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Autore: MauraLCohen    31/12/2021    1 recensioni
In casa Cohen c’è un piccolo problema con un tubo di scappamento. Sandy decide di prendersene cura, ma come al solito non sa rimettere insieme i pezzi. Fortunatamente, per vivere fa l’avvocato (o almeno, faceva), così la sua arringa finale lo tira sempre fuori dai guai.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#1
Componimento creato per l'esercizio del gruppo Facebook Fondi di Caffè - Il tuo scrittoio multifandom
Prompt: fossetta; galleria; gas; frigo; danzare. 

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Un tuttofare da
scoraggiare


Sandy non aveva sentito la porta dell’ingresso aprirsi - nonostante quel fastidioso cigolio a cui prima o poi avrebbe dovuto porre rimedio con del grasso  -  né aveva percepito i passi di Kirsten che, lentamente, la conducevano fino alla cucina dove lui aveva trascorso (da quello che diceva l’orologio al suo polso, almeno)  tutto il pomeriggio. Infatti, da ormai quello che pareva essere un tempo interminabile stava sdraiato sul pavimento, con la testa e le braccia dentro al mobile sotto al lavandino, intento a stringere un bullone e sistemare una guarnizione che teneva insieme due parti del tubo del gas. Non si era nemmeno cambiato dopo essere rincasato dall’università: aveva ancora addosso i pantaloni del completo e la camicia bianca, le cui maniche erano arrotolate alla meglio attorno ai gomiti. Era da quella mattina che sentiva uno strano odore di gas e non capiva da dove provenisse: aveva controllato i bocchettoni dei fornelli, ma niente emanava quell’odore asfissiante. Fu Kirsten a suggerire che potesse trattarsi di una perdita da qualche tubo, aggiungendo prontamente: “Chiamerò il tecnico in mattinata. Non preoccuparti.” . 

Sandy in quei momenti poteva apprezzare il vero significato di trent’anni di matrimonio; del resto, loro si conoscevano meglio di chiunque altro e tanto bastava per poter prevedere le mosse di entrambi con facilità. 

Kirsten sapeva che lui amava rendersi utile in casa, specie con i lavori di manutenzione; per Sandy essere il tuttofare della casa aveva un gusto divertente, importante: lo faceva sentire indispensabile, utile. E Kirsten si divertiva nel lasciarlo armeggiare con i suoi attrezzi, ma sapeva anche che dove metteva mano lui, poi, doveva passarci un’intera squadra di professionisti per riparare ai danni che combinava. Allora, spesso e mal volentieri, doveva prevenire i danni, provandolo di quel piccolo piacere a cui ambiva. 

Considerato questo, Infatti, Sandy non fu affatto sorpreso quando dall’ingresso della cucina sentì la voce della moglie diffondersi sconsolata in un tremante e rassegnato: “oh no!”.

Gli occhi di lei dovevano aver incontrato il disastro che aveva combinato: due tubi abbandonati sul pavimento, pistole di silicone e chiazze ancora calde sparse un po’ ovunque (quell’arnese odiava Sandy, lui ne era certo) e, ancora, viti, bulloni, chiavi inglesi e a pappagallo di ogni dimensione. Nell’immaginario l’espressione della moglie, Sandy non si trattenne e scoppiò a ridere, mentre col corpo scivolava in avanti per liberare il viso dal mobile e incontrare, così, l’immagine di Kirsten che lo osservava con un eloquente sguardo di disapprovazione. Teneva le braccia fiacche lungo i fianchi, la borsa ancora appesa alla spalla e il vestito vinaccia che le fasciava il corpo perfettamente. Anche se aveva trascorso le ultime dieci ore alla galleria, non aveva un singolo capello fuori posto. 
Era bellissima e lui glielo avrebbe detto, se solo non fosse stato così dannatamente divertente punzecchiare quella sua espressione corrucciata, che le metteva in risalto una piccola fossetta, appena accennata del labbro che si era proteso di lato, sulla parte destra del suo viso.

“Dobbiamo ordinare la cena” esclamò, allora,  Sandy, tirandosi su. Nella mano teneva una piccola valvola rossa. “Non ho idea di dove vada né di come abbia fatto a staccarsi” continuò, avvicinandosi alla moglie. Prima le mostrò il corpo del reato col palmo schiuso, poi lasciò che la valvola scivolasse sul tavolo per poter cingere i fianchi sottili di lei. 

Kirsten permise al suo viso di sciogliersi in un’espressione più dolce e ricambiò il sorriso spontaneo e un po’ infantile del marito. 

“Sandy…” ridacchiò, fingendo una certa inclinazione di rimprovero nella voce, a cui lui parve non fare caso. 

"Col senno di poi, potresti dovermi ringraziare, sai?” Sandy inarcò entrambe le sopracciglia, iniziando a premere con i pollici sui suoi fianchi per farla indietreggiare. 

“Ah sì? E perché dovrei?” La schiena di Kirsten urtò il frigo. 

“Perché avremo una scusa più che valida per chiedere a Julie di tenere Sophie” le mormorò a fior di labbra, avvicinandosi pericolosamente al suo collo. “E per cenare in camera da letto” concluse, chiudendo le labbra su una piccola porzione di esso e lasciando che le dita di Kirsten iniziassero a danzare tra le ciocche dei suoi capelli corvini.


 


 

Note dell'autrice 

Hello! 
Qui per voi un piccolo slice of life creato nel modo più divertente e stimolante che mi venga in mente: il puzzle di parole. 
Lo confesso: sono una fan degli esercizi di scrittura in cui ricevi parole a casaccio su cui creare un componimento che le contenga tutte. Lo trovo stimolante in moltissimi modi diversi: in primis perché obbliga la mente a pensare ad ogni significato o sfaccettatura della parola, cercando contesti affini come sottoinsiemi matematici; in secundis, perché nel cercare di creare questi contesti, si deve realizzare una trama coerente che renda le parole armoniose tra loro, mimetizzando le in un testo che le ospiti e le risalti, conservandone in un certo senso l'anonimato. 
Non nego che il numero uno in altro possa indicare che ne arriveranno altre, di storie, realizzate in questo modo. Io, di certo, lo spero. 

 

 

   
 
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