-Oh... vedete, la campagna è molto più rilassante.- fece notare Vergil.
La strada che aveva preso, infatti, era una panoramica in piena campagna. Un po' remoto, ma almeno non avrebbero incontrato traffico.
-Sì... in effetti è vero...- concordò Dante -Poi, io sono molto sensibile al verde...-
-Vedi, anche tu stai riprendendo colore...-
Non era più pallido a causa della vomitata.
Ma, ad un certo punto, si illuminò.
-Ehi, guarda, un gattino!-
Un tonk! e skreek! improvvisi fecero voltare Nero e Dante, pallidi in volto.
Vergil continuava a guardare avanti come se nulla fosse avvenuto.
-Ma lo hai visto il gattino?!- esclamò Dante, rivolto al fratello.
-Non l'ho fatto apposta.-
-Ma era sul ciglio della strada!-
-Ho capito, ma lo sai come sono i gatti. All'ultimo... track! Ti attraversano la strada!-
-Bastava che andavi dritto e non lo prendevi!-
Vergil, infatti, aveva fatto una manovra strana, prima di investire il gatto. Una manovra che aveva allarmato Dante e Nero, che ancora guardava dietro, senza parole.
-Perché pensavo che attraversasse! Invece l'imbecille è rimasto fermo, è colpa mia? C'è un gatto anomalo, è colpa mia?! Non l'ho fatto apposta, io amo gli animali.-
-Specie quelli che spuntano dal nulla e vogliono ucciderti...- borbottò Dante, sperando di non essere sentito.
Nero si mise le mani sui capelli.
-Santo cielo...-
Era ancora scioccato dal gatto.
-Ora questa sarà un'immagine indelebile nella mia mente.- continuò Dante, incrociando le braccia -Che mi farà svegliare la notte urlando.-
-Ti guardi un po' di asparagi e passa tutto.- suggerì Vergil, indifferente, sia per l'incidente che per la preoccupazione del fratello.
Questi si illuminò di nuovo.
-Guarda! Un dalmata!-
Tonk! Skreek!
Ancora una volta, Dante e Nero guardarono dietro, pallidi in volto.
-MA QUESTO ERA UN DALMATA!- protestò Dante.
-Ho capito, ma, lui, in bianco e nero, nella ghiaia, si mimetizzava!- giustificò di nuovo Vergil -Un cane intelligente si mimetizza, è colpa mia?! Mi sono accorto che era un cane quando ha fatto EEEEEEEEHHHHHHH!- fece un movimento laterale con il braccio -Non l'ho fatto apposta, io ho avuto degli animali.-
-Non erano proprio tuoi...-
-Quello che era.-
Dante tornò con le braccia incrociato.
-Porca misera, l'ho visto da lontano che era un puntino, e man mano che ci avvicinavamo si è ingrandito, tanto che mi ci sono affezionato...-
-Non bisogna mai affezionarsi agli animali.-
-Adesso lo so.-
Per i successivi metri, nessun animale in vista.
La strada era perfettamente liscia e lineare. Ad un certo punto, però, sembrava finire.
-Ma che discesa, ragazzi...- commentò Vergil.
La discesa che percorsero, infatti, era talmente ripida che i passeggeri sembravano stare in piedi.
Quando finì, solo Nero sembrava stare ancora in piedi.
-Bello, la discesa è finita.- fece notare Dante.
-Ma dietro finisce dopo, genio.-
Infatti, alla fine, si sedette anche lui.
Non mancò molto, prima che Dante indicasse nuovamente in avanti.
-Guarda, una famiglia di ricci con i ricciolini!-
Suoni troppo familiari fecero nuovamente voltare Dante e Nero.
-SE N'È SALVATO UNO!- esclamarono, in coro.
Vergil frenò. Poi fece marcia indietro.
Un ultimo tonk! e poi skreek! rese Vergil vittima di due sguardi minatori.
-Era rimasto senza mamma.- chiarì, giustificandosi di nuovo -Un po' di umanità in questa macchina.-
-Proprio tu parli di umanità...- borbottò Dante.