Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ladyElric23    24/01/2022    3 recensioni
Aprì la porta con un “Mi scusi, Comandante Smith” e si bloccò appena vide quest’ultimo seduto al piccolo tavolo intento a leggere il giornale del giorno, con indosso la camicia ancora slacciata, segno che non avesse ancora indossato l’uniforme militare. Non completamente, almeno.
Il Comandante lo guardò interrogativo ma apparentemente tranquillo, non così severamente come si sarebbe aspettato, eppure il ragazzo sbiancò ed incapace di sorreggere lo sguardo di quell’uomo tanto autoritario iniziò a far vagare il suo per la stanza, avendo ancora una volta conferma di aver interrotto un momento intimo.
Il letto era sfatto e dal groviglio di coperte pesanti spuntavano dei capelli neri, segno che c’era qualcuno lì sotto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mike Zakarius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VOCI DI CORRIDOIO





Il cadetto della gendarmeria raggelò di fronte alla scena che si trovò davanti agli occhi, immobilizzandosi sul posto con espressione impaurita, il sangue nelle vene che non sembrava più voler scorrere, neanche si fosse trovato davanti ad un gigante anomalo di quindici metri. Era stato inviato a chiamare il comandante del Corpo di Ricerca Erwin Smith dal proprio superiore in persona, era il suo primo vero incarico, sentiva la pressione, doveva e voleva fare bella figura…

Forse troppo.

Infatti era stato talmente preso da questi pensieri che si ritrovò ad entrare nell’alloggio privato di Smith senza bussare, ma credendo di averlo fatto.

Semplicemente aprì la porta con un “Mi scusi, Comandante Smith” e si bloccò appena vide quest’ultimo seduto al piccolo tavolo intento a leggere il giornale del giorno, con indosso la camicia ancora slacciata, segno che non avesse ancora indossato l’uniforme militare. Non completamente, almeno.

Il Comandante lo guardò interrogativo ma apparentemente tranquillo, non così severamente come si sarebbe aspettato, eppure il ragazzo sbiancò ed incapace di sorreggere lo sguardo di quell’uomo tanto autoritario iniziò a far vagare il suo per la stanza, avendo ancora una volta conferma di aver interrotto un momento intimo.

Il letto era sfatto e dal groviglio di coperte pesanti spuntavano dei capelli neri, segno che c’era qualcuno lì sotto. E chiunque fosse, gli stava dando le spalle mentre ancora dormiva.

Il ragazzino iniziò ad iper ventilare, gli occhi sbarrati per la paura di essere punito e di aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto.

Suppongo fosse urgente” il Comandante riattirò la sua attenzione con quel commento, facendolo voltare di scatto ed annuire come in preda alle convulsioni. Una scena davvero deprimente, poteva leggere il compatimento negli occhi del suo superiore, ma in onor del vero era così terrorizzato dalla situazione che pensò si sarebbe pisciato sotto da un momento all’altro.

S-Si, S-S-Signore. I-Il Comandante Doak ha richiesto la sua presenza, Signore” si affrettò a dire, mettendosi sull’attenti e lasciando la maniglia della porta per la prima volta da quando era entrato.

Dieci minuti” fu semplicemente la risposta dell’uomo, che continuò imperterrito a leggere il giornale e a bere quello che sembrava del tè con tutta la calma del mondo. “Grazie, puoi andare” disse poi, guardando il ragazzo con quella che sembrava compassione. “Magari la prossima volta bussa, ragazzo. Disciplina.”

Quello si limitò ad arrossire ancora di più e ad annuire senza sosta, poi si congedò con un gesto del capo ed uscì quasi di corsa dalla stanza chiudendosi con forza la porta alle spalle.

Appena la porta si chiuse le coperte si sollevarono di colpo e il Capitano Levi balzò fuori dal letto con solo la biancheria indosso ed i capelli stranamente in disordine, correndo fino all’attaccapanni a muro di quella stanza non sua. Per fortuna quel moccioso non si era accorto dei suoi abiti, anche se dubitava che avrebbe potuto accorgersi di qualsiasi cosa: sembrava un emerito idiota.

Erwin guardò incuriosito la scena dell’uomo che lottava per indossare i propri vestiti il prima possibile, vedendolo saltellare sul piede destro quando i pantaloni fecero resistenza sull’altra gamba. E poi la maglia e le scarpe, infilati con fare concitato e con qualche imprecazione mal trattenuta tra i denti.

Il Capitano aveva già una mano sulla maniglia della porta quando il proprietario dell’alloggio gli chiese “Dove vai?” arrivandogli di fianco con fare tranquillo, quasi incuriosito dal suo comportamento.

Devo evitare che quell’idiota parli” rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Chiaramente Erwin non sembrò per niente stupito da quella risposta.

E cosa avresti intenzione di fare?”

Il più basso si limitò a voltare la testa nella sua direzione e a far scattare il coltello che aveva appena tirato fuori dalla tasca dei pantaloni, rivelando una lama affilata. Lo portava sempre con sé, cimelio e promemoria della sua vita nei bassifondi della città sotterranea; erano passati anni da allora, eppure trovava sempre rassicurante il pensiero di avere l’arma in tasca. La vita lo aveva reso diffidente e non riusciva a fidarsi della maggior parte delle persone, perfino in quel mondo alla luce del sole.

Forse non era cambiato poi così tanto, per lui.

Non puoi uccidere un cadetto” lo ammonì il più grande incrociando le braccia al petto.

E’ un gendarme” Levi sembrò quasi volerlo convincere con quel tono schifato, ma lo sguardo del Comandante era serio. Aveva brutti ricordi dal sottosuolo sui gendarmi, eppure chiarì “Voglio solo evitare che parli.”

Basterà solo tagliargli la lingua, pensò.

Erwin sembrò seguire il filo dei suoi pensieri, come spesso succedeva.

La cosa lo infastidiva parecchio, ma al tempo stesso lo lasciava sempre stupito; Non poteva fare a meno di chiedersi come facesse ad essere sempre un passo avanti a tutti.

Potrebbe sempre scrivere” obbiettò infatti il biondo, avvicinandosi ancora, fino ad arrivare ad un soffio da lui.

Allora gli taglierò anche le dita”

La frase uscì dalla sua bocca con tono basso e seducente, sporco, mentre reclinava la testa indietro per sopperire a quei troppi centimetri di differenza che li dividevano, per continuare a guardarlo negli occhi. L’altro sorrise, apostrofandolo con un “Levi” che suonava molto come un ammonimento.

Oh, e a lui piaceva quel tono, sembrava sempre presagire cose piacevoli.

Molto piacevoli.

Dovevi chiudere la porta a chiave”

Vero”

Non ci tengo a farmi appendere per il collo, idiota” gli disse, ripetendoglielo per l’ennesima volta, continuando a non capire come potesse non avere la minima preoccupazione per la corte marziale.

I rapporti di quel genere nell’esercito non erano concessi. Erano giudicati in un processo privato di fronte alle più alte cariche militari e finivano quasi sempre con impiccagione in pubblica piazza.

Certo Levi non aveva la benché minima forma di rispetto per quelle istituzioni; non dava importanza alle loro regole del cazzo, a quello che dicevano o anche solo pensavano quelle persone, eppure la sola idea di poter essere nuovamente braccato come un criminale e di doversi difendere con la forza gli faceva storcere la bocca in una espressione molto infastidita.

Era bravo ad uccidere, lo sapeva bene, se possibile era il suo unico talento, eppure non era felice di dover usare il suo talento quando non necessario.

In quel caso trovava necessario evitare che quel ragazzino parlasse, ad esempio.

Ogni volta Erwin gli dava sempre la stessa risposta irritante: dubitava fortemente che l’esercito potesse permettersi di giustiziare il comandante dell’Armata Ricognitiva ed il soldato considerato il più forte dell’umanità, soprattutto se nello stesso momento.

Scuse del cazzo, insomma.

Eppure quella volta la risposta fu diversa, e lo lasciò stupito.

Non potrei immaginare motivazione migliore però”

Il più alto si piegò su di lui, le loro labbra erano ad un soffio, poteva sentire il suo respiro solleticargli la pelle del viso.

Stava davvero dicendo quello che pensava? Che considerava finire davanti alla corte marziale una punizione accettabile pur di continuare a stare insieme?

Una mano del Comandante arrivò tra i suoi capelli, carezzandogli la nuca con fare gentile, poi infine arrivò il bacio.

Agognato.

Dolce, leggero, intimo.

Smielato” commentò Levi con un filo di voce, ancora intento a guardarlo, sempre tra le sue braccia.

Romantico” lo corresse il suo Comandante, facendogli però storcere il naso.

Mi stai trattenendo per permettere al moccioso di andarsene?”

Ti sto trattenendo perché mi piace averti qui” lo corresse ancora, sempre con quello sguardo. Quel dannato sguardo che lo faceva vacillare ogni singola volta. “E perché se ti avesse riconosciuto avrebbe sicuramente avuto una reazione ben diversa da quella che ha avuto.”

Smielato” ripeté, incurante della sua ipotesi, posandogli una mano sul petto lasciato scoperto dalla camicia slacciata e facendovi forza per allontanarlo, beandosi in silenzio del suo sorriso prima di aprire la porta il minimo necessario per scrutare in corridoio ed accertarsi che fosse deserto.

Ceniamo insieme stasera?” gli chiese il Comandante quando aveva già un piede fuori dall’alloggio, e l’unica risposta che gli concesse fu un’occhiata di sbieco.

Che domanda del cazzo.

Certo che avrebbero cenato insieme.

Come sempre.




Nonostante fosse il suo giorno libero dopo essersi fatto una bella doccia Levi scese a far colazione alla mensa militare, come ogni altra mattina. Non aveva niente di particolare da fare, il tempo faceva schifo, faceva freddo e in più aveva avuto un terribile inizio di giornata, cosa che sicuramente gli faceva meritare una bella tazza di tè nero.

Peccato per gli schiamazzi, come sempre. Agognava il silenzio, eppure era dote molto rara che nessuno in quella stanza sembrava possedere.

Si era appena seduto al tavolo con i suoi compagni e pari grado, facendo finta di ascoltare quello che stavano dicendo ma senza sognarsi di intervenire, quando Mike arrivò sedendosi proprio di fronte a lui, attirando l’attenzione di tutti con un “Avete sentito di Erwin?”.

Gli occhi grigi scattarono nella sua direzione, mentre qualcuno al tavolo chiedeva “No, cosa?”

Sembra che uno della gendarmeria lo abbia trovato in atteggiamenti inequivocabili con una morettina”

Una morettina?

Quella parola fece inarcare un sopracciglio a Levi, mentre la quattrocchi alla sua destra iniziava a ridere in modo sguaiato come suo solito, battendo una mano sul tavolo.

Non ci credo… cioè?” chiese spiegazioni Moblit, apparentemente molto incuriosito dalla questione.

Sembra sia entrato nella sua stanza senza bussare. Dice che Erwin era ancora mezzo svestito e dalle coperte sbucavano dei capelli neri” spiegò il tramite del pettegolezzo, facendosi serio. “Una ragazza minuta, a quanto pare sembrava minuscola nel letto. Mi chiedo chi possa essere.”

Una ragazza minuta...

Levi rimase in assoluto silenzio, i nervi a fior di pelle mentre i suoi compagni si lanciavano in ipotesi ed illazioni, nominando le ragazze più svariate sia dell’esercito che del personale della caserma, tutte con la sola colpa di avere capelli neri.

La ragazza della mensa? È molto carina”

Forse quella che lavora in biblioteca”

Troppo alta, no?”

Direi che lo stesso vale anche per Mikasa, che è l’unica coi capelli neri che mi viene in mente”

Ma è una ragazzina!” obiettò giustamente Hanji, quasi rabbrividendo.

In effetti la ragazza della mensa è davvero carina”

Una morettina focosa, se allieta le notti di Erwin” commentò ridendo qualcuno dall’altro lato del tavolo. “Chissà se gli piace dare ordini anche in quei momenti…”

Altre risate.

La presa del Capitano si fece più forte sulla tazza che teneva in mano, mentre ingoiava una imprecazione a denti stretti e si sforzava di fissare le venature del tavolo in legno per ricacciare indietro la sempre più pressante voglia di prendere a calci nel culo tutti i presenti.

Voi che dite?” chiese Mike a lui e alla quattrocchi, conscio che fossero gli unici altri al tavolo a conoscere bene il soggetto del pettegolezzo.

Inutile dire che il moro gli riservò una delle sue migliori espressioni scocciate.

Dico che non sono cazzi nostri” commentò infatti con voce piatta, apparentemente disinteressato. Odiava farlo, ma quando era obbligato a mentire Levi dava prova di essere un ottimo bugiardo.

Se fai sempre lo scontroso non avrai mai successo con le donne”

A differenza di Erwin” commentò qualcun altro, scatenando altre risate.

E dai, ragazzi, ci stiamo divertendo!” cercò di smorzare la situazione Hanji, seduta accanto a lui. Sedò una sua reazione cingendogli le spalle con un braccio e scuotendolo, rischiando di fargli rovesciare il tè e farlo macchiare.

Levi la guardò male per l’ennesima volta, e lei rispose con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

Un giorno gliele avrebbe tagliate, quelle maledette manacce.



Il Capitano Ackerman era già a metà del corridoio che conduceva alla sua stanza quando sentì dei passi alle sue spalle.

Ohiiiii, Leviiiii”

La voce squillante e sempre entusiasta di Hanji era ancora più insopportabile di mattina. Soprattutto quella mattina, pensò.

Che vuoi?” domandò scorbutico, rivolgendole uno sguardo affilato mentre incrociava le braccia al petto.

Ti ho mai detto che hai proprio dei bei capelli?” disse lei sorridendo ampiamente, provando ad alzare una mano in direzione della sua testa. Scacciò quella mano con gesto stizzito e la guardò interrogativo, squadrandola da capo a piedi. Quel comportamento era strano perfino per lei.

Che vai blaterando, quattrocchi?”

Così neri e lucidi” spiegò lei, sistemandosi gli occhiali sul naso. “Non mi sorprende che quel cadetto li abbia scambiati per quelli di una ragaz-”

Non riuscì a finire la frase perché si trovò sbattuta con le spalle al muro, l’avambraccio dell’uomo premuto sulla gola.

Non parlava, Levi, ma il suo sguardo valeva più di mille parole.

Lo aveva visto mille volte quello sguardo, sul campo di battaglia.

Cosa staresti cercando di insinuare?” le sibilò con voce ferma, e in tutta risposta lei sfoggiò l’ennesimo sorriso, questa volta però minato da un velo di preoccupazione.

Solo che sono molto felice per voi” si affrettò a dire lei, mentre l’altro tirava uno strattone in avanti e poi premeva di nuovo, facendole sbattere nuovamente le spalle contro il muro.

Hanji”

La pressione sul suo collo si fece maggiore e il tono che usò per chiamarla per nome si poteva definire solo in un modo: Minaccioso.

Sapeva essere davvero spaventoso, quando voleva.

Fu costretta ad alzare le mani in segno di resa mentre cantilenava “Sono una vostra fan”, guardandolo in cerca di comprensione.

Trovò invece un muro di diffidenza.

A Levi serviva ben più di questo per fidarsi, anche se l’idea di dover far tacere la quattrocchi per sempre era allo stesso tempo allettante e fuori questione.

Era ovvio che succedesse. Eravate così frustrati, non facevate altro che guardarvi in quel modo, come se foste sempre sul punto di pugnalarvi a vicenda o… beh…” ammiccò vistosamente, facendogli l’occhiolino, cosa che fece ritrarre il capitano istintivamente. Era pazza, questa ne era l’ennesima conferma. “Sono felice che abbiate optato per la seconda opzione” disse lei contenta, unendo le mani e iniziando a batterle in un gesto di esultanza molto bizzarro. Non che la cosa lo sorprendesse, glielo aveva già visto fare svariate volte di fronte a quei fottuti esemplari anomali. Il fatto di essere considerato alla stregua di quei cosi gli fece storcere il naso in una espressione disgustata, mentre lei continuava il suo monologo come un fiume in piena. “Siete così carini, sono molto contenta! Avete sempre avuto questo rapporto ambiguo, ma sapevo che eri il suo preferito, l’avevo capito. Aaah, devo andare da Erwin, credo sarà contento di parlarne con qualcuno. E poi credo sia felice. Dovrebbe esserlo, no? E tu sei felice, Levi?”

Troppe domande.

Troppe.

Cazzo.

Di.

Domande.

Quando in realtà nella testa del moro ne vorticava una sola.

Chi altro lo sa?” tornò al suo solito tono di voce impassibile, reprimendo ogni altra reazione e inclinando la testa di lato prima di guardarla.

Lo faceva inconsciamente quando era a disagio, e Hanji lo sapeva, lo aveva studiato con attenzione e curiosità in quegli anni.

Solo io, ovviamente” rispose lei quasi offesa. La deduzione era stata sua, dopotutto, lei aveva potuto mettere insieme i pezzi del mosaico dopo averli osservati a lungo, stando al loro fianco ogni giorno ed osservando il loro rapporto evolversi.

Il Capitano fece un passo verso di lei, che ancora non la smetteva di sorridere sorniona.

La minaccia arrivò più diretta di quanto si aspettasse.

Una sola parola, e ti do in pasto a quei maledetti giganti”

Levi, non sono maledetti, sono così affascinanti” provò ad obiettare Hanji, ma lui continuò con quel suo tono fermo e glaciale che lo contraddistingueva.

Te lo posso giurare, quattrocchi”

Lei si lasciò andare ad una risata, poi gli circondò le spalle con un braccio e lo obbligò a riprendere a camminare nel corridoio deserto.

Ho la bocca cucita!”


























[NdA]: Ebbene SI, è una sciocchezza molto leggera! Però oggi ero in vena di frivolezze, ecco ahahaha

Spero di non aver offeso nessuno e di avervi strappato almeno un sorriso durante la breve lettura.

Vi auguro una buona serata,

Ciao!!

ladyElric


   
 
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