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Autore: Ladybug87    18/03/2022    10 recensioni
Questa storia è stata ispirata dalla bellissima long di Dorabella, dall'ultimo capitolo da poco pubblicato, per la precisione, dove si narra del pomeriggio trascorso dalla Contessina Charlotte de Polignac con Oscar.
Quindi ringrazio Dorabella per la gentile disponibilità e auguro una buona lettura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlotte Di Polignac, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Charlotte corse via dal salotto dove era avvenuto l'incontro con il suo promesso sposo.
Nelle orecchie rieccheggavano ancora la melliflua risata di sua madre e quella demoniaca del Duca de Guise.
Nelle narici sentiva ancora l'odore penetrante di quell'uomo, un misto tra sudore, acqua di Colonia, borotalco e qualcos'altro di indefinibile che le dava la nausea.
Sentiva ancora la sua mano cingerle la vita sottile e le sue dita carezzare lentamente il suo corpo innocente fino a raggiungere per un attimo uno dei suoi seni acerbi.
Il cuore le era balzato in petto per il disgusto.
Il terrore aveva preso il sopravvento e l'aveva fatta scattare come un topolino di fronte al serpente che sta per divorarlo.
Era saltata giù dalle sue ginocchia e lui aveva riso.
Non si era adombrato, sapeva che ormai era sua.
Era solo una questione di tempo.
Anche sua madre aveva riso, dopo un attimo di smarrimento.
Solo un attimo.
Nulla avrebbe potuto fermare la determinazione di sua madre di avere un Duca come genero, anche se era più vecchio persino di lei.
Poi il Duca la congedò.
Prese la sua manina infantile nella propria che era calda e sudaticcia e gliela baciò con trasporto, con lussuria e desiderio.
Ebbe un conato di vomito.
Il fiato caldo del Duca era pregno di odori sgradevoli come sigaro e alcol.
Come in preda al sonnambulismo uscì dalla stanza e si mise a correre per i corridoi di Versailles.
Corse senza mèta e giunse nel salone principale dove si stava svolgendo un ballo.
Di lì a poco sua madre avrebbe dato l'annuncio del suo fidanzamento.
Con gli occhi sbarrati si guardò intorno.
Tra tante dame e cicisbei che ridevano di lei e del suo stato, la sua acconciatura era crollata durante la corsa, le guance erano purpuree per la fatica e la disavventure col Duca, solo una persona era rimasta seria a osservarla con un'espressione allarmata: madamigella Oscar.
La sua Oscar era l'unica che non ridesse di lei.
Avevano passato insieme il più bel pomeriggio della sua breve vita.
Charlotte notò che Oscar aveva appuntata al risvolto dell'uniforme la rosa bianca che avevano colto insieme.
Era ancora bellissima e pura, spiccava meravigliosamente sul rosso acceso della divisa.
Purezza e passione.
Avrebbe tanto voluto trovare un giovane bello, indomito, gentile e dolce come madamigella Oscar come futuro marito.
Invece le sarebbe toccato un vecchio libertino vizioso che l'avrebbe trattata come un giocattolo finché non si fosse stufato di lei, dopo averle rubato l'innocenza.
Non glielo avrebbe permesso.
Si avvicinò ad Oscar, si mise sulla punta dei piedi e le baciò una guancia.
Le strappò la rosa dal bavero e le sussurrò:
"Grazie di tutto madamigella Oscar, non vi dimenticherò mai..."
Poi corse di nuovo a perdifiato verso i rigogliosi giardini.
Giunse alla fontana di Latona, l'acqua delle cascate cantava cristallina.
Immerse la mano oltraggiata da quella bocca disgustosa e iniziò a sfregarla fino a decorticarla.
La tirò fuori dall'acqua e la osservò arrossata e grondante.
Sentiva ancora il suo odore addosso e la consistenza delle sue labbra turgide.
Non era sufficientemente pulita.
La rituffò nella fontana.
Mentre la lavava in maniera sempre più ossessiva iniziò a delirare.
"Tu resterai pura Charlotte, pura come questa rosa...nessuno ti porterà mai via l'innocenza...la morte l'ha preservata dall'appassire miseramente e la morte preserverà la tua illibata gioventù...resterai pura per l'eternità, Charlotte.
Per l'eternità..."
Asciugò la manina martoriata con la stoffa dell'abito ormai sgualcito e con gli occhi colmi di folle determinazione guardò il tetto di Versailles.
Ormai aveva preso la sua decisione: sarebbe salita lassù e si sarebbe lasciata cadere, librandosi in un ultimo volteggio.
Aveva paura?
Sì, tanta.
Ma non sarebbe stata sola.
Avrebbe portato con sé l'unica cosa che la faceva stare bene e in pace con sé stessa: la rosa bianca donatale da madamigella Oscar, la sua amica più cara.
La raccolse dal bordo della fontana e ne aspirò il profumo intenso eppure profondamente delicato.
Poi calma e determinata si avviò verso le scalinate che portavano al tetto.
Nessuno l'avrebbe mai più toccata.
Nessuno l'avrebbe mai profanata rubandole la purezza.
Poco prima di toccare terra Charlotte potè ancora guardare la rosa bianca che stava precipitando con lei e riuscì a sorridere.
   
 
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