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Autore: kianeko    07/12/2021    13 recensioni
Questa storia partecipa al "Calendario dell'Avvento 2021" di FanWriters.it, giorno 7 dicembre.
★★★
Genzo pensa di essere troppo grande per festeggiare il suo compleanno, ma un incontro inaspettato gli farà cambiare idea.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno in più di ieri

Il mio compleanno è arrivato di nuovo e come ogni anno la mamma ha organizzato una festa a sorpresa, o per lo meno lei crede sia a sorpresa: la fa da così tanti anni che ora mai è scontata. Quest’anno però ho deciso di disertare. Okay lo ammetto, sono scappato. Me ne sono andato prima che le venisse in mente di fare qualsiasi cosa e da codardo le ho telefonato quando ero già bello che lontano. Non che non mi piacciano le sue attenzioni, ma essere un Wakabayashi significa fare le cose in grande, anche troppo a dire il vero.
Passeggio da un po’ per queste strade a me sconosciute, strade di un paese straniero che ho percorso poco se non per le trasferte di coppa. Il freddo è pungente, l’aria ha l’odore della neve e le nuvole hanno quel tipico colore grigio biancastro di quando sta per nevicare. Non ci si può fare niente, ovunque si vada il cielo sarà sempre una costante.
Da queste parti si sente già l’atmosfera del Natale, decori lungo le strade, sui portoni delle case si iniziano a scorgere le prime ghirlande appese, festoni e lucine si intravedono nelle vetrine dei negozi e in quelli in cui non ci sono qualcuno sta addobbando. E pensare che è solo il sette dicembre.
Mi fermo davanti a un negozio di giocattoli e sorrido mentre guardo la vetrina piena di fiocchi di neve, festoni colorati, lucine intermittenti e palline di vetro. Se fossi un bambino vorrei venire qui a comprare il mio regalo di Natale, magari uno di questi in legno esposti.
«Sei venuto a portare la letterina a Babbo Natale?» mi chiede una voce alle spalle.
Mi volto e mi ritrovo Kojiro Hyuga, avvolto in una grossa sciarpa a righe gialle e rosse e in un giaccone nero, che mi guarda con un sopracciglio alzato. Di tutte le persone presenti in questa città dovevo incontrare proprio lui.
Incrocio le braccia al petto «Ciao anche a te.»
«Sì, sì, ciao.» fa un gesto con la mano e noto solo ora un paio di guanti neri «Seriamente che ci fai a Torino.»
«Sono in vacanza.»
«E sei venuto a prendere il fresco quaggiù perché a Monaco non ce n’era abbastanza?» domanda ironico.
«Considerato che in Germania è più freddo, direi che qui è sufficientemente caldo.»
«Sì, forse hai ragione. Beh, ti lascio alle tue vacanze.» mi fa un cenno di saluto, si tira più su la sciarpa, mette la mano in tasca e mi supera.
Lo osservo camminare e noto il carico di buste che ha, però una in particolare attira la mia attenzione: di carta marrone con un grosso fiocco oro e rosso e lo stemma del negozio di giocattoli che ho di fronte. Non sono stupito che abbia comprato qualcosa in questo posto, in fondo ha tre fratelli piccoli, ma l’accoppiata di colori del fiocco e della sciarpa mi incuriosiscono. Sorrido e scuoto la testa, mentre inizio ad andargli dietro.
«Perché sarei venuto a portare la letterina a Babbo Natale?»
Si ferma a guardarmi, poi riprende a camminare «In quel negozio i bambini portano le letterine per i regali.»
«Mentre tu Babbo Natale lo sei già.» gli dico indicandogli le buste.
Sorride «Dai ficcanaso, andiamo a prenderci qualcosa di caldo.» e con un cenno del capo mi indica una piccola pasticceria dall’altro lato della strada.
Anche questa vetrina è addobbata per le feste e, in mezzo alle torte esposte, fanno bella mostra di loro fili dorati di caramello e bastoncini di zucchero, piccoli pupazzi di neve fatti con le meringhe e alberi di Natale di bignè. Quando entriamo l’odore di pasta frolla ci accoglie, mentre Hyuga saluta calorosamente la ragazza dietro al bancone e le indica un tavolino più riservato.
Ci accomodiamo e nel frattempo che si toglie la sciarpa mi informa di aver ordinato anche per me.
«Pensi di aver scelto giusto?» chiedo appoggiando il cappotto sulla spalliera della mia sedia.
«No, ma ho scelto quello che piace a me.»
«E dai per scontato che possa essere anche di mio gradimento?»
Si siede «Assolutamente no, so solo che qui è tutto buono.» Scuoto la testa, che posso aspettarmi da Hyuga?
La cameriera arriva e ci serve l’ordinazione: due fette di torta e diversi dolcetti, poi si allontana.
«Ha detto che torna subito con le bevande.» e con la forchettina taglia un pezzo di torta «Cosa ti porta in vacanza da queste parti?»
Non ho intenzione di dirgli che sto evitando la festa a sorpresa di mia madre, come non gli dirò che oggi è il mio compleanno. «Non ho mai visitato davvero l’Italia, ho scelto una meta a caso.»
«Io avrei iniziato da Roma o Milano.»
«Troppo affollate, volevo una destinazione tranquilla ma di cultura.» mento perché ho scelto solo l’ultimo posto dove qualcuno mi avrebbe cercato.
La ragazza del bancone torna e appoggia sul tavolino due tazze «Matcha cappuccino.» mi dice Hyuga soddisfatto.
«Oh! E quel fiocco di neve disegnato sopra? Non è un po’ prestino per Natale?»
«No. Domani è la festa dell’Immacolata e per i cristiani è come se fosse una specie di anteprima.»
«E tu sei Babbo Natale.»
Prendo un bignè dal piattino e lo assaggio: mi sento pervadere la bocca dal sapore di caramello e qualche spezia che non conosco. Osservo il pezzo restante che ho in mano e devo ammettere che aveva ragione, è davvero buonissimo. Sposto lo sguardo su di lui e ha dipinto sul viso il sorriso di chi sa di aver fatto centro al primo colpo.
Riprende a parlare «Lo sono solo per la mia famiglia.»
«Quindi niente regali per gli altri tre Toho?»
«Non abbiamo mica cinque anni che ci facciamo i regali. Tu invece?» e indica l’unica busta che ho con me.
«Devo farmi perdonare.» ed è vero, alla mamma non è affatto piaciuta la mia fuga.
«Mai far arrabbiare una donna prima delle feste.»
«Come?»
«Quello è lo stemma di una nota gioielleria e regali così costosi per farsi perdonare sono sempre per le donne.»
Sorrido imbarazzato «Hai ragione, ho deluso la donna più importante della mia vita.»
Beve un sorso di cappuccino con l’espressione di chi pensa “lo sapevo”. Quando posa la tazza cambia discorso e iniziamo a parlare di calcio, tanto per cambiare. Devo ammetterlo, mi piace la discrezione di Hyuga, non ama che gli si facciano domande e a sua volta non ne fa. Forse è anche interessato, ma se è così non lo da a vedere di certo. Invece io sono logorato dalla curiosità.
«Posso farmi gli affari tuoi per una volta?» chiedo e lui subito alza un sopracciglio.
«Sarei tentato di dirti di no, ma a Natale siamo tutti più buoni. Vai spara.»
«In realtà non siamo ancora a Natale.»
Fa un gesto con la mano «Non essere puntiglioso, goditi l’atmosfera e lasciati andare. E comunque se ti guardassi un po’ intorno ti renderesti conto che qui siamo già al venticinque dicembre.»
Non posso dargli torto. Basta alzare gli occhi per ritrovarsi a guardare piccoli babbi Natale e fiocchi di neve che scendono dal soffitto, oppure guardare il bancone per ammirare un piccolo presepe in un angolo.
«Okay siamo a Natale e tu sei più buono. Posso davvero chiederti qualsiasi cosa?» Annuisce solamente, ha la bocca troppo piena. «Perché un man in black come te se ne va in giro con una sciarpa come quella?»
«L’ha fatta Naoko.»
Resto a bocca aperta. Ci sta che indossi una sciarpa fatta dalla sorella, ma è comunque fuori luogo per lui. «Solo questo? Voglio dire, perché non nera? È gialla e rossa.»
Abbassa lo sguardo sulla busta del negozio di giocattoli, sfiora appena il fiocco luccicante rosso e oro «Ognuno dei miei fratelli ha un gusto differente e così diverse sono le passioni: Naoko adora Harry Potter, Takeru i modellini di auto che si montano e Masaru i videogiochi.»
«Quindi tu saresti un Grifondoro?»
«Così pare.» e alza le spalle.
Non so perché ma ce lo vedo a chiacchierare con la sorellina di incantesimi e pozioni. Sarei anche tentato di chiedergli se ha letto i libri, però ho la sensazione che possa essere accaduto.
«Ti facevo Tassorosso.»
«Sempre meglio che Serpeverde.»
Ci guardiamo seri per un secondo poi scoppiamo a ridere.
«Ma quanti anni abbiamo?» chiede Hyuga continuando a sorridere.
Gli vorrei rispondere “Uno in più di ieri”, ma non ho bisogno di sentirmi fare domande sul perché trascorro il mio compleanno solo e lontano dai miei affetti. «L’importante è quanti ce ne sentiamo.» dico e annuisce mangiando un piccolo millefoglie «Se ce ne sentissimo troppi avremmo smesso di correre dietro al pallone da tempo.»
«Ma se tu stai fermo in porta.»
«Adesso chi è quello puntiglioso?»
Con la mano scansa la mia risposta come fosse una mosca fastidiosa e torna a bere «Se non ti sbrighi si fredderà.» e indica la mia tazza.
Di tutti i compagni di squadra che ho avuto, tra club e nazionale, Hyuga è sempre stato l'unico che aveva questo tipo di piccole attenzioni da fratello maggiore con tutti, a dispetto del suo soprannome e delle apparenze. Finalmente faccio il mio primo sorso di matcha cappuccino e mi lascio andare alla sensazione di calore che mi pervade. Ha ragione è praticamente Natale e Michael Bublé che intona Santa Claus Is Coming to Town in sottofondo lo rende ancora più tangibile.
Poso la tazza sul piattino «Oggi è il mio compleanno.» dico osservando quel che rimane della schiuma verdina.
«Lo so.» alzo gli occhi e lo guardo stupito «Eccone un altro che crede che io sia un asociale disinformato.»
«No, è che mi hai preso impreparato. È che non me lo aspettavo, insomma non mi hai nemmeno detto auguri.»
«Tu stai facendo finta che sia un giorno qualsiasi, mi sono solo adeguato.»
Ha ragione. Sono addirittura scappato dalla festa della mamma perché non voglio che sia un giorno diverso solo perché è il mio compleanno.
«La verità è che mi sento un po’ troppo grande per festeggiare.»
«Wakabayashi, fidati di uno che dalla vita ha ricevuto più calci che gioie, non perdere occasione per goderti il bello delle cose perché lo rimpiangerai quando sarà troppo tardi.» si alza e va verso il bancone. Lo vedo scambiare qualche parola con la ragazza dietro, poi tira fuori il portafogli e paga. Quando torna al tavolo prende il giaccone, lo infila, si arrotola bene la sciarpa e prende le sue buste.
«Muoviti che andiamo a fare le cose per bene.» mi porge il sacchetto della gioielleria con il regalo per la mamma e mi fa l’occhiolino.
Lo fisso un istante, poi mi alzo e indosso il cappotto, mentre l’unica persona al mondo con cui non pensavo di poter mai passare il giorno del mio compleanno mi apre la porta.
«Quindi cosa facciamo adesso?»
«Tu chiami la donna a cui devi chiedere perdono, mentre io ordino la cena.» e tira fuori lo smartphone dalla tasca «E vedi di sbrigarti che abito a due passi e non ho intenzione di aspettare troppo a lungo perché qui fuori si gela.»
Sorrido divertito e prendo il telefono, digito il numero della mamma e inizio a camminargli dietro mentre aspetto che risponda.
«Genzo, tesoro! È successo qualcosa?»
«No, è tutto okay. Volevo solo chiederti scusa per oggi.»
«Bambino mio, sei tu a dovermi perdonare. Per me sarai sempre il mio piccolino e sono io che non so adeguarmi agli anni che passano. Avrei dovuto capire già da tempo che sei troppo grande per le feste di compleanno, ma sono solo una mamma. Voglio solo che tu sia felice.»
Guardo Hyuga fermarsi davanti a un portone, tirare fuori le chiavi, farmi il numero due con le dita ed entrare. Alzo gli occhi e osservo il tappeto uniforme delle nuvole grigie biancastre, il cielo prima della neve è uguale dappertutto.
Solo ora mi sono reso conto di quanto sono stato egoista, sono scappato pensando solo a me stesso senza fermarmi a riflettere che forse questa sorpresa è più per lei che per me. «Quando torno a casa voglio che organizziamo una festa insieme, festeggeremo in ritardo, ma voglio godermi il bello di stare insieme a te.»
«Dici sul serio?»
«Sì. Non credo di essere ancora abbastanza grande per fare a meno delle tue sorprese.»
Avverto un flebile singhiozzo, credo di averla fatta piangere di gioia. Gli occhi corrono sul palazzo di fronte a me, in una finestra del secondo piano una luce si accende e con essa anche il bagliore colorato delle luminarie di Natale. «Adesso vado, un amico mi sta aspettando per festeggiare insieme.»
«Allora buon divertimento e buon compleanno amore mio.»

   
 
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