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Autore: HoneyNeechan    01/10/2021    0 recensioni
Avevi sempre avuto paura. Paura degli altri, paura di sbagliare nel fare le faccende, paura di parlare.
Forse quella era la tua paura più grande. A nessuno era mai piaciuta la tua voce, così innaturale e decisamente opposta rispetto al tuo gender. Persino ora che eri relativamente al sicuro, insieme alle persone che ti avevano liberato, non riuscivi a parlare. Le tue paure non volevano abbandonarti nemmeno per un secondo, nonostante la tua nuova famiglia facesse di tutto per metterti a tuo agio.
Una persona in particolare non aveva ancora mollato la presa, rispetto agli altri che, una volta capito che non ti saresti lasciato andare avevano deciso di comune accordo di lasciarti in pace e di non darti pressioni: Ace.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Portuguese D. Ace
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Avevi sempre avuto paura. Paura degli altri, paura di sbagliare nel fare le faccende, paura di parlare
Forse quella era la tua paura più grande.
A nessuno era mai piaciuta la tua voce, così innaturale e decisamente opposta rispetto al tuo gender. Persino i tuoi genitori, molto prima di lasciarti ai cacciatori di taglie per bisogno di soldi, ti avevano sempre ripetuto di non parlare, di non lasciare che nemmeno un soffio d'aria lasciasse mai le tue labbra. Ogni qualvolta che disubbidivi venivi preso a botte da tuo padre, fino a quando non imparasti che il silenzio sarebbe stato il tuo più grande alleato.
Persino ora che eri relativamente al sicuro, insieme alle persone che ti avevano liberato, non riuscivi a parlare. Le tue paure non volevano abbandonarti nemmeno per un secondo, nonostante la tua nuova famiglia facesse di tutto per metterti a tuo agio.
Una persona in particolare non aveva ancora mollato la presa, rispetto agli altri che, una volta capito che non ti saresti lasciato andare avevano deciso di comune accordo di lasciarti in pace e di non darti pressioni: Ace.
Nonostante tutti i mesi che ormai erano passati da quando eri entrato a far parte della loro ciurma e della sua divisione, non aveva cessato per un solo giorno di provare a farti parlare.
Ace non era invadente nei suoi modi di fare, anzi, a volte sembrava quasi che nemmeno lo facesse apposta quando provava a farti domande alle quali non potevi semplicemente rispondere annuendo o scrollando le spalle e in quei casi in cui ricorrevi alla gestualità delle tue mani per rispondergli nemmeno mostrava di esserne deluso o offeso. Semplicemente continuava a conversare con te, come se fosse la cosa più naturale del mondo, provando ogni tanto a farti uscire allo scoperto con qualche altra domanda.
Fino ad ora non aveva mai avuto successo, ma non per questo era deciso ad arrendersi; era diventata una specie di sfida per lui, si era capito e sinceramente la cosa ti divertiva anche.
Fino al giorno in cui effettivamente Ace riuscì a vincere le tue difese.
Eravate l'uno accanto all'altro sul letto della sua cabina, tu seduto a gambe incrociate sulla parte alta del letto con la schiena appoggiata sul cuscino messo contro la parete e lui disteso di schiena con la testa su un altro cuscino poggiato sulle tue gambe che ti raccontava una delle sue avventure di quando viveva ancora con suo fratello minore; adorava parlare di lui e di tutto quello che era loro accaduto quando erano piccoli, gli occhi gli si illuminavano di gioia e sul suo viso si dipingeva un sorriso ampio e caldo e quasi contagioso. Tu lo ascoltavi distrattamente, rilassandoti al suono delle sue parole e accarezzandogli piano i capelli (una cosa che lui ti chiedeva continuamente di fare perchè diceva che possedevi delle "mani magiche"), quasi assopendoti. Era stata una giornata abbastanza lunga per te, eravate scesi su quell'isola estiva a fare provviste e per te non c'era stato un attimo di respiro con tutte le cose da fare e da sistemare, per cui adesso che ti stavi rilassando rischiavi davvero di addormentarti.
Ace si accorse che non gli stavi dando molta attenzione soprattutto quando ti chiamó per nome e tu non rispondesti, ormai quasi del tutto addormentato. Fu allora che lui, agendo d'istinto, per riportarti alla realtà allungó una mano e ti solleticó scherzosamente la pianta di un piede.
Preso alla sprovvista e avendo i piedi particolarmente sensibili, non riuscisti a trattenere la risata spontanea che ti uscì dalla bocca, rivelando quella voce che per anni avevi nascosto al mondo intero.
La tua mano volò sulle tue labbra, bloccando qualsiasi altro suono che potesse volervi sfuggire, gli occhi spalancati nella realizzazione di quello che era appena successo.
Anche Ace aveva gli occhi spalancati dallo stupore e ti fissava con la bocca aperta, come se ti vedesse per la prima volta in vita sua.
- Aspetta... ti sei appena messo a ridere? -.
Scuotesti la testa, conitnuando a tenerti le mani sulla bocca, mentre avvertivi il tuo cuore accelerare i battiti; era appena successa la cosa che temevi di più da quando avevi messo piede su quella nave. 
I secondi passavano e lui non parlava.
Cosa sarebbe successo ora?
Ace ti avrebbe deriso? Lo avrebbe detto agli altri? Ti avrebbero evitato, reputandoti strano e anormale? 
O forse peggio... Avrebbero fatto come i tuoi genitori...
- Cioè... soffri il solletico e non me lo hai mai detto?? -
...
Cosa?
Eri decisamente confuso. Di tutte le cose che ti saresti potuto aspettare di sentire questa era decisamente la più inaspettata .
Ace nel frattempo si era sollevato dalla sua posizione distesa e ora torreggiava su di te con un sorriso che andava da un'orecchio all'altro e gli occhi che gli brillavano di una luce maliziosa e davvero poco rassicurante.
- Oh-oh, adesso ci divertiamo! -, rise, prendendo il cuscino che avevi in grembo e lanciandolo via, togliendoti così anche quella minima protezione e affondando le dita nei tuoi fianchi, cominciando a farti velocemente il solletico.
Serrasti gli occhi premendo ancora di più una mano sulla tua bocca, cercando di fermare le risate che già stavano prepotentemente provando ad uscire, mentre con l'altra tentavi di fermare Ace che continuava a pizzicarti la pelle sensibile dei fianchi e della pancia con la speranza di riuscire a farti ridere di nuovo.
- Coraggio lasciati andare! Ridi! Voglio sentire la tua voce! Ghiri-ghiri-ghiri!! -
Quelle parole, insieme al fatto che Ace, senza alcun preavviso, ti avesse afferrato per i piedi e avesse cominciato a farti il solletico anche li, furono la goccia che fece traboccare il vaso.
- Nohoho!! Ace smettilahahah!!! -, non ti importava che lui (o qualcun altro dato il volume delle tue risate) sentisse quanto era strana la tua voce; sotto i piedi il solletico non lo sopportavi proprio e cercasti in tutti i modi di scalciare e di liberarti dalla presa del moro, che continuava a solleticarti con un sorrisetto soddisfatto sul viso.
- Ace! Ace peheher favoreheheh!! -
- Oh, qual è il problema? Non ti stai divertendo? -
- Nonononono!! -
- Peccato, perchè non ho la minima intenzione di smettere subito. A meno che... tu non accetti di parlare più spesso -, propose Ace, fermando finalmente quelle sue malefiche dita, dandoti così la possibilità di riprendere fiato e di rispondergli.
Sgranasti gli occhi incredulo a quella richiesta, confuso soprattutto dal fatto che Ace ti stava sorridendo con tranquillità, il che doveva significare che non era arrabbiato con te o che ti stesse prendendo in giro.
- Ma... La mia voce non ti sembra strana? -, desti voce ai toui pensieri quasi in un sussurro, il timore di aver mal interpretato i suoi segnali sempre presente in te.
- Perchè, dovrebbe? -, chiese lui, avvicinandosi nuovamente a te e sedendosi al tuo fianco sul letto, mettendoti un braccio intorno alle spalle, - Devo ammetterlo, all'inizio mi ha sorpreso. Ma hey, chi sono io per giudicare? -, ti strinse un pò più vicino a sè in un gesto fraterno, - E non ti preoccupare per gli altri della ciurma. Nessuno di noi ti giudicherà mai. Come dice sempre il Babbo "Siamo tutti figli del mare". Ti vogliono tutti bene, è indifferente che voce o aspetto tu abbia. E se proprio qualcuno dovesse dirti qualcosa, se la vedrà con me! -.
Lasciasti andare un sospiro di sollievo, rendendoti conto che avevi trattenuto il fiato fino a quel momento. Le parole di Ace ti avevano molto rincuorato; non sarebbe stato facile superare la paura, ma la sua promessa ti aveva restituito un poco di quel coraggio che ti era mancato durante quegli anni di totale silenzio.
Ace, rendendosi finalmente conto di averti rassicurato, si riposizionò accanto a te, allungando una mano per arruffarti i capelli, prima di chiuderti in un caldo abbraccio, - Avanti, adesso è meglio che ci riposiamo. Stasera ti porterò ad esplorare l'isola. A quanto ho sentito stanno organizzando una qualche specie di festival -.
Annuisti leggermente, prima di sobbalzare sentendoti pizzicare nuovamente il fianco.
- Da adesso in poi voglio sentire la tua voce, altrimenti ricomincio a farti il solletico, chiaro? -, gli intimò scherzosamente il ragazzo, dandoti altri due pizzicotti per meglio inculcarti il messaggio nel cervello.
- Okok va bene! -.
Da quel momento in poi, non passò giorno in cui tu ed Ace non parlavate, e ben presto grazie al suo aiuto riuscisti ad aprirti piano piano anche con il resto della ciurma, che, come Ace aveva predetto, accolse quel tuo aspetto di te a braccia aperte.
Soprattutto quando poi uno di loro in particolare non venne a scoprire il tuo solleticante segreto.
Ma questa è una storia per un'altra volta...
   
 
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