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Autore: ChiiCat92    08/10/2021    1 recensioni
[...] "Xue Yang lo odiava.
E lo odiava anche la persona che l’aveva pagato per ucciderlo. Anche se, a ben pensarci, l’avrebbe fatto comunque, pur senza la tasca appesantita dalle monete d’oro.
Cinquanta pezzi per la vita del principe: un buon affare." [...]
Questa storia partecipa al Writober indetto da FanWriter, prompt "Fantasy!AU", lista pumpFIC
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Xiao XingChen, Xue Yang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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05/10/2021

 

L’assassino e il principe

 

Saltò da un’ombra all’altra, silenzioso, ogni passo pesato, calcolato.  

Non poteva rischiare di essere scoperto. 

La luna era un cerchio nero nel cielo buio, trapunto di stelle che occhieggiavano flebili contro il tessuto blu scuro: la notte ideale per intrufolarsi nel castello.

Le guardie erano disattente, come sempre. Avrebbe anche potuto non prendersi la briga di aspettare una notte di luna nuova per tentare il colpo, se fosse entrato in pieno giorno annunciandosi con uno squillo di trombe sarebbe stato lo stesso.

D’altronde, chi avrebbe mai potuto attentare alla vita dei reali? Erano ben voluti, amati, benevoli, una colata di miele e oro su tutta la popolazione. 

Con loro il regno era rifiorito, i poveri erano diventati meno poveri, gli affamati meno affamati. 

Oh certo, il livore, la guerriglia, le rivolte c’erano ancora, così come c’era lo scontento, ma era tutto ben sepolto sotto il candore placido del sorriso del principe ereditario. 

Xue Yang lo odiava.

E lo odiava anche la persona che l’aveva pagato per ucciderlo. Anche se, a ben pensarci, l’avrebbe fatto comunque, pur senza la tasca appesantita dalle monete d’oro.

Cinquanta pezzi per la vita del principe: un buon affare. 

Xue Yang scivolò dietro l’angolo appena prima che una guardia venisse nella sua direzione, a passo strascicato, sbadigliando. Avrebbe potuto vedere lo svolazzare del suo mantello nero se fosse stato più attento, invece colse solo ombre e vuoto dove per un istante c’era stato lui. 

Era anche troppo facile, non c’era gusto. 

Si trovava sotto la finestra della stanza del principe. I mattoni erano scolpiti grossolanamente, tra l’uno e l’altro la calce si era sgretolata e permetteva di infilarci la punta dello stivale. Aveva portato con sé corda e rampino per arrampicarsi, ma la scalata era anche più semplice del previsto. 

Puntellò i piedi nelle fessure tra i mattoni e cominciò a salire, rapido. Il cuore accelerò i battiti solo per un attimo, quando da sotto avvertì il chiacchiericcio delle guardie, per poi rallentare quando si rese conto che erano stati portati a lui dal vento: erano lontani, e il buio lo copriva ancora.

Dalla stanza del principe provenivano luci danzanti, doveva aver lasciato accesi i lumi. 

Odore di ricchezza e ostentazione spirava da ogni cosa in quella stanza. Xue Yang rimase aggrappato al davanzale quanto bastava per sbirciare dentro.

Era la prima volta che si trovava al castello, e non avrebbe potuto immaginare un momento migliore di quello per esserci.

Poi il suo sguardo cadde sul principe. 

Dava le spalle alla finestra, come se si fidasse di ogni cosa, persino della notte, e chino sullo scrittorio raspava la carta con una penna d’oca. 

L’abito bianco che fasciava il suo corpo era immacolato come neve, i capelli neri erano liberi di ondeggiare sulla schiena, lunghi e morbidi come seta. Xue Yang riusciva a scorgere solo parte del suo viso, il profilo, il naso, la linea rotonda delle guance, le labbra, il collo sottile su cui si vedeva il pulsare della vita.

Avvertì il chiaro desiderio di affondare la lama del pugnale in quel collo, vederlo agonizzare e versare un fiotto di sangue sull’abito bianco.

La morte perfetta per una creatura perfetta: annegare nel suo stesso sangue. 

Xue Yang fu rapido a issarsi oltre il davanzale e sgusciare dentro la stanza. Usò le ombre per nascondersi mentre una mano sfoderava il pugnale.

Il principe non era neanche armato, e probabilmente non c’erano guardie alla porta, perché il principe era così schifosamente al sicuro nella sua torre d’avorio, circondato da broccato e velluto. 

I piedi sul pavimento non facevano rumore, il passo ammorbidito da folti tappeti. 

Ci sarebbe voluto solo un attimo. Soldi facili che aveva già speso, sangue che aveva già lavato.

Sollevò il pugnale per colpire...e il principe si volse verso di lui.

Il suo viso era lontano dalle sofferenze terrene, come quello di una creatura divina; gli occhi, di un castano chiaro impreziosito da polvere d’oro, pozze chete in cui indugiare; le labbra rese esangui dalla consapevolezza non tremavano, ma erano schiuse forse per emettere un verso di sorpresa. 

Urlerà, chiamerà le guardie, uccidilo! 

Ma la mano di Xue Yang era immobile, imbrigliata nella neve calda di quello sguardo. 

Il principe, però, non gridò, non chiamò aiuto, l’unica cosa che fece fu alzarsi. Era alto e magnifico nel suo abito bianco (probabilmente un abito da camera, niente di speciale eppure un solo metro di quella stoffa costava ben più di quanto potesse permettersi un contadino). Piccole macchie nere erano sulla punta delle dita dove scrivendo si era sporcato con l’inchiostro, Xue Yang le vide chiaramente mentre apriva le braccia, come esponendo il petto: si stava arrendendo.

Avrebbe potuto ucciderlo, un semplice, veloce fendente, uno squarcio aperto sul suo petto, il cuore trapassato da parte a parte: proprio come aveva previsto.

Ma non era quello che voleva.

Xue Yang voleva una sfida, voleva rigirarsi le monete d’oro della ricompensa sentendo il sangue del principe insozzarle, voleva che urlasse, che si dibattesse. Che gli offrisse una sfida, che l’odio riempisse i suoi occhi.

Così era come uccidere un agnello su di un altare sacrificale. Il popolo l’avrebbe amato solo di più, l’avrebbe reso un martire. 

Il candido principe morto per mano di un fetido assassino durante una notte di luna nuova. 

No. Così no. 

Lentamente, Xue Yang ritrasse la lama, rinfoderandola. Il principe, di contro, abbassò le braccia.

Si studiarono, occhi negli occhi. Il volto di Xue Yang era coperto dal cappuccio, l’impressione che non avesse lineamenti era frutto del buio e di un filtro che aveva comprato da uno stregone. 

Il principe stava sicuramente impazzendo nel cercare di capire chi lo volesse morto, chi avesse mandato il sicario, e chi lui fosse. 

Ma quella notte non avrebbe appreso di più su di lui se non che aveva risparmiato la sua vita. 

Xue Yang si fece indietro senza smettere di guardare il principe.

Calcolò di avere forse qualche minuto una volta saltato fuori dalla finestra. Il principe, a quel punto, avrebbe allertato le guardie.

Il buio era ancora a suo favore, così come velocità, esperienza e fortuna. Il tempo, invece, non era dalla sua. 

Si permise, però, di sorridere. 

« Ci vedremo ancora, Xiao Xingchen. » 

Gli rivolse un inchino, poi si gettò all’indietro.

Xiao Xingchen ebbe solo il tempo di spingersi verso il davanzale. Quando si sporse per cercare l’ombra scura del suo sicario tutto quello che vide fu il buio di una notte senza luna.

« Guardie! » urlò, correndo alla porta.

Era sopravvissuto a quella notte, ma alla successiva? 



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The Corner 

Sento che questa storia non ha lo stesso tenore delle altre. Tutto sommato non è che succeda niente di entusiasmante, descrive solo una situazione. Purtroppo con il Writober si rischia questo, un calo di prestazioni dovendo sforzare una storia al giorno per 31 giorni...per di più oggi è il mio compleanno quindi...mi sento giustificata per una volta.
Ho trovato comunque carina l'idea, e l'ho lasciata fluire. Una storia può essere godibile anche se non racconta di grandi avventure, no? 

Chii
   
 
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