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Autore: pokas    24/12/2021    2 recensioni
Uno specchio per raggiungere l'ignoto, quattro improbabili eroi che lavorano per la regina del Male, un diario perduto.
Mike, Lukas, Chiara e Half, si tufferanno in un avventura colorata e mortale nel magico mondo di MLP, per trovare il primo elemento della disarmonia.
Risate, pianti, passato cupo e futuro incerto, si mescolano nella prima avventura alla ricerca del Bdiary per salvare non il mondo, ma i Mondi.
Per godere al massimo dell'avventura si consiglia di seguire anche la serie "LucasForce's Journey".
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cutie Mark Crusaders, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Trixie
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Benvenuti a Blackword

 
A seguito di una richiesta esplicita della regina di Blackword è mio compito scrivere in queste pagine tutto ciò che potrebbe essere di insegnamento alla Regina e al suo popolo per una futura guerra tra le due sfere che avvolgono i Mondi. Chiunque abbia tra le mani il mio diario, lo porti da BG, l'unica sovrana a cui io ubbidisco.



Questo era ciò che c'era scritto nella prima pagina di quello che chiamo Wdiary, un'agenda bianca con una macchia rossa sulla copertina. Esso fu e rimane il segno della mia condanna.

Amaramente devo ammettere che con me trascinai anche la persona a me più cara, il suo nome è Lukas, un nome azzeccato considerando come lui fu in grado di portare la luce nel mio buio interiore.



ORA

Sono passati anni da quando io e Lukas abbiamo iniziato una vita nuova, le nostre identità completamente celate e con esse anche il nostro oscuro segreto, peccato che il richiamo dei guai giunga ovunque.

Eravamo per strada, un sabato mattina, faceva caldo e mentre stavo camminando mi sentii girare la testa. Chiusi gli occhi e quando li riaprì mi trovai davanti una stanza, muri dipinti di rosso intenso, un letto coperto da seta rossa con dei cuscini neri, una finestra aperta che si muoveva col vento e poi all'improvviso una voce.

-Torna da me… Io ho bisogno di te…-.

Mentre sentivo il vento percorrermi la pelle, percepii una stretta al braccio e mi ripresi.

Lukas mi teneva stretta a sé mentre una macchina aveva frenato a poco da me.

-Chiara! Sta attenta mentre attraversi- disse guardandomi severo

-Cosa… Cosa è successo?- chiesi confusa, la stanza era scomparsa, il vento anche, ero tornata a quel sabato mattina tra le vie della mia città.



Tornammo a casa, io rimasi in silenzio per tutto il viaggio di ritorno

-Dì qualcosa, non voglio questo silenzio tra noi, lo sai che ero solo preoccupato, non volevo aggredirti…- iniziò Lukas entrando in casa

-Non è questo il problema… - iniziai -Ho sentito la sua voce…-

-Sua? Di chi?-

-La Regina-

-Non iniziare, ti sei già dimenticata di quanta fatica abbiamo fatto per seppellire tutte le dicerie su di noi?- disse lui prendendomi le spalle

-Ha detto di aver bisogno di aiuto…- dissi preoccupata

-Lei? Lei governa un regno intero e ha bisogno di noi? Lo sai che gli unici incarichi che ci assegna hanno l'unico scopo di rafforzare il suo potere, abbiamo una vita nostra ora, ti prego…-

-Stavolta sembra diverso, era preoccupata e ho un brutto presentimento- dissi cercando la sua approvazione.

Lukas mi fissò con disappunto, ma probabilmente aveva lo stesso presentimento, sospirò e si sedette al centro del soggiorno a gambe incrociate.


Io feci lo stesso ed entrambi concentrammo il pensiero su un buco nero, un luogo pieno di oscurità e mistero, sentì la mano bruciare e vidi sul palmo un cerchio infuocato, lo stesso provò Lukas ed entrambi, poggiando le mani per terra, aprimmo il portale.

Questa tecnica la imparai molto tempo prima, ed effettivamente combacia con la prima visita mia e di Lukas a Blackword.



10 ANNI PRIMA

Era un giorno grigio, un giorno fatto di malinconia e delusioni, il giorno in cui scoprii di essere legata alla Regina.

Ci sono momenti in cui la vita sembra nulla, triste, o vuota e quando hai perso ogni interesse ti ritrovi a fissare un punto vuoto sul muro. Rimasi immobile a fissare il muro per ore finchè non sentii il pavimento tremare e nel punto in cui stavo concentrando lo sguardo, un piccolo buco iniziò ad aprirsi.


Impressionata chiamai Lukas, era il mio migliore amico, solo di lui mi fidavo.

-Lukas!- dissi non appena rispose al cellulare

-Che succede?-

-C'è un buco nel muro che continua ad allargarsi-

-Cosa? Sicura?-

-Si, vieni a vedere se vuoi- dissi. Lui viveva a due piani da me, nello stesso palazzo, ed infatti lo ritrovai in casa in meno di due minuti.

Lo portai in camera e gli mostrai il muro

-Dove sarebbe questo buco?- chiese

-Proprio lì…- dissi indicando il punto, era lì, piccolo, ma c'era, come poteva non vederlo?

-Non c'è nulla qui… Chiara stai bene?- chiese, io crollai.


-No… Sembra che tutto vada male… Non ho più voglia di fare nulla, mi sento cosi sola dopo che mamma e papà se ne sono andati…-

-Torneranno, stanno lì qualche mese, per lavoro, per aiutarti con gli studi-

-Ma non so cosa provo… Come un continuo richiamo alla tristezza… Come se ne avessi bisogno…-

-Allora lasciati andare, ci sono io qui con te- disse stringendomi a sé.


Mi faceva star bene, ma nonostante questo io sentivo che c'era qualcosa che non andava, sentivo quel richiamo nel punto in cui c'era il buco e più fissavo la parete e più lo notavo. Quando lo vidi abbastanza grande mi staccai da Lukas e mi avvicinai alla parete. Una voragine si aprì davanti a me. Mi voltai verso il mio amico

-Ora lo vedi anche tu?- dissi lasciandomi cadere nell'oscurità.

 

Lukas sembrò immobile, spaventato.

Non so con che coraggio, ma poi anche lui si gettò con me

-Non ti lascio scappare… Non voglio perderti Chiara-

-Lukas… Grazie…- dissi stringendomi a lui.  Quando il vuoto smise di avvolgerci ci ritrovammo per terra in una grande piazza buia.

Alzai gli occhi per vedere se almeno c'era il Sole o qualche cosa familiare come le stelle, ma nulla, solo milioni di grossi occhi bianchi e rossi che ci fissavano.

 

-Stammi vicina Chiara- disse Lukas stringendomi. Ero spaventata mentre quegli occhi si stavano avvicinando. Ero cosi terrorizzata che non mi resi conto di quanto mi bruciasse la mano destra, né mi resi conto che in quella stessa mano qualcosa si stava creando.

Una spada brillante di rosso vivo, sull'elsa dorata una scaglia di rettile gigante che brillava più del resto dell'arma. La lama irregolare che ricorda una fiamma, aveva i bordi rosso accessi.

 

-Cos'è quella?-

-Una dishwa-

-Come e possibile? Non erano estinte?-

-Qualcuno ricorda di chi fosse quella dishwa?-

-Non era del capo delle guardie?-

-E sarebbe tornata qui con quel umano indifeso? Conoscendola lo avrebbe già ucciso per ordine della Regina-

-FATE SILENZIO- tuonò una voce sulle altre.

 

La schiera di occhi e di ombre si aprì per poi far passare una donna dai capelli rosso scuri, due occhi rossi e denti aguzzi che brillavano nel buio.

-È raro che una regina si alzi dal trono, ma la vostra visita sembra essere un evento che merita tale onore… Occhioni in lacrime, tu sei Chiara vero? Sapevo di essermi legata a te, ma non immaginavo che il mio legame ti avrebbe permesso di creare un portale… E quella che hai in mano è la tua arma…. Quindi i sigilli funzionano ancora- disse la donna spostando una ciocca di capelli da davanti ai miei occhi

-Sta lontana da noi!- dissi puntando l'arma contro di lei. La mano tremava ma il mio sguardo no

-Hai ancora molto da apprendere… Ma visto che non puoi andare molto lontano, avrai tempo per allenarti… Puoi tenere il tuo animaletto se evita di combinare guai- disse lei voltando le spalle -Bhe sudditi? Accogliamo così i viaggiatori? Voglio le vie illuminate e i negozi aperti, dobbiamo mostrare il meglio di Blackword ai nostri ospiti- disse per poi andare.


Tremante lasciai l'arma che scomparve nella mia mano, solo lì notai di avere un cerchio rosso sul palmo.

 

-Blackword? Cosa dovrebbe essere?- chiese Lukas rimanendomi accanto

-Suppongo sia il nome di questo luogo- dissi guardandomi in giro. Le vie si illuminarono di colpo, noi eravamo al centro di una piazza e quattro strade si diramavano intorno a noi, una verso uno stadio gigantesco, una verso il castello e due verso diversi palazzi e negozi

-Che facciamo?- chiesi

-Andiamo a fare due domande al capo di questo luogo- rispose Lukas avviandosi verso il castello.

 

Tutto era decorato di nero, il castello era gigantesco, pieno di punte e cristalli scurissimi, ma non appena la distanza tra noi e l'edificio si fece minore, notammo con enorme preoccupazione che fluttuava in aria.

-E voi chi siete?- ci fermò una guardia coperta da un'armatura nera e un mantello di seta rossa, sul mantello era cucito un simbolo, il volto di un felino nero dagli occhi rossi

-I… Io sono Chiara- iniziai cercando di tenere la calma

-Qui nessuno usa il proprio nome, identifica il tuo marchio- rispose puntandomi la lancia contro, io mostrai la mano spaventata e il soldato tacque

-Da quanto tempo…- disse inginocchiandosi

-Cos?- chiesi confusa

-Voi portate il marchio eterno, il primo marchio mai fatto, il cerchio di fuoco- disse l'uomo senza alzare la testa.

 

-Che diamine mi dovrebbe significare?- pensai, poi guardai il palazzo

-Ho urgenza di parlare con il capo, com'è che si saliva?- chiesi, lui mi guardò sorpreso

-Si vola, come sempre- disse sospettoso

-E credi che un umano come lui possa volare? Vedi di trovarmi un altro modo di entrare- dissi cercando di tenere il tono il più sostenuto possibile.

Il soldato chinò il capo e battendo la lancia8 a terra fece comparire una scala di marmo che ci collegava al castello.

 

Entrati in quella grossa dimora ci ritrovammo dinnanzi ad un ingresso immenso, ma vuoto e silenzioso, non si sentiva volare nemmeno una mosca.

L'interno, la sala che si collegava all'ingresso, era adornata di fiaccole che illuminava quanto basta per intravedere due grosse scalinate, fatte di marmo grigio scuro con venature bianche, che portavano al piano di sopra. Il piano superiore, di cui intravedevamo solo i corridoi, si affacciava sulla sala dove ci trovavamo con una balconata.

Sul muro sopra le scale principali un quadro, il volto strappato o bruciato. Dall'abbigliamento si direbbe un nobile, spalle larghe, capelli scuri, forse un vecchio sovrano caduto in rovina.

 

Al di sotto della balconata c'era una porta, socchiusa e oltre si intravedeva una luce più forte di quella di qualche torcia.

Aprii la porta, c'era una tavola imbandita e tante voci festose che urlavano e parlavano.

Quando aprimmo la porta il silenzio ci investì

-E questi chi sono?- tuonò un uomo panciuto e coperto da un'armatura di pelle nera e ferro, carnagione chiarissima, barba e capelli rossi e ricci. Dal naso e le guance rosse si direbbe un amante del vino.

-Sono solo dei viaggiatori che hanno sbagliato strada. Guardie! Accompagnateli fuori!-

-No!- dissi muovendo d'istinto la mano, l'arma comparve e la avvicinai al collo della prima guardia che si avvicinò.

-Non fare sciocchezze ragazza, guarda come tremi, evita di fare cose che potrebbero danneggiarti- disse la Regina avvicinandosi a me

-Tu… Tu dammi delle spiegazioni- le dissi puntando l'arma contro di lei.


La Regina rise, rise forte nel silenzio che ci circondava, il volto di tutti, me compresa, rifletteva grande confusione

-Ho l'impressione che non vi abbiano educati abbastanza bene nel vostro Mondo- disse afferrandomi il polso.


Una fiammata mi avvolse il braccio e lasciai cadere la lama

-Sono stata molto accogliente con voi, vi ho consigliato di farvi un giro, ma avete scelto di  disturbare la mia riunione con gli altri Regni. Datemi una buona motivazione per non darvi in pasto ai lupi- disse guardandomi fisso negli occhi.


Il suo sguardo mi attraversò tutto il corpo, talmente intenso da farmi indietreggiare. Quegli occhi severi, uniti all'imponenza della sua voce la rendevano più regale dell'abito che indossava. Nel nostro mondo lo avremmo ritenuto un vestiario adatto ad una cameriera, un vestito nero, con bordi di pizzo bianco, maniche bianche e lunghe, una gonna che cadeva leggera sulle sue non abbondanti forme. La gonna, fatta di diversi strati era abbastanza corta da vedere le scarpe nere e le caviglie pallide come il resto della sua pelle.

Rimasi in silenzio, senza idee

-Come immaginavo- disse la Regina alzando il braccio, una palla di fuoco scuro le comparve nel palmo, ero pronta a riceverla in pieno volto. Chiusi gli occhi e mi strinsi a Lukas che non aveva aperto bocca fino a quel momento.

 
-Non puoi farlo- disse all'improvviso Lukas

-E vorresti impedirmelo tu?-

-Sarai tu stessa a non colpirla, se non sbaglio tu sei legata a Chiara- disse, la Regina abbassò la mano, la scosse e la sfera scomparve

-Che bravo ascoltatore, in effetti volevo solo divertirmi un po'… Ma avete rovinato il mio gioco, quindi sparite e basta, quando sarà il momento vi dedicherò del tempo- disse spingendoci con la magia fuori dalla porta e chiudendocela davanti al naso.



-Come ha osato?- chiesi furiosa

-Datti una calmata Chiara- mi disse Lukas guardandosi attorno, le guardie ci fissavano sospettose.

Ci toccava aspettare, ed aspettammo per ore, ma nulla.

-Sentite- disse una voce femminile
-non voglio farmi gli affari vostri ma il banchetto continuerà per molto, cercate una distrazione. Nelle piazze a sud ovest si tiene la Festa millenaria delle Stelle e dell'Oblio, dovreste andare a mangiare qualcosa- ci disse una ragazza vestita elegantemente.

Lunghi capelli ramati racchiusi in una treccia, un abito con un corpetto in cuoio e una gonna larga, le maniche lunghe che si nascondevano in due guanti di cuoio senza dita. Sul petto un ciondolo verde oliva. L'abito nero e verde scuro rifletteva gli occhi felini che ci fissavano. La pelle bianca, le orecchie a punta, i denti un po' appuntiti che si intravedevano in un sorriso, lei non era umana. 



Quando smisi di ammirarla il mio stomaco ruggì talmente forte da rimbombare nell'androne

-Forse è il caso di fare come dice- mi disse Lukas -Grazie signorina…-

-Alexia- Lukas provò a toccarle la mano per ringraziare, ma la oltrepassò

-Tu… Tu non puoi toccarmi…. Strano, devi essere un individuo più interessante del previsto… Se volete vi accompagno alla fiera, ho l'impressione che Maximilian non uscirà prima del quarto dolce- disse ridendo.

 

La seguimmo, il suo portamento fiero, gli stivali che si intravedevano sotto la gonna, aveva l'aspetto di una donna che sapeva il fatto suo e mi dava l'impressione di essere anche pericolosa. La seguimmo fino alla piazza centrale dove eravamo comparsi noi, poi proseguendo verso luci e musica ci ritrovammo nel bel mezzo di una fiera. L'atmosfera cupa sembrò mutare in allegra e spassosa, come le altre fiere a cui partecipavamo sulla Terra.

-Suppongo tu abbia fame ragazza-

-Chiara, sono Chiara- dissi sorridendo

-Chiara, su questa strada troverai alcune specialità dei quattro Regni del Sud, un sud relativo ma va bhe. Ti consiglio noodles di baffi di drago, con carne di manzo, o del sushi di sirena, non avranno le gambe ma le loro code sono deliziose in salsa di polvere di stelle. Se vi piace il piccante vi consiglio i bon bon piccanti alla cipolla caramellata e anime infuocate, una specialità di Vulcanburgo. Se siete amanti dell'alcool la Locanda del Grifone sarà lieta di darvi da bere, ma spero non vi disgusti bere da degli artigli mozzati, serve solo ad evitare avvelenamenti-

-Avvelenamenti? Chi dovrebbe fare una cosa simile?-

-Voi non siete frequentatori abituali quindi siete fuori pericolo, ma in occasione di questa festa alcuni si divertono ad avvelenare gli avversari prima del torneo-

Io rimasi a fissarla ancora con sguardo interrogativo

-Ora capisco perchè volevate un'udienza con la Regina, non avete la più pallida idea di cosa stia accadendo… Venite con me dai-. Alexia si avviò verso una piccola zona aperta, al centro un palcoscenico dove diverse persone stavano preparando uno spettacolo.

-Qui ci sono solo bambini…- dissi guardandomi in giro

-È  la versione semplificata della storia del festival, vi piacerà- disse Alexia prendendo di forza dei bambini per farci spazio.
   
 
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