Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Theironlady    16/11/2021    1 recensioni
Immaginiamo una realtà alternativa, in cui i giganti non sono mai esistiti e Levi e Hanji festeggiano il loro anniversario di matrimonio.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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<< Buongiorno tesoro! >> una voce squillante e accesa, quella di Hanji, dritta nell’orecchio di Levi.
<< Mhm >> mugugnò lui, ancora del tutto intorpidito dal sonno << lasciami dormire ancora un po’ >> supplicò. Ma Hanji si mosse rapida salendo sopra di lui, immobilizzandolo e riempiendogli le guance di baci schioccanti, che le tinsero di un lieve rossore.
<< Non se ne parla Ackerman, sono già le cinque e mezzo, non vedi? >> esclamò, mettendogli davanti alla faccia lo schermo del suo cellulare a luminosità massima, per dimostrargli che l’orario fosse corretto.
<< Cosa? E tu mi hai svegliato alle cinque e mezzo? Dannazione … >> bofonchiò con tono irritato << e chiudi quel cellulare altrimenti te lo rompo. >> concluse, tentando per l’ultima volta di richiudere gli occhi e rimettersi a dormire.
<< Non se ne parla! Oggi abbiamo tantissime cose da fare, non ricordi? E poi è il nostro giorno … >> mormorò lei, con voce leggermente intristita, quasi temesse che suo marito se ne fosse dimenticato.
<< Tch >>
Hanji sbuffò e fece per scostarsi, ma le mani salde di Levi le trattennero i fianchi.
<< Dove pensi di andare, quattrocchi? >> mentre teneva ancora gli occhi chiusi, afferrò il volto di lei e lo tirò verso il suo per baciarla appassionatamente sulle labbra. << Sei veramente insopportabile >> sbottò con voce roca e impastata, aprendo lentamente gli occhi << Buon anniversario. >>
<< Buon anniversario a lei, signor Ackerman! >> esclamò Hanji, rinvigorita e di nuovo carica di esasperante energia vitale, sorridendogli e baciandolo nuovamente con passione.
Levi le afferrò i capelli e glieli tirò all’indietro per scoprirle il collo; poi vi si avvicinò con l’intento di baciarlo, ma prima lo odorò, incuriosito dall’odore che emanava. Tipico di Hanji.
<< Oggi però ti farai un bel bagno, non ho intenzione di passare la giornata con una moglie che puzza di sudore … intesi? >>
<< Se proprio insisti! >> ridacchiò lei.
<< Adesso però vieni qui … godiamoci il tempo che ci resta prima che si svegli il nostro moccioso pestifero. >> disse con tono più serio del dovuto, gettandola sul letto e afferrandole i polsi. << Mi hai svegliato ad un orario improponibile e adesso ne pagherai il prezzo. >> affermò, premendo la sua erezione contro il pube di lei, che lo osservava coinvolta e maliziosa. Si sarebbero divertiti parecchio.
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<< Sbrigati a bere il tuo latte, Thomas. >> ordinò Levi seduto compostamente a tavola, intento a bere la sua tazza di the quotidiana tenendola con le mani a penzoloni. Si era già lavato e vestito impeccabilmente con il solito paio di pantaloni neri, delle scarpe di cuoio e una camicia bianca perfettamente stirata –cosa di cui naturalmente si occupava lui- e profumava di colonia. Hanji invece, dopo essersi fatta una doccia rapidissima, aveva indossato ciò che le era capitato a tiro e aveva legato i capelli con una disordinata coda alta. Indossava ancora le pantofole e stava finendo di cuocere gli ultimi pancakes.
<< Sai che bere velocemente fa male allo stomaco! >> replicò lei << ti ho spiegato mille volte come funziona la digestione umana, vero Thomas? >>
<< Vero …  >> rispose distrattamente il bambino, che osservava i pancakes poggiati sul ripiano della cucina con un rivolo di bava alla bocca.
In sottofondo, la televisione accesa a basso volume riportava le ultime notizie dal mondo, ma nessuno di loro stava prestando attenzione.
<< Dovresti smetterla di rincoglionirlo in continuazione con le tue lezioni di scienze, Hanji. Se continuerai così, la scuola per lui diventerà riposante. >> Commentò lui, sorridendo sarcasticamente.
<< Oh, non dire stupidaggini! Thomas trova estremamente interessante tutto ciò che gli insegno, e poi adora venire in laboratorio con me il pomeriggio, vedessi com’è felice quando lo faccio guardare al microscopio i tessuti cellulari! >> rispose lei esaltata, poggiando finalmente il piatto di pancakes sulla tavola apparecchiata.
Thomas ne afferrò uno con le mani e si imbrattò completamente di sciroppo d’acero sotto lo sguardo compiaciuto della madre, che ne divorò uno a sua volta nello stesso modo; sedutasi accanto a Levi, glie ne passò un pezzetto con le mani e alla fine riuscì pure a imboccarlo, anche se sporcandogli il mento con qualche goccia di sciroppo, che gli pulì prontamente con la lingua, ridendoci su.
<< Ha proprio preso da te >> commentò lui, guardandola e mostrandole un leggero sorriso. Stavolta non era di sarcasmo, ma di dolcezza. Rivedeva sua moglie in quella piccola peste, tanto adorabile quanto disordinata e stravagante.
Lei gli fece l’occhiolino e lo baciò voracemente, con le labbra ancora imbrattate di liquido zuccherino e le dita impiastricciate.
<< Oh maledizione, è tardissimo! >> esclamò Hanji dopo qualche minuto, intravedendo l’orologio sulla parete che segnava le otto in punto. Corse ad afferrare il piumino di Thomas e glie lo fece indossare rapidamente, imbacuccandolo anche con sciarpa, capellino e guanti, con movimenti per nulla dolci e apprensivi, mossa dalla fretta.
<< Guarda che non abitiamo in Alaska! >> commentò il marito ridacchiando << quel poveretto non si potrà neanche muovere >>.
Ma lei non lo ascoltava e correva di qua e di là per sistemare all’ultimo la cartella del figlio, infilando infine una merendina confezionata e un succo e mettendoglielo sulle spalle.
<< L’accompagno e corro a lavoro, stasera passo a prenderti >> disse Levi, stampandole un altro bacio sulle labbra. << Cerca di non farmi aspettare. >>
Thomas, bloccato nei movimenti dal piumino e da tutto il resto, salutò con la mano la madre mentre il padre lo trascinava per l’altra mano fuori dalla porta.
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Levi passò a prenderla la sera, davanti al laboratorio dove lavorava. Fuori pioveva e scese dall’auto aprendo l’ombrello per non bagnarsi e soprattutto non far bagnare lei, che uscì pochi minuti dopo dalla porta scorrevole. Era raggiante, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Mentre gli correva incontro agitando il braccio e sorridendo, Levi non poté che pensare che fosse bellissima, nonostante a vedersi non fosse esattamente pronta alla cena di gala che li stava aspettando; aveva ancora indosso il camice, i capelli raccolti in quella coda che aveva maldestramente sistemato la mattina e gli occhiali appannati per il freddo. Eppure lei il freddo sembrava non sentirlo nemmeno, come se l’energia che emanava fosse abbastanza a contrastarlo, dopotutto era stata capace di sciogliere anche il suo cuore, anche se lui questo non dava quasi mai a vederlo.
<< Sempre in disordine, quattrocchi. >> commentò lui passandole una mano tra i capelli, mentre si avviavano verso l’auto.
<< Taci tu, mister perfettino! Piuttosto, Thomas l’hai già lasciato dal nonno? >>
<< Sì, già fatto. Mi ha ringraziato per non averlo portato da te, oggi pomeriggio. >>
Hanji rise, mentre entrava nel sedile del passeggero. << Allora, sto morendo di fame! Quanto dista il ristorante?  >>
<< Non intenderai venire conciata così! >> rispose il marito, osservandola con la coda dell’occhio dopo che aveva messo in moto.
<< Eh? Perché, cos’ho che non va? >> domandò lei osservandosi a sua volta con sguardo completamente spaesato, come se davvero non ne venisse a capo.
Levi sospirò e poi rise di gusto per qualche istante. << Massì, tanto che importa. Vieni pure così! >> rispose, continuando a ridere. Anche lei gli sorrise, stringendogli la mano poggiata sul cambio.
Presto si trovarono seduti a un tavolo di un lussuoso ristorante, naturalmente scelto e prenotato da Levi, che aveva già ordinato un vino pregiato e osservava il menu con grande attenzione.
Alla fine lui ordinò una bistecca al sangue con salsa al pepe verde, mentre Hanji, indecisa fino all’ultimo momento, optò per un piatto di pasta col pesce e diversi antipasti che aveva preso col pretesto di volerli fare assaggiare al marito.
Intanto, man mano che la serata proseguiva, Hanji raccontava degli ultimi esperimenti che stava svolgendo al laboratorio e delle sue ricerche sul campo, divorando voracemente il suo cibo mentre Levi l’ascoltava mangiando composto e ordinato, annuendo ogni tanto e facendole qualche domanda per comprendere meglio. Entrambi sapevano che lui riusciva a capire appena la metà delle cose che lei spiegava, eppure adorava ascoltarla, sarebbe rimasto per ore in silenzio ad ascoltare il suono della sua voce entusiasta pronunciare termini per lui completamente sconosciuti. Avrebbe fatto di tutto pur di non interrompere quegli occhi vividi e allegri e quelle labbra sorridenti.
<< Sai, c’è una cosa che mi sto ricordando soltanto adesso >> disse lei dopo qualche minuto di silenzio, assaporando un cucchiaio del suo tortino al cioccolato.  << ogni tanto mi capita di fare uno strano sogno in cui … mi prenderai per pazza … ma l’umanità era sotto attacco da una miriade di giganti, cioè voglio dire persone come noi ma di grandezza incredibile! E divoravano la gente, è spaventoso! Chissà cosa vorrà dire … ah, noi li combattevamo, e tu eri più bravo di me. >> commentò lei, ridacchiando.
<< Questo almeno rispetta la realtà >> rispose Levi, ridendo di rimando. Poi però si fece lievemente cupo in volto. << Giganti che divorano la gente, che cazzata colossale … >> disse con tono serio, quasi disgustato.
<< Già! Mah, che vuoi farci, sai che faccio sempre sogni completamente assurdi. Beh, si è fatto tardi, torniamo a casa? >>
<< Sì, torniamo a casa. >> rispose lui, serio e conciso << e stanotte cerca di non sognare più merdate del genere, quattrocchi. >>
   
 
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