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Autore: Briciola scrive    15/10/2021    0 recensioni
Tutti mi dicevano che mi avrebbe fatto soffrire ed io a dire che si sbagliavano e che mi amava.
Io di lui mi ero innamorata dei suoi occhi azzurri, che per me erano come un oceano dove sarei potuta annegare, forse però avrei dovuto dar ascolto alle persone che mi amavano; da quando eravamo andati a convincere lentamente era cambiato, inizialmente non ci facevo nemmeno caso, anzi mi piaceva che mi venisse a prendere a lavoro o fuori da scuola di danza ma ultimamente era diventato possessivo e non potevo far un passo senza dire dove andare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Pensieri di Alice'
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Tutti mi dicevano che mi avrebbe fatto soffrire ed io a dire che si sbagliavano e che mi amava.

Io di lui mi ero innamorata dei suoi occhi azzurri, che per me erano come un oceano dove sarei  potuta annegare, forse però avrei dovuto dar ascolto alle persone che mi amavano; da quando eravamo andati a convincere lentamente era cambiato, inizialmente non ci facevo nemmeno caso, anzi mi piaceva che mi venisse a prendere a lavoro o fuori da scuola di danza ma ultimamente era diventato possessivo e non potevo far un passo senza dire dove andare.

Quel pomeriggio ero indaffarata a prepararmi per gli allenamenti , giravo per casa con i leggins neri e una maglietta bianca a maniche corte che arriva fin sopra le ginocchia alla ricerca dell’elastico per i capelli.

In quel momento notai  Brad, appena uscito dal bagno con solo i jeans e i capelli biondi bagnati.

“A che ora finisci?”

Sbuffai soffiando il ciuffo ribelle, mi ero scordata che quella sera c’era il compleanno di una delle mie amiche:

“Dovremmo finire per le 19.30” presi una piccola pausa “e poi andiamo a mangiare fuori, è il compleanno di Sharon” spiegai frettolosamente.

“E me lo dici ora che va a cena fuori? Praticamente stai via tutto il giorno!”

Mi voltai a guardarlo, stava scherzando?!?

“Stai scherzando? Tu quando vai a calcetto e va a bere una birra con i ragazzi devo stare zitta! Ed io che esco una volta devo darti spiegazione?!?” presi una piccola pausa “E poi scusami ma l’ho saputo solo ora”

Afferrai le chiavi della macchina, le sue successive parole mi fecero cadere il borsone a terra:

“Non alzare la voce! E comunque vai! Fai come ti pare!”

“Ti odio quando fai così!” era capace di fami sentire in colpa, bastava poco.

“Se mi devi far sentire in colpa ci riesci benissimo.”

Esclamai mentre lui tornò in bagno sbattendo la porta facendomi saltare.

“Vaffanculo!” Uscii di casa.

Durante gli allenamenti e la serata non ci stavo con la testa, ero pensierosa,  provai a chiamarlo e a mandargli un messaggio, ma  come sospettavo, non ricevetti nessuna risposta.


Verso le 22:00 che ero quasi a casa ricevetti un suo messaggio.

“Dove sei?”
“A casa e tu?”
“A casa”

Sapevo cosa mi aspettava: un’altra infuriata, quando entrai in casa lo trovai seduto sul divano, non riuscivo a decifrare la sua espressione, lasciai le chiavi sulla mensola “odio litigare con te” dissi andandomi a sedere sul divano.


Presi una bella boccata d’aria.

Ero consapevole, dovevamo farci aiutare se volevo salvare il nostro rapporto.

“Dobbiamo parlare” dissi in un sussurro

“Di cosa dobbiamo parlare? Sentiamo.”

Forse era meglio cambiare discorso.

“Di nulla...!”

Speravo che bastasse ed invece mi sbagliavo.

“No…no dillo quello che pensi, avanti!” si alzò passandosi le mani tra i capelli.

“Le tue amiche cosa ti hanno in messo in testa? Sentiamo! Sono davvero curioso!”

Mi morsi il labbro inferiore.

“Non c’entrano le ragazze, lasciale fuori da questo discorso!” presi una pausa “Forse è una sciocchezza…credo che sia il caso di farci aiutare da qualcuno”

Speravo che non mi avesse sentito.

Rise in modo sarcastico.
“Faci aiutare?”  iniziò a camminare avanti ed indietro.

“Vuoi andare da uno strizzacervelli? Assurdo!”

“Forse perché mi manca quel ragazzo di cui mi ero innamorata sei anni fa!” esclamai con le lacrime agli occhi, mi alzai.
“Vado a letto.”


“No!”
Mi prese il polso stringendomi, guardai la presa e guardai lui con le lacrime agli occhi.

“Io mi fido di te, non mi fido della gente, impazzisco all’idea che possano anche solo guardarti”

“Che diamine è successo? Dov’è il ragazzo  di cui mi ero innamorata?”

Se un momento prima pensavo che le acque si fossero calmate ora ammetto che ero spaventata, mi trovai senza rendermene conto contro il muro.
“ERI!?”

Non so come trovai il coraggio di dire.

“Prima bastava uno sguardo per tranquillizzarmi…mi piaceva quando mi venivi a prendere all’uscita della scuola di danza o altro” e non so come scivolai dalla sua presa e corsi in camera dove mi lasciai scivolare con la schiena lungo la porta.

Rimasi li a terra per minuti, prima di alzar lo sguardo  notai la foto del nostro primo bacio, scossi la testa, sapevo che stavo sbagliando, lasciai la collana che mi aveva regalato sul tavolo SMS

“Vado  a dormire dai miei”

Ammetto speravo che entrasse  da quella porta e mi fermasse, ma niente.

Era davvero finita così?

La mattina successiva tornai a casa a prendere il cambio, avrei passato una settimana dai miei, avevo bisogno di una pausa, anzi avevamo entrambi di una pausa, stavo sistemando delle magliette nella borsa di danza quando sentii il suo sguardo, lentamente alzai il mio verso il suo.

“Io…tu…dove sei stato?”

Ammetto che tremavo.

“In giro…stai…te ne vai?”

La sua domanda mi colpì lo stomaco come se fosse un pugno.

“Dimmi tu cosa fare…dammi un motivo per non farlo”

Lo guardai stringere i denti, rimasi ferma.

“Mi dispiace non volevo spaventarti, non so cosa mi sia preso”

Mi avvicinai prendendogli una mano, appoggiai la mia fronte alla sua “non voglio perderti.”

Appoggiai la mia fronte sulla sua.

“Uno strizzacervelli, come lo chiami tu magari ci aiuta” lo guardai negli occhi.

Scosse leggermente la testa dicendomi

“sono io ad aver bisogno di aiuto.”

Lo strinsi a me “Sarò un nuovo inizio per entrambi”
   
 
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