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Autore: Mia Renard    07/09/2021    2 recensioni
Castiel deve applicare un registratore cardiaco.
Dean è un ottimo medico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Hurt comfort Advent Calendar.
Autore; Lamia Valentini Parola chiave : sul cuore.
Fandom: Supernatural (Destiel).


Mi chiamo Castiel Novak All’età di 21 anni mi è stato diagnosticata la Miotonia di Steiner: una malattia rara ( colpisce da 1 a 5 persone su 10000), genetica, autosomica dominante. E’ caratterizzata da una perdita di forza progressiva, causata dalle degenerazione delle cellule muscolari ( distrofia) associata ad una rigidità muscolare con difficoltà nel rilasciamento dei muscoli ( miotonia) Nel mio caso è di tipo 2, e quindi associata a cataratta, endocrinopatie, disturbi del sonno ma soprattutto aritmie e disturbi della conduzione cardiaca. Ed è per quest’ ultimo aspetto che ora sono qui, ricoverato in ospedale. In attesa che mi impiantino sotto pelle, nel petto, vicino al cuore, un Loop Recorder. Il mio cardiologo ha ritenuto opportuno mettere questo registratore cardiaco, per monitorare l’attività del mio cuore 24 ore al giorno, in modo da avere tutti i dati in tempo reale. Necessario per vedere se e quando, primo o poi, sarà necessario un pacemaker. Spero vivamente il più tardi possibile
. Mi hanno fatto indossare il camicino della sala operatoria, sotto sono nudo come un verme. Non mi sono mai sentito così ridicolo in vita mia. Inoltre mi hanno fatto un male terrificante nell’inserire l’ago per una possibile flebo. In realtà non vedo il motivo di bucare, se poi non sono sicuri che l’ingresso venoso sia necessario
. Sono le 13:00 passate quando vengono a prendermi per l’intervento. Il problema è che mi avevano inizialmente detto che avremmo fatto tutto in mattinata. Ma, ovviamente così non è stato e mi toccherà stare qui anche una notte, in osservazione. Mi fanno sdraiare su una barella e mi infilano una cuffietta ancora più stupida del camicino che già mi ridicolizza.
Quando esco dalla stanza noto tutti gli sguardi, delle persone in corridoio, su di me. E’ fantastico quanto i visitatori trovino interessante una persona in barella. Mi fissano con sguardo di pietà. Non so se mettermi a ridere o a piangere. Non mi piace sentirmi un fenomeno da baraccone. Come quella volta che, durante il precedente ricovero,necessario per una sessione di fisioterapia durata un mese, mi avevano fatto camminare in corridoio, davanti a 50 ragazzi che stavano facendo lì l’università a giocare a “ indovina perché il soggetto è in un reparto per motulesi gravi.” Vengo portato al piano -1, dove si trovano le sale operatorie, Mi sono sempre chiesto il perché siano sempre nel seminterrato. Forse è la stessa curiosità che ha inspirato parecchi film dell’orrore
. Mi mettono in attesa in una sala dove individuo altre cinque persone, tutte sdraiati sulle barelle e coperti dai piedi alla gola con un lenzuolino verde, come quello che hanno messo addosso a me. A quanto pare veniamo operati in serie. Prendo un paio di respiri profondi e mi consolo col pensiero che, dal momento che siamo in tanti e ci tengono tutti qui, il tagliuzzamento sarà sicuramente una cosa veloce. Dopo 30 minuti buoni,qualcuno si ricorda della mia esistenza. Oltrepassa il separeo un ragazzo con indosso la divisa blu da chirurgo, cuffietta in testa e bavaglio legato al collo. Io sono incavolato nero per l'attesa e lo guardo solo con la coda dell'occhio, con espressione ostile.
-Buongiorno- esordisce lui in tono cordiale
. -Che ci trovo di buono?- penso io, senza rispondere. -Castiel, vero?- dice prendono la cartella appesa al mio letto. -Si- bofonchio pensando : -Non sai leggere?E ti lasciano tagliuzzare dei pazienti.-
-Io sono Dean. Mi occupo io di te. Che ne dici di applicare uno strepitoso Loop?-
-Non me ne può fregare di meno di chi tu sia e te lo puoi mettere dove dico io il Loop, ma dal momento che non ho scelta, cerchiamo per lo meno di fare in fretta, almeno potrete dimettermi e potrò tornarmene a casa. E chi accidenti ti ha dato il permesso di darmi del tu?- formula di nuovo la mia mente mentre bofonchio un altro: -.Si.-
 -Non devi preoccuparti. Si e no ci metteremo dieci minuti, la ferita guarirà in un paio di giorni perché faremo un taglietto molto piccolo e poi non ti accorgerai nemmeno di avere indosso questo registratore. Inoltre sarà del tutto invisibile- ci tiene a precisare il medico.
Il suo tono è rassicurante. Ed io, mi secca ammetterlo, ma ho abbastanza paura. E' vero che è una cosa da niente e ci sono infiniti interventi peggiori, ma finire in sala operatoria non è che sia esattamente la situazione più tranquilla del mondo. Ed è un dato di fatto che il lato umano dei dottori sia molto spesso ben nascosto. Ma questa persona sta comunque tentando di rassicurarmi. E adesso comincia a spiegarmi come si svolgerà il tutto, in modo che io sappia cosa aspettarmi. Non è il mio primo intervento, ho anche subito diversi esami invasivi e nessuno, tra specialisti e medici che ho avuto il dispiacere di incontrare, è mai stato così educato nei miei confronti. Inoltre, solo adesso mi accorgo che lui tiene una mano sul mio braccio, come per infondermi fiducia. Quindi, mentre lo sento concludere tutte le delucidazioni con
:-...al massimo domani mattina sarai fuori. Certo, non è opportuno che tu faccia movimenti bruschi o sforzi eccessivi i primi giorni, altrimenti farai saltare i punti, ma ti posso assicurare che ne uscirai più che bene. Hai domande?-
Mi costringo a girarmi finalmente verso di lui per guardarlo in faccia. Per un attimo smetto di respirare, senza volerlo: accanto a me c'è il ragazzo più bello che abbia mai visto. No, bello è una parola riduttiva. E' invece molto affascinante, perfetto. Io avevo sempre creduto che solo gli angeli potessero avere un aspetto del genere: i tratti del viso sembrano levigati nell'avorio, il taglio e il color verde degli occhi sembrano qualcosa di magico e soprannaturale, il sorriso bianco e rassicurante tra quelle labbra che assaggerei volentieri e, sotto la divisa da medico, riesco ad immaginare un fisico asciutto ma comunque non privo di una muscolatura ben definita. Io farei carte false per avere un fisico del genere ma i miei muscoli non mi hanno mai dato la possibilità di fare un allenamento mirato per ottenere tali risultati. -Castiel?- sento chiedere. E subito torno alle realtà, tentando di allontanare la mente dall'aspetto del mio angelo
.-No, nessuna domanda- dico con voce più chiara e decisa, rispetto ai mezzo sillabi che avevo borbottato in precedenza, per mantenere un atteggiamento distaccato ed ostile. -Hai bisogno di andare in bagno, prima di procedere?- Ecco, le domande imbarazzanti che questa gente è abituata a fare. L'infermiera al momento del ricovero, si era addirittura offerta di aiutarmi. Per fortuna sono ancora in grado di fare pipì da solo, senza assistenza medica. Va bene che ho difficoltà motorie ma tengo alla mia privacy, almeno in bagno
. -No, sono a posto- rispondo semplicemente. Dean prende la barella e mi spinge fino in sala operatoria. -Riesci a trascinarti dalla barella al lettino?- mi chiede mentre leva il lenzuolo ed io rimango lì steso, con addosso solo quello stupido grembiule che ti allacciano, nemmeno con cura, sulla schiena, ogni volta che vieni ricoverato, in modo che tu venga denudato con facilità durante gli esami. Con fatica mi porto verso sinistra ed arrivo al lettino. Ovviamente il camicino si sposta del tutto nel movimento, scoprendomi fino all'inguine. Non mi sono mai sentito così imbarazzato tanto in vita mia. Vorrei sprofondare. Sono qui con un medico a dir poco bellissimo, con una stupida cuffietta da rimbambito sulla testa e uno straccio addosso che non lascia nulla all'immaginazione. Inoltre devo avere un'espressione non del tutto intelligente, considerato il fatto che sono terrorizzato perché stanno per tagliuzzarmi. E' vero, sono stato già bucato e tagliuzzato parecchie volte in passato, ma non ci si abitua mai ad esperienze del genere. Dean, senza fare una piega, me lo risistema sulle gambe e poi mi chiede di sollevare il busto, per slacciarlo ad abbassarlo leggermente, lasciandomi a torso nudo. Poi mi mette addosso un altro lenzuolo, con una finestra all'altezza del mio pettorale sinistro, mi fa sdraiare di nuovo, allungandolo poi su un sostegno che mi sistema sopra al collo, in modo che io non possa giustamente vedere nulla di quello che sto per subire
. -Lo so, si gela qui dentro. Ce la fai resistere un po' Castiel?- Continua a chiamarmi per nome. Vuole mettermi a mio agio e tenermi tranquillo. Cerca di installare una sorta di confidenza. Lo so che è solo il suo mestiere ma la cosa mi piace.
-Cas- gli suggerisco. -Cosa?- -Gli amici mi chiamano Cas. E' un diminutivo.-
Dean sorride. Santo cielo, non mi stancherei mai di guardarlo sorridere. Riesce a fare risplendere gli occhi di ancora più luce. -D'accordo allora...Cas. Sei pronto? Senti troppo freddo?- -No,,,Dean- azzardo anche io di chiamarlo per nome. -Posso resistere.- Lo osservo mentre si infila il camice sterile della sala operatoria, i guanti ed allaccia il bavaglio chirurgico dietro la testa. Considero tra me e me che adesso, tutto così bardato, il suo sguardo sembra ancora più verde.
-Adesso ti consiglio di girare la testa dall'altra parte perché questo disinfettante puzza terribilmente.
Obbedisco e sento come uno spennellare freddo sulla parte di pelle esposta
. -Adesso sentirai pungere un po'.- aggiunge lui un secondo dopo.- Magari l'anestetico brucia un pochino ma passa subito.-
Stringo i denti quando sento l'ago fare pressione. Ho sempre odiato gli spilloni.
-Adesso ancora un piccola puntura- annuncia, ed ecco arrivare la seconda fitta.
Considero che il piccolissimo e insignificante aspetto positivo del dolore è che mi aiuta a distrarmi dal pensiero di essere praticamente nudo accanto ad un ragazzo che, detto tra i denti, mi farei volentieri
. -Cas, adesso, se preferisci, possiamo attendere un minuto, perché devo farti ancora una terza iniezione ma, dal momento che l'anestetico comincia a fare effetto, la sentirai quasi per niente, ok?-
-Ok, grazie- mi sento in dovere di dire. Infatti, quando arriva la terza iniezione, il male risulta attenuato. -Tutto bene, Cas?- -Si, tutto bene, Dean?- lo rassicuro,sperando che il peggio sia passato. Da un lato mi sento coccolato. Non mi era mai capitato di essere trattato con una tale gentilezza durante un intervento. Nessuno, in sala operatoria, mi aveva mai chiesto come stavo o se andava tutto bene. E' vero che era un intervento un po' invasivo ma, confronto ad altro che ho sopportato, una cosa da niente. Eppure questo ragazzo fa di tutto per rendermi la cosa il meno fastidiosa possibile, mi rassicura di continuo. Si è addirittura presentato col suo nome. Semplicemente Dean. Non il Dott X,Y
. -Lo senti questo? -lo sento chiedere mentre sento graffiare leggermente sul petto. -Un po' si.- Lui lascia passare ancora qualche attimo e poi riprende : -Ora?- -Ora no.-
Lo sento allontanarsi un momento e poi tornare, probabilmente con i suoi ferri, perché li appoggia sul lettino accanto al mio orecchio e li sento tintinnare tra loro. -Adesso sentirai un po' tirare. Tu resta girato da quella parte e non ti preoccupare di nulla. Cerca solo di stare più immobile possibile. D'accordo, Cas?-
--Si.-
-Adesso creiamo una taschina comoda per applicare bene il Loop, in modo che non si veda nemmeno. Ecco qua. Perfetto. Adesso inseriamo il registratore...- Mi accorgo che Dean si allontana di nuovo e scarta qualcosa. Torna un secondo dopo
. -Adesso sentirai un po' spingere. Sono io che inserisco il dispositivo. Tu non ti preoccupare di nulla. Resta fermo...fatto. Non ci resta che chiudere.-
Mi rilasso un po'. E' fatta.
-Ecco qui. Solo 5 punti, è una piccola ferita. Magari tireranno un po' i primi due giorni ma tra una decina potrai levarli. Cerca comunque di non bagnare la medicazione. - si raccomanda, posizionando un voluminoso cerotto. -Ora,aspetta qui un momento che controlliamo se funziona-
. Lo guardo mentre si leva i guanti e slega il bavaglio. E ancora mi stupisco di quanto sia bello il suo viso. Mi mostra lo schermo di un tablet che ha preso da un tavolo sul fondo della sala e con il suo fantastico sorriso esclama:
- Guarda qui, ti presento il signor cuore e la sua frequenza.- Poi riprende il tablet e mente lo tiene su un lato del lettino, lo sento appoggiare una mano sul mio cuore. Mi stupisco di questo gesto così intimo, affettuoso e naturale da parte sua. -Lo senti?- mormora. -Perfettamente sincronizzato e io lo posso ascoltare da qui.-
Sorrido. Fa sembrare un marchingegno sanitario una cosa poetica, e intanto assaporo il suo tocco caldo esattamente all'altezza del cuore. Purtroppo, dopo un minuto, la magia si interrompe. O almeno, il minuscolo lasso di tempo che a me era apparso magico.
Lui mi fa tornare sulla barella e mi porta ancora nella saletta dove avevo atteso, prima dell'intervento. -Devo spiegarti come collegare il Loop a questo ricevitore, che dovrai tenere sul comodino nella tua camera da letto.-
Ma purtroppo non sento nulla di quello che dice. Ha tolto il bavaglio della sala operatoria e, adesso che riesco a rivedere il suo viso per intero, ne rimango di nuovo incantato. -...comunque se non hai dolori e la ferita si sistema in fretta, potrebbero dimetterti già stasera. Devi solo tornare per farti levare i punti.- conclude. -Tutto chiaro?-
-Si- gli rispondo semplicemente io, anche se non ho ascoltato nulla. Non so, attaccherò la spina del ricevitore e poi vedremo che succede. Fortunatamente aggiunge:
-Se dovessi avere problemi puoi telefonare e chiedere di me. Di solito seguo sempre io i miei pazienti e sono il mago del Loop Recorder.-
 -Lo farò. Grazie, Dean- dico io, pronunciando volutamente il suo nome, come se, chiamarci per nome, ci regalasse un po' più di confidenza, una specie di piccolo contatto che, per me( lo ammetto con una fitta di dolore,perché molto probabilmente non è così per lui) è davvero speciale. E' vero che mi ha tagliuzzato ed applicato un registratore sotto pelle, è così sono automaticamente diventato suo paziente, ma chissà quanti registratori applicherà ogni giorno. Qui veniamo tagliuzzati in sequenza, ed io sono uno dei tanti.
Purtroppo, mentre ancora rifletto su questo dato di fatto, arriva l'infermiere per riportarmi in reparto. Mentre spingono la mia barella lungo il corridoio, allontanandomi dal mio angelo, sento un senso di perdita. Mi accorgo con orrore che già Dean mi manca. E' vero che poi, verrò dimesso e dimenticherò questo giornata di degenza, si torna alla quotidianità e tutto passa. Ma riuscirò a non pensare più a lui? E potrò rivederlo quando tornerò a levare i punti? Difficilmente sarà lui perché, delle medicazioni si occupano generalmente gli infermieri. I medici si occupano degli interventi. Mentre mi rimettono a letto, mi gira in testa la solita stupida indecisione che mi assale in questi casi: fare il diavolo a quattro usando la scusa del Loop per rivederlo o cercare di levarselo dalla testa, dal momento che è totalmente uno sconosciuto e ci sono poche possibilità di averlo come fidanzato. Da un lato vorrei lasciarmi andare a questo sentimento, perché è così bello e confortevole che mi da una certa serenità. Dall'altro so che mi porterà solo sofferenza, struggendomi di amore, senza avere alcuna speranza. Passano tre ore. Le ferita brucia ma non ne sono del tutto infastidito. E' un piccolo prezzo da pagare per aver incontrato il ragazzo più bello del mondo. Quando mi portano la cena, mi comunicano che verrò dimesso la mattina dopo, tanto per tenere sotto controllo l'attività cardiaca, perché appena tornato in stanza mi hanno applicato degli elettrodi, collegandoli ad un monitor. Infatti ho passato due ore divertendomi a sentire cambiare il ritmo del bip, ogni volta che pensavo ad esperienze emozionanti per far aumentare la frequenza del battiti. Così ho avuto la prova che gli occhi stupendamente verdi del mio medico e la forma delle sue labbra, sono le due cose che più velocizzavano il suono che proveniva dallo schermo del macchinario accanto a me.
Passano altre due ore, a volte controllo l'orario sul monitor. Le 18:30, le 18: 40, le 19:00... E' in queste situazioni che il tempo sembra sempre dilatarsi all'infinito. Considero il fatto che l'unico modo per trascorre quella notte in fretta e poter finalmente tornare a casa, è tentare di prendere sonno. La tensione per il piccolo intervento mi ha un po' stancato e non ero riuscito a dormire, dopo questo, una volta in stanza, tormentato dal pensiero di Dean. Quindi decido di chiudere gli occhi e tentare di prendere sonno. I bip ritmici sono come un suono che mi porta ad assopirmi, arrivando al dormiveglia.
Vengo riportato improvvisamente alla realtà quando sento un tocco leggero su un braccio. Apro gli occhi di scatto e, dimenticandomi di avere gli elettrodi attaccati al petto, anche se comunque non sarei riuscito nemmeno con la volontà a controllare la mia reazione. I polmoni si svuotano di colpo, come sa avessi preso un pugno dritto nello stomaco, e mio cuore si mette a galoppare grazie allo spettacolo che mi trovo davanti: il ragazzo più attraente del mondo, dagli occhi verdi lucenti e capelli castani, ma questa volta non vestito da medico e quindi non nascosto da camici, mascherine e cuffiette ma con indosso jeans e maglia, col viso scoperto, nel pieno del suo splendore. Il ritmo del bip cambia velocità e lui si giustifica, per prima cosa: -Calmati. Non volevo spaventarti.- Prendo due respiri profondi e cerco di obbedire, solo che purtroppo non posso fingere perché quell'affare non smette di mandare suoni acuti: -No, va tutto bene. Solo, mi hai colto di sorpresa- mento, arrampicandomi sugli specchi, per non fare la figura dell'adolescente col batticuore davanti al ragazzino belloccio di turno
. -Non volevo svegliarti. Ero solo passato a vedere come stai.-
Mi sento lusingato. Si preoccupa di me? Probabilmente è passato a vedere tutti. Rifletto tra me e me che devo smetterla di considerarmi speciale. Sono un paziente come i 200 altri che,sicuramente, ha tagliuzzato oggi.- -Sto bene- gli sorrido. -La ferita brucia solo un po'.-
Dean si avvicina e mi abbassa il camicino da ospedale, scoprendomi il petto, per controllare la medicazione. Mi sento un po' imbarazzato e credo di arrossire, perché mi sento caldo. -Basta Cas. Smetti di reagire da ragazzina in crisi ormonale. Datti un contegno, sei una persona adulta!- Penso maledicendomi
. -Mi sembra vada tutto bene. E' un piccolo taglio ma è normale che bruci un po'. Quindi credo che ti dimetteranno domani mattina presto.-
-Meno male. Mi avevano avvisato che probabilmente avrei dovuto fare una notte. Avevo messo in conto tutto. Anche se, sinceramente, non vedo l'ora di tornare a casa e cucinarmi un piatto di lasagne al forno come si deve. Non avevo fatto colazione ne pranzato, essendo a digiuno per l'intervento. E la cena qui non è stata un granché.-
-Sai cucinare, quindi...-
-Benissimo- affermo con orgoglio. Non ha senso essere modesti. -E poi amo cucinare. Vivo da solo. Sarebbe una tragedia se dovessi mangiare solo roba in scatola.-
-Vivi da solo? Ma hai chi ti viene a prendere, domani?-
-Se mio fratello potesse darmi un passaggio, non mi dispiacerebbe ma credo abbia troppo da fare con il lavoro. Posso benissimo prendere un taxi, al limite.- Passano alcuni attimi di silenzio. Forse entrambi non sappiamo più cosa dire ma non voglio che se ne vada così, dalla mia stanza. Resterei qui da solo, a rimuginare sul fatto di avere preso una cotta pazzesca per il medico. Ma so di essere un paziente. Non può mica restare in contatto con tutti. Poi ha di certo la sua vita. Un fidanzata, una moglie magari...e io sono uno al quale ha applicato il Loop Recorder. Sono pienamente consapevole di tutto questo ma non voglio che se ne vada così. Per fortuna è lui a rompere questo silenzio imbarazzante:
-Senti, non voglio sembrarti invadente o maleducato ma, se vuoi, posso portarti io a casa. Domani non sono di turno ma devo comunque passare di qui a firmare dei documenti. Così ti posso anche aiutare a configurare il ricevitore del Loop ed a collegarlo al ricevitore che hai addosso.-
Non posso credere alle mie orecchie. Mi sta offrendo un passaggio! Lui. Porterà a casa tutti i suoi tagliuzzati o posso sperare di essere speciale? Però forse è troppo. Ma mi conosco. So che se non accetto poi passerò tutta la notte a pentirmene. Non posso sprecare un'occasione tale. Mi piace l'idea di poter passare altro tempo con lui
. -Sei molto gentile ma non voglio esserti di disturbo- è d'obbligo fare un po' di resistenza, anche se si tende ad accettare. Così, per educazione. -E poi non saprei come ringraziarti- dico mentre intanto penso che in realtà saprei perfettamente cosa mi piacerebbe fargli, sogghignando tra me e me.
-Potresti offrirmi un piatto delle tue lasagne. Accetterei volentieri. Se pensi di doverti sdebitare a tutti i costi, ecco trovato il modo. Mi sembra un accordo vantaggioso per entrambi- propone lui.
Mi sento come se mi avesse levato un macigno dal petto. Lo so, non lo conosco nemmeno e so che non è prudente invitare sconosciuti in casa ma Dean è un medico, è una persona per bene, E poi, devo ammettere con me stesso che, nonostante io non voglia, sono pazzo di lui. Non è solo l'aspetto fisico ma per come tratta noi poveri sfigati di salute durante l'intervento, per come si pone nei confronti di una persona che deve affrontare la sala operatoria, per come si interessa anche del lato umano e non solo sanitario di tutta la faccenda. Dopotutto il suo lavoro è aprirci una tasca sottopelle, non cercare di trasmetterci tranquillità. Potrebbe fare il tutto perfettamente non spiccicando un monosillabo, mentre invece cerca di tranquillizzarci in continuazione. Non posso fare a meno di sorridere. Un sorriso sincero e forse fin troppo radioso ma non mi importa. Tanto ormai mi sentivo ormai smascherato a sufficienza
. -Certo. È un buon accordo. Accetto volentieri.- dico inutilmente, perché sospetto che lui avesse già la certezza che non avrei rifiutato.
-Bene.- Lo vedo poi controllare la flebo e lo schermo al quale sono collegato.-Qui mi sembra vada tutto bene. Passo domani per le 9 circa. Controlliamo la ferita, ti firmo le dimissioni e possiamo avviarci. Ah dimenticavo, ti ho portato una cosa.-
Lo vedo tirare fuori dalla borsa un piccolo peluche, grande una spanna. Raffigura un piccolo ippopotamo addormentato.
-Ne teniamo un po' per i bambini ricoverati in reparto ma me ne avanzava uno, oggi- precisa. -Guarda- mi dice mentre lo vedo schiacciare la pancia del pupazzo. L'animaletto comincia a muovere lentamente la testa su è giù, e si sente un leggero russare. Come se fosse profondamente addormentato. -Così ti terrà compagnia e magari ti concilierà il sonno.
- Mi metto a ridere: -E' molto carino. Grazie, Mi aiuterà di sicuro. Poi nessuno mi aveva mai regalato un peluche che simula una bella e profonda dormita.-
-C'è sempre una prima volta- scherza Dean.-Ora è il caso che mi tolga dai piedi, prima che mi caccino. Buonanotte e a domani.-
-A domani.-
Lo guardo uscire e mi riadagio sui cuscini. Mentre tengo il regalo tra le mani, rifletto sul fatto che questo meraviglioso ragazzo mi aveva si applicato un registratore cardiaco accanto al cuore, ma il suo nome l'aveva impresso a fuoco sul cuore.
  
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