Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |      
Autore: EleWar    20/10/2021    13 recensioni
Quando Kaori chiama, Ryo risponde... o no?
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao gente, sono tornata! Immagino quanto vi sarò mancata in questi due (?) mesi :D Cmq ero impegnata con una long che presto darò alla luce del web, ma poi ieri mi è venuta questa e, come si dice, cotta e mangiata!
Buona lettura e a prestoooooooooooo
Eleonora




TENDE & TENDENZE
 


“Ryoooo?” si sentì chiamare l’uomo dalla sua compagna, con quel particolare timbro di voce morbido, suadente, ricco di promesse, che poteva voler dire… tutto o anche niente, ma che sempre gli faceva formicolare la testa e scorrere un brivido lungo la schiena, per poi fermarsi lì, dove…
 
Ehi, amico, non fare scherzi! Non sappiamo ancora cosa vuole e dopo, se ti vede, mi dà del maniaco senza motivo…” si disse fra sé e sé, abbassando lo sguardo sul cavallo dei pantaloni, dopo essersi tirato su di scatto dal divano su cui, spaparanzato, guardava la tv inconsapevolmente fino ad un minuto prima.
 
Però, a pensarci bene, c’erano state volte in cui, quando lei l’aveva chiamato così, leggero come una piuma, l’aveva raggiunta quasi volando, rapito dalla beatitudine; dannazione, ancora, dopo tanto tempo, gli faceva sempre lo stesso effetto.
 
“Sìììì…?” si limitò a rispondere a Kaori, con un tono apparentemente arrendevole che però nascondeva cautela: prima di esprimersi totalmente, doveva scoprire le segrete mire della donna.
 
E per il momento cercò di scacciare dalla testa tutti i numerosi precedenti che c’erano stati, e la gioia provata in quei momenti.
Magari questa non era una di quelle volte, e la sua speranza poteva essere tradita; meglio non farsi illusioni.
 
“Pensavo…” riprese Kaori, con lo stesso tono di voce beffardo e malizioso insieme.
 
Lo sta facendo apposta”, dichiarò il partner, “vuole cuocermi a puntino…”
E il sopracitato amico si animò, in preda alla speranza “Buono tu!” lo redarguì.
 
La voce di Kaori proveniva dal piano di sopra, e dall’angolazione e dalla rifrazione del suono, nonché dall’inclinazione dell’asse terrestre e dalle precipitazioni scarse degli ultimi mesi, Ryo valutò, con un ristretto margine di approssimazione, che la donna fosse proprio al centro della loro camera da letto.
 
Attese che lei, dopo quella breve pausa ad effetto – era furba la ragazza! – esprimesse i suoi pensieri come premesso.
 
“Mmmmm…” mormorò perplessa, o forse no, spingendo il compagno a pensare, sull’orlo di una crisi di ormoni impazziti: “Ecco, ci manca che si metta anche a mugolare, dopo io cosa dovrei pensare??? Me lo sta facendo apposta???”
 
“Mi è venuta voglia di…”
 
Tac!
Era fatta!
Il terzo socio dei due City Hunter entrò prepotentemente in scena, con tanto imbarazzo – ma fino ad un certo punto, diciamocelo – del proprietario.
 
“…di…?” le fece eco il compare, esortandola così a continuare, con orecchie ormai diventate come due antenne paraboliche delle più sofisticate, gli occhi rivolti al soffitto sopra di lui.
 
“Vieni su e lo vedrai!”
 
Nell’aria stava ancora aleggiando il “rai” che Ryo era volato di sopra alla velocità della luce; aveva salito le scale senza badare ai gradini, e si era spogliato per strada per non perdere tempo.
Era giusto arrivato sulla porta in mutande, uggiolando di piacere e folle aspettativa, quando si bloccò di botto, manco gli avessero buttato addosso una secchiata di acqua gelata: per poco non cadde all’indietro.
 
Kaori era sì in camera da letto, ma perfettamente vestita, armata di metro a nastro, intenta a fare strane misurazioni intorno al telaio della finestra; teneva tra le labbra una matita e, appoggiato sul letto, c’era un taccuino per prendere appunti.
 
Si voltò a guardarlo interrogativamente, e quel suo sguardo svagato ebbe il potere di pietrificarlo, peggio degli occhi di Medusa.
 
Ryo diresse i suoi sull’unico indumento rimastogli e su ciò che prepotentemente voleva uscirne.
 
Ecco, l’aveva fatto di nuovo!
E già si aspettava una valanga di improperi per la sua condotta da porcello che, nonostante tutto, ancora stentava a dominare.
A volte, a causa di questa, Kaori gli aveva rifilato delle belle martellate, anche se… la destinataria di cotanta esuberanza, era ormai invariabilmente solo lei.
 
Entrambi abbassarono la testa e Kaori ebbe compassione di loro.
 
Togliendosi la matita e infilandosela sopra un orecchio, si avvicinò al suo partner che, ormai scoperto e vergognoso, tentava di coprirsi con entrambe le mani.
Gli sorrise benevola e anche un po’ divertita:
 
“Ryo!” esclamò “Ma cosa avevi capito?”
 
Ovviamente la domanda era pura retorica, perché lei lo sapeva benissimo e, dentro di sé, non smetteva di esultarne: ora che erano una coppia consolidata ed era sicura del suo amore, vederlo ridotto in quello stato per lei la mandava alle stelle, anche se, chiaro, non glielo avrebbe mai detto!
Al momento voleva prenderlo un po’ in giro… del resto lui l’aveva fatto per gran parte della loro vita passata insieme.
 
Arrivò ad un passo da lui e, posandogli delicatamente una mano sul mento, glielo alzò così da poterlo guardare negli occhi; la sicurezza che aveva acquisito negli ultimi tempi la faceva osare, ma le dava anche modo di gestire le cose, di flirtare o provare, riuscendoci, a sedurlo, ed era tutto estremamente eccitante e divertente:
 
“Allora, bel faccino? Cosa avevi capito?”
 
Ryo, che si era perso negli occhi scintillanti della donna, animati da una strana luce, che volevano essere irridenti, ma al contrario nascondevano a stento desiderio e amore, si sentì sferzare di nuova passione.
 
Ma sì!
Perché nascondere che aveva inteso, e sperato, che lei lo chiamasse perché le era venuta voglia di stare con lui, di rotolarsi sul lettone e magari fare l’amore?
L’aveva nascosta per tanto, troppo tempo, l’attrazione che provava per lei, e a costo di sembrare per l’ennesima volta un maniaco – si badi bene, monomaniaco, perché non aveva occhi e orecchie (vedasi sopra) che per lei – decise di dirle la verità:
 
“Avevo capito che… volevi me!” La risposta non faceva una piega.
 
“Giusto. Perché mi serviva un tuo parere” non si scompose la donna, fraintendendo volutamente le parole dell’altro.
 
“Un mio parere? Solo quello?” sbottò incredulo Ryo.
 
“Sì, volevo sapere se saresti d’accordo di cambiare le tende qui in camera, ed eventualmente di che colore ti sarebbero piaciute” spiegò riducendo gli occhi a fessura e congiungendo le dita della mani davanti a sé.
 
“Coooosa??” quasi urlò lo sweeper “E mi hai chiamato, mi hai chiamato in quel modo?”
 
“E in quale altro modo dovevo chiamarti?” e lo fissò con malizia.
 
Nonostante lui volesse essere arrabbiato e un po’ scocciato con lei, quando lo guardava così non capiva più niente: stare con Kaori era una vera e propria tempesta sensoriale nonché emozionale.
Non rispose, e si limitò ad incrociare le braccia sul petto, mettendo il broncio.
 
“Dai, le tende sono importanti!” gli disse lei “Ma prima… prima facciamo così!” e buttandogli le braccia al collo, ridendo, lo baciò.
 
Per la cronaca: le tende non le cambiarono mai.
 
   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: EleWar