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Autore: _Cthylla_    03/04/2022    0 recensioni
|Storia strettamente legata a ''Surface Pressure''. Consiglio la lettura di questa one shot solo a chi conosce la ''long'' in questione. In questa storia non compaiono personaggi canonici, vengono solo menzionati. Non è la prima in questa sezione a essere così, non sarà l'ultima.|
Una condizione che porta una persona a credere di essere una morta che per qualche oscuro motivo continua a camminare tra i vivi a volte non è sufficiente a salvarsi dalle emozioni negative causate da un'ingrata, come Omen ha avuto modo di comprendere a proprie spese.
"Per “ragioni di sicurezza” non meglio specificate avrebbero dovuto terminare una persona con cui si trovavano bene, rea solo di quell’ultima cosa? Rea solo di essere riuscita a fare breccia nel rapporto di fiducia stretto, esclusivo, tra due femme che avevano ben poco di normale? Ucciderla sarebbe stata una follia persino per loro. Tutto ciò non era un male, non faceva loro del male, si erano dette.
Era una cosa buona. Skyfall lo era.
[...]
E poi, com’era logico che fosse, era andato tutto a puttane".
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I, Transformers: Prime
- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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Come scritto nell'introduzione, la presente one shot è strettamente legata a "Surface Pressure". Avventurarvi nella lettura senza conoscere quella sarebbe inutile, perché qui si parla di fatti e Ocs che non c'è modo di conoscere altrimenti :'D tanto Skyfall, OC che io ho creato, quanto Omen e Spillage, OCs create da Neferikare. Accenni di lingua e cultura vosniana invece derivano dai lavori di MilesRedwing (e ringrazio entrambe di nuovo per avermi concesso l'utilizzo del tutto) :)
Buona lettura a tutti!













Ingrata

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
In quale momento la sua mano era passata dallo scrivere le poche righe di annotazioni che si era prefissata al riempire di “Skyfall” -in realtà la parola che stava scrivendo era “Ingrata”, ma cos’erano “Ingrata” e “Skyfall” se non sinonimi?- quella che ormai era arrivata a essere una pagina intera, Omen non sapeva dirlo.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
Anzi, forse sì: era stato nel momento in cui aveva finito di scrivere un breve appunto su Spillage.
 
 
“Non migliora”.
 
 
Omen aveva voluto sperare che col tempo alla sua secondo in comando sarebbe passata, che sarebbe riuscita a smettere di sgattaiolare nella “fu” stanza di Skyfall e chiudersi nel suo armadio, ma la sua più che una speranza era stata un’illusione della quale oltretutto era stata consapevole fin dal principio.
Spillage era una persona molto forte quanto estremamente delicata, due cose che sembravano impossibili da accostare ma che di fatto vivevano in quella femme dalla corporatura esile e dal processore che avrebbe sempre portato le cicatrici degli esperimenti di scienziati Autobot che l’avevano portata alla follia. Aveva fatto progressi enormi rispetto a quando se n’erano andate insieme da quel che era rimasto del laboratorio, ma Omen non aveva certo dimenticato la sua richiesta di porre fine ai suoi tormenti, il suo trovare strano il solo fatto che il metallo densomorfico del proprio volto potesse fare quella cosa chiamata “sorridere” -non aveva avuto alcun motivo di farlo prima. C’era poco di divertente nell’essere uccisa ogni giorno, tutti i giorni, per più volte e nei modi più fantasiosi- e il modo in cui aveva consegnato letteralmente la propria vita nelle sue mani.
 
L’energon gelatinoso di Spillage era particolare: non solo poteva essere usato come combustibile per alimentare la portata e la potenza delle esplosioni che lei -Omen- causava col proprio potere ma, finché ne fosse rimasta in giro anche solo una goccia, Spillage avrebbe potuto rigenerarsi daccapo.
Spillage, all’inizio intenzionata a morire in modo definitivo e poi non più nel momento in cui si era resa conto di avere per la prima volta il controllo della propria esistenza, aveva lasciato a lei la provetta di energon che fino a quel momento era stata nelle mani degli scienziati.
Omen avrebbe potuto ucciderla, rompere la provetta e andarsene da sola: era nelle sue possibilità, e uccidere era anche tutto quel che Spillage le aveva visto fare quel giorno, e oltre a questo Omen non poteva dire di essere stata esattamente carina e gentile nei riguardi di una femme che, pur vedendo la parete sfondata, non era uscita dalla stanza nella quale aveva trascorso tutta la propria orrenda esistenza.
 
 
“Me la puoi tenere tu? Penso che sarebbe al sicuro con te”.
 
 
Tuttavia le parole che le aveva rivolto erano state quelle, e avevano continuato a essere quelle nonostante i suoi silenzi, nonostante la violenza che comportava una dieta a base di energon altrui alla quale Spillage si era subito adeguata, nonostante l’essere andate alla ventura senza sapere di preciso cosa fare della propria vita -perché Spillage non era la sola ad aver iniziato a viverla davvero solo allora- per un periodo di tempo discretamente lungo.
Potevano essere cose non facili da sopportare anche per qualcuno che aveva passato quel che aveva passato Spillage, che nel conoscere il mondo avrebbe magari potuto decidere di andare altrove, con altre persone meno complicate e che avrebbero potuto comunque esserle di supporto nei momenti in cui i ricordi del laboratorio tornavano a farsi sentire, ma lei non aveva mai fatto azioni che potessero contraddire le proprie parole e anzi, invece di “sopportarla” non aveva fatto altro che mostrarle sempre più ammirazione, gratitudine, infinita devozione, nonostante tutto.
Incluso il suo essere morta.
 
 
“Tu sei morta?”
 
“Sì’”.
 
“Però sembri viva”.
 
“Non lo sono”.
 
“Capisco”.
 
“Bene”.
 
 
Per Spillage quel suo enorme errore nei processi di sviluppo -perché di quello si trattava, e Omen non aveva mai girato intorno alla faccenda chiamandola “peculiarità” o in qualsiasi altra maniera che potesse indorare la pillola riguardo il proprio difetto- non era stato mai un problema. Era né più né meno di una condizione, e le volte in cui ne avevano parlato non gliel’aveva mai fatta pesare, limitandosi a esserle di supporto quando aveva cercato ulteriori conferme alla propria convinzione - leggasi “cercato delle cure”.
Non c’era stato mnemosurgeon che avesse potuto fare miracoli, non c’erano state medicine che avessero modificato il suo stato. Persino gli elettroshock di molteplici intensità ai quali si era sottoposta avevano avuto come unico effetto quello di farle rischiare di staccarsi la lingua con i denti.
Era morta. La sua Scintilla poteva forse pulsare, cosa della quale non era convinta, il suo processore poteva essere in moto, l’aria poteva entrare e uscire dal suo sistema di ventilazione e l’energon altrui -fonte di una vita che lei non aveva- poteva entrare nel suo stomaco, ma lei era morta, e quello era un dato di fatto. I morti non provavano dolore, e lei infatti non lo riconosceva come tale; i morti non provavano emozioni, e di solito infatti Omen riteneva il proprio “sentire” frutto dell’ assimilazione e di una parziale imitazione dei comportamenti e delle reazioni altrui più che un qualcosa di “proprio”.
 
Eppure.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
Nello scrivere quel che pensava di Skyfall, nel ripensare a quel che aveva fatto, nel ripensare alle condizioni in cui si trovava Spillage per colpa delle sue azioni, provava sensazioni strane. Sgradevoli. Come se qualche parassita fosse entrato nel suo corpo privo di vita e ne stesse lacerando i tessuti all’altezza dello stomaco e della camera Scintilla.
Era simile a quel che il suo corpo avvertiva quando veniva colpita, ma era diverso, perché questo era qualcosa che sentiva, che riconosceva, di cui soffriva.
 
Faceva… male.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
INGRATA EGOISTA
 
 
Calcò particolarmente la mano sull’ultima parola. Provava qualcosa che riusciva a riconoscere quale “rabbia”, e non era poca. Verso Skyfall, verso il modo in cui Skyfall si era comportata, ma anche verso se stessa: sia per il fatto di essere stata così idiota da averle permesso di avvicinarsi a loro, sia per il “male” che stava provando.
 
Skyfall non avrebbe meritato tanto, eppure eccola lì: “Omen, vittima del male che le provoca pensare e ripensare a una stronza tale da far indignare persino i morti”. Suonava ridicolo, ma non la divertiva neanche un po’, come non la divertiva vedere Spillage nell’armadio.
 
Avrebbe dovuto tenere Spillage al sicuro, fino ad allora l’aveva sempre fatto, sia quando erano da sole sia quando altre persone, attirate dalla sua potenza, avevano iniziato a seguirle passando dal costituire un gruppo all’essere un’armata abbastanza grande da poter fare la differenza nell’invadere una prigione. Gente, gente: nel tempo ne avevano conosciuta tanta, ma se si parlava di legami di fiducia diversi e più profondi di “capo e sottoposti” il loro era sempre rimasto un duo.
 
Poi era arrivata Skyfall.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
È viva grazie a NOI
 
 
Loro le avevano evitato di essere letteralmente strappata in due da Tarn il giorno della presa di Grindcore, loro -lei- l’aveva trattenuta dal cercare di andare dietro a lui e i due giovani seekers che lo avevano portato via, impedendole così di andare incontro a una morte sicura alla quale solo il cielo sapeva come fosse scampata, considerando in modo in cui Tarn l’aveva ferita, sfiancata, gassificata, sbattuta con violenza contro pareti e strutture di metallo; sempre lei l’aveva presa con sé per farne una sua collaboratrice e si era presa la briga di tenerla costantemente d’occhio fino a quando si fosse data una calmata, considerandola più utile da viva che morta dietro un’ossessione malsana.
Tarn non era morto ma, come aveva detto a Skyfall, essere morto non era il peggio che potesse capitare a una persona. Per dire: a parere di Omen, già il solo “essere Tarn” era molto peggio che essere morti.
Ripetere a Skyfall che per Tarn continuare a vivere poteva essere una condanna più della terminazione e averla sorvegliata sembravano aver dato i propri frutti. Skyfall non aveva più fatto idiozie -sebbene la sua ossessione avesse sempre indotto Omen a ripetersi che il rischio c’era ancora- si era adattata sia alla nuova situazione sia a una dieta perlopiù “vampiresca”, nonché alla loro compagnia, che con l’andare del tempo aveva cercato sempre più spesso per questioni che andavano oltre il lavoro e la prigione.
 
Quello era stato l’inizio della fine.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
Spillage era rimasta affascinata dalla “nuova arrivata”, per quanto avesse asserito di non sopportarla. Skyfall non l’aveva lasciata indifferente -in male- neanche prima di aver modo di conoscersi di persona, e tantomeno l’aveva fatto in seguito. Omen non aveva impiegato molto ad accorgersene nonostante le sue peculiari condizioni mentali e, purtroppo per i nervi di Spillage, Skyfall aveva impiegato ancora meno, approfittandosene per punzecchiarla ogni volta che era Spillage a tentare di farlo dandole della poco di buono… o anche senza cercare una scusa.
Spillage strillava, con le guance perennemente surriscaldate, e Skyfall rideva, prendendola un po’in giro anche utilizzando quella lingua astrusa che era il vosniano. Spillage però tornava sempre a cercarla, dunque era evidente che quelle interazioni non le dispiacessero, e neppure a Skyfall. Questo e il fatto che quei loro siparietti non peggiorassero il rendimento di entrambe l’aveva indotta a lasciarle fare.
 
E in ogni caso nulla le toglieva dalla testa che, se mai Skyfall avesse fatto seriamente una proposta di connessione a Spillage -improbabile dal momento che Skyfall non aveva mai mostrato reale interesse verso le femmes- quest’ultima sarebbe scappata via urlando come se l’avesse inseguita Unicron in persona.    
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
Le due, sempre col passare dei vorn, avevano iniziato a trascorrere sempre più tempo insieme, alla faccia del “non sopportarla” che Spillage ribadiva. Vedendo ciò Omen, pur ritenendolo improbabile, all’inizio aveva persino pensato che Skyfall potesse star tentando di influenzarla contro di lei facendo leva sulla fascinazione che Spillage aveva nei suoi riguardi, cosa che infine l’aveva spinta ad avvicinarsi di più a propria volta.
 
Il lato positivo era stato aver scoperto che su quel fronte non c’era nulla da temere, il lato negativo era che passare più tempo in compagnia di Skyfall si era rivelato interessante anche per lei. Skyfall non era solo il frutto dell’ossessione vendicativa che l’aveva portata a Grindcore, era anche il frutto di uno stile di vita e di una società diametralmente opposto a qualsiasi cosa Omen avesse visto e conosciuto nel corso di un’esistenza che, nei progetti degli scienziati, scoperta la sua “tara” non avrebbe neppure dovuto avere luogo.
 
Morte, distruzione e violenza era ciò per cui Omen era stata creata, e morte, distruzione e violenza erano ciò che lei aveva portato a chi avrebbe voluto gettarla via come un giocattolo rotto senza neppure attivare la sua coscienza, non sapendo che invece, attiva, lo era già; e dopo questo aveva conosciuto la miseria, il freddo, la scomodità, la caccia all’energon, il dover sopravvivere e far sì che altri sopravvivessero. La sua potenza l’aveva aiutata molto ma non significava che fosse stato semplice o piacevole, né in tutto ciò aveva mai conosciuto qualcosa di diverso.
 
Skyfall aveva portato il “diverso” nella loro vita sia con una personalità che ben poco aveva a che vedere con ciò che mostrava quando c’era di mezzo il conjunx endura morto, sia col suo raccontare di fatti, cose e persone inerenti a Vos, un mondo lussuoso e dorato in mezzo alle nubi che tale sembrava restare nonostante tra le mura di quegli alti palazzi decorati accadesse di tutto e di più, per sua stessa ammissione. Un esempio era quello dei grandi galà dove il destino di un numero indefinito di cybertroniani veniva deciso con un brindisi o nella cuccetta e una frase poteva più di un colpo di cannone o della miglior strategia militare, eventi in cui la vita di una persona poteva cambiare in meglio o essere distrutta nell’arco di un minuto. Lusso e ostentazione la facevano da padroni lì come nella “normalità”, e contribuivano a rendere il tutto ancor più alieno per Omen, alla quale riusciva difficile immaginare come potesse essere una sala dove le persone si abbeveravano da fontane di energon e, serviti e riveriti, lasciavano allietare i propri recettori uditivi da canti e balli mentre mostravano ai propri conoscenti la nuova collezione di animali esotici e programmavano l’ennesima giornata alla SPA.
 
 
“Bbbottana”.
 
“Sì, Spillarja?”
 
“Cos’è la SPA?”
 
 
Quella che Omen in seguito aveva acconsentito a lasciarle mettere su nei sotterranei di Grindcore, ecco cos’era.
Skyfall aveva chiesto, Skyfall aveva organizzato, e col contributo indiretto delle città vicine tutto le era stato dato. Sauna, lettini per massaggi, oli di vari aromi, una sala per la meditazione e per lo yoga, un idromassaggio, candele e incensi a profusione, luci di intensità e colore regolabile e tutta un’altra serie di cose e attrezzi e aggeggi bizzarri.
All’inizio un “Dai un dito ai vosniani e questi si prendono tutto il braccio” era balzato nella mente di Omen, ma le era passato presto quando si era resa conto che a godere dei benefici di quella novità erano state principalmente proprio lei e Spillage, la quale non aveva ancora smesso di rimpiangere le lezioni di yoga -con annessi rimproveri alle posizioni “peccaminose” (?) assunte da Skyfall, che aveva fatto loro da insegnante- e i massaggi.
 
 
“Guai a te se mi tocchi di nuovo le chiappe, bbbottana! Guai a te! Mi darebbe moltissima noia e quindi NON devi farlo assolutamente! Non devi farlo! No!... hai capito? Mi darebbe MOOOLTA noia!”
 
 
Quella volta essere nella sauna e star ascoltando death metal con degli auricolari non le aveva impedito di sentire il tutto, limitandosi a sospirare e scuotere brevemente la testa.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
INGRATA
INGRATA
 
 
Poi erano iniziate anche le esibizioni canore di Skyfall, che in ciò aveva trovato un alleato in uno dei medici che erano di stanza a Grindcore il giorno della conquista e che erano rimasti lì. Quel Glit era un amante del karaoke e dell’energon extra forte, dunque non poteva essere altrimenti, ma la professionalità che metteva nel suo lavoro e la sua intenzione di curare sempre chiunque ne avesse bisogno, indipendentemente dal far parte di una fazione, dell’altra o nessuna, lo rendeva piuttosto popolare -non in un modo problematico.
Spillage le aveva apprezzate, nonostante i soliti “rimproveri” per fare scena, e per Omen era stato lo stesso. Riteneva anch’esse una novità gradevole, come la SPA, come il fatto che Skyfall le sembrasse man mano sempre più serena.
 
Altro tempo era passato, e aveva comportato un’ulteriore avvicinamento. C’era stato un giorno in cui lei e Spillage si erano sedute vicine, si erano guardate in faccia e avevano dovuto ammettere che in compagnia di quella terza persona si trovavano proprio bene, che per quanto Skyfall restasse una “collaboratrice” non era più solo questo, ed era palese.
Avevano discusso sul da farsi, concludendo di lasciare che le cose facessero il proprio corso. Skyfall si stava comportando bene da tempo, al punto di iniziare a far pensare a Omen di aver superato quella sua ossessione. Sembrava felice di stare lì, della sua vita attuale, di tutto quel che le era stato dato, della loro compagnia, del legame di amicizia che si era venuto a creare, con tanto di serate passate davanti a videogiochi come CyberSims 4.
Per “ragioni di sicurezza” non meglio specificate avrebbero dovuto terminare una persona con cui si trovavano bene, rea solo di quell’ultima cosa? Rea solo di essere riuscita a fare breccia nel rapporto di fiducia stretto, esclusivo, tra due femme che avevano ben poco di normale? Ucciderla sarebbe stata una follia persino per loro. Tutto ciò non era un male, non faceva loro del male, si erano dette.
Era una cosa buona. Skyfall lo era.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Come ha potuto
 
 
E poi, com’era logico che fosse, era andato tutto a puttane.
 
Era successo il giorno in cui Grindcore era rimasta totalmente senza energia a causa di impianti e strutture decisamente troppo vecchi, vulnerabile a qualsiasi assalto esterno. Una situazione cui era necessario rimediare al più presto, non solo per gli ovvi disagi ma anche perché se fosse giunta voce di tutto ciò alle persone sbagliate sarebbe potuto essere un problema. Tarn avrebbe potuto decidere di essersi stufato della neve perenne di Messatine, per esempio, oppure Overlord avrebbe potuto decidere di replicare quanto aveva fatto su Garrus 9 o, ancora, loro e chissà quanti altri avrebbero potuto decidere di mettersi insieme per qualche oscura ragione che comprendesse il cercare di far fuori una persona pericolosa qual era lei -per quanto se ne stesse ferma, tranquilla, lontana dal conflitto.
Omen era potente, ma non era onnipotente, e c’erano scenari in cui difficilmente avrebbe potuto proteggere tutti, ed ecco che, raggiunta da notizie riguardanti una nuova fonte di energia elettrica virtualmente inesauribile derivata dalla concentrazione e lavorazione di quella che in origine era stata una stella, aveva inviato Skyfall in quei laboratori a prelevare il congegno.
 
 
Macchina del tempo?...
 
 
Peccato che le fonti di energia non fossero la sola cosa cui stavano lavorando da quelle parti, come Skyfall aveva scoperto una volta giunta sul posto.
 
 
“Se lui muore… lui vive”.
 
 
Spillage aveva strillato più volte nel comm-link di Skyfall, prima senza ricevere risposta, poi sentendo un “Non ho intenzione di dire a voi se piove” e, infine, il silenzio più totale.
 
 
“Non… lei non ci ha appena… Grindcore è senza energia, lei non può…”
 
“Averci mandato a fanculo per andare dietro a un’ossessione che a quanto pare non le è ancora passata? ‘Non può’, Spillage, eppure è proprio quel che ha appena fatto”.
 
 
Le avevano concesso di fare quel che aveva voluto, l’avevano lasciata avvicinare, le avevano dato fiducia, stima, si erano interessate a lei, si erano interessate alla sua salute mentre a detta sua gli Autobot si erano sempre e solo limitati a usarla, né dopo la morte del marito aveva trovato qualcuno da poter davvero chiamare “amico”, e cos’aveva fatto quell’ingrata? Aveva sputato sopra tutto lasciandole vulnerabili, incurante di qualsiasi cosa non fosse “Skyfall” e “Tarn”.
Tarn, Tarn, Tarn e la sua morte: solo quello esisteva, solo quello contava, proprio come una volta, e chi se ne importava di Grindcore, che a quel punto avrebbe dovuto considerare casa sua! Chi se ne importava di loro, che le avevano dato tutto quel che erano riuscite a darle -ed era stato un miracolo essersi trovate ad aprirsi così tanto con un’esterna!
 
Ovviamente Skyfall aveva fallito sia nei propri scopi sia nella missione che in origine era stata mandata a svolgere, come sempre quando c’era di mezzo qualcosa che riguardava Tarn, ed era persino tornata a Grindcore senza nulla in mano, forse illusa del fatto che il loro rapporto le avrebbe indotte a passare sopra l’accaduto. Aveva ricevuto un’amara sorpresa, amara proprio come quella che lei aveva riservato a lei e Spillage, facendo capire loro che sarebbero state sempre al secondo posto dopo se stessa e le sue smanie di vendetta.
 
 
“Siete fuori di testa?! Omen! Io non voglio rinnegare Grindcore!”
 
“Rinnegare me va bene, invece? Me?!
 
 
L’avevano inseguita, Spillage in testa, infuriata, ferita e senza l’essere morta a impedirle di provare il tutto il modo più ovattato.
 
L’avevano ferita, ed era nulla rispetto a quel che avrebbero voluto farle e le avrebbero fatto se l’avessero presa, aggiungendola alle “fontane vive” costituite da traditori il cui energon entrava e usciva dai loro corpi in un perenne circolo -reinterpetazione peculiare di architettura e decorazioni nobiliari- fino al collasso del suo sistema.
 
L’avevano lasciata andare quando Skyfall, il cui talento numero due si era rivelato “sopravvivere” -tradire, nel suo essere ingrata, restava il numero uno- era riuscita a oltrepassare i cancelli della prigione volando via senza voltarsi indietro.
 
Sulle prime avrebbe(ro) voluto andarle dietro, inseguirla fino in capo al mondo: il pensiero le aveva attraversato il processore con insistenza, anche in seguito -quando i sistemi di Grindcore erano tornati tutti attivi- aveva più volte accarezzato l’idea di andare a cercarla, salvo desistere dicendosi che sarebbe stato un errore lasciare la prigione solo per togliersi una soddisfazione egoistica.
Casa e le persone che vi abitavano venivano prima. Agire diversamente avrebbe significato mettersi sullo stesso piano di Skyfall o giù di lì, e Omen non voleva mettersi sullo stesso piano di un’ingrata.
 
 
Ingrata
Ingrata
Ingrata
Ingrata
 
 
Un’ingrata la cui espressione nel rientrare a Grindcore le aveva fatto intuire che si fosse resa conto già allora di aver fatto un’idiozia impossibile da quantificare.
 
Un’ingrata con cui erano state bene e che non le aveva danneggiate perché ce l’aveva con loro o perché voleva il loro posto, come loro ben sapevano -per quanto all’atto pratico non cambiasse alcunché- ma semplicemente perché non riusciva a lasciarsi alle spalle un fatto che l’aveva distrutta.
 
Un’ingrata che, ovunque fosse andata, non doveva aver dato a nessuno informazioni sulla prigione, dato che non c’erano stati attacchi di sorta.
 
“Uno, due, tre… sette pagine di ‘ingrata’?” si rese conto Omen, sorpresa di se stessa.
 
Quella manifestazione di emozioni, quel “male” che provava, erano meno da persona morta di quanto sarebbe stato lecito.
 
“Tutto questo scrivere per qualcuno che ormai neppure pensa a noi, se è ancora viva e non è stata terminata da Tarn o chi per lui” pensò “E per qualcuno a cui forse non dovrei pensare neppure io, dal momento che Spillage lo fa anche troppo”.
 
Sette pagine di ingrata.
 
Applicò un segnalibro. Aveva la sensazione che in futuro, per una o l’altra ragione, avrebbe avuto bisogno di rileggere quelle parole più di una volta.













Note finali:

"Non ho intenzione di dire a voi se piove" è un'espressione utilizzata nella fanfiction "Sick of Seek" di MilesRedwing. Trattasi di "crittografia vosniana" e il significato è assimilabile a "Siete fuori dai miei disegni, mettetevi l'anima in pace, vedetevela da voi". Né Omen né Spillage conoscevano il vero significato letterale di quanto detto da Skyfall, ma considerando quel che è capitato non c'è voluto molto per capire quel che intendeva :'D

Ringrazio di nuovo chi ha letto la storia principale e anche questa one shot. Alla prossima, (spero con TSB2)!
   
 
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