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Autore: Stekao    11/11/2021    15 recensioni
Il ritrovamento di una strana bottiglia stravolgerà completamente la vita dei nostri amici perché si sa, quando c'è di mezzo il sovrannaturale, tutto può accadere.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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“Se c’è una cosa che fa maleeeeee HIC è bere l’acqua mineraleeeeeee HIC…”
Ryo, in preda ai fumi dell’alcol, stava cercando di rientrare a casa barcollando e cantando a squarciagola per i vicoli della città…
Un’altra serata passata nei soliti localetti di dubbio gusto, cercando di affogare nella birra, tutti i dolorosi fantasmi del suo passato…ma c’era un pensiero, ben più presente, che martellava incessantemente nella sua testa e che nessuna birra avrebbe mai scacciato via. La sua dolce e cara socia, Kaori.
E per quanto le sue uscite servissero soprattutto a distogliere i suoi pensieri da lei, la verità era che, come ogni sera, non vedeva l’ora di rientrare in casa, sdraiarsi sul pavimento ed attendere che Kaori lo aiutasse pazientemente a rialzarsi per poi accompagnarlo nella sua stanza.
Quello era infatti l’unico momento in cui poteva deliziarsi della vicinanza della sua socia, senza destare in lei alcun sospetto. E quante volte avrebbe voluto approfittare di una di quelle occasioni, per poterla stringere fra le braccia e baciarla senza lasciarle più respiro. 
Ma ormai, dopo anni, aveva deciso che no, non avrebbe mai insozzato Kaori con la sua vicinanza e presto o tardi le cose si sarebbero sistemate. Lui avrebbe smesso di pensare a lei ed ogni cosa sarebbe tornata al posto giusto. 
Peccato che, a complicare le cose, fosse tornato anche il suo vecchio collega Mick che, infatuatosi di Kaori, gli stava causando non pochi problemi. 
Perso nei suoi pensieri, non si era accorto di una piccola bottiglia di vetro posta al centro della strada e sulla quale, maldestramente, scivolò. 
“Ahia Ahia Ahia! Accidenti che botta… HIC… che vergogna... Il più grande sweeper del Giappone messo ko da una bottiglia… HIC” e detto questo la afferró rimanendo a fissarla per qualche minuto. 
“Che razza di bottiglia è mai questa…?” si chiese stranito notando la strana forma della stessa ed i suoi numerosi colori. 
“Beh… è pesante… forse è piena di un qualche liquore straniero…HIC” e così dicendo tolse il tappo intenzionato a scolarsene il contenuto, ma appena il tappo fu tra le sue mani si accorse, suo malgrado, che la bottiglia era vuota…
“Accidenti, è già la seconda volta che resto fregato per colpa di questa bottiglia… al diavolo!” e così dicendo la scaraventó all’angolo della strada, ma con suo grande stupore quella rimase intatta. Senza nemmeno un graffio. La fissó perplesso per qualche minuto prima di alzarsi e riprendere la strada di casa. 
Ma non aveva compiuto neanche tre passi che una voce alle sue spalle lo ridestó. 
“Padrone! Padrone! Aspetta!”
Ryo si voltó notando avvicinarsi una ragazza bellissima vestita in abiti strani ed estremamente succinti. 
“Grazie padrone, mi hai liberata!” e con uno scatto fulmineo la ragazza si gettò fra le braccia di Ryo che rimase inerme con la sua solita faccia da maniaco. 
“Tu chi sei? HIC” le chiese Ryo continuando a singhiozzare ubriaco. 
“Il mio nome è Negai…”
“Che bel nome… Negai… vuol dire desiderio no?”
“Esatto Padrone…”
“Ma perché continui a chiamarmi padrone?”ribatté Ryo infastidito. 
“Perché tu sei il mio padrone… e puoi chiedermi qualunque cosa e io te la daró…”
-Te la daró…te la daró… te la daró…-
Ed eccole le paroline magiche che ebbero il potere di far mutare all’istante l’espressione del volto di Ryo rendendolo il solito pervertito e bavoso di sempre. Ed iniziò così a buttare sangue dal naso al pensiero di…
“No no ma che diavolo vado a pensare…” si disse fra sé e sé colpendosi la testa. 
“Accidenti a te Kaori…” continuó sbuffando e tornando ad incamminarsi verso casa lasciando quella ragazza a guardarlo stranita… 
“Io non mi chiamo Kaori… sono Negai”. Gli disse quella tornando ad avvicinarsi a lui. 
“Sì lo so, non stavo parlando con te, Kaori è la mia socia e… Ma si può sapere che vuoi? Perché continui a seguirmi?” le chiese lui quasi spazientito. 
“Te l’ho detto… Tu sei il mio padrone e io farò tutto quello che mi chiederai” insistette quella. 
“Eh…” sospiró Ryo affranto. 
“Tu sei una tipa strana e in altri tempi forse, ma… uffa Kaori, perché adesso è tutto così difficile con te?” Ryo aveva cambiato nuovamente registro riprendendo a parlare da solo e Negai non poté fare a meno di fissare quel tipo sconcertata. 
“Insomma Kaori… Guardala!!! E invece tutto quello a cui riesco a pensare sei…  accidenti, mi hai rovinato! Hai rovinato la mia reputazione… sono diventato un pappamolle. Se Hide non fosse morto… io… io…”
E si interruppe per un attimo quasi spaventato dalla portata di quello che stava per dire, che non avrebbe mai voluto dire, ma che, grazie all’alcol, non riuscì a trattenere… 
“Se Hide non fosse morto, se tu non avessi voluto prendere il suo posto, io… io non avrei mai provato tutto questo e tu… tu adesso vivresti una vita bella e felice lontano da un elemento come me. Dannazione!!! Se quel giorno non ti avessi permesso di lavorare con me… VORREI non averlo fatto, sarebbe stato meglio per entrambi...” abbassó nuovamente la testa rattristato, ritornando a passi lenti  verso casa. 
“Ogni tuo desiderio è un ordine” disse all’improvviso Negai e Ryo tornó a voltarsi guardandola. 
“Eh?” le chiese l’uomo. 
“Ho esaudito il tuo desiderio padrone…”
“Ma si può sapere che diamine stai dicendo? E perché mi stai ancora dietro?? VORREI che la smettessi di seguirmi, grazie!” disse Ryo accigliato. 
“Ogni tuo desiderio è un ordine” Ripeté la ragazza rimanendo immobile a fissarlo. 
Ryo alzò gli occhi al cielo rassegnato. 
“Devi essere più ubriaca di me… torna a casa, non è il caso che una ragazza come te vaghi per la città a quest’ora della notte. Abiti qui vicino?”
“Sì proprio qui” disse la ragazza indicando la strana bottiglia sul ciglio della strada. 
Ryo, credendo invece che indicasse la palazzina sulla loro destra, si tranquillizzó. 
“Bene, allora VORREI che tu tornassi al sicuro a casa tua. Buonanotte Negai… è stato un piacere…”
-Un piacere un corno…- pensó
-Con una ragazza così lo so io che piacere ci poteva essere…e invece sono un cretino!!-
“Sentito Kaori??? Mi hai reso un cretino!” tornó ad urlare nel buio della notte riprendendo il suo cammino. 
Una volta a casa decise di recarsi direttamente nella sua stanza. Non aveva voglia di sdraiarsi per terra, di sentire la sua dolce socia vicino a lui… le riflessioni di quella sera lo avevano turbato abbastanza. Una bella dormita era quello che ci voleva per schiarirsi le idee. 
Il giorno dopo si svegliò di soprassalto con un forte mal di testa. 
“Ma che ore sono? Kaori non è venuta a svegliarmi…forse è ancora molto presto” si disse voltandosi verso la sveglia. 
“Le 14???Come è possibile che Kaori non mi abbia chiamato” e così dicendo si alzò di scatto recandosi di corsa nel salone. 
Ma solo in quel momento realizzò di trovarsi in mezzo a scatoloni di ogni tipo, la cucina riversava in uno stato pietoso e di Kaori… nemmeno l’ombra.  
“Ma che diamine è successo qui???” io non ricordo niente… Kaori!!! Kaori!!!” urló. 
Non ricevendo risposta, corse quindi verso la stanza della socia, trovando la porta già aperta, ma non appena all’interno non poté che spalancare la bocca per lo stupore. Quella non era la stanza di Kaori… Non c’era il suo letto, nessuna delle sue cose. A Ryo per un attimo mancó il respiro. Uscì di corsa guardando la porta. 
La scritta ‘stanza di Kaori’ era sparita. 
Finalmente realizzò quello che era successo. Kaori se n’era andata. Dopo anni di denigrazioni e continue offese, lei si era stufata di lui lasciandolo solo.
Tornó verso il salone gettandosi sconfortato sul divano. 
“Lo sapevo… sapevo che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi. Dopo tutto quello che le ho fatto passare…”
E solo in quel momento si ricordó degli scatoloni che aveva visto in giro. 
“Ma ci sono ancora gli scatoloni con la sua roba… vuol dire che non è andata ancora via, tornerà sicuramente a prenderli!” si disse facendosi forza avvicinandosi a una di quelle scatole sparse per casa. 
Ne aprì una e si rese conto che non conteneva gli oggetti di Kaori… bensì oggetti suoi. 
“Che ci fanno le mie cose qui? E perché diamine c’è  tutta questa sporcizia in giro??? Se anche Kaori avesse deciso di andarsene non avrebbe mai potuto ridurre la casa in questo stato. Non ci sto capendo più niente” disse disperato passandosi una mano fra i capelli. 
“OK Ryo, adesso fai mente locale… ieri sera eri ubriaco marcio… ma c’era questa roba quando sei rientrato?? Non ho nemmeno acceso la luce… Cerca di ricordare… quella tizia… come si chiamava… Ah sì, NEGAI… mi ha fatto andare completamente nel pallone”
E in quel momento, la ragazza della sera prima, apparve davanti a lui con in mano la strana bottiglia colorata. 
“Mi hai chiamata padrone?”
Ryo, nel ritrovarsela lì, in mezzo al suo salone, fece un balzo all’indietro per lo stupore. 
“Che… che diamine ci fai qui, come hai fatto ad entrare??” le urló contro allibito. 
“Hai pronunciato il mio nome e io sono arrivata” gli disse la ragazza nella più completa tranquillità. 
“OK adesso mi hai proprio scocciato, chi sei? Che vuoi?? Chi ti manda???”
“Te l’ho detto… io sono Negai, tu mi hai liberata e adesso sei il mio padrone”
“Ma da dove ti ho liberata?? Ma che stai dicendo??”
“Mi hai liberata dalla bottiglia padrone”
“Dalla bottiglia?? Io… io sono confuso. Ti prego Negai, VORREI che mi raccontassi tutto nel dettaglio... Per favore”
“Ogni tuo desiderio è un ordine padrone. Sono Negai, il genio della bottiglia. Ero imprigionata da circa 200 anni ormai. La bottiglia è passata di mano in mano e ha fatto la sua comparsa per i vari mercatini di tutto il Giappone fino a quando è arrivata qui a Tokyo. Mi trovavo sul carretto di un rigattiere quando per una manovra azzardata, la bottiglia è caduta rimanendo in mezzo alla strada dove tu l’hai trovata. Aprendo il tappo mi hai liberata ed eccomi qui… Pronta ad esaudire qualunque tuo desiderio”
“Mi stai prendendo per il culo vero?” le chiese Ryo fissandola spazientito. 
“No padrone… sono qui davanti a te, non sto toccando in alcun modo il tuo deretano”
Ryo alzò gli occhi al cielo cercando poi di ritrovare la calma dopo aver emesso un lungo respiro. 
“Quindi ricapitoliamo… tu saresti un genio in grado di realizzare qualunque mio desiderio…”
“Non qualunque padrone… non sono un genio di alto livello. Anche io ho dei limiti. Non posso ad esempio annullare gli incantesimi effettuati, riportare in vita persone che non ci sono più, realizzare desideri che coinvolgano l’intera umanità, come ad esempio la pace nel mondo, e non posso in alcun modo infondere sentimenti di odio o amore nel cuore degli umani. Per cui non chiedermi di far innamorare di te qualche bella ragazza perché io…”. 
“E come funziona…Sentiamo” la bloccò lui canzonandola, convinto che prima o poi avrebbe colto in fallo quella truffatrice. 
“È molto semplice padrone… basta che tu mi dica VOGLIO, VORREI o DESIDERO qualcosa, e sarà tuo”
“Certo, quindi se io ti dicessi che VORREI una gallina qui nel mio salone tu…”
Ma non fece in tempo a finire la frase che una gallina vera e propria fece la sua comparsa proprio lì accanto a lui. 
“Ogni tuo desiderio è un ordine” disse la ragazza sorridendo e alla vista della gallina Ryo cominciò ad urlare come un matto correndo per tutta la casa… lo sweeper numero uno del Giappone aveva definitivamente perso tutto il suo sangue freddo a causa di un pennuto. Ma si calmó dopo pochi istanti cercando di recuperare un po’ di lucidità. 
“Dimmi dove sta il trucco” le disse freddo. 
“Non c’è  alcun trucco padrone…semplice magia”
“Vuoi dirmi che i geni della lampada esistono davvero?!!”
“Certo… ma i geni della lampada sono molto più potenti di noi umili geni delle bottiglie…”
Ryo cominciò a vagare per la stanza seguito dalla gallina che sembrava subito essersi affezionata allo sweeper. 
“Fai sparire questa gallina subito!!!!” urlò Ryo sentendosi osservato dal volatile… 
“Non posso padrone”
“E perché mai???”
“Posso esaudire i desideri solo se usi le parole giuste”
Ryo fece nuovamente un lungo respiro… 
“Allora… VOGLIO che questa gallina sparisca!!!”
E come per incanto il simpatico volatile scomparve dalla stanza.
Ryo rimase a fissare la scena allibito. Non poteva davvero credere che tutta quella faccenda fosse reale… chissà che cosa ne avrebbe pensato Kaori…
Giusto, Kaori! In tutta quella situazione si era per un attimo dimenticato di lei… 
“Perdonami Negai, ma mi sento molto confuso, in più non so che fine abbia fatto Kaori e quindi… aspetta, ma se quello che mi dici è vero… VOGLIO sapere dove si trova Kaori in questo momento!”
“Ogni tuo desiderio è un ordine. Kaori si trova nel suo appartamento al 3-500-2 Taitoki-ku, Tokyo”
“È tornata nel suo vecchio appartamento?!” chiese Ryo incredulo. 
“Non è tornata lì padrone. Ha sempre vissuto lì in questi anni” rispose Negai. 
“Ma che diamine stai dicendo? Ma se fino a ieri Kaori viveva qui con me?”
“Non dopo il tuo desiderio padrone…”
“Di che desiderio stai parlando??” chiese Ryo preoccupato. 
“Il desiderio che hai espresso ieri sera padrone”
“Io non ho espresso alcun desiderio ieri sera!” disse l’uomo accigliato. 
“Posso mostrarti ciò che hai desiderato padrone… basta solo che tu lo voglia”
“E allora diamine, VOGLIO vedere cosa è accaduto ieri notte!” 
E in un attimo le immagini della notte precedente apparvero davanti ai suoi occhi e fu così che sentì se stesso desiderare di non aver mai permesso a Kaori di lavorare con lui… 
Fu come ricevere una coltellata in pieno petto. 
“Ma io…ma quello non era un desiderio… io stavo solo riflettendo, io… che razza di genio incapace sei da non riconoscere un vero desiderio da un semplice sfogo del momento??! … ero ubriaco per Dio!” le disse in preda all’ agitazione.
“Mi dispiace padrone… sono fuori allenamento… dopo 200 anni…” si mortificó Negai consapevole di aver commesso un grave errore. 
“Dannazione!” le urló contro uscendo di corsa di casa sbattendosi la porta alle spalle. Aveva bisogno di riflettere e per farlo doveva prima calmarsi. 
Decise quindi di recarsi al Cat’s eye, ma non appena dentro al locale si accorse che al bancone vi era una ragazza sconosciuta. 
“Buon pomeriggio” gli disse quella rivolgendogli un cordiale sorriso. 
“Bu… Buon pomeriggio” balbettó Ryo confuso. 
“Dov’è Miki? Umi?”
“Non c’è  nessuno qui con quei nomi, mi spiace” gli rispose la ragazza finendo di asciugare un bicchiere. 
“Che vuol dire che non ci sono…? Sono i proprietari di questo posto, dovranno pur averle detto dove andavano no?”
La donna posò il bicchiere fissandolo preoccupata. Credendo si trattasse di uno dei soliti tizi fuori di testa con cui aveva avuto a che fare milioni di volte, riprese a rispondergli cautamente. 
“Sono io la proprietaria di questo posto. L’ho affittato diversi anni fa da tre sorelle e da allora ci ho sempre lavorato io insieme a mio marito. Mi spiace ma non so davvero chi siano questa Miki e questo Umi che mi ha appena nominato. Credo che abbia sbagliato locale”. 
Ryo rimase a fissare quella donna per un tempo indefinito prima di uscire dal locale rimanendo immobile sul marciapiede. 
Si spostò dopo alcuni istanti, infilandosi dentro a un vicolo. 
“Negai!” chiamó e la ragazza apparve in un secondo al suo cospetto. 
“Mi hai chiamato padrone?”
“Perché i miei amici non ci sono? Perché la proprietaria del Cat’s  eye non è più Miki?” le chiese lui a bruciapelo guardandola in cagnesco. 
“È possibile che con il tuo desiderio padrone, gli eventi del passato siano cambiati…” disse lei quasi sussurrando intimorita.
“Ma perché…se fosse vero che Kaori non è mai stata la mia partner, non dovrei ricordare niente di lei, della mia vita con lei, dei nostri amici… perché invece ricordo tutto?!” le chiese lo sweeper cercando di cogliere in fallo la ragazza...
“Perché tu padrone non hai desiderato di dimenticare… le cose sono cambiate per tutti gli altri, ma non per te…la tua vita passata, per come la ricordi, rimarrà per sempre nella tua memoria a meno che tu non desideri di cancellarne ogni traccia. Bisogna sempre riflettere bene su ciò che si desidera”
Ryo, di fronte a quella affermazione, si raggeló. 
Ripensó con dolore a quella ragazza dietro al bancone del Cat’s eye…
-Che stupido!- pensó
-Senza Kaori nelle nostre vite era ovvio che... -
L’uomo abbassó lo sguardo preoccupato prima di sentire un rumore alle sue spalle che lo ridestó all’istante. 
“Sei mio city hunter!” e così dicendo Umibozu sparó in direzione di Ryo che, con uno scatto fulmineo, riuscì però a scansare il colpo. 
“Negai VOGLIO che tu te ne vada!” gridó permettendo alla ragazza di evitare tutta quella situazione. Non aveva pensato al fatto che Negai non fosse una donna in carne ed ossa e che in realtà non avrebbe rischiato nulla… 
“Umi che diamine stai facendo?” gli gridó Ryo, rispondendo al fuoco, ma facendo in realtà attenzione a non colpire l’amico. 
“Quello che faccio sempre mio caro Saeba... Cercare di sconfiggerti!” disse continuando a sparare. 
“Vinceró io stavolta! Non ti permetteró di farmi fuori come hai fatto con Mick!”
A quella affermazione un brivido freddo percorse la schiena dello sweeper. Cosa voleva dire? Mick era davvero morto per mano sua?? 
“Umi ti prego, non ho voglia di combattere… se non vuoi farlo per me fallo per Miki!”
Falcon, nel sentire il nome della donna, si bloccó all’istante. 
“Cosa c’entra  Miki in tutto questo??!!” gli disse abbassando l’arma e avvicinandosi minaccioso al rivale. 
“Non vedo Miki da anni ormai… cosa ne sai di lei???”
E detto questo afferró Ryo per il bavero della giacca. 
Lo sweeper rimase a fissarlo basito. 
Come era possibile che Umibozu non vedesse Miki da anni?? 
“Umi… non voglio combattere. Quindi se vorrai uccidermi non farò alcuna resistenza”. Gli disse Ryo speranzoso, confidando nella lealtà del suo (ex) amico. 
Il gigante lo fissó sbalordito. 
“Tsè, non c’è alcun gusto a farti fuori così… che diamine ti prende?”
“Vorrei parlare… parlare con te”
“Se c’entra Miki io…” disse l’uomo afferrandolo nuovamente per la giacca con veemenza. 
“No beh vedi… è come se… sì, come se avessi un’amnesia ecco” si inventò Ryo all’istante. 
“Un’amnesia?” ripeté Umi sorpreso. 
“Esatto… non ricordo quasi nulla degli ultimi anni e vorrei che mi aiutassi a ricordare…”
“È per questo che hai nominato Miki?”
“Sì…Credo di sì…ho solo ricordi confusi del giorno in cui la conobbi…”continuó a mentire Ryo. 
Falcon quindi, poggiandosi al muro del vicolo, ma tenendo ancora ben stretta fra le mani la sua arma, cominciò a parlare. 
“Non vedo Miki da anni ormai… da quella volta in cui si era messa in testa di voler stare con me e di vivere insieme felici e contenti gestendo il bar qui all’angolo… Tsè, che scemenze” disse cercando di celare il suo profondo turbamento ma non riuscendo comunque ad ingannare Ryo. 
“Cosa ti ricordi di quel giorno?” gli chiese Umi rimanendo appoggiato al muro. 
“Quasi nulla… Vorrei che mi aiutassi…”
“Non c’è  molto da dire… avevo promesso a Miki che sarei rimasto con lei se fosse riuscita a sconfiggerti… non c’è  riuscita e l’ho mandata via, ecco tutto”. 
Ryo, a quelle parole, si raggeló. Possibile che le cose fossero andate così? Ma del resto di cosa si stupiva... Era stata Kaori a smuovere il suo animo… prima di lei non era altro che un killer spietato, senza alcun vero interesse verso il prossimo. Non era poi così difficile da credere che se ne fosse fregato di ciò che Umi e Miki provavano l’uno per l’altra… allontanandoli per sempre. Forse non aveva neanche capito fino in fondo il sentimento profondo che univa quei due… del resto cosa ne sapeva lui, prima, dell’amore? 
“E… e di Mick?” chiese titubando, poco convinto di voler davvero sapere cosa fosse successo all’amico. 
“Poche settimane fa è venuto qui per ucciderti, ma tu hai ucciso lui…”
“Io ho davvero ucciso Mick?”
“Ti sei proprio rincoglionito caro il mio city hunter… sì certo, lo hai ucciso… a sangue freddo. Come nel tuo stile. Di cosa ti stupisci? La voce si è sparsa in fretta… 
Tsè, vedi di recuperare in fretta i ricordi… sono un killer ma ho una reputazione da mantenere, non ho alcuna voglia di uccidere uno smemorato come te” e detto questo Falcon si avvió verso l’uscita. 
Ryo rimase a fissare il muro con sguardo perso… senza Kaori nella sua vita tutto era andato irrimediabilmente a rotoli e il suo animo, già comunque in parte risollevato da Hideyuki, sicuramente alla morte dell’amico aveva subito un ennesimo contraccolpo al quale non aveva retto, ritornando ad essere il freddo professionista di un tempo. 
-Questo è un incubo…- pensó affranto
-La vita dei miei amici è distrutta per colpa mia e Kaori…-
In quell’attimo si ridestó. Doveva assolutamente sapere cosa ne fosse stato della donna che amava. Decise così di recarsi di corsa al suo vecchio indirizzo. 
Di fronte alla sua porta chiusa deglutì preoccupato. 
Suonó il campanello, ma si pentì subito dopo averlo fatto. 
Come comportarsi? Cosa dirle? 
Quando la ragazza gli aprì rimasero entrambi a fissarsi stupiti per alcuni istanti rimanendo in silenzio fino a che fu Kaori a decidere di parlare per prima. 
“Ryo! Ma cosa ci fai qui?!” gli disse abbracciandolo, lasciando lo sweeper colpito da quel gesto che ebbe però il potere di avvolgerlo con un calore che solo la sua Kaori era in grado di infondergli. 
“Sono almeno sei anni che non ci vediamo! Mi fa piacere che tu sia voluto venire a trovarmi…Ma ti prego, entra…” e così dicendo invitó l’uomo ad accomodarsi all’interno del suo appartamento. 
“Ti trovo bene Kaori… mi fa piacere” riuscì solo a dire Ryo cercando di celare il suo profondo turbamento. Tutta quella situazione era completamente assurda, fino al giorno prima avevano abitato insieme litigando come cane e gatto ma volendosi comunque, tacitamente, un bene immenso e adesso… per lei, lui era quasi un estraneo. 
Si sedettero sul divano del salone rimanendo in imbarazzo per qualche istante. 
“Come mai sei qui Ryo... Dopo tutto questo tempo, è una bella sorpresa rivederti... Come stai?” gli chiese Kaori dolcemente. 
“Io…io sto bene. Passavo da questi parti e allora…” disse l’uomo a disagio non sapendo cosa inventarsi, afflitto all’idea di non essersi mai fatto vivo con Kaori per sei lunghi anni. Chissà se aveva comunque trovato il modo per tenerla d’occhio ugualmente rimanendo nell’ombra? 
In quel momento peró il pianto di un bambino lo ridestó dai suoi pensieri, facendogli scorrere un brivido di terrore lungo la schiena. 
Kaori aveva un figlio?? 
“Scusami, torno subito” gli disse la ragazza recandosi velocemente verso la stanza dalla quale proveniva quel pianto. Riapparve dopo pochi istanti con un bellissimo neonato fra le braccia. 
Ryo a quella vista, quasi svenne… 
“Hai… hai… un bel bam… bino” disse lui cercando di mantenersi calmo, ma non riuscendoci. 
“Oh no… no” sorrise Kaori. 
“Benjamin non è mio figlio… è il figlio di mia sorella…”
Nel vedere Ryo completamente imbambolato Kaori continuò…
“Qualche anno fa ho scoperto di avere una sorella… una sorella biologica intendo. Ho sempre saputo che Hideyuki non era davvero mio fratello, ma non ho mai saputo niente della mia vera identità finché Sayuri non ha deciso di venire qui a Tokyo per cercarmi… mi ha trovato ed eccoci qui. Lei adesso vive negli Stati Uniti ma è tornata per farmi conoscere il mio nipotino… non è meraviglioso?”
Ryo, di fronte a quel racconto, non potè che rimanere con la bocca spalancata per lo stupore… 
“Sì… sì è bellissimo e la notizia che mi hai dato, beh…”
Come dirle che in realtà sapeva già dell’esistenza di Sayuri…? Non poteva e ovviamente finse di rimanere estremamente sorpreso da quella novità. 
“Beh, magari quando e se vorrai ti racconterò tutto nel dettaglio. Adesso Sayuri e suo marito sono a fare un po’ di shopping, ma torneranno presto… piuttosto, parlami di te… Come te la sei passata in questi anni?”
“Io… beh...lo sai, solite cose…da sweeper”
“Oh… non ne so molto in realtà… se forse quel giorno avessi deciso di tenermi con te… ma hai preferito che avessi una vita diversa e tutto sommato ho compreso la tua decisione. Non ti nego di averne sofferto… avrei voluto davvero diventare la tua assistente, prendere il posto di Hide, aiutarti… Non sai quante volte in questi anni ho pensato di venire da te, di convincerti a diventare la tua partner, ma non ne ho mai avuto il coraggio… e del resto credo che sarei stata più un peso per te, un ulteriore pensiero che non volevo darti. Allora ho deciso di rimanermene al mio posto, non volevo in alcun modo turbare la tua vita, non volevo tu ti sentissi responsabile anche per me”.
Ryo a quelle parole, sentì il proprio cuore contrarsi…. Se davvero avesse saputo quanto la sua presenza, in quegli anni, fosse invece stata preziosa per lui…ma Kaori continuó, scuotendolo dai suoi tormenti. 
“Non avendo accettato i soldi che mi avevi offerto, ho dovuto rimboccarmi le maniche non poco per riuscire a realizzare qualcosa da sola, ma sono orgogliosa della vita che sono riuscita a costruirmi… Sayuri avrebbe voluto che mi trasferissi in America con lei, ma ho preferito continuare la mia vita qui… questa è la mia casa, è qui che sono cresciuta, è qui che riposa il mio adorato fratello e quindi ho deciso di rimanere. In questi anni ho svolto vari lavoretti fino a quando, un paio di anni fa, sono riuscita ad aprire una piccola pasticceria… se ti va, mi farebbe piacere se venissi a dargli un’occhiata”
“Sì… vo… volentieri” rispose Ryo ancora incredulo nell’appurare la nuova vita di Kaori. Le aveva impedito di diventare la sua partner e la ragazza non aveva neanche accettato i soldi che lui le aveva offerto. Ma del resto di cosa si stupiva? Una donna onesta come lei, non avrebbe mai potuto accettare del denaro sporco, macchiato con il sangue di suo fratello. 
Un dolore improvviso si propagó nel suo petto. Non poteva rimanere lì un minuto di più. 
“Adesso devo andare” disse all’improvviso alzandosi di scatto dalla poltrona. 
“Di già? Ma sei appena arrivato…” rispose Kaori realmente rattristata all’idea di dover salutare Ryo così in fretta. 
“Sì… Sì, ho diverse cose da fare…ho un impegno di cui mi ero dimenticato” mentì l’uomo avviandosi velocemente verso l’uscita.
“È stato bello rivederti Kaori…” disse aprendo la porta completamente turbato e non riuscendo più a guardarla negli occhi. 
“Ryo…?” lo chiamò lei e a quel punto lo sweeper si forzó tornando a fissarla. 
“Tornerai a trovarmi qualche volta?” gli chiese lei con un lieve tremore nella voce. Non lo vedeva da sei anni e in quel momento non avrebbe voluto lasciarlo andare mai più…
“Certo” gli sorrise lui di rimando senza neanche sapere il motivo di quella risposta. 
“Tieni, questo è l’indirizzo del mio negozio… semmai ti capitasse di passare da quelle parti mi farebbe piacere” gli disse porgendogli un bigliettino che l’uomo prontamente afferrò prima di rivolgerle un dolce ma sofferto sorriso e uscire da quella casa richiudendosi tristemente la porta alle spalle. 
Ryo da quel giorno sembrava essere diventato un leone in gabbia…  diviso dalla voglia e dal bisogno di rivederla al più presto e l’idea di dover invece approfittare di quella situazione per farle finalmente vivere la vita che avrebbe meritato fin dall’inizio. Per quanto quel suo desiderio fosse stato un errore, se non altro aveva permesso a Kaori di avere una vita normale, come tutte le ragazze della sua età. Non avrebbe più rischiato la vita a causa sua… doveva esserne contento no? Eppure non riusciva ad allontanare i suoi pensieri da lei… 
Sarebbe davvero stato in grado di non rivederla mai più? 
Dopo due giorni di profonda tribolazione, la risposta sorse spontaneamente nel momento in cui decise di recarsi nei paraggi del negozio dove Kaori lavorava, con l’intenzione di spiarla…
-Voglio solo vedere come sta… che c’è  di male nel vedere come sta… cinque minuti e poi me ne vado… solo cinque minuti…- cercó di convincersi ma i suoi pensieri si interruppero non appena arrivato nelle vicinanze del negozio. 
Sorrise nel notare l’insegna… SUGAR OKASHI… Sugar… che fosse…? Ma si riscosse immediatamente nel notare Kaori uscire dal negozio parlando concitatamente con un ragazzino. 
“Non lo sai che rubare è sbagliato?” la sentì rimproverare il bambino con tono risoluto ma calmo. 
“Mi dispiace signorina è che… è che oggi è il compleanno della mia mamma ma io… ma io non ho i soldi” rispose quello iniziando a piagnucolare. 
“È per questo che hai tentato di rubare il vassoio di pasticcini in esposizione? Per regalarlo alla tua mamma?” gli chiese amorevolmente. 
“Facciamo un patto allora…”
“Eh?”
“Io ti lascerò i pasticcini ma tu… dovrai aiutarmi con una consegna, ci stai? Devo portare una torta nella palazzina proprio qui di fianco… potresti farmi tu questo favore?”
“Sì certo” rispose quello tirando su col naso. 
“Allora aspetta”
Kaori rientró nel locale e ne uscì pochi minuti dopo con due vassoi confezionati fra le mani. 
“Tieni” gli disse porgendoglieli e lasciando il bambino a guardarla sbalordito. 
“Se mi prometti di non fare mai più una cosa tanto brutta come rubare, io sono disposta a dimenticare tutto e sono certa che tua mamma sarà felicissima di ricevere da te questo dono… del resto è un giorno importante. Ma mi raccomando la mia consegna…sulla confezione trovi il nome della persona alla quale va effettuata, voglio fidarmi di te”. Gli disse sorridendogli dolcemente. 
“Io… io non lo farò più… lo giuro” le disse il bambino buttandole le braccia al collo prima di prendere i vassoi. 
“Grazie… grazie di cuore” continuó per poi voltarsi e correre spedito verso la palazzina che Kaori gli aveva indicato. 
Ryo, che aveva assistito immobile a tutta la scena, non potè che sorridere al pensiero che Kaori, in qualunque universo si trovasse, sarebbe rimasta per sempre la sua Kaori. La persona più speciale che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita. 
Per seguire meglio la scena non si era accorto peró di essersi avvicinato un po’ troppo al negozio al punto che gli occhi di Kaori, voltandosi, incrociarono istintivamente quelli di lui. Ryo imbarazzato, si immobilizzó prima di vedere la ragazza agitare una mano verso di lui in segno di saluto. Preso dal panico sgattaioló velocemente in un vicolo lasciando la ragazza a fissare la scena basita. 
“Negai!” chiamò. 
“Cosa posso fare per te padrone?” disse il genio apparendo immediatamente. 
“Kaori… beh, lei mi ha visto… Ecco io non volevo che mi vedesse e ora non so che fare… cosa si fa in situazioni come queste? Io sono un vero disastro… VORREI che mi aiutassi”
Negai sorrise. 
“Beh… dille che avevi voglia di vedere il suo negozio. E sarebbe bello ti presentassi con dei fiori padrone… è la prima volta che visiti il negozio di Kaori, un mazzo di fiori sarebbe un dono gradito…”
“Fiori??” ma io non ho mai regalato fiori in vita mia, non è… non è da me ecco” sbuffó a disagio. 
“C’è  sempre una prima volta no?”
“E comunque dove li trovo dei fiori adesso?!”
“Basta chiedere padrone”
“Ah già… allora VOGLIO un mazzo con i fiori preferiti di Kaori”
“Ogni tuo desiderio è un ordine…” e all’istante un bellissimo mazzo di girasoli, rose e garofani, apparve tra le mani dello sweeper. 
Ryo li fissó prima di prendere un profondo respiro e avviarsi verso l’entrata del negozio, ma non appena lì davanti rimase immobile nuovamente… Sudando freddo. 
Che ci faceva davanti a quel negozio con un mazzo di fiori in mano?! 
“Ryo?!” disse la ragazza dopo pochi istanti, incredula nel vederlo immobile davanti alla porta di ingresso. 
Si avvicinó a lui che, imbarazzato, in quel momento rimase completamente ammutolito. 
“Prima ti ho visto… ti ho anche salutato ma pensavo di aver avuto un abbaglio… allora eri davvero tu! Hai deciso di venire a visitare il mio negozio?” gli chiese sorridendo felice e di fronte a quel sorriso Ryo riacquistó all’istante tutto il suo vigore.
“Beh…sì…volevo dei fiori, c’è  un fioraio qui vicino e mi sono detto… perché non andare anche al negozio di Kaori che è da queste parti? Eh eh eh…”
-Che cavolo stai dicendo cretino??!- si maledisse fra sé e sé per la stupidaggine che aveva appena detto. 
“Dei fiori eh?” lo stuzzicó Kaori. 
“Allora non sei cambiato affatto… mi ricordo la tua passione sfrenata per le belle donne… o forse hai deciso di mettere la testa a posto e c’è qualcuna di speciale nel tuo cuore?” gli chiese Kaori con tono malizioso e a quella allusione lo sweeper si sentì svenire. 
Come dirle che la donna del suo cuore era lei? 
-Perfetto! Adesso crede anche che sia fidanzato… proprio quello che volevi eh? Brutto cretino deficiente! – continuó a ripetersi internamente, basito dalla sua totale inadeguatezza quando si trattava di Kaori… 
“Oh no no, non sono impegnato…” gli disse prontamente cercando di togliersi in fretta da quella situazione. 
“Ah ok, capisco… allora… fortunata la donna… del momento…”
-Bene, adesso invece crede che sia il solito porco che cambia donna come si cambiano i calzini…di bene in meglio! - scosse la testa affranto. 
“Non devi imbarazzarti con me Ryo, se c’è  qualcuna che ti piace davvero, sono felice per te”
-Dannazione! Sei tu, tu quella che mi piace davvero!- avrebbe voluto urlarle, ma rimase ovviamente in silenzio a tormentarsi per la sua totale imbranataggine. 
“No… ma non sono per una donna… mi servono… mi servono per casa, ecco” 
Kaori sollevó un sopracciglio fissandolo stranita. 
-Perfetto, lo stallone che compra i fiorellini per casa… Ma che cavolo dici??- continuò a maledirsi lo sweeper. 
“Oh… non ti facevo tipo da fiori freschi in casa… è una cosa bellissima…”
“Potresti scusarmi un attimo??”disse Ryo sempre più a disagio uscendo trafelato dal negozio. 
Kaori rimase immobile a fissarlo mentre usciva… che cosa gli prendeva? Era così strano… ma non poté negare di aver sentito una lieve fitta al cuore. Non aveva creduto neanche per attimo che quei fiori servissero per la casa di Ryo, era ovvio dovesse regalarli a qualcuno e l’idea beh, la fece sentire triste, dispiaciuta. Scosse la testa sentendosi una sciocca. Non poteva negare a se stessa che Ryo aveva sempre avuto un forte ascendente su di lei…
Fin da ragazzina ne era rimasta affascinata e poteva definirlo, a tutti gli effetti, il suo primo vero amore… 
Ma possibile che dopo tutti quegli anni lontani, quel sentimento fosse subito riaffiorato in lei? 
“Negai!” chiamó Ryo non appena raggiunto il vicolo precedente. 
“Mi hai chiamata padrone?” disse il genio comparendo all’istante. 
“Ho fatto un casino…”
“Che vuol dire padrone?”
“Quando si tratta di lei, io… beh, non sono riuscito a darle i fiori… si può essere più cretini?”
Il genio sorrise alla vista del suo padrone tanto abbattuto. 
“Come posso aiutarti padrone?”
“VORREI solo… beh, intanto… VORREI solo trovare il coraggio di darle questi benedetti fiori”
“Ogni tuo desiderio è un ordine”
E lo sweeper in quel momento, come pervaso da nuovo vigore, si avvió più che convinto verso il negozio della ragazza. 
Kaori, non appena lo vide di nuovo davanti a lei, sussultó. 
“Ryo, ma…”
“Questi sono per te…” la interruppe lui in imbarazzo senza riuscire a guardarla e porgendole il mazzo. 
“È che io… sono contento di averti ritrovata e poi volevo darti un regalo per il negozio e quindi… io…prima stavo scherzando eh eh eh” disse sempre più a disagio e con una immensa voglia di sprofondare… 
Kaori sorrise afferrando i fiori… 
“Sono bellissimi… grazie” gli disse e Ryo, di fronte a quel suo meraviglioso sorriso, sentì le sue gambe farsi di burro…
“Ti va di venire a cena da me stasera?” proseguì lei cogliendolo alla sprovvista. 
“A… a cena?”
“Oh beh sì, se non hai di meglio da fare…Sayuri e la sua famiglia sono partiti questa mattina per Kyoto, avevano voglia di trascorrere un weekend all’insegna del turismo quindi sono sola…anche io sono contenta che ci siamo ritrovati dopo tutti questi anni… e mi farebbe piacere invitarti a cena. Da quello che ricordo, non hai mai apprezzato molto i miei piatti ma spero di essere migliorata in questi anni…se non altro so di per certo di essere brava con i dolci” gli disse sorridendo nuovamente e Ryo si sentì trafiggere. Quella Kaori aveva pochi ricordi di lui e già fin dai primi tempi insieme, lui si era sempre comportato in maniera spregevole con lei… 
“Io… beh, non è vero…” rispose mortificato e in imbarazzo. “Verrei volentieri…”. 
“Ti aspetto alle otto da me allora”
“A stasera”
E così dicendo Ryo uscì dal negozio toccando il cielo con un dito ma maledicendosi un istante dopo. 
-Che diavolo stai facendo?- pensó… 
-Lei ha la sua vita adesso e tu dovresti starle lontano il più possibile…- sbuffó grattandosi la testa in preda a mille pensieri. 
Quella sera quindi si presentò a casa di Kaori, felice di rivederla ma completamente a disagio… suonó il campanello e rimase incantato nel vedere Kaori aprirgli la porta. Indossava un abito semplice ma molto femminile… negli anni che avevano trascorso insieme, Kaori non aveva mai osato abbigliarsi in un modo simile e Ryo sapeva perfettamente di chi era la colpa…sua naturalmente.
“Benvenuto Ryo, prego accomodati” gli disse lei invitandolo ad entrare. 
L’uomo varcó la soglia sentendosi come un ragazzino alle prese con il primo appuntamento… la sola presenza di Kaori era sufficiente per annientare all’istante tutte le sue sicurezze. 
Si sedettero a tavola e Ryo mangió di gusto tutte le deliziose pietanze che Kaori aveva preparato per lui ed era così felice nel vedere lo sguardo soddisfatto della ragazza… e pensare che nella loro vecchia vita, non le aveva mai fatto neanche un misero complimento. 
Finita la cena si sedettero sul divano, entrambi estremamente imbarazzati… ma l’imbarazzo scomparve in fretta lasciando spazio alla profonda sintonia che aveva sempre contraddistinto il loro rapporto. 
Kaori gli raccontó tutto quello che aveva vissuto in quegli anni e Ryo si perse in quei racconti e nell’immaginare la donna alle prese con quella nuova vita. 
“Sai perché ho chiamato il mio negozio Sugar?” gli chiese all’improvviso e a quella domanda lo sweeper sussultó… 
“Beh no, io…ecco...”
“Ti ricorda niente Sugar boy?” gli disse lei a bruciapelo, guardandolo di sbieco e lasciandolo completamente spiazzato. 
“Sugar boy?”Ripeté lui fingendo di pensarci. 
“Il ragazzino che hai incontrato tanti anni fa quando lavoravi con mio fratello… un tipetto sveglio al quale piaceva lo zucchero e che ti ha portato non pochi grattacapi…sei stato tu a dargli questo particolare soprannome” continuó lei con ironia… 
E a quel punto Ryo sorrise, intenzionato a non portare più avanti quella messinscena. 
“Una tipetta sveglia vorrai dire…”
Kaori spalancó gli occhi. 
“Tu sapevi! Ma… ma allora perché non hai detto niente?”
“Ho preferito rispettare la tua decisione e del resto non avrei mai pensato che ti avrei rivista…”
“Ti chiedo scusa… Ero solo una ragazzina preoccupata per il proprio fratello…” abbassó gli occhi lei un po’ imbarazzata. 
“Non devi chiedermi scusa… sei stata coraggiosa e forse anche un po’ incosciente… lo sanno tutti che sono un tipo pericoloso!” scherzó lui, ma tornó subito serio nel notare lo sguardo risoluto di Kaori. 
“Io non ho mai avuto paura di te Ryo… e ho capito subito il tuo valore”
A quelle parole Ryo sentì un enorme calore farsi spazio nel suo petto. Kaori era l’unica che fosse mai riuscita a leggere davvero nel suo cuore… l’unica in grado di mostrare il suo vero io persino a se stesso. L’unica capace di amarlo davvero per quello che era, nonostante tutto… e l’unica che lui avrebbe mai potuto amare…anche quella Kaori, così uguale ma così diversa da colei con cui aveva condiviso tutto negli ultimi sei anni della sua vita. 
“Quando ho deciso di aprire il mio negozio, quel simpatico nomignolo che mi avevi dato mi è tornato subito alla mente… l’ho trovato perfetto e non sai quante volte, leggendo l’insegna, mi è capitato di pensare a te e alla nostra piccola avventura…” sorrise lei per poi arrossire imbarazzata per quella piccola ammissione che si era concessa. 
Se solo Kaori avesse saputo quante altre avventure avevano affrontato e superato l’una al fianco dell’altro! 
Una piccola punta di tristezza si insinuó nel cuore dello sweeper al ricordo di quella vita insieme, ormai perduta… 
“Tu… tu sei felice Kaori?” le chiese di getto lasciando la ragazza a fissarlo stupita per quella strana domanda… 
“Felice?” Ripeté lei, riflettendo qualche istante prima di continuare. 
“Felice è una parola importante Ryo… dopo la morte di Hide non ho più trovato la spensieratezza di un tempo. Ormai ho accettato la sua morte, ma… non so come spiegarti… è come se sentissi di non avergli fatto onore a pieno con la mia vita. Come se avessi potuto fare e dare di più… come se non avessi percorso davvero la strada giusta per me. Lo so che può sembrare sciocco, ma è una sensazione che ho da sempre ormai. Sono soddisfatta di ciò che ho costruito e Sayuri ha ridato alla mia vita una sferzata di aria fresca ma, c’è sempre un ma…e temo rimarrà così per sempre”.
Kaori gli sorrise dolcemente e per Ryo quel sorriso fu come una stilettata in pieno petto. 
“È stata una piacevole serata… ma adesso si è fatto tardi e devo proprio andare… grazie per la cena” le disse all’improvviso cercando invano di placare i tormenti del suo animo. 
“Oh… ok” sussurró Kaori, triste all’idea di doversi nuovamente separare da lui. 
“Grazie a te per essere venuto” proseguì la ragazza avvicinandosi allo sweeper e rilasciandogli un delicato e timido bacio sulla guancia, senza quasi rendersene conto. 
Lo sweeper non poté fare a meno di imbarazzarsi per quel contatto… mai in anni di vita insieme Kaori aveva osato avvicinarsi tanto a lui di sua spontanea volontà. E il motivo lo sapeva bene… l’aveva resa talmente insicura con le sue continue fesserie, da costringerla a stare sempre sulla difensiva.
“Allora ciao...” le disse spinto dalla voglia di ricambiare il bacio, ma in ben altro modo. 
“Ciao e…spero di rivederti presto” disse lei arrossendo lievemente. 
L’uomo tornó nel suo appartamento completamente scosso. Aveva passato una serata davvero piacevole con lei, le loro chiacchiere, quel tenero bacio ma anche la confessione che lei gli aveva fatto, lo avevano davvero scombussolato.
Kaori, nonostante tutto, non era davvero felice. Per un attimo aveva creduto che quello stupido desiderio espresso erroneamente, potesse in realtà rivelarsi l’occasione perfetta per recuperare tutto il male che le aveva fatto in quegli anni, tutti i pericoli a cui l’aveva irrimediabilmente esposta, l’occasione giusta per donarle finalmente la vita che meritava, ma dopo le sue parole tutte le sue convinzioni erano crollate come un castello di carte e la consapevolezza che la donna che amava più della sua stessa vita, non fosse felice, rappresentó per lui un incubo dal quale avrebbe voluto risvegliarsi all’istante. 
E all’improvviso un bisogno impellente cominciò a farsi spazio dentro di lui… voleva e doveva sapere. 
“Negai!” chiamó e il genio comparve davanti a lui in pochi istanti. 
“Al tuo servizio padrone”. 
“E smettila di chiamarmi padrone… io sono Ryo!”
“Scusami padr… ehm… Ryo”
“VOGLIO sapere se Kaori… beh… se Kaori…insomma, se con la vita che aveva con me era felice”
“Ogni tuo desiderio è un ordine” e in quel momento frammenti della vita in comune di Ryo e Kaori apparvero davanti agli occhi del genio la quale, al termine di quella visione, tornó a rivolgersi allo sweeper. 
“Kaori era pienamente felice con te padrone” sorrise compiaciuta prima di incupirsi, preoccupata. 
Ryo a quella constatazione, si sentì sprofondare completamente nel baratro. Per quanto non avesse mai voluto crederci davvero, Kaori con lui era realmente felice e, inconsapevolmente, aveva privato della felicità l’unica donna che avesse mai amato in tutta la sua vita. 
“Ma se io volessi…” tentò lui prima che Negai, capendo all’istante cosa Ryo le stesse per dire, lo interrompesse. 
“Mi spiace padrone ma non posso…” rispose profondamente dispiaciuta nel vedere il suo padrone così affranto. 
“Che significa che non puoi?” chiese Ryo accigliato. 
“Te l’ho detto…non posso annullare un desiderio esaudito. Perdonami padrone…” rispose la ragazza mortificata all’idea di ciò che aveva combinato. 
Ryo rimase immobile, con le mani fra i capelli in preda al più completo sconforto. 
“Questa non è la vita che voleva… ma…ma per la sua felicità sarei disposto a tutto, se esprimessi un desiderio potresti renderla felice?”
“Beh…”titubó il genio per un attimo. 
“Beh??” la incalzó preoccupato. 
“Questo dipende da te padrone…”
“Da me?” 
“La verità è che un’anima non potrà mai essere completamente felice senza la sua gemella…”
“Che significa?” 
“Non lo sai padrone? Ormai credevo lo avessi capito… voi due siete anime gemelle  e Kaori non potrà mai essere completamente felice senza di te… la magia non può arrivare dove arriva l’amore”
Ryo, a quelle parole, rimase turbato… lui e Kaori anime gemelle? Del resto non aveva mai provato per altre niente di minimamente  paragonabile a quello che provava per lei…l’alchimia, la sintonia che aveva sentito con lei fin dal primo momento in cui si era conosciuti…se davvero l’anima gemella esisteva, Kaori non poteva che essere la sua. 
“Ma padrone, anche se non posso ridarti la vita di prima, quella ragazza esiste, puoi sempre ricostruire con lei una nuova vita, nuovi ricordi insieme…” azzardó Negai preoccupata dall’eventuale reazione di Ryo. 
“Una nuova vita?” Ripeté Ryo alzando lo sguardo verso il genio. 
“Lei è la tua anima gemella padrone... Non devi far altro che farla innamorare ancora di te”
Il giorno dopo Ryo stava ancora pensando alle parole di Negai… 
Far di nuovo innamorare Kaori di lui…
Non sapeva neanche come ci fosse riuscito la prima volta! 
A dire il vero, aveva cercato in tutti i modi di allontanarla da sé con la conseguenza di farla invece rimanere al suo fianco con ancora più determinazione al punto che aveva finito per l’innamorarsene perdutamente lui…
Lavorando e vivendo insieme era tutto nato in maniera così spontanea, così naturale… come avrebbe potuto nascere di nuovo fra loro qualcosa di tanto forte, ma in una situazione così diversa? 
Ma se davvero lei era la sua anima gemella, in qualche modo ci sarebbe riuscito… ma sarebbe stata davvero la cosa giusta? 
Del resto aveva un genio a sua disposizione che poteva risolvere qualunque quesito. 
“Negai!” chiamó, ma non appena il genio apparve, il campanello del suo appartamento suonó. Ryo mise i suoi sensi in allarme… nessuno lo cercava mai nel suo appartamento… se non i suoi amici, ma in quella nuova realtà non aveva alcun amico, pensó tristemente. 
Si avvió alla porta rimanendo di sasso non appena si ritrovó Kaori davanti con in mano un piccolo pacchetto. 
“Ciao Ryo” gli sorrise. 
“Scusa se ti ho fatto questa improvvisata, spero non ti dispiaccia…è il mio giorno libero e visto che ieri mi hai detto che ami le noci pecan… ecco, ho preparato questa torta per te e… volevo solo… beh…” disse in imbarazzo prima che una voce alle spalle di Ryo la interrompesse lasciandola attonita per qualche secondo. 
“Cosa posso fare per te padr… cioè, Ryo?” chiese Negai avvicinandosi allo sweeper. 
Kaori, nel vedere quella bellissima ragazza nell’appartamento di Ryo, per un attimo ebbe la voglia di  sprofondare seduta stante. 
-Come ho potuto essere così stupida?-
Fissó dapprima Ryo, rimasto ammutolito dal momento in cui l’aveva vista, spostando poi il suo sguardo imbarazzato verso Negai. 
“Oh…Scusami Ryo… io… beh, avrei dovuto immaginare non fossi solo… dovevo avvisarti prima… scusa, ma, ok… torno un’altra volta magari…” disse di getto prima di voltarsi e correre giù per le scale. 
Ryo, risvegliandosi in quel momento dal suo torpore e rendendosi conto di ciò che era appena successo, la rincorse immediatamente. 
“Kaori!” la chiamó e la donna si voltó all’istante senza riuscire a guardarlo negli occhi per la vergogna. 
“Scusami Ryo, non volevo disturbarti…è che io, ecco…” provó a dire qualcosa ma senza riuscirci. Prese allora un profondo respiro cercando di riprendersi. 
“Che sciocca… questa è per te” gli disse porgendogli il pacchetto e cercando di celare il più possibile il suo turbamento. 
“Torna pure dalla tua… a-amica e scusa ancora” disse voltandosi di nuovo, ma Ryo la fermó prima che potesse nuovamente compiere qualche passo. 
“No ma non è come credi… quella è… è… solo una cliente ecco” mentì lui sperando di convincerla a non andarsene. 
“Oh…” riuscì solo a rispondere lei. 
“Ti va di tornare dentro? Questa torta deve essere deliziosa…” le disse sorridendo senza neanche rendersi conto di averle afferrato la mano stringendola forte nella sua. 
E rimasero così per minuti interminabili occhi negli occhi,  mano nella mano, su quel marciapiede illuminato dalle splendide luci del tramonto appena sopraggiunto. 
…………………….. 
Ryo passó tutta la notte insonne, intento a pensare incessantemente a quello che era accaduto fra lui e Kaori quella sera. Erano tornati a casa e, dopo aver mandato via Negai con una scusa, avevano passato di nuovo la serata insieme… Kaori si era offerta di cucinare la cena per lui ed era stato bellissimo per Ryo rivederla nella sua casa, nella LORO casa, come avrebbe sempre dovuto essere. Era felice, felice perché le cose sembravano procedere per il verso giusto, del resto ormai non avrebbe più potuto fingere… vivere senza di lei, in qualunque universo si trovasse, era fuori discussione. Ma gli mancava qualcosa e non poteva negarlo a se stesso… Il fatto che Kaori, quella Kaori, non avesse minimamente idea dell’altra vita… beh, lo destabilizzava non poco… lui la amava davvero ma era quella vita, così come l’avevano vissuta insieme, ad aver reso il loro rapporto tanto forte e indissolubile… 
Avrebbero potuto costruire nuovi ricordi insieme è vero, ma che fine avrebbe fatto city hunter? E poi l’idea che Miki e Umi non stessero insieme, che Mick fosse morto per mano sua… come poter risolvere tutto questo? Non c’era soluzione e questa consapevolezza lo annientó completamente. 
Si passó nervosamente una mano fra i capelli, assalito dai pensieri fino a quando l’alba sopraggiunse.
Se quella doveva essere la sua nuova vita, l’avrebbe accettata… forse avrebbe potuto recuperare l’amicizia con Umi, trovare Miki e permettere ai suoi amici di essere di nuovo felici insieme anche in quel presente…. Con Kaori al suo fianco tutto sarebbe andato per il verso giusto… ma di una cosa era certo… avrebbe riconquistato il cuore di Kaori con le sue sole forze, doveva chiudere definitivamente con la magia per non rischiare che si verificassero ulteriori guai, magari ben peggiori… era arrivato il momento di darci un taglio. 
“Negai!” chiamò e il genio apparve immediatamente davanti a lui. 
“Eccomi padrone…”
“Padrone?!” rispose l’uomo fintamente accigliato. 
“Oh… scusami… Ryo” sorrise il genio. 
“Negai…ci ho pensato tanto questa notte e sono giunto ad una conclusione… tu esaudisci i desideri degli altri, ma… non desideri qualcosa per te stessa?” le chiese all’improvviso lasciando la ragazza piuttosto basita di fronte a quella domanda. 
“Per me stessa?” Ripeté lei fissando un punto imprecisato di fronte a sé. 
“Non ci ho mai pensato… io sono nata per rendere felici gli altri, non è contemplato nella mia natura che io possa soffermarmi a pensare a me stessa”
Lo sweeper sorrise. 
“Non hai mai desiderato ad esempio, di essere libera?”
“Libera? Vuoi dire una ragazza in carne ed ossa come tutte le altre? Senza più nessun padrone e nessun desiderio da esaudire?”
“Esatto” confermó Ryo. Il genio rimase per qualche istante in silenzio fino a che sorridendo rispose. 
“Sì, forse sarebbe bello. Ma il mio destino è un altro e sono felice di poter aiutare un padrone come te”. 
“Kaori è presente anche in questo mondo e con lei io ho già tutto quello di cui ho bisogno… ho solo un ultimo desiderio da esprimere”
“Un ultimo desiderio?” chiese Negai sorpresa da quella affermazione. 
“VOGLIO che tu sia libera… una ragazza come tutte”
“Cosa??” ribattè Negai strabuzzando gli occhi. 
“Un desiderio è un desiderio…” sorrise Ryo. 
“E ogni tuo desiderio è un ordine mio padrone” sorrise Negai di rimando e in quell’istante una luce fortissima avvolse la bottiglia che teneva ben stretta fra le mani dissolvendola nel nulla davanti ai loro occhi. 
“Dai su alzati pelandrone!” Kaori aprì la porta all’improvviso trovando Ryo in mutande, seduto sul letto di fronte a una bellissima ragazza. Spalancó gli occhi incredula prima che una rabbia incontrollabile la pervadesse. 
“Adesso ti porti anche le donne in camera????” e così dicendo gli lanció uno dei suoi martelli in pieno viso per poi uscire di corsa dalla stanza sbattendosi con forza la porta alle spalle. 
“Kaori??! Il martello?! Non può essere…” biascicó Ryo cercando di disincastrarsi dal muro nel quale era finito. 
Non appena ci fu riuscito, prese la porta rincorrendo la ragazza e cercando di raggiungerla. 
-Ma com’è che finisco sempre per rincorrerla?- pensó uscendo in fretta di casa. 
“Kaori!” urló vedendola in lontananza ma quella, furiosa, aveva già percorso parecchia strada e non sembrava aver alcuna intenzione di fermarsi. 
“Kaori” la chiamó nuovamente lui, raggiungendola e bloccandola per un braccio. 
“Lasciami!” gli urló contro Kaori. 
“Possibile che tu non riesca ad avere un minimo di rispetto per la tua socia??? Che non valga niente per te come persona ormai l’ho capito da tempo, ma diamine, viviamo e lavoriamo insieme da anni ormai, lo sai che vengo a svegliarti tutte le mattine e tu ti fai trovare con una donna in camera??? Basta, io me ne vado!” e così dicendo si voltó di nuovo incamminandosi rabbiosa lungo il marciapiede. 
-Socia… viviamo insieme… vengo a svegliarti tutte le mattine… ma allora era davvero possibile che…?-
Ryo, frastornato dalle parole che Kaori aveva pronunciato, riprendendosi in fretta, non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare via. 
“No!” le disse fermandola di nuovo. 
“Non hai capito!”
“E che c’è  da capire, sentiamo!” gli urló contro lei. 
Stava per andarsene nuovamente quando Negai li raggiunse trafelata. 
“Ci mancava anche che la tua amante venisse a riprenderti…” ribollì Kaori guardando quella donna con occhi infuocati. 
“Puoi tenerti questo debosciato… anzi scusa se vi ho interrotti” sbuffó lei, ma Negai si sentì subito in dovere di intervenire… 
“Oh no no, io non sono l’amante del mio padrone”arrossì. 
“Padrone?! E quindi tu chi saresti, la sua schiava?! Cos’è, vi date anche alle cose…alle cose… alle cose sadomaso??” disse lei con fatica, inorridita da tanta sfacciataggine. 
“Basta ho sentito troppo, potreste anche risparmiarvi i dettagli” urló nuovamente. 
“Ma non hai capito Kaori, lei è un genio!” rispose Ryo di getto cercando di salvare il salvabile. 
“Un genio?? E mi dici cosa dovrebbe fregarmene delle sue capacità intellettive eh?! E poi una che viene con te non mi sembra poi tanto geniale…” sbraitó stizzita prima di proseguire. 
“Comunque... non mi dovete dare alcuna spiegazione. Io e te Ryo non siamo di certo una coppia… e allora… allora puoi fare quello che ti pare” disse ritrovando la calma, abbassando lo sguardo rattristato, prima di voltarsi nuovamente e cercare di defilarsi il prima possibile da quella stramba situazione. La rabbia aveva lasciato il posto alle solite tristi consapevolezze… 
“Kaori… per favore, non te ne andare… posso spiegarti tutto” le disse Ryo dolcemente lasciando Kaori stranita di fronte a quel suo strano comportamento. Perché tranquillizzare lei davanti alla sua amante? 
“Negai...è possibile che… ”le si rivolse Ryo sorridendo. 
“È possibile padrone” sorrise la ragazza scambiandosi con lo sweeper uno sguardo di intesa. 
“Quando mi hai liberata, i desideri che avevi espresso devono essersi annullati automaticamente e quindi…”
“TUTTO È TORNATO COME PRIMA!” urlarono all’unisono e Ryo, dalla gioia, non potè che prenderla tra le braccia facendola volteggiare per minuti interminabili. 
Quando la lasció a terra, la ragazza fece per riprendersi sorridendo felice.
“Adesso è giunto il momento che vi lasci soli...” gli disse maliziosa.
“E che tu possa iniziare la tua nuova vita da essere umano… buona fortuna Negai e grazie di tutto”
“Grazie a te padrone”
“Non sono il tuo padrone…” la rimproveró lui bonariamente. 
“Sono…”
“… Ryo, hai ragione” lo interruppe lei imbarazzata. 
“Buona fortuna” e così dicendo la ragazza si incamminó felice verso la sua nuova vita. 
Ryo rimase a fissarla allontanarsi prima di voltarsi verso Kaori rivolgendole un sorriso smagliante, sorriso che però si spense all’istante, nel notare lo sguardo sempre più torvo della ragazza. 
“E allora???” chiese a denti stretti trattenendosi dal materializzare un nuovo martello seduta stante. 
“Ti ho già detto che posso spiegarti!” disse Ryo mettendo le mani avanti terrorizzato all’idea che la donna potesse colpirlo. 
“E allora sbrigati visto che non ci sto capendo niente!” lo incalzó Kaori continuando a sbraitare. 
Ryo tornó a fissarla con sguardo sognante. Quanto gli erano mancati quei suoi terribili schiamazzi! 
“Mi hai trattenuta qui a sorbirmi tutto il dialogo con quella… se non è la tua amante, cos’è?? Una tua nuova compagna di bevute? Mi sembravate ubriachi con tutti quei discorsi senza senso…ma che diamine sta succeden-? 
“Vuoi stare zitta?!” la interruppe Ryo afferrandola fra le braccia e appoggiando selvaggiamente le sue labbra a quelle di lei che, a quel tocco, non poté fare a meno di bloccarsi all’istante, completamente attonita. 
Ryo la stava davvero baciando?? 
Si allontanó da lui guardandolo stralunata. 
“Co-cosa stai facendo?” gli disse tremante. 
“Mi pare chiaro…ti sto baciando… e se ti degnassi di stare zitta lo rifarei volentieri…”
Kaori tornó a fissarlo sempre più allibita. 
“Ma… ma perché?”
“Non funziona così fra due persone che si amano?” le rispose lui con sguardo sornione. 
“Due persone che si amano...?” Ripeté lei sognante sempre più convinta di essere vittima di uno scherzo. 
“Beh… io ti amo e tu anche, no?” le chiese Ryo nella più completa scioltezza. 
Al diavolo tutte le vecchie e inutili paranoie…la sua Kaori era di nuovo fra le sue braccia e non se la sarebbe fatta scappare mai più! 
Kaori, nel sentire le parole di Ryo, se non fosse stata abbracciata a lui, sarebbe svenuta sul marciapiede all’istante. 
“Tu… tu sei… sei solo un presuntuoso, ecco” disse lei arrossendo, cercando di districarsi dalla sua stretta ma senza riuscirci.
“Prova a negarlo…”la incalzó Ryo. 
“Tu mi ami, confessa!” continuò. 
Kaori distolse lo sguardo dal suo, sempre più imbarazzata. Ryo a quel punto insistette divertito. 
“E dai confessa… su confessa… dillo che ami Ryuccio tuo! E dai dillo… su dillo… non ti lascio andare finché non lo ammetti!” cominciò ad urlare in mezzo alla strada, al punto che la ragazza, rossa in volto per la vergogna, ad un certo punto decise di cedere alle sue insistenze. 
“Va bene sì, ti amo, contento??” gli disse tutto d’un fiato abbassando lo sguardo totalmente impacciata. 
Ryo non poté nascondere un vistoso sorriso soddisfatto. 
“E allora ci sarà tempo per le spiegazioni… adesso abbiamo altro da fare” e così dicendo, sollevandola fra le braccia, e rilasciandole un altro dolce bacio sulle labbra, lo sweeper si incamminó a passo spedito verso la loro casa, intenzionato, come non mai, a ricominciare una nuova vita insieme a lei, amandola finalmente alla luce del sole. 
“Ma ho le allucinazioni o quelli che si sono baciati poco fa su quel marciapiede erano Ryo e Kaori?” chiese Miki sbalordita con lo sguardo fisso verso l’altro capo della strada. 
Umibozu rimase immobile, rosso come un peperone per l’imbarazzo e incapace di rispondere alla compagna. 
Ma ci pensó Mick a farlo, sopraggiungendo all’ improvviso alle spalle della coppia. 
“Per l’esattezza erano Ryo IN MUTANDE e Kaori…” sorrise scuotendo la testa. 
“Finalmente deve essersi deciso a fare le cose per bene con lei…”
“Non posso crederci…qualcuno deve aver fatto un incantesimo, non c’è  altra spiegazione…” sussurrò Miki ancora incredula per ciò che aveva appena visto. 
“Tsè, che fesserie…  più facile che finalmente una martellata di Kaori abbia funzionato e con il colpo in testa sia rinsavito… del resto la magia non esiste” bofonchió Umi, incrociando le braccia. 
“E chi può dirlo…” rispose Mick sorridendo. 
“Del resto, quando si parla di amore, c’è  sempre di mezzo un po’ di magia… non siete d’accordo?”

Fine










   
 
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