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Autore: Sacrilega    01/11/2021    0 recensioni
Tatyana Federovna si sarebbe sposata l’indomani mattina con l’uomo che amava...
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Le ciocche rosse brillarono come turbini alla luce degli ultimi raggi di sole che si spegnavano contro le vetrate del castello. Le goti erano arrossate dallo sforzo, il fiato corto e il cuore le rimbombava nelle orecchie mentre correva su per le scale che l’avrebbero portata alle stanze superiori… stava esplodendo di gioia.

Scoppiò in una risatina cristallina imboccando un lungo corridoio, le ciabattine sottili non le proteggevano i piedi dal freddo pavimento di pietra ma a lei non importava. Tatyana Federovna si sarebbe sposata l’indomani mattina con l’uomo che amava e sentiva il calore crescerle dentro come quel sentimento tanto puro.

Si bloccò davanti alla stanza del suo promesso sposo poggiando le mani affusolate sulle ginocchia flesse per riprendere fiato. Una volta nuovamente padrona di sé si sistemò la camicia da notte color porpora e si diede un contegno. Schiena dritta, pancia in dentro e petto in fuori, ripeté mentalmente ciò che le diceva tutti i giorni la sua septa ormai da una vita. Non che la lady avrebbe approvato ciò che stava per fare, sapeva che per prassi avrebbe dovuto aspettare... ma proprio non ci riusciva. Voleva, anzi doveva vederlo, abbracciarlo, baciarlo, sentirlo suo!

Con un sorriso radioso bussò. Due colpi veloci prima di abbassare la maniglia senza attendere una risposta.

“Sergei, entro!”

Il tono le uscì forse un po’ troppo acuto tradendo la sua emozione, nonostante ciò con passo deciso si intrufolò nella camera da letto. “Serg…?”

Le parole gli morirono in gola, c’era un’ombra nera china sul suo amato ai piedi del letto, gli occhi d’acquamarina sfidarono la penombra della stanza, tuttavia ci volle ancora qualche secondo prima che le immagini venissero elaborate in modo sensato. “Strahd?”

Non poteva essere vero!

L’aggressore alzò lo sguardo e le sue iridi di tenebra vennero attraversate da un bagliore sinistro, ma la giovane non ci fece caso troppo intenta ad osservare con orrore quei suoi lunghi canini. Denti aguzzi e bianchi che sporgevano dalle labbra sottili creando un contrasto terribile con il liquido vischioso e scuro che gli imbrattava il mento.

L’uomo tornò in posizione eretta e la donna si precipitò ai suoi piedi per soccorrere il suo promesso sposo, lo prese per le spalle e lo scosse forte senza ricevere risposta. Notò con orrore come la testa gli ciondolasse pesantemente, quasi volesse staccarsi dal collo martoriato da cui sembravano mancare lembi di carne. “Sergei?”

Lo chiamò istericamente la giovane per poi portarsi le mani al volto e scoprire come le lacrime che le scorrevano si mescolassero a quella sostanza appiccicosa. Emise un gemito angosciato nel realizzarlo davvero… era sangue.

A sottrarla da quella inaccettabile realtà sentì una morsa ferrea stringersi sulla sua vita e ricordarle di non essere sola nella stanza. Strahd Von Zarovich, il fratello maggiore di Sergei, un uomo silenzioso, acuto e brutale che la intimoriva non poco. Di tanto in tanto aveva sospettato che la osservasse, ma aveva sempre catalogata quella strana sensazione come troppo egocentrismo da parte propria. Tal volta lui tentava di parlarle e Tatyana si limitava a sorridere e rispondere sempre con cortesia e celando il proprio disagio. Ora invece non nascondeva nulla.

Scalciò mentre l’uomo la sollevava strappandola via dal cadavere di colui con cui credeva avrebbe vissuto il resto della propria vita. “Lo hai ucciso!”

Gli urlò mentre veniva adagiata con delicatezza -del tutto inappropriata- sul letto a baldacchino.

“Lo hai ucciso!” continuò imperterrita mentre cercando di sfuggirgli rotolava al centro del materasso che affondava sotto il peso del ginocchio di lui.

“No Tatyana, lui è morto, siamo finalmente liberi di amarci… ora che non c’è più non potrai che amare me.”

Urlandole quelle parole incomprensibili l’afferrò per una gamba e Tatyana si dimenò in modo convulso afferrando i bordi del comodino per evitare che lui la trascinasse sotto il suo corpo. Non demorse dalla propria accusa. “No! No! Tu lo hai ucciso!”

“Certo! L’ho fatto per noi, il rituale…” farfugliò “…io gli volevo bene! Ma era in mezzo a noi! Niente può mettersi in mezzo a noi! Non mio fratello e ora nemmeno la morte!

Per il Signore del Mattino, quell’uomo era completamente pazzo!

Con un calcio ben assestato sul petto del Signore del castello la ragazza riuscì a guadagnare un paio di centimetri di libertà e le sue dita diafane corsero a stringersi attorno alla figura esile ma solida di un candelabro. Al che, senza indugio alcuno, la giovane donna colpì il suo aggressore al capo non risparmiandosi, usò tutta la forza che le era concessa conscia di quanto fosse misera se paragonata a quella dell’altro. Uno sforzò che pagò, Tatyana approfittò infatti dell’attimo di stordimento dell’uomo per svincolarsi dalla sua presa, così balzò giù dal letto e si fiondò fuori dalla stanza di cui aveva lasciato aperta la porta senza guardarsi indietro. Alla svolta delle scale le calzature che indossava la ostacolarono e si ritrovò a ruzzolare per metà rampa, sbatté la tempia contro la parete e si arrotolò su se stessa.

“Tatyana!”

L’urlo di Strahd la raggiunse imperioso dandole la forza di rialzarsi e continuare a correre seppur incespicando, ma dove poteva scappare? Il respiro si fece corto e le parve che il mondo si chiudesse su di lei. L’avrebbe presa! Non poteva scappare in eterno!

“Vai via!”

Urlò tra i singhiozzi finché finalmente il suo sguardo annebbiato non trovò una via di fuga.

Corse a perdifiato e si rallegrò nel sentire il vento fresco tra i capelli, le sue braccia si tesero sulla balaustra e lasciò che il peso del proprio corpo la sospingesse in avanti verso l’oblio.

L’ultima cosa che sentì fu il suo nome… ma questa volta sorrise.

A pronunciarlo era Sergei che l’attendeva oltre le nebbie.


 

Ti amo...

   
 
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