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Autore: elenabastet    27/03/2022    5 recensioni
Un what if a cui ho sempre pensato: cosa sarebbe successo se André avesse saputo della malattia di Oscar prima che arrivassero i giorni concitati degli scontri a Parigi? Il titolo è preso dalla canzone Follow you, follow me dei Genesis.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rating: toni adulti, passione e dintorni

Fandom: Lady Oscar.

Note: un what if a cui ho sempre pensato: cosa sarebbe successo se André avesse saputo della malattia di Oscar prima che arrivassero i giorni concitati degli scontri a Parigi? Il titolo è preso dalla canzone Follow you, follow me dei Genesis.

 

“André, Gerard deve parlarti, è urgente”.

André si tirò su dalla branda dove da poco aveva trovato sonno, sapeva che Alain non l’avrebbe mai disturbato per qualcosa di poco importante, e nemmeno Gerard.

“Cosa c’è?”

“Diglielo, Gerard...”

“André...” Gerard Lasalle era molto preoccupato e imbarazzato.

“Insomma, non c’è un modo delicato di dirtelo. Il nostro comandante sta male, sta molto male. Era passata nell’armeria dove stavo riordinando le munizioni, sai che tocca a me, e di colpo l’ho vista piegarsi in un angolo tossendo violentemente. Ho cercato di portarle conforto, sai, le sono debitore...”

“So che è qualche tempo che sta poco bene, è pallida e stanca”.

“André, io… ho visto chiaramente che c’era del sangue sul fazzoletto che si è portata davanti alla bocca. Sai cosa vuol dire? Che sta male, sta molto male, ha una brutta malattia di petto, purtroppo ho visto due miei zii iniziare così e poi volarsene al Creatore in pochi mesi. So di una signora che si è curata ed è guarita, ma non bisogna aspettare troppo tempo..”

André si sentì gelare il cuore. Ora capiva perché Oscar voleva farsi fare il ritratto e capiva anche perché era diventata così silenziosa. No, non poteva essere, no, non era giusto, sapeva che malattia poteva avere, una malattia che faceva paura. Oscar malata. Lui non poteva accettare che morisse, non lei, non dopo che l’aveva salvata da suo padre, non dopo la promessa che le aveva fatto da ragazzi. Lui l’avrebbe salvata, lui l’avrebbe curata… ma dopo quello che le aveva fatto quella sera come avrebbe potuto ancora fidarsi di lui? Le aveva giurato che non la avrebbe mai più toccata, ma come avrebbe potuto prendersi cura di lei e sottrarla alla morte? Perché lui doveva fare quello, lei era tutta la sua vita, non poteva perderla.

“André, io devo molto alla nostra comandante, lei è stata… beh meravigliosa, mi ha salvato la vita quando avevo venduto il fucile, e lasciamo stare quello che ha fatto per noi tutti dopo la storia dell’Assemblea. Io ho un debito con lei, ce l’abbiamo tutti e dobbiamo provare a salvarla, ma solo tu puoi fare concretamente qualcosa...”

André guardò Gerard, quasi piangendo:

“Io devo fare qualcosa certo, ma non so come…. Io… non ho il diritto di interferire nella sua vita”.

“Ce l’hai eccome!”, disse Alain, “ti prego, non lasciare niente di intentato, fallo anche per noi. Ti aiuteremo come potremo, ma il primo passo per aiutarla puoi farlo solo tu”.

André si riscosse, certo che doveva fare qualcosa, sperando che non fosse troppo tardi. Non poteva sopportare questo.

“Oggi tanto torno a casa con lei in licenza e la affronterò”.

L’ultima volta non era andata benissimo, ma non doveva fermarsi per questo.

 

A palazzo Jarjayes, Oscar si ritirò con mastro Armand, il pittore, per il quadro, e ad André non sfuggì l’atteggiamento preoccupato dell’artista. Lui non aveva voluto vedere, o meglio aveva minimizzato, e si rimproverava per questo, doveva capire che quello di Oscar non era un semplice raffreddore.

Ad un tratto vide il pittore che se ne andava e allora salì verso la camera della sua amata. Cercò di non pensare a cosa era successo l’ultima volta che l’aveva affrontata, doveva tenere a freno la sua passione, ora di colpo più forte di fronte alla possibilità di perderla. E si vergognò al pensiero lascivo che gli attraversò la testa, perché in quel momento, come prima cosa avrebbe voluto abbracciarla con tutte le forze, baciarla, renderla sua, donarsi a lei per allontanare il male che la stava ghermendo per portarla via da lui.

Oscar era sul balcone di camera sua, girata di schiena, capì che era arrivato, e André vide che non stava bene, ansimava, era pallida e senz’altro aveva la febbre.

“Oscar… “

“Domani verrò a Parigi con te”, disse Oscar.

“Oscar, so tutto. So che stai male, Gerard ti ha vista mentre tossivi e perdevi… sangue”.

Doveva essere brutale, e sentì il suo cuore che si spezzava. La vide irrigidirsi, mentre continuava a girargli la schiena. Trattenne l’istinto di stringerla per scacciare la malattia e la morte da lei.

“Oscar, tu devi curarti. So che non ho il diritto di chiedertelo, ma voglio occuparmi di te, assisterti, non posso accettare di perderti...”

L’aveva salvata da suo padre, da una morte sanguinosa ma rapida, non per vederla morire sotto i suoi occhi, e avrebbe fatto di tutto per stare insieme a lei, per ogni giorno che lei avrebbe avuto da vivere.

André vide Oscar da dietro trasalire per un attimo e poi rimanere ferma. Credeva di nascondergli per sempre una cosa del genere? Nello stesso tempo, si diede dell’idiota per non averlo capito prima, per non aver trovato prima la forza di affrontarla e chiederle di curarsi.

Poi Oscar parlò:

“André, no. Non è giusto che tu ti occupi di me, non è giusto che tu continui a sacrificarti per me, hai già perso troppo, non voglio che tu soffra ancora per causa mia.”

“Per me stare con te non è sofferenza, ma gioia. Occuparmi di te è la cosa più bella della mia vita...”

“André, io vorrei che tu fossi felice… quando quella sera ti dissi che non volevo più che tu ti occupassi di me era perché volevo che fossi libero, sbagliai il modo, ma non posso accettare che tu continui a sacrificare la tua vita per una… per una come me, che non è mai stata capace di darti quello che meriti e che ora dovresti assistere come una povera invalida...”

“Non puoi dire questo, non lo accetto. Io mi sono comportato in maniera ignobile con te quella sera, stavo per… farti del male in maniera irreparabile, ma l’unica cosa bella e giusta della mia vita è l’amore che provo per te, e in nome di quell’amore io sono disposto a fare qualsiasi sacrificio. Tu eri disposta a dare la tua vita per me e io sono disposto a fare la stessa cosa, e dare la vita è anche per me dedicare ogni momento della mia esistenza a te. Mi prenderò cura di te, ti sosterrò, ti aiuterò e farò tutto quello che è in mio potere per salvarti”.

Oscar si girò a guardare André, sentendosi struggere per come la guardava: in lui c’era puro amore, adorazione, dolcezza, tenerezza e desiderio, ma un desiderio che era disposto a continuare a reprimere in sé.

“André, io mi sento in colpa.. siamo stati tanti anni insieme, e non mi ero accorta di quanto tu mi amavi, anche se tu sei la persona che mi è più cara al mondo, tu sei una parte di me, e la parte migliore. Ma non posso sopportare che tu soffra, che tu ti annulli...”

“Nemmeno io. Non posso sopportare di vederti morire, e lotterò contro qualunque malattia o ostacolo per questo, ma tu permettimelo, ti prego, lascia che mi prenda cura di te, non farò niente di… sbagliato”.

“Sbagliato? L’amore non è sbagliato, il tuo amore è senza condizioni e senza ricompensa, è quanto di più nobile ci sia al mondo. Io non mi sento degna di questo…”.

“Sei bella, sei forte, sei coraggiosa, sei cocciuta, sei leale, lotti contro le ingiustizie, cerchi il meglio negli altri, aiuti il tuo prossimo, vai contro i pregiudizi, e mi dici che non sei degna di essere amata. No, Oscar, non lo accetto...”

Oscar rimase in silenzio: lei ed André si fronteggiavano, come quella famosa sera, ma non c’era scontro, c’era dolore che emergeva, ma anche amore… un amore per troppo tempo nascosto.

“Tu sei l’amore della mia vita, non posso vivere senza di te, Oscar, ti prego, prova a vivere, io starò con te per sempre. O non mi vuoi?”

No, André non poteva pensare una cosa del genere. Oscar strinse le labbra, doveva parlargli. Ma si vergognava

“André, io non voglio lasciare il mio incarico, non voglio lasciare i miei uomini in questo momento così difficile. Il mio posto non è in un letto a spegnermi lentamente, io voglio lottare per un mondo migliore, un mondo dove nessuno dica mai più a te che mi sei inferiore”.

“Ma loro capiranno, e poi sarà un arrivederci, deve essere così. Vedi che persona sei? Come puoi chiedermi di non amarti?”.

“André, io… non posso continuare a accettare che tu ti sacrifichi così. Mi vergogno a dirti una cosa, chissà cosa potresti pensare di me…”

“Cosa?”, chiese André con dolcezza, ormai vicino ad Oscar, ma con le braccia abbandonate sui fianchi.

“Io ho pensato varie volte a te… a noi, dopo quello che è successo quella sera e non solo. Io ho sempre tenuto a te più che ad ogni altro, e ho capito che non sei solo l’amico di una vita, il fratello che non ho avuto. Ho capito che provo qualcosa di… profondo per te, e mi vergogno a dirti che… io vorrei stare con te, vorrei… fare l’amore con te, ma sono malata e potrei farti del male, già te ne ho fatto troppo, potrei attaccarti il mio male...”

André rimase immobile e incredulo. Poi parlò:

“Tu vuoi vivere, Oscar. Vuoi vivere e amare, ed è la cosa più importante. Se vuoi… questo da me, mi rendi l’uomo più felice del mondo, e non ho paura di ammalarmi. Se anche l’amore ci unisce tutto diventa possibile, se tu mi vuoi e accetti nella tua vita anche come compagno e come tuo uomo è quello che sogno da sempre. Il resto si risolverà”.

Oscar guardò André con infinito amore, vergognandosi quasi di cosa provava. Alzò la mano, come aveva fatto una volta per colpirlo, ma gliela passò sul volto in una carezza, facendolo sorridere. Gli posò le mani sul petto, non affferrandogli il bavero come aveva fatto allora, ma accarezzandolo, sentendo il suo calore ma poi fece per ritrarsi, e André allora la bloccò.

“Resta con me, Oscar, vivi con me, stai con me.”, disse André stringendola e baciandola, prima con dolcezza e poi con passione. No, non aveva paura di ammalarsi, con Oscar ci poteva essere solo vita, amore, condivisione.

Lei stavolta non si dibatteva e non lo guardava con paura, rispondeva ai suoi baci, ogni tanto emettendo un singhiozzo, quasi a dimostrare il timore di poterlo danneggiare. Si abbracciarono, stretti come una cosa sola.

André sollevò Oscar in braccio, stupendosi di quanto fosse leggera: l’avrebbe curata, l’avrebbe fatta guarire. Quando caddero insieme sul letto non ci fu sopraffazione, ma solo voglia di stare vicini.

“André io...”, disse Oscar guardandolo.

“Per una volta pensa a te, pensa ad essere felice, te lo meriti, anche se tu pensi il contrario. Io voglio renderti felice”, disse André, baciandole il volto, per poi passare alla sua gola e al collo.

Avevano ancora l’uniforme addosso. André iniziò a slacciare la giubba ad Oscar, in maniera delicata, ma fu lei a sfilarsela. Lui si tolse prontamente la sua, non voleva crearle fastidio sfregandosi contro la sua pelle.

Oscar guardò André con affetto, amore e desiderio e lui ricambiò, stavolta non avrebbe dovuto strapparle la camicia. Lei socchiuse gli occhi mentre André le accarezzava la pelle attraverso la stoffa, mentre scendeva con la bocca a sfiorarle la scollatura e lasciò che le sue mani si infilassero sotto il tessuto, sulla sua pelle, a toccarla.

Pregò di non star male, di non tossire, sapendo che comunque André avrebbe sentito il suo respiro non regolare. Non voleva che si fermasse, non questa volta. André le mise una mano sul fiocco della camicia e la guardò, come a chiederle il permesso di aprirla, ma fu Oscar a farlo, come ad offrirsi a lui e poi portò la sua mano sul davanti della camicia del suo amato, per chiedergli la stessa cosa.

Questa volta Oscar non girò il volto dall’altra parte, atterrita e piangente, ma restò a guardare André che si avvicinava alla sua pelle e iniziava ad accarezzarla e baciarla, come quasi a voler cancellare la malattia che c’era dentro di lei. Gli accarezzò i capelli e il collo, cullandolo tra le sue braccia e nel frattempo iniziò a provare una sensazione piacevole, eccitante ma anche tenera, di completezza nell’animo e nel corpo.

André alzò il volto dai seni di Oscar e la guardò in volto: lui avrebbe accettato comunque di poter stare con lei anche senza essere ricambiato fino in fondo, per piacere, per compagnia, per supporto, ma quello che vedeva in lei era amore.

“Resta con me Oscar, vivi con me, io ti sarò sempre vicino, e dopo questo tra di noi niente ci deve più dividere”.

“André, io con te voglio vivere, per te voglio vivere”, gli sussurrò lei baciandolo sul naso e facendolo ridere.

Oscar ricordava i commenti delle dame su imbarazzo, dolore, vergogna e poca soddisfazione dei loro incontri intimi, ma per lei non ci fu niente di tutto questo. Non ci fu imbarazzo quando André le tolse anche i pantaloni, non ci fu vergogna quando le sue carezze e i suoi baci diventarono ancora più intimi, e non ci fu dolore quando André finalmente unì il suo corpo a quello di Oscar, quasi titubante dopo tanta passione perché non voleva farle male, mentre lei lo strinse forte, sentendo il suo cuore vicino, e la sua presenza ovunque. Non ci fu nemmeno poca soddisfazione, per lei senz’altro e anche per André.

Rimasero uniti ancora a lungo, a sentire il calore l’uno dell’altra, la dolcezza, il desiderio appagato ma che sarebbe tornato: Oscar si sentiva meglio, malgrado tutto.

“Quando sono con te mi sento completa”, gli disse ad un certo punto, mentre André la avvolgeva contro il suo petto.

“Penso che tu abbia capito che è lo stesso per me”, disse André, baciandole i capelli.

“Voglio provare a vivere e a curarmi. Forse riusciremo a stare insieme in un mondo migliore”.

“Ci dobbiamo provare, insieme”.

“Te lo giuro, André. Io sono sempre stata tua in fondo al mio cuore, e tu mio e voglio che tu lo sappia d’ora in poi. Voglio restare con te, se tu resti con me”.

“Puoi dirlo forte”.

André le prese la mano e le baciò ogni dito, dicendole:

“Io ti giuro che resterò per sempre con te, come ho fatto finora, come amico, come confidente, e come tuo sposo”.

Oscar prese la mano di André e fece lo stesso, dicendogli:

“Io ti giuro che resterò per sempre con te, che sarò la tua amica, la tua confidente e la tua sposa, in questa e tutte le altre vite che ci potranno essere”.

Oscar avrebbe voluto dirgli ancora tanto, ma aveva l’eternità, lì e altrove, per stare con André: adesso ne era sicura.

 

  
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