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Autore: Paul Kramer    08/01/2022    1 recensioni
In ogni avventura Dylan Dog ha almeno una ragazza che solitamente muore; ma se tutte le sopravvissute avessero un figlio che scaricassero al padre, come cambierebbe la vita del nostro beneamato investigatore? Ecco come sarebbe in un esempio di normale ritrovamento e vita famigliare…
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dylan Dog
Note: AU, Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           Dylan Dog e la figlia infernale.
 


In ogni avventura Dylan Dog ha almeno una ragazza che solitamente muore; ma se tutte le sopravvissute avessero un figlio che scaricassero al padre, come cambierebbe la vita del nostro beneamato investigatore? Ecco come sarebbe in un esempio di normale ritrovamento e vita famigliare…
 
Dylan sbuffò seccato e guardò melanconico il violino che aveva davanti. Non aveva mai osato imparare a suonarlo, così come non aveva mai osato terminare il modello di nave rinchiuso nella bottiglia alle sue spalle; il fuoco del camino danzava allegro anche sulla sua faccia ricordandogli la sua ombra e la sua luce, le sue orrende gesta passate e il cupo futuro che gli si prospettava dinanzi senz’altro calore che quello dei ricordi o di giovani che presto sarebbero morte. E un dubbio gli squarciò la mente: non è che sotto sotto portasse sfortuna lui?
Un trillo lamentoso ruppe la sua pace e la sua insofferente ricerca di qualcosa che non aveva mai avuto: la sua sanità mentale. Alzatosi faticosamente dalla poltrona di pelle le cui pieghe gli avevano inciso nuove cicatrici sulla cute, più che altro per la difficoltà a far interagire cervello e gambe, avanzò fino alla porta e aspettandosi di veder spuntare qualcuno affannato o terrorizzato per un lupo mannaro o qualche piccolo vampiro spalancò la porta.
Sulla soglia una ragazzina vestita di verde muffa e rosa shocking con le robuste scarpe dipinte di viola e arancione che strabuzzando gli occhi cercò faticosamente di rigettare per poi sputare nella mano destra un’improbabile palloncino rosa fragola per poi salutarlo come se nulla fosse. “Ciao, tu sei quello di una notte, tanto bravo e bello quanto menefreghista? Mamma parla spesso di te, dice che sei stato un gran bel farabutto a lasciarci così senza un ciao o un gelato.” Dylan respirò a fondo e la guardò fisso negli occhi. “Il mio nome è Dylan Dog, bambina-“ “Fantastico, così mio padre è il paranormale di turno? Ok che tra te e Igor c’è differenza, ma uno sano mamma poteva anche sceglierselo…” Dylan sbattè gli occhi.
Non funzionò.
La bambina/ragazzina/fosse quello che fosse sorrise malefica e con tutta la seraficità di questo mondo prese un assurdo zainetto rosa a unicorni bianchi svolazzanti per ogni dove e strinse ossequiosa la mano a Dylan.
“Ben conosciuto, papi, io sono Marianna Annalisa Anna Sola, ma tu puoi chiamarmi Han Solo come mio cugino.”
Se Dylan, detto Dog per non confonderlo con Dylan che sembrava il nome dei Duran Duran detto da un cinese avaro di parole, aveva mai avuto un nemico più frastornante, era stato quando la zia lo aveva scoperto a spiare la cugina cieca e zoppa che invocava il diavolo per ottenere almeno un occhio. L’occhio lo aveva ottenuto dalla madre come regalo, ma era nero come il carbone e da allora Dylan non aveva più spiato la cugina per timore che il diavolo, o forse la zia, vallo a sapere, ascoltasse anche le sue preghiere.
 
 
Marianna Annalisa Anna Sola, detta così per differenziarla dal cugino megalomane Ian Solo, era un’adolescente in rotta con la scuola e troppi unicorni sullo zaino, decise Dylan prima di ritrovarsi alle dieci di sera a guardare la prima puntata della prima stagione di “Elisa di Rivombrosa” insieme alla figlia sul divano: lui sulla poltrona di pelle che faceva parte della sua carne e lei tra tre cuscini e due coperte.
Forse non aveva solo troppi unicorni sullo zaino e una probabile inconfessabile cotta per un suo ex-compagno di classe, considerò cinico Dylan sentendola strillare insulti irripetibili all’antagonista della serie e sospirare languidamente dietro al bel giovane che accompagnava la protagonista: forse era anche un po’ difficile da comprendere il concetto di famiglia per uno come lui che aveva fatto della solitudine e del mistero la sua vita. In effetti, come riuscisse a rimanere sveglio tutta la notte dopo esser andato a letto con una ragazza era un bel mistero.
 
FINE
 
 
   
 
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