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Autore: Batckas    09/09/2021    0 recensioni
Sara, una ragazza di diciannove anni, deve prendere una decisione importante riguardo la sua relazione con il fidanzato Mirko. Accortasi che il sentimento si è ormai appassito, è ben consapevole di cosa deve fare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Noir | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fabio e Pina stanno passeggiando nel parchetto come sono soliti fare dopo il turno di lavoro di lei.
Li avvicino, ma appena Pina vede il mio distintivo afferra la mano di Fabio e si allontana rapidamente dicendo che non vogliono rilasciare dichiarazioni. Mentre si allontanano, però, scorgo Fabio che si guarda alle spalle. È mosso da Pina, ma capisco che vuole parlare con me. Indico i miei piedi e il terreno per fargli capire che mi avrebbe trovato proprio lì quando avrebbe voluto.
Due ore dopo lo vedo in lontananza che mi sta raggiungendo.
“Mi scusi per prima.”, dice.
“Sai perché sono qui. Raccontami.”
La gente ci guarda.
“Andiamo via.”
Saliamo in auto di Fabio.
“È stata Pina.”
“Spiegati meglio.”
“Quando sono stato con Sara… io ero fidanzato con Pina. Siamo finiti a letto dopo una giornata insieme a fare volontariato, cioè… quello era nel pomeriggio perché la sera siamo andati a bere e ci siamo svegliati uno affianco all’altra, la peggiore sbornia della mia vita. Abbiamo chiacchierato, ci siamo fatti dei selfie… dopo il sesso, sa… comunque, avevamo anche deciso di continuare a sentirci. Ma poi Sara ha scoperto che ero fidanzato. Mi ha detto che se non avessi lasciato Pina, prima, lei non avrebbe fatto proprio niente. Mi ha pregato di cancellare i selfie dal telefono e se ne è andata…”
“Convinta che tu avresti lasciato Pina.”
“Sì. Ma io non l’ho lasciata e poi lei si è rimessa con Mirko.”
“Come ha fatto Mirko ad avere le tue foto?”
“Quando è successo tutto, anche Pina ha ricevuto le foto di Sara e…”
“Le foto erano sul tuo smartphone.”
“Sì.”
“Arriva al dunque, come ha fatto Mirko ad avere le tue foto?”
“Pina.”
“E come ha fatto Pina a mandare queste foto che erano sul tuo cellulare?”
Silenzio.
“Le ha scoperte e…”
“Smettila di raccontare cazzate.”
“Sto dicendo la verità.”
Nel volto di Fabio leggo assoggettamento, senso di colpa e codardia.
“Sara ti ha contattato i giorni prima di morire?”
“No.”
“Sai per caso se ha contattato Pina o se Pina ha contattato lei?”
“No. Non abbiamo parlato con lei.”
“Va bene…”
Svio la conversazione su domande che non mi interessano, soltanto per non far capire a Fabio che intendo interrogare Pina. Ci salutiamo e lo lascio andare.
Torno in hotel.
“Com’è andata?”, mi domanda Federica.
“Raccontano una marea di cazzate.”, mi distendo sul letto ancora vestito.
“Mi racconti tutto a cena?”
“Che ti va di mangiare?”
“Secondo te?”
“Pizza.”
“Esatto al cento percento, sei davvero bravo come investigatore.”
Andiamo in una pizzeria lì vicina, Federica ordina una pizza diavola con salame piccante, io una bianca con prosciutto cotto. Non parliamo del caso perché c’è troppa gente, non ci mancano le cose di cui chiacchierare. Mi fa bene passare del tempo con lei senza indulgere nelle menzogne che quei ragazzi mi stanno rifilando.
Torniamo in hotel, facciamo l’amore e restiamo nel letto.
Parliamo del caso per una buona oretta.
“Credi che Pina possa fare luce sulla faccenda?”
“Sono tutti coinvolti. E loro sono soltanto la punta dell’iceberg. Vorrei poter condannare tutti coloro che hanno condiviso le foto. Tutti.”
“Ti capisco.”
“Cerchiamo di dormire un po’.”, dico sbadigliando.
“Ti amo.”
“Anche io ti amo.”
“Buonanotte.”
L’indomani intercetto Pina a lavoro. Silenzio le proteste della ragazza dicendole subito che Fabio ha mentito e rischia di essere incriminato per aver testimoniato il falso. Sto mentendo, ma colpisco un nervo scoperto. La ragazza muta immediatamente atteggiamento e diventa più collaborativa.
“Come hai avuto le foto di Sara?”
“Prego!? Quali foto?”
“Fabio sostiene che sia stata tu ad inviare le foto di Sara a Mirko.”
“Cosa…”
Pina strabuzza gli occhi, è una reazione sincera. Si porta una mano al petto, sta avendo un mancamento.
“Quello stronzo! Mi ha detto che Sara ci ha provato con lui! Che si stava facendo compatire per sedurlo… io… gli ho creduto… oh mio Dio…”
Pina si copre la bocca con la mano, vomita in un angolo e scoppia a piangere mentre la consapevolezza di aver potuto contribuire alla morte di una ragazza si fa strada nel suo cervello.
“Credo di dover parlare con Fabio di nuovo.”, dico.
“Non solo lei.”
Siamo nell’ufficio dove lavora Fabio.
“Scusami, Fabio, credo di doverti fare qualche altra domanda.”, esordisco, Pina mi precede e gli tira un ceffone gridandogli contro.
“Come ti sei permesso! Mostro!”, inizia a schiaffeggiarlo, viene fermata da alcuni colleghi del ragazzo.
Lo afferro per un braccio.
“Il tuo castello di bugie è caduto.”
Nel cesso dell’ufficio Fabio ci racconta tutta la verità. Che ha inviato lui le foto per vendicarsi di Sara che non aveva voluto essere la sua amante e che si era invento una storia con Pina per indurla a scriverle il messaggio in cui la minacciava.
Pina ascolta terrorizzata e furiosa.
“Io ti uccido.”, gli dice a denti stretti.
“Come ha fatto Mirko a trovarti?”
“Non lo so, è venuto da me già sapendo la storia di Sara.”
Sono con Federica in hotel.
“Dovrò parlare con Martina Franco. Non viene mai menzionata da Sara. Come faceva a sapere tutto di lei?”, ragiono ad alta voce.
“Ho trovato una cosa.”, Federica richiama la mia attenzione. “Sara era su questo forum… scriveva un po’ di tutto… anzi leggi qui.”
“Rendeva storie fantasy ciò che le succedeva nella vita reale.”
“Esatto. Vedi questo post risalente a cinque anni fa, ha raccontato anche della malattia del padre. Tutta la vita di Sara è su questo forum sottoforma di storia inventata. Aveva una mente brillante.”
“Trovato altro?”
Federica mi guarda sottecchi.
“Ma con chi pensi di star parlando?”
Rifletto sulla risposta da darle per non incorrere nella sua ira.
“La migliore?”
“Risposta esatta.”
“Vedi qua.”, mette in evidenza una chat privata.
“A quando risale questa chat?”
“Sette anni.”, l’ultima conversazione è di tre mesi fa.
“Cavolo, Sara ha raccontato tutto a questa persona.”
“Indovina chi è.”
“Martina?”
“Esatto.”
“Ma… la sorella ha detto che lei e Sara si odiavano.”
“Ma Sara non sapeva che era lei. Guarda qui.”
Martina aveva creato un profilo fake con tanto di foto, descrizioni, eventi, tutto per poter spiare la vita di Sara. Si era finta sua amica, aveva guadagnato la sua fiducia, l’aveva sostenuta anche nel periodo difficile della malattia del padre.
“Sapeva tutto su di lei, Sara le ha raccontato anche delle foto, di Fabio, di Simone, tutto. Non sapendo che fosse Martina, si sentiva al sicuro.”
“Dando la possibilità a Martina di rovinarla…”
“Devi proprio parlare con questa tipa.”
Trovo un messaggio di Pina sul cellulare, mi chiede di vederci.
Raggiungo il luogo dell’appuntamento.
La ragazza è in lacrime e disperata. Mi avvicino preoccupato.
“Mi può accompagnare?”
“Dove dobbiamo andare?”
Ci incamminiamo, arriviamo a destinazione.
Busso.
“Signor Guerra?”, mi saluta Giovanni.
“Sua moglie e sua figlia sono in casa? Questa ragazza ha qualcosa da dirvi.”
“Sì, certo, accomodatevi.”, Giovanni ci fa cenno di entrare.
Sostengo Pina ad ogni passo. Non deve essere stato facile trovare il coraggio necessario per una cosa simile. Chiara e Carla arrivano in salotto. Pina non riesce a guardarle in faccia, si tormenta la pellicina delle unghie. Piange. Le metto una mano sulla spalla. Non posso fare altro. Non intendo parlare per lei. Deve andare fino in fondo.
“Io…”, esordisce con un tono di voce basso. La famiglia di Sara è in silenzio. Hanno uno sguardo interrogativo, ma attendono pazienti che Pina trovi la forza. La ragazza cade in ginocchio e vomita fuori le parole che covava nel cuore descrivendo per filo e per segno ciò che è successo tra lei, Fabio e Sara. Chiede perdono, in ginocchio, con il capo sul pavimento, lo bagna di lacrime. È una scena straziante. Carla si commuove, Chiara si alza, va da Pina e la aiuta a rialzarsi. Il padre abbraccia la figlia e la ragazza. Carla si aggiunge a quel gesto. In silenzio esco fuori.
Aspetto fuori Pina e la accompagno a casa. Ha gli occhi rossi. È distrutta, ma leggo nei suoi occhi una pace che non aveva quando era arrivata. 
“Hai fatto la cosa giusta.”, le dico.
“Grazie. Non mi sento bene.”
“È normale.”
“Come posso rimediare?”
“Non puoi. Hai fatto il tuo massimo, chiedere perdono per il tuo errore, ma non puoi rimediare, alla morte non c’è rimedio.”
Pina resta in silenzio soffocando le lacrime. Non voglio mentirle. Si è comportata da stupida ed è cascata nelle trame di Fabio senza accorgersi di nulla, o senza volersi accorgere di nulla.
“Posso aiutarla nelle indagini.”, si offre.
“Non mi servi, mi spiace. Hai fatto quello che dovevi, ora lascia fare a me.”
“Mi può tenere aggiornata di cosa scopre?”
“Non credo si possa fare.”
“...”
Il resto della strada lo percorriamo in silenzio. Non ci sono parole da dire, solo un’anima che ha bisogno di guarire, se mai ci riuscirà.
“Se dovrai rivolgerti ad uno specialista, non andare dal dottor Bernardi.”, dico quando scende dall’auto.
Pina annuisce, non capendo bene a cosa mi stia riferendo, saluta e se ne va. La seguo con lo sguardo finché non entra nel portone. Provo compassione per lei.
Spero che Martina possa gettare luce sulla faccenda. Non capisco perché Sara abbia cancellato quei messaggi, ma conservato gli screen. Lo smartphone è stato trovato sul cadavere…
“Ha chiamato?”, mi domanda Martina. Non sa chi sono, l’ho mandata a chiamare dal capo nel fast food in cui lavora.
“Sì, devo farti alcune domande.”, le mostro il distintivo.
Scappa.
Questa è nuova.
La blocco al cancello.
“Dove vai?”, le chiedo.
Mi rendo conto che voglio punzecchiarla.
“Non voglio rispondere a nessuna domanda.”
“Invece devi. Sali in auto.”
“Non devo fare proprio niente.”
“So che sei stata tu a mettere in contatto Mirko, Fabio e Simone.”
Gli occhi di Martina si perdono nel vuoto, cerca una via di fuga.
“Mentono.”
“So che sei tu Valentina Ricci, il profilo fake che hai creato per spiare Sara.”
“Le prove?”
“Ne ho diverse.”
“Io non credo proprio.”
“Cosa pensavi di ottenere?”
Martina capisce di non avere vie di fuga, continua a guardarsi attorno, ma con disperazione.
“Aiuto! Mi sta aggredendo!”, grida. Alzo il distintivo al cielo.
Le persone la ignorano completamente.
“Ma che cazzo…”, commenta lei sottovoce e amaramente.
“La solidarietà non è propria di questa città.”
Martina si arrende.
“Secondo te perché ho creato quel profilo fake?”
“Per spiare Sara.”
“E per conto di chi?”
“Elabora.”
“Mirko mi disse di scoprire qualcosa su Sara perché gli piaceva. Cazzo.”, si sistema i capelli dietro l’orecchio. “Sono patetica. Devi capire che amo Mirko da quando ho dieci anni e lui mi ha sempre ignorata. Quando ho visto l’opportunità di avvicinarmi a lui per Sara, l’ho presa. All’inizio usavo il forum per scoprire cosa le piacesse e cose così per far fare bella figura a Mirko. Quando si sono messi insieme… ho continuato ad usarlo per sapere come andavano le cose tra di loro. Devi capire che se Mirko mi avesse chiesto di tenergli il cazzo mentre Sara glielo succhiava, io avrei anche detto di sì.”
“E quando lo ha lasciato hai deciso di usare le tue informazioni per mettere Sara in cattiva luce.”
“Per vendicarmi di lei, sì, ma… non volevo si uccidesse.”
“Cosa pensavi di ottenere?”
“Volevo umiliarla.”
“Il tuo piano è andato come speravi?”
“Vaffanculo. Quando è morta… Mirko ha detto che era troppo scosso e non voleva… stare con nessuna. Anche da morta la… Sara rovina i miei piani.”
“Sei stata tu a convincere Mirko a diffondere le foto di Sara.”
Martina mi punta un indice contro.
“No! Gli ho solo raccontato di Fabio e Simone!”
“Quindi è stata un’idea unicamente di Mirko?”
“Assolutamente sì.”
Annuisco e annoto sul mio taccuino. Decido di andarmene perché devo un attimo mettere in ordine le idee. Ho tutti i motivi di pensare che Mirko sia il primo responsabile, lui ha messo in giro le foto, anche quelle di Simone e Fabio, ma ancora non mi spiego i messaggi cancellati e gli screen, certo Sara li ha potuti fare per tenere nascosti ad altri quelle chat, ma perché? I genitori sapevano dell’accaduto, ma non sapevano dei messaggi.
A meno che…
Torno subito in hotel. Apro la porta e trovo Federica che mi punta contro un indice inquisitorio.
“C’è qualcosa che non quadra.”, mi dice parlando velocissimamente.
“Riguardo cosa?”
“Sara… il suo suicidio.”
“Forse non è stato un suicidio.”, diciamo insieme.
“Perché hai questi sospetti?”, chiedo.
“I messaggi.”, Federica mi spiega la sua teoria, uguale alla mia.
“Qualcuno ha inscenato la sua morte e ha cancellato i messaggi senza sapere che Sara aveva fatto degli screen caricati sul Drive.”, ragiono ad alta voce.
“Hai letto parte di quei messaggi ai ragazzi, significa che adesso sanno che il loro piano non ha avuto successo.”
“Ho parlato con ciascuno di loro, ma non ho pensato potessero fare tanto, perché ucciderla, poi? Ormai avevano ottenuto quello che volevano.”
“Forse perché li ha minacciati di denuncia.”
“Non so, morendo avrebbe fatto ancora più scalpore…”
Federica mi prende una mano come se stesse per cadere.
“Chiara.”
“Cosa?”
“E se… oddio…”
“A cosa stai pensando?”
“Chiara.”
I pensieri di Federica diventano i miei.
“Cazzo. Devo parlare con lei.”
“Merda…”, bisbiglia Federica non volendo credere alla sua ipotesi. “Siamo stati con lei, noi…”
“Non traiamo conclusioni affrettate. Parlerò con lei. Vediamo che succede.”
   
 
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