Dopo ben 4 anni di completa
inattività è venuta a trovarmi la musa dell’ispirazione e io l’ho accolta a braccia aperte! ^_^
Era tanto che volevo scrivere su questo personaggio che amo alla follia, più di
due anni, ma essendo io un ufficio complicazioni affari semplici, avevo in
mente qualcosa di troppo complesso che è rimasto inespresso. Poi oggi facendo
un viaggio in autostrada e riascoltando le OST (tra l’altro stupende) di questo
drama bellissimo (a mio parere il miglior Kdrama di sempre) ecco l’idea che vi
ho messo nero su bianco. Spero vi piaccia e se non l’avete ancora visto correte
a gustarvi Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo / 달의 연인-보보경심 려 K-drama sudcoreano del
2016. Un storia d’amore mozzafiato, con due protagonisti che fanno sognare!
Bene, ho cianato anche troppo, mi taccio! :P
Buona (spero) lettura!
WANG SO THE DOG WOLF
Correre al galoppo con il vento che gli sferzava la
pelle era da sempre il suo unico sollievo.
Era il solo modo in cui poteva lasciare libera la sua rabbia, il suo dolore e
la sua immensa frustrazione.
Era così soffocato dal rancore.
Una sofferenza la sua che aveva radici lontane.
Tutti pensavano che il suo atteggiamento indisponente fosse colpa di quella cicatrice,
che era costretto a coprire con una maschera di cuoio, che gli celava parzialmente
il volto. La indossava da anni per nascondere al mondo la sua imperfezione.
Lui progenie di re non poteva avere per legge nessuna deformità, o difetto, che
deturpasse il suo aspetto. Doveva semplicemente essere perfetto.
In realtà non si trattava unicamente dello sfregio in sé, considerato da tutti
una sua mancanza, ma da chi glielo aveva procurato, perché non era certo nato
così.
Una genitrice, colei che ti ha tessuto nel suo ventre, che ti ha allattato,
cullato e carezzato… come aveva potuto fare una cosa così orribile?
La ferita corporea le poteva anche essere perdonata, ma rifiutarlo per sempre
era stato oscenamente contro natura.
Sua madre, colei che lo aveva di fatto sfregiato, aveva preso la propria colpa
e l’aveva scaricata sul figlio, un bambino di soli pochi anni, che a causa di
questo era stato strappato alla sua famiglia e dato in adozione. Lasciato in dono per
sedare vecchie ruggini con nobili infedeli, come se fosse stato un animale da
compagnia. Malgrado ciò la sua matrigna non l’aveva mai accettato, e il suo
patrigno aveva fatto finta di tollerarlo solo perché era pur sempre il quarto
figlio di re Taejo, anche se ripudiato e sfregiato, ma lo aveva sempre trattato
come un ostaggio.
Wang So nonostante la vita ingrata e indegna, che era
stato costretto a subire, non aveva comunque potuto soffocare la sua indole
regale.
Era uno spettacolo vederlo fiero ed eretto mentre spronava il suo cavallo
nero come la notte, incitandolo ad una corsa veloce ma allo stesso tempo armoniosa,
elegante, in cui era tutt’uno con il purosangue. L’animale lo sorreggeva e
fremeva sotto di lui, scandendo un perfetto ritmo di galoppata. Lo scalpitio leggero degli zoccoli,
sembrava quasi sfiorare il terreno. Wang So assecondava il movimento del
cavallo in modo fluido e naturale, movendosi in sincrono con lui, come se
fossero una cosa sola.
Avanzava veloce, alla testa di un piccolo manipolo di uomini al soldo della sua
famiglia adottiva. Cavalcava alla maniera dei guerrieri, una mano sulle redini
e l’altra poggiata sulla coscia, con la spada inguainata alla mano, come se
andasse alla guerra, pronto a sfoderarla da un momento all’altro, mentre invece
stava solo tornado a casa.
Il suo lignaggio, nonostante tutto, rifulgeva in lui e nessuna cicatrice, o
umiliazione subita avrebbe mai potuto spegnerlo.
Rallentò e cominciò ad attraversare il mercato di Songak, capitale di Goreyo, dove
si trovava il palazzo reale. Il suo
incedere, seppure al passo, portò scompiglio impaurendo acquirenti e venditori,
che si eclissarono in un fuggi, fuggi generale, portando gli stessi a
rovesciare alcuni banchi, vasi e vettovaglie di ogni genere.
“Il cane lupo!” strillò qualcuno atterrito infilandosi dietro un tendone.
Si narrava di lui che fosse un assassino spietato, che si divertisse ad
ammazzare la gente e gli animali per passatempo. Il suo aspetto, parzialmente
celato da un mantello nero con cappuccio, esasperato da quella maschera, contribuiva
ad ingrassare numerose e fantasiose leggende, che negli anni diventavano sempre
più truci e sanguinolente.
Eppure se avessero avuto il coraggio di guardarlo in viso, avrebbero scorto
solo un’immensa tristezza offuscare i suoi bellissimi occhi a mandorla.
Invece spesso quella tristezza veniva scambiata per fastidio.
Si arrestò non appena si aprirono le porte che introducevano
nei giardini del grande palazzo reale.
Wang So tirò le redini e alzò lo sguardo verso le pagode.
Improvvisamente qualcosa gli afferrò
lo stomaco. Fu come se un mostro affamato tentasse di dilaniargli le viscere.
L’orologio del tempo tornò indietro a quasi venti anni prima. Poteva ancora
sentire la carne lacerata del viso che bruciava e il sapore dolciastro del
sangue, che gli colava in bocca. Eppure non era niente in confronto al sacro terrore,
che quel bambino che era stato, aveva provato, legato ad un palo, con gli arcieri
che scoccavano frecce, i cui sibili poteva ancora sentire fischiare nelle
orecchie.
Il suo mondo la sua innocenza erano morti lì, in quel momento che ricordava
come se fosse passato solo da poche ore.
Arcieri assassini al soldo di sua madre, che in tutta la sua malvagia e gelida crudeltà,
guardava senza emozione la carne della sua carne, appesa ad un patibolo voluto
da lei.
Una madre riconosce solo un figlio che la
farà brillare!
Questo pensava la regina Yu. Una donna dalla bellezza sconvolgente, innamorata in
maniera patologica del proprio re, tanto da essere sfrenatamente gelosa delle
altre regine e concubine, ma anche smodatamente avida di potere. Una donna maniaca
del controllo in modo malato, una lucida folle, pronta a sacrificare anche i
suoi figli per i suoi scopi.
Non poteva e non voleva ammettere di essere la causa della rovina del suo primo
genito, la cui unica colpa era stata quella di trovarsi coinvolto in una
furiosa lite tra lei e il marito . Era accaduto che per costringere il re
a non prendere un’altra giovane moglie, aveva afferrato il piccolo Wang So e
aveva minacciato di ucciderlo, fermata dal marito lo aveva solo sfregiato
cavandogli quasi un occhio.
Così nella sua completa pazzia, per far dimenticare Taejo il suo grave peccato,
aveva pensato di eliminare il figlio ormai sfregiato. Era convinta che una volta morto, prima o poi il sovrano
si sarebbe dato pace, ma soprattutto non si sarebbe più sposato, se non voleva
che lei uccidesse tutti i suoi figli, lasciandolo senza successione.
Alienazione pura.
Il re ovviamente non lo aveva permesso e aveva escogitato un compromesso solo per
la salvaguardia dei suoi figli.
Suo padre, era un uomo controverso e legato prima alla ragion di stato, poi
alla sua numerosissima famiglia. Amava i suoi figli, più di quanto Wang So
sapesse, o immaginasse, ma per tenere in piedi un regno troppo vasto, popolato
da molti scaltri nemici, aveva basato le sue alleanze su matrimoni e legami
familiari, creando equilibri fragili. Nel caso del suo ferimento aveva colto
l’occasione di salvarlo dandolo in adozione a una famiglia non troppo leale
alla corona: i Kang di Shinju, a cui era morto da poco un figlio maschio. Con
questo gesto sapeva che li avrebbe costretti ad essere suoi alleati e così fu.
Questi accadimenti lo avevano perseguito e dilaniato
per anni. Era cresciuto come un animale in cattività, senza amore e neppure un
po’ di affetto. Dentro di lui, nascosto in un angolino c’era ancora quel
bambino che desiderava solo essere amato da sua madre e difeso da suo padre,
anche se per sopravvivere aveva dovuto soffocarlo dietro una corazza spessa ed
impenetrabile, lasciando che gli altri lo vedessero per ciò che non era.
Preferiva fare paura che pena. Il suo orgoglio e la sua dignità regale lo
avevano sostenuto e reso forte, in grado di sopravvivere.
Ora era finalmente lì, davanti al palazzo dove erano cresciuti i suoi fratelli,
che avevano goduto di tutto ciò di cui era stato privato. Agio, istruzione,
rispetto, ma soprattutto amore.
Si scoprì la testa e alzò fieramente il mento, mentre un mormorio serpeggiò tra
gli uomini di guardia.
Li guardò con aria di sfida.
Sì era lui: Wang So, un cane, un cane rabbioso, ma fiero come un lupo, ed era
finalmente giunta l’ora di riprendersi ciò che era suo di diritto.
NOTE:
Alcuni brevi cenni per capire meglio la mumerosa e complicata famiglia di Wang So.
Taejo di Goryeo fu il fondatore della dinastia Goryeo, che fu sovrana della Corea dal X al XIV secolo.
Fu re dal 918 al 943, e compì l'unificazione dei Tre regni posteriori di Corea nel 936.
Ebbe molte mogli e molte concubine. Di conseguenza una moltitudine di figli.
Quando si parla di Wang So come 4 principe ci si riferisce alla linea di successione al trono.
Quando invece si parla di primogenito per la regina Yu, significa che è appunto il primogenito ma solo per lei in quanto moglie e non per il padre.
Per quanto riguarda l'ossessione per l'aspetto fisico e l'ossessione per la perfezione, è reale allora, come adesso, infatti anche oggi è una caratteristica della cultura Coreana, specialmente la ricerca ossessiva dell'estetica perfetta, che
ha portato questa nazione ad essere famosa per gli innumerevoli interventi di chirurgia plastica che vi si compiono ogni anno.
Disclaimer
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Wang So e tutti i personaggi di Moon Lovers - Scarlet Heart Ryeo non mi appartengono, ma sono
proprietà di rispettivi proprietari: Tong Hua, Jo Yoon-young,BaramiBunda inc.,
GT Entertainment, NBCUniversal International Television, YG Entertainmen,SBS
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Wang So picture from google search.