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Autore: Lady I H V E Byron    28/03/2022    0 recensioni
"-Piuttosto, hai visto la macchina che ho preso?- un lato positivo, quel viaggio, poteva averlo.
E Vergil sembrava particolarmente di buon umore.
-Il nuovo modello della Subaru. Modello SW. Vedi, qui ci sono le marce, qui le frecce, e qui la radio, che prende tutte le frequenze.-"
"-Va bene, finisco la pizza al salame piccante e poi arrivo.-
La finestra venne nuovamente chiusa. Come il finestrino della macchina.
-La pizza al salame piccante?- si stupì Vergil, benché non fosse la prima volta che Dante si concedeva una colazione così -A quest'ora del mattino? Mezzogiorno? Topi morti.-"
"-Allora! Sei adulto?! La puoi tenere!-
Negata la richiesta di sosta, Dante tornò a sedersi sul sedile, quasi sdraiato.
-Va bene, tanto a me che frega?-
-Bravo.-
-Vorrà dire che ti piscerò in macchina.-
Questo Vergil non poteva permetterlo. Una frenata improvvisa spinte Dante e Nero in avanti.
La cintura salvò Dante da un impatto con il parabrezza, ma Nero, fino ad allora sopito e sdraiato sul sedile posteriore, scivolò giù, battendo la testa contro il sedile di Vergil.
-Ahiahia...!- lamentò.
-Ma sei deficiente?!- rimproverò Dante, rivolto verso il fratello -A momenti sbattevo la testa contro il parabreeze!-"
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante, Nero, Vergil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A quell'ora, non c'era nessuno.

O così credevano.

-Ma guarda questo...! MA ALLORA?! VOGLIAMO SCENDERE A SPINGERE?!-

Suonò persino il clacson. In confronto al suo stato d'animo, il suono ridicolo del clacson sembrava un ossimoro.

Tentò, allora, con i fanali.

Era impensabile trovare una macchina a quell'ora. Per Vergil era troppo lenta.

-Ma, padre, perché devi essere così aggressivo di prima mattina?!- Nero voleva approfittare del viaggio per dormire un poco; la voce del padre lo aveva svegliato di soprassalto.

-Devi esserlo, non importa dell'ora.-

-E di giorno cosa fai? Distruggi tutto con la Judgment's Cut?-

-Beh, la Yamato è nel bagagliaio...-

Così come la Red Queen di Nero.

-Comunque, rovini un atmosfera che questa città ha solo all'alba. Senti, l'aria frizzantina, guarda che atmosfera, le prime luci dell'alba... Va'! I viados che tornano a casa...-

Stava indicando, infatti, un gruppo di donne con le gonne zona natiche. Forse non erano del tutto donne.

-ALLORA?!- esclamò di nuovo Vergil, rivolto alla macchina che ancora era di fronte alla loro.

Ad un certo punto, girò il volante, eseguendo una curva a gomito.

Nero si sentì spinto verso il posto guida, ma si tenne stretto al sedile.

Per fortuna, finì e il padre spinse sul pedale del freno. Erano di fronte un immobile con una scritta enorme “DEVIL NEVER CRY”.

Ma nessuno alla porta.

-Visto? Non si fa trovare giù, quel cretino...- borbottò.

-Mi fa una rabbia, quando fa così...-

-Chiamiamolo, va'...-

-DANTE! DANTE!- esclamò Nero, a gran voce.

-Ma cosa gridi?!- rimproverò Vergil, stringendosi nelle spalle e tappandosi un orecchio -Gridi in macchina senza abbassare il finestrino?! Così mi fai diventare sordo!-

-Ma scusa, non è insonorizzata?-

-Sì, ma da dentro per fuori, non da dentro per dentro.-

-Finché compri il modello base...- disse, mentre cercava qualcosa sullo sportello o sul quadro -Ma dov'è il tasto per il finestrino? Quello che fa Agwzzzzzz...-

-Non c'è l'Agwzzzzz, genio, c'è la manetta, proprio lì.-

Nero non l'aveva notata: era nera come l'interno della macchina.

Sbuffando, iniziò a girare.

-Subaru Baracca Baracca, proprio...- borbottò.

-No, modello SW.-

Il vetro si era abbassato del tutto.

-DANTE!-

-DANTE!-

-DANTEEEEE!!!-

-ALLORA?!-

-DANTEEEEE!-

Una finestra si aprì, da cui uscì una matassa ancora ingarbugliata di capelli albini.

-Oh, ma cosa urlate, voi due?!- Dante sembrava sceso dal letto in quel momento; era persino a torso nudo -Qui la gente mi conosce, e poi mi dice “Tuo fratello e tuo nipote sono cretini o cosa?”, e poi mi mandano i vigili per schiamazzi e chi ce li ha i soldi per pagare la multa?-

-Sbrigati, che dobbiamo essere là per mezzogiorno, dài!- esortò Vergil, sporgendosi per farsi almeno notare dal finestrino del passeggero.

-Va bene, finisco la pizza al salame piccante e poi arrivo.-

La finestra venne nuovamente chiusa. Come il finestrino della macchina.

-La pizza al salame piccante?- si stupì Vergil, benché non fosse la prima volta che Dante si concedeva una colazione così -A quest'ora del mattino? Mezzogiorno? Topi morti.-

-E nonostante le schifezze che mangia ha ancora il fisico di un ventenne. Spero di essere come voi, alla vostra età.-

-Beh, sei discendente di Sparda, quindi hai buone possibilità.-

Non si erano accorti che Dante era uscito, con la sua inseparabile giacca rossa. Ed era proprio accanto alla macchina. Stava per dire qualcosa, quindi Nero abbassò di nuovo il finestrino.

-Ragazzino, vai dietro.- disse, secco.

Nero fu quasi indignato.

-Arrivi, neanche saluti e mi dici “Vai dietro”?-

-Oh, scusa, hai ragione.- si schiarì la voce -Ciao, ragazzino, vai dietro.-

Almeno aveva salutato. Ma Nero era ancora infastidito.

-Senti, Dante, non mi piace che mi prendi per il culo!- fece notare -Se vuoi che vada dietro, dammi un motivo valido!-

-Sto male nelle curve!-

-Finché continui a mangiare la merda, ovvio che stai male.-

-SCUSATE!-

Vergil aveva attivato il Devil Trigger, anche se per un attimo. La discussione tra il fratello ed il figlio lo avevano reso nervoso.

-Nero, abbi pazienza, vai dietro, sennò non si parte più!-

-Ah, quindi devo andare io dietro?! Allora ditelo “Nero, devi sacrificarti! Ti ho già preso un braccio, quindi cosa cambia?”.-

-Ancora con questa storia?-

-Ho sofferto tantissimo.-

-Ma cosa tiri su il sedile che ha le porte dietro?!-

Infatti, Nero, per sedersi nel sedile posteriore, aveva alzato il sedile passeggero.

-Perché, ha anche le portiere dietro?-

-Certo!-

Al buio, e con la macchina nera, era difficile da notare.

Dante si sedette accanto al fratello, mettendosi subito la cintura.

-Ehi, Dante, non è che potresti farti avanti un pelo?-

-Sono appena salito e mi dici di farmi avanti?-

-E quando te lo devo dire? Quando siamo arrivati?-

Sbuffando, Dante spostò di poco il sedile in avanti.

Per Nero non era cambiato molto.

-Ti ho chiesto di farti avanti un pelo.-

-Se è per questo, mi sono fatto avanti una parrucca.-

Vergil era tentato di cacciare entrambi fuori dalla macchina. Ma poi si ricordò del ricatto del fratello.

-Appunto, una parrucca, non una finta pelata, perché non ti sei mosso di un millimetro.-

-Guarda, per amore della pace, toh!-

Si era fatto ancora avanti, ma di poco.

-Ma perché mi prendi sempre per il culo così! Non ti sei mosso!-

-Nero! Sono già al massimo, così! Tra un po' faccio compagnia al radiatore!-

-Ma dai, padre, sono qui con le ginocchia in gola!- implorò al padre, sperando, senza illudersi, in un aiuto.

-Io ti ho solo tolto un braccio, non busto e culo.-

Persino Dante nascose il proprio volto dietro una mano.

-Se era una battuta, non faceva ridere...- borbottò Nero, osservando il padre con aria minatoria.

-Ma poi, scusami...- riprese Vergil, voltandosi verso il figlio -Perché non vai indietro tu?-

Nero era sempre più confuso.

-Perché, posso andare dietro?-

-Questo è il modello SW.Slidin' Woosh”.-

-“Slidin' Woosh”...?-

Persino Dante fu stranito e confuso.

Seguendo il suggerimento del padre, Nero riuscì a trovare una levetta, sotto il suo sedile: infatti, iniziò a scivolare all'indietro. Sempre più indietro. Ma la traiettoria comprendeva una curiosa svolta a destra. Nero finì quasi dentro il bagagliaio.

-Ma c'entra in garage?- esclamò, dalla sua posizione.

Dante era sempre più stranito. Non aveva smesso di fissare il nipote, dal momento in cui aveva iniziato a scivolare indietro.

-Ma che è? Un modello a banana?- commentò -La Subaru Chiquita.-

Non si era fatto domande, prima di mettere la spada nel bagagliaio.

“Come ho fatto a non accorgermene prima?” pensò “Ah, l'età...”

-È comodo quando fai le curve.- spiegò Vergil, facendo spallucce; lasciò il volante per un attimo -Non tocchi il volante e fa da sola.-

-Ah.-

Stava per mettere in moto, quando udì la voce del figlio.

-Padre! Dante! Che tempo fa là fuori?-

-Scemo, vieni avanti!- invitò Vergil, sempre più impaziente -Aspetta! Sta passando un pullman.-

Nero tornò dietro al padre ed allo zio, esattamente come voleva. Aveva finalmente spazio per le gambe.

-Oh, ora possiamo partire.-

   
 
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