Eren
non riusciva ancora a crederci, si trovava nella
stanza d'ospedale in cui i fratelli Ackerman stavano "riposando" Levi
era sveglio, secondo quello che aveva detto il medico era sopravvissuto
ad
un'esplosione, ma gli si erano conficcati dei pezzi di vetro nel viso,
il suo
volto era completamente bendato lasciando scoperto soltanto l'occhio
sano.
Nonostante fosse cosciente appena il castano entrò
borbottò soltanto “tch,
moccioso” e poi non proferii più parola.
Erwin
aveva spiegato che da quando due giorni fa si
era svegliato aveva ridotto il dialogo al minimo, come se anche solo il
respirare gli costasse fatica, i due corvini si trovavano al Trost
Hospital de
tre giorni, ma visto che le procedure di recupero dei feriti non erano
ancora
ultimate non avevano potuto avvisare prima il castano, per non mettere
a
rischio l'operazione.
Il
ragazzo dagli occhi di giada era seduto a fianco alla
sua amata, la pelle di porcellana delle braccia e del viso era
deturpata da
escoriazioni e ferite eppure era bellissima come sempre, era la prima
volta che
le sfiorava la mano in sei mesi e lei non se ne rendeva conto, il
castano
avrebbe voluto solo scoppiare a piangere ma cercò di
trattenersi, secondo i
medici sarebbe potuta rimanere in coma per sempre come risvegliarsi da
un
momento all'altro, non c'era modo di saperlo, l'unica certezza era che
se si
fosse risvegliata non avrebbe ripreso il completo uso delle gambe.
Di
lì a poco sarebbe andato con Armin nella camera
mortuaria a trovare Annie e Zeke... Eren non riusciva ancora ad
accettare che suo
fratello fosse morto in uno stupido crollo, non era possibile, si era
appena
sposato, aveva una vita intera da spendere con la persona che amava,
non poteva
essere vero. Invece quel mare di possibilità gli era stato
trappato via dalle
mani prima che potesse afferrarlo.
Il
castano diede un dolce bacio sulla fronte di Mikasa
e le sussurrò nell'orecchio “Ci vediamo dopo
amore”, sperando che in un qualche
modo potesse sentirlo, salutò Levi il quale rispose con un
ringhio e decise di
andare nella stanza a fianco: da Pieck.
Si
buttò tre le sue braccia senza pensarci due volte e
lei scoppiò a piangere, il ragazzo cercò di
trattenersi ma purtroppo più di una
lacrima sfuggì al suo controllo.
“Lo
hai già visto?”
“No,
saremmo andati dopo esserti venuta a trovare,
vuoi venire con noi?”
“Grazie
ma non solo non credo di poter sopportare la
visione, per un po' non potrò alzarmi dal letto”
“Che
è successo? Mi sembrava stessi bene, qualche
lesione interna?”
“Non
proprio, sono stata fortunata a non rimanere
schiacciata dalle macerie, ma comunque tra stress psicologico e
esplosioni
tutto intorno abbiamo rischiato molto, credono sia meglio che non mi
muova
troppo in questi giorni per evitare di affaticarmi viste le mie
condizioni”
Eren
sbiancò improvvisamente quando si resse conto di
quello che la ragazza stava cercando di dire
“Cosa?
Da quanto?”
“Sono
incinta di 4 settimane, l'ho scoperto quando mi
hanno fatto gli esami del sangue appena ricoverata”
“Io,
non so cosa dire”
Le
si avvicinò e la abbracciò forte
“Qualsiasi
cosa di cui tu abbia bisogno io ti aiuterò,
se vorrai tenerlo ti assicuro che non crescerai questo bambino da
sola”
“Grazie
Eren”
…
Erano
passate due settimane da quando avevano detto al
giovane Jeager del luogo in cui si trovavano i due Ackerman, ogni
giorno finito
il lavoro si recava in ospedale e passava tutto il suo tempo con la sua
ragazza,
dopo la seconda visita si era organizzato per poterle leggere qualcosa,
era
arrivato all'ultimo capitolo della camera dei segreti, tutti speravano
che Mika
si sarebbe svegliata prima di arrivare ai doni della morte, ma Levi
aveva
lentamente perso le speranze.
I
suoi amici erano andati a trovarla più volte e,
anche se faceva di tutto per nasconderlo dopo Eren quello che stava
peggio era
Jean, ad ogni loro visita avevano cercato di conversare anche con Levi
per
tirargli su il morale ed Erwin lo andava a trovare tutti i giorni ma
all’uomo
dagli occhi di ghiaccio sembrava di essere completamente distaccato
dalla
realtà, parlava lo stretto indispensabile e mangiava solo
via flebo.
Qualche
giorno prima c’era stata la cerimonia funebre
dei caduti in battaglia, il corvino aveva lottato con le unghie e con i
denti
ma era riuscito ad ottenere il permesso dall'ospedale di partecipare,
anche se
con il volto bendato e spinto sulla sedia a rotelle da Erwin: almeno
aveva potuto
salutarla un'ultima volta. Da quella non si era più mosso
dal letto: per quanto
si sforzasse non riusciva a trovare un motivo per vivere, ogni respiro
sembrava
tremendamente doloroso e ogni notte sognava i suoi bellissimi occhi
castani
ormai spenti mentre gli rinfacciava di non essere riuscito a salvarla.
La
prima volta in cui riaprì gli occhi e scoprì che
Mika era in quella situazione si rese conto di non avere più
un valido motivo
per cui continuare a tenere duro.
Eren
si era allontanato dalla stanza, Mikasa era
incosciente come al solito e Levi era sinceramente convinto che non si
sarebbe
mai più, fu in quel momento che prese la decisione che era
convinto di aver
rimandato fin troppo a lungo.
Con
una fatica immane si misi seduto e molto
cautamente si alzi dal letto per avere accesso alla flebo di morfina a
cui lo
avevano attaccato per diminuire il dolore, avvicinò la mano:
tutto quello che
doveva fare era premere il pulsante per portare il dosaggio al massimo
per
smettere di soffrire, continuava a cercare un motivo per non farlo, ma
per
quanto consapevole del fatto che Erwin ne sarebbe rimasto devastato non
riusciva
a cambiare idea, le sue dita erano sempre più vicine e aveva
preso la sua
decisione, voleva addormentarsi un'ultima volta.
“humpff”
Il
ragazzo sentì un sospiro provenire dietro di lui,
per un istante decise di credere al miracolo e si bloccò
prima di prendere una
decisione irreversibile, si girò lentamente e
notò con stupore che la mano di
Mikasa si stava muovendo. Per quanto le ferite glielo consentissero
sì lanciò
verso la brandina urlando il suo nome, un altro sospiro, la mano si
mosse di
più, immediatamente il corvino premette il tasto per
chiamare l'infermiera. In
quel momento entrò Eren
“Levi
che ci fai in piedi?”
“Si
sta svegliando”, non aveva finito la frase che il
castano si era materializzato al financo della sua ragazza,
provò a stringerle
la mano e lei anche se debolmente ricambiò la sua stretta a
Levi scappò il
primo sorriso dal giorno dell'attacco.
Nel
frattempo era arrivata l'infermiera, diminuì il
dosaggio di alcuni farmaci per renderle più agevole il
risveglio, anche se si
trattava di piccoli movimenti impercettibili Eren riusciva a cogliere
ogni
piccolo gesto che Mikasa finalmente dopo settimane riusciva a compiere,
quando
lentamente la vide sbattere le palpebre il ragazzo ebbe la sensazione
di essere
morto e rinato.
Si
lanciò su di lei e mentre continuava a ripetere il
suo nome come una litania per convincersi che lei si trovava
effettivamente lì,
la abbracciò forte e quando finalmente sentì al
suo orecchio quel debole
sussurro “Ereh” la guardò negli occhi e
con un sorriso, appoggiò appena le
labbra sulle sue.