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Autore: Ciarax    28/12/2021    1 recensioni
Una innocente sequela di marachelle porta Donatello a realizzare finalmente qualcosa. Il tanto amato genio non è stato poi così recettivo nel cogliere i segnali che aveva avuto dinanzi al naso da tempo oramai.
Meglio tardi che mai.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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THIS IS YOUR SIGN


Che Donatello fosse il primo fra tutti e quattro a trovare qualcuno di speciale… risultò una vera e propria novità. La prestanza fisica e la forza bruta erano prerogativa di Raffaello, mentre Michelangelo rimaneva con il suo infantile atteggiamento bambinesco ma dove era indiscutibile la sua sincerità e Leonardo, il più equilibrato che difficilmente si sbilanciava fuori dai suoi limiti, nella sicurezza si trovava a suo agio.

Donatello invece, si sentiva di troppo, fuori posto quando la sua attitudine naturale era puramente intellettuale, quando non sentiva trovare un vero e proprio punto di incontro con i suoi fratelli. L’amore tra di loro era impossibile da mettere in discussione, ogni parola e gesto, anche quando erano esasperati, c’era sempre la sottile linea di sicurezza della loro famiglia. Lì erano al sicuro.

Ma non era questo il problema. Aveva altri interessi, quando era l’unico che non aveva un’arma immediatamente riconoscibile come letale, l’allenamento era l’ultimo dei suoi pensieri ma surclassato dai suoi mille progetti; si buttava nelle invenzioni, nei computer, nella meccanica, qualsiasi attività manuale che impegnasse il suo ingegno aveva la sua più completa attenzione.

«Don! Hai di nuovo messo le mani sul mio telefono?» urlò una voce dall’altra stanza.

Ed ecco la nuova incognita che si era aggiunta alla sua vita da quasi un anno. Lo stesso motivo per cui gli altri tre fratelli ancora non credevano che fosse proprio il timido Donatello il primo tra loro a fidanzarsi, a trovare qualcuno. Era proprio Demetra quella incognita, un magnifico puzzle ancora difficile da risolvere dopo un anno di relazione. C’era sempre una sfaccettatura nuova da scoprire, non solo in lei ma anche in Donatello che si scoprì avere anche un lato infantilmente dispettoso.

La furia dai capelli rossi entrò nel campo visivo di Donatello che ebbe un brivido spiacevole a percorrergli la schiena, mai del tutto indenne allo sguardo omicida ogni volta che combinava quei piccoli, innocenti scherzi alla sua ragazza. L’ultima in quel mese era stato cambiarle sfondo ogni volta che ne aveva occasione, scambiandola con una di quelle più imbarazzanti e divertenti, ne aveva una quantità indecente.

Ma non si era risparmiato neanche quella volta e ora ne pagava le conseguenze. Donatello riuscì a distinguere chiaramente i passi silenziosi della ragazza, non stava pianificando di prenderlo di sorpresa, o no, ma prenderlo lentamente mentre era sempre più cosciente di aver fatto una cavolata anche quella volta… Demetra sapeva essere molto più letale delle katane di Leonardo.

«Don Don…» la voce cantilenante di Demetra era a pochi passi da lui, lo sguardo puntato negli occhi nocciola di Donatello che percepì in quel momento la sottile minaccia sotto il tono stucchevole e il piccolo sorriso sornione.

«Perché ho l’impressione che quel tono porti solo cattive notizie per me?» domandò retoricamente la tartaruga aggiustandosi la montatura sopra la maschera viola. Non era la prima volta che sentiva quella voce subdola farsi strada nelle sue orecchie, era tanto innocente quanto letale, placido serpente pronto a stritolarti tra le spire.

Non che la figura di Demetra gli incutesse tanto timore, al contrario, la superava abbondantemente in altezza quanto almeno il triplo nella stazza; eppure, era proprio la velata pericolosità che traeva in inganno. Non avrebbe torto un pelo a nessuno, a stento riusciva a fargli sentire qualcosa di più di un semplice fastidio le poche volte che si era arrischiata a mollargli un pugno giocoso. Si era fatta male a causa del fascio di muscoli che erano le braccia di Donatello e non ci aveva più riprovato.

Ma non c’era solo un modo per farlo cadere ai suoi piedi.

Demetra si era presto accorta di come Donatello fosse facile da circuire, per quanto il tanto decantato genio fosse un esperto con i suoi progetti di meccanica o informatica, nelle relazioni umane era tanto ingenuo quanto un bambino di cinque anni. Inesperto e innocente. Chiuso in quella piccola bolla di esperienza vissuta tramite la rete, viverla in prima persona era… diverso.

Qualcosa di piacevole, che andava scoperta un poco alla volta, con calma, con pazienza. Pazienza di cui spesso si vantava di possedere in abbondanza assieme alla tempra di resistenza, entrambe ottime qualità che si scioglievano come caramelle non appena gli veniva sussurrata qualche parola di troppo ad un soffio dall’orecchio.

Se non avesse portato gli occhiali avrebbe sicuramente perso lo scintillio di divertimento negli occhi di Demetra, contornati dalle ciocche della frangia che le ricadeva ribelle sulla fronte. Quello era lo stesso sguardo di impazienza con cui lo Stregatto puntava il cappello tanto amato dal Cappellaio Matto, lo stesso sguardo più astuto della volpe e che sapeva avrebbe messo in ginocchio il grande e grosso genio dei quattro fratelli Hamato.

Con quella tenera inesperienza, quanto era facile metterlo in imbarazzo. Se lo si prendeva di sorpresa anche qualche centimetro di vicinanza di troppo erano in grado di fargli scaldare le guance colto da un’improvvisa vampata di calore. La basilare capacità di articolare una frase coerente veniva ridotta alle abilità di un bambino di tre anni che difficilmente riusciva ad unire più di tre parole in fila; balbettava qualcosa di incomprensibile e se non riusciva a trovare altro sputava fuori una scusa innocente prima di defilarsi per cercare di trovare un po’ di contegno.

Si sentiva in difetto per l’inesperienza di cui probabilmente Demetra non peccava. Era umana, giovane e peperina, come poteva non svilirsi quando pensava a tutte le occasioni che avrebbe avuto di trovare un altro ragazzo come lei? Qualcuno che non si sentisse un mostro, che avesse per davvero la capacità di poterla accontentare. Non si sentiva abbastanza.

Ed ora eccolo lì, colto con le mani nel sacco. Di nuovo. Aveva iniziato quell’innocente sequela di scherzi un paio di mesi prima, notata l’abitudine di abbandonare il proprio telefono sul primo ripiano orizzontale che veniva trovato. Donatello non aveva resistito a curiosare prima di lo sfondo sul suo telefono, prendendo al balzo l’occasione per cambiarlo e farle una piccola marachella.

Ogni volta che Demetra lo andava a trovare, tornava con uno sfondo diverso. Era rimasta attonita dalla quantità imbarazzante di foto che Donatello aveva di lei, nei momenti più divertenti e inopportuni. Una collezione bizzarra che sembrava trovare sfogo proprio come sfondo del proprio cellulare, e quel giorno non era andata diversamente. Ma non c’era alcuna sua foto imbarazzante.

Erano loro due. Una delle prime foto che si era ostinata a voler scattare come ricordo nel giorno di quel rubato primo appuntamento, tanto rubato quanto sfortunato con l’improponibile sequela di imprevisti che erano capitati durante la giornata. Una risata dopo l’altra, una chiacchierata tranquilla e un bacio sulla guancia che aveva colto alla sprovvista proprio Donatello. E proprio in quella foto che gli occhi nocciola di Donnie si erano sgranati all’inverosimile a quell’azione improvvisa e non prevista, la pelle snaturata dal solito verde a causa delle squame imporporate dall’imbarazzo. Gli occhiali si erano leggermente storti quando aveva rizzato il capo come una molla sentendo le labbra di Demetra sulla sua guancia, un innocente bacio catturato e immortalato in quella foto.

«Hai finito le foto imbarazzanti sul mio conto? Oppure è una richiesta di tregua?» domandò quindi Demetra, troppo vicina perché la mente di Donnie potesse ragionare in modo lucido. Il profumo inconfondibilmente suo che ogni volta lo assuefava come una droga e che lo portava inevitabilmente ad ammirare il viso di quella creatura che aveva dinanzi a sé.

Sembrava tanto fragile, il corpo così minutò paragonato al suo, alla sua pelle coriacea e il carapace spesso. Non era dinoccolata come lui mentre si muoveva, vagava per il suo laboratorio con la stessa agilità di un felino e si accorgeva della sua vicinanza solo quando era a pochi centimetri da lui.

«Po-potrei aver pensato ad un armistizio… le mie probabilità di avere un’insufficienza cardiaca aumentano del sessanta per cento ogni volta che lo faccio» riuscì a balbettare in un momento di incertezza Donatello, cercando di sbollire la temperatura improvvisamente eccessiva del proprio corpo.

Il piccolo sorriso sulle labbra di Demetra si distese in uno sincero, ipnotizzando per un attimo la povera tartaruga rimasta immobile. La logica mente di Donatello si era sciolta con lentezza ma in modo inesorabile appena quella ragazza dai tratti delicati come la neve era entrata nella sua vita. L’aveva capovolta, scombinata. Resa migliore, infinitamente migliore.

Quella che provava ogni volta era la stessa sensazione di quando si rimane fermi di fronte al calore del sole invernale, i timidi raggi che colpiscono il viso infreddolito e arrossato dalle temperature. Lì non c’era alcun inverno, ma Demetra era allo stesso modo quel piccolo antro di calore e luce per lui.

E ancora una volta si era distratto, Donatello era rimasto intontito senza neanche accorgersi delle morbide labbra poggiate sulle sue per un battito di ciglia. Le ciocche dai riflessi ramati gli solleticarono gli occhi per un attimo privi dei soliti occhiali, improvvisamente spariti e tenuti scherzosamente tra le dita delle mani di Demetra.

Un sorriso sghembo a graziargli le labbra mentre gli rivolse lo stesso sguardo illuminato dal divertimento e dalla malizia, «Sai essere più dispettoso di Mickey, don don» canzonò con quel nomignolo oramai diventato suo come una seconda pelle.

Donnie rimase immobile mentre guardava la figura della ragazza sparire silenziosamente dal laboratorio così come era comparsa meno di due minuti prima.

Forse la tregua era ancora più gratificante della vittoria in quel loro piccolo enpasse.



---Note---
Supera a malapena le 1500 parole, un piccolo pensierino anticipato per il compleanno di Made of Snow and Dreams. Magari la prossima volta ti accontenterò buttandomi sul rating rosso. XD

 
   
 
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