Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _Valchiria_    30/03/2022    1 recensioni
Ogni anno, Mikasa compra un regalo di compleanno ad Eren che, però, non gli da mai.
E se le cose cambiassero per puro caso?
[Eremika Au - teen fic]
Tanti auguri, Eren Jaeger!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pacchetto rosso
 
 
“Quest’anno glielo darai?”
La voce di Annie, seduta alla sua destra sulle gradinate del cortile della scuola, la prese di sorpresa. Mikasa smise di fissare il punto in cui aveva visto passare Eren in sella alla sua bicicletta, sempre con i suoi capelli spettinati (anche se corti), con il suo sorriso smagliante ed i suoi saluti per tutti, e si girò verso l’amica. La guardò per qualche istante con le guance che già avevano iniziato a colorarsi di rosso per l’imbarazzo e abbassò lo sguardo sulle sue mani, le quali reggevano un pacchetto piccolo e rosso. Quella carta regalo lucida e leggermente stropicciata per i troppi tentativi di confezionare l’oggetto tenuto nell’involucro contrastava con le sue unghie smaltate di nero ed i suoi anelli vistosi e dai motivi gotici.
Mikasa sospirò e fece spallucce, tenendo sempre gli occhi fissi sul pacchetto.
“Non credo.”
“Mikasa.”
“Non iniziare, Annie, so già cosa vuoi dirmi; ‘eravate amici di infanzia blablabla gli farebbe piacere ricevere un tuo regalo blabla’-“
“Ecco, proprio perché lo sai cosa voglio dire e sai anche che ho ragione, dovresti smetterla, ogni anno, di farti tutti questi problemi quando si tratta di dargli il suo regalo di compleanno. Se non hai il coraggio di fermarlo per parlarci da sola, lo posso fare io per te.” – Annie fece il gesto di alzarsi ma Mikasa la fermò trattenendole un braccio e la spinse giù a risedersi.
“No. Per favore.”
“Allora caccia le palle e da questo stupido regalo. Non ha senso spendere soldi per lui se poi non gli consegni mai niente!”
Annie la guardava severa, le braccia incrociate e gli occhi chiari inquisitori.
Mikasa avrebbe voluto spiegarle che sì, l’amica aveva ragione e che una parte di lei avrebbe tanto voluto dargli quel regalo (e tutti gli altri che gli aveva fatto negli anni trascorsi e che erano finiti nei suoi cassetti, privi di proprietario) ma la paura di essere…respinta? o peggio, derisa da Eren e dai suoi amici per quel gesto inconsueto, la frenavano.
Mikasa ed Eren erano stati amici di infanzia ma quel rapporto, negli anni, era scemato; ora, Mikasa era la ragazza alternativa e gotica con una cotta per il suo amichetto dell’asilo popolare e circondato di ragazze. Sentiva la puzza del fiasco da chilometri di distanza e questo le attanagliava lo stomaco dall’ansia.
“Non fare quella faccia da cane bastonato. È un regalo, non una proposta di matrimonio!”
Mikasa arrossì a quelle parole e si morse il labbro inferiore, stringendo ancora di più il pacchetto tra le mani. Poi, guardò di nuovo verso il punto in cui Eren era arrivato, ora ghermito di altre facce e nuovi arrivi.
Persa nei suoi pensieri, sentiva la voce di Annie brontolare qualcosa al suo fianco, finché non distinse chiaramente un ‘la campanella è suonata, entriamo in classe, altrimenti Smith ci lascia tutta l’ora in piedi fuori la classe’.
Mikasa sospirò e annuì distrattamente, alzandosi piano mentre teneva ancora lo sguardo fisso verso quel punto.
Magari, dopo pranzo, avrebbe trovato il coraggio per dargli il regalo.
 
 
A mensa, Eren era seduto con il suo gruppo di amici. Come al solito, parlava con enfasi di ciò che più lo appassionava, sbracciandosi dal suo posto e sorridendo radioso quando si accorgeva che le persone gli davano consensi.
Mikasa, seduta a qualche tavolo più in là, lo guardava distante. Quello che sentiva per lui era tremendamente strano; avrebbe voluto di nuovo far parte della sua vita, come quando da piccoli e inseparabili, facevano tutto insieme ma allo stesso tempo le andava bene restare ai margini della sua esistenza, come una comparsa, nella speranza che la sua cotta indesiderata per lui si affievoliva e non rendeva le cose più complicate di quanto non lo erano già.
Troppo presa dai suoi ragionamenti interiori, non si accorse che Eren aveva iniziato a ricambiare il suo sguardo; ciò che la riportò con i piedi per terra fu un sorriso che lui le rivolse, non radioso come i suoi soliti ma dolce e mesto.
Mikasa sgranò gli occhi e di istinto si girò indietro per vedere se c’era qualcuno alle sue spalle a cui Eren, magari, aveva sorriso. Non era così.
Di istinto, Mikasa riabbassò subito lo sguardo verso il suo piatto e fece finta di nulla, iniziando a rimestare il cibo con finto interesse, il cuore in gola e le guance in fiamme.
Si diede della stupida per il modo in cui aveva fissato Eren, per essersi fatta scoprire e per tutto il resto.
No, non poteva dargli quel regalo ora, quel senso di vergogna glielo impediva.
Perciò, con la testa troppo piena dei suoi tumulti adolescenziali, Mikasa non fece caso all’espressione delusa di Eren quando, al suo sorriso, l’aveva vista rifuggirgli lo sguardo, come se si fosse scottata.
Come da cliché, i due ritornarono ad occuparsi delle proprie faccende, ignorandosi, quanto possibile, a vicenda.
Così, altre ore passarono su di loro e sulla giornata.
 
Il suono dell’ultima campanella segnò la fine della giornata scolastica. Un rombo di tuono, poi, segnalò la pioggia imminente.
Marzo era un mese piovoso e altalenante, era noto a tutti.
Mikasa si alzò dal suo posto e si avviò verso l’uscita della classe. Mentre camminava per il corridoio e verso l’uscita, si mise a rovistare nella sua borsa alla ricerca dell’ombrello.
“Non dirmi che l’ho lasciato a casa…” – mormorava tra sé.
Dei passi alle sue spalle iniziarono a farsi più affrettati.
“Ti è caduta questa.”
La voce di Eren interruppe le sue ricerche. Mikasa si girò sorpresa verso di lui, salvo rimanere ancora più sbalordita quando ciò che Eren gli stava porgendo era il famoso pacchetto piccolo e rosso che conteneva il suo regalo e che Mikasa non avrebbe mai e poi mai voluto dargli in quel modo.
In quel momento, doveva avere sicuramente una faccia da stupida, perché Eren la stava guardando perplesso e con un sorriso nervoso sulle labbra.
“Non è tuo questo? Sto facendo una figuraccia nel porgertelo? Eppure mi era sembrato che ti fosse caduto dalla bo-“
“Buon compleanno.”
“Eh?”
Passò tra loro qualche secondo di silenzio; Eren aveva una faccia buffissima ma Mikasa era troppo impegnata a non implodere dalla vergogna per accorgersene e riderci su.
Mikasa sospirò per raccogliere tutto il coraggio che aveva dentro di sé. Ormai era fatta, perché non approfittare di quella disgrazia per dargli quel regalo e finirla lì? Erano da soli, l’eventuale umiliazione dell’essere respinta non avrebbe attirato troppi sguardi indiscreti (o, almeno, ci sperava).
“È il tuo regalo di compleanno. Volevo dartelo scegliendo un tempismo ed una situazione migliore, poi ci ho ripensato per tanti motivi ma … eccoci qua. Quindi, beh, buon compleanno.” – disse, sorridendogli nervosa.
Eren non sembrava né sul punto di ridergli in faccia, né sul punto di liquidarla con qualche scusa; anzi, alternava il suo sguardo, ancora incredulo, dal pacchetto, agli occhi truccati di nero di Mikasa.
Balbettò qualcosa di incomprensibile prima di riuscire a formulare una frase di senso compiuto. A quel punto, forse perché era nervosa quanto lui, a Mikasa venne da ridere per quella situazione e si portò una mano davanti la bocca nel tentativo di trattenersi, scatenando, però, l’effetto contrario; Eren fu contagiato dalla sua risata e si unì a lei.
Dopo qualche secondo di risate, Eren si schiarì la voce e cercò di darsi un tono serio, parlandole.
“Io… ti ringrazio. È stato un…mh, beh, modo strano di ricevere un tuo regalo ma…” – si prese una piccola pausa, stringendo il pacchetto tra le mani e stropicciandolo di più – “lo apprezzo molto. Erano anni che non me ne facevi uno e mi mancava questo nostro momento insieme.”
Ora era Mikasa quella incredula.
“Veramente?”
“Sì. Non so cosa sia cambiato tra noi in questi anni ma… ci tengo a te e questo gesto vale molto. Lo aspettavo da molto.” – le sorrise dolcemente e a Mikasa parve di vedere le sue guance un po' più arrossate di prima.
Mikasa sentì il proprio cuore battere fortissimo ed un senso di gioia e di tranquillità invaderla completamente.
“Anche io.” – non specificò a cosa si riferisse circa il discorso che aveva fatto il ragazzo ma credeva di poter dire con una certa sicurezza che Eren avesse capito il senso nascosto di quella risposta e a cosa veramente alludesse. ‘Anche io’ racchiudeva tutto il mondo di Mikasa che, in quegli anni, si era privato di Eren a causa di paure stupide ed infondate. ‘Anche io’ rispondeva al ‘ci tengo a te’ che gli aveva detto Eren e, anzi, nascondeva, forse, un sentimento in più al suo interno. ‘Anche io’ era la frase più liberatoria che potesse dire, perché sentiva dentro di sé che adesso le cose tra loro potevano ricominciare da dove, anni prima, si erano interrotte senza senso.
Era felice e si sentiva leggera come una piuma, anche se il senso di imbarazzo non l’aveva ancora del tutto abbandonata.
“Lo apri ora?” – gli disse, schiarendosi un po' la voce.
“No, vorrei farlo stasera alla festa che ho organizzato a casa mia. Festa alla quale tu verrai, soprattutto ora che mi hai dato questo. Stavo infatti pensando di chiedertelo, magari raccogliendo tutto il coraggio nascosto dentro di me, ma-“ – la imitò, ripetendo un’espressione che lei gli aveva detto poco prima – “ eccoci qua. Verrai?”
Mikasa gli sorrise e istintivamente gli annuì.
Eren le sorrise soddisfatto, gli occhi verdi più luminosi che mai. Poi, si mise il pacchetto nello zaino e guardò fuori la finestra del corridoio, notando come il cielo si stava annerendo sempre di più a causa della pioggia imminente.
“Ti va se ti do un passaggio in bici verso casa? Minaccia pioggia e così facendo, faresti prima. Che ne dici? In nome dei bei vecchi tempi?” – le fece un occhiolino.
Mikasa gli sorrise felice.
“In nome dei bei vecchi tempi.”
Un altro rombo di tuono suonò nell’aria, facendo da strana colonna sonora a quello strano momento tra i due. Infine, li convinse a darsi una mossa e ad andare verso la bici per tornare a casa; avevano tutto il tragitto per chiacchierare.
In verità, se si fermavano a pensarci su per qualche attimo, da quel momento, avrebbero avuto sicuramente molto più tempo per farlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore
Tanti auguri Eren Jaeger!
Ci tenevo ad omaggiare questo pg e a scrivere qualcosa di super fluff sugli Eremika <3 C’è davvero poco su di loro nel fandom italiano :(
È banale e veloce ma spero possa piacervi e addolcirvi per il tempo necessario alla sua lettura!
Grazie ancora per essere arrivati fin qui; se vi va, lasciatemi una recensione. O anche no lol
Un bacio
 
_Valchiria_
 
 
  
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