzò che se si trattava di Tsuya si sarebbe fatta toccare ovunque senza opporre la minima resistenza, il suo corpo glielo avrebbe donato più che volentieri, ma di certo i loro pensieri non coincidevano.

Finita la sessione più intensa della sua vita Hayase si chiese se il suo ansimare non fosse troppo evidente e si premurò di incolpare il caldo per qualsiasi reazione.

Tsuya prese nuovamente posto accanto a lei e sorrise dolcemente come solo lei sapeva fare, le tolse delicatamente il fermaglio lasciando ricadere i capelli lunghi e li sistemò a coprire le spalle come se fossero delle tendine. "Ecco, così non ti potrai bruciare" disse fiera di sé.

Hayase ingoiò a vuoto e sentì la gola secca. "Non andate a mare, Decimo?" le chiese.

"No, ho capito che non farai il bagno adesso e voglio restare qui a tenerti compagnia" le rispose Tsuya.

Hayase cercò qualche crepa nelle sue parole e non ne trovò alcuna allora si limitò a ricambiare il sorriso. "Vi ringrazio, ma davvero sono abituata. Farò il bagno quando il sole non picchierà così tanto. Andate pure, se volete" disse.

Tsuya scosse la testa, si appoggiò leggermente con una spalla alla sua e sospirò. "Neanche io farò il bagno oggi, Gokudera-chan. Ho il ciclo e mi sento davvero da schifo... menomale che Renata mi ha permesso di venire qui a rilassarmi..."

Hayase registrò l'informazione, ebbe di colpo la risposta alle sue domande circa da dove fosse spuntato quel seno magnifico e poi realizzò di botto che se Tsuya era in quel periodo del mese e al contempo indossava un costume bikini senza alcun altro indumento a coprirla non stava indossando un assorbente classico, ma bensì un tampone?! Prima che potesse anche solo pensare di tenere a bada la sua fantasia immaginò il suo tenero boss alle prese con un assorbente interno e la visuale fu troppo da sostenere. Hayase perse i sensi.

Quando si riprese incolpò un'insolazione improvvisa, ma mentre Tsuya le faceva aria con le proprie mani con uno sguardo tanto carico di preoccupazione pensò di fingere di stare ancora male o forse ci si stava sentendo veramente. Chissà, magari avrebbe potuto inscenare qualcosa di più grave per trarre qualche interazione più soddisfacente, ma se gli occhi di Tsuya sarebbero divenuti troppo lucidi allora non avrebbe portato la cosa avanti.

"Menomale che stai bene, Gokudera-chan" disse Tsuya resistendo a malapena dall'abbracciarla. Hayase realizzò che in fondo non si poteva lamentare e rassicurò il suo boss finché gli altri non le raggiunsero.
   
 
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