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Autore: Funlove96    03/04/2022    2 recensioni
L'amore è una droga, più lo provi e più ne sei assuefatto, al punto tale che quando non lo hai sembra quasi che non respiri. Ma è quando ce l'hai tra le mani che l'amore è davvero in grado di lasciarti senza fiato...
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Piccola raccolta ispirata ad alcuni prompt della Gruvia week 2022, spero vi piaccia e buona lettura^^
⚠️ Attenzione: Leggera descrizione di scene di sesso!⚠️
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia, Natsu/Lucy
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction ispirata ai prompt della Gruvia week 2022.
Prompt 1 Aprile: Breathless.

~Addicted to you ~ part 1~



"L'amore è una droga, più lo provi e più ne sei assuefatto, al punto tale che quando non lo hai sembra quasi che non respiri. Ma è quando ce l'hai tra le mani che l'amore è davvero in grado di lasciarti senza fiato..."

Per un attimo, un solo attimo mentre si spingeva attento in quel corpo formoso che tanto adorava, gli balenò per la mente quel pensiero e non poté che, stranamente, essere d'accordo. Non era un tipo romantico e non se ne sarebbe uscito con qualche frase ad effetto, non era decisamente il suo stile. Eppure per quell'attimo che servì ad entrambi per urlare i rispettivi nomi pensò che, in fondo -molto in fondo-, doveva ringraziare quella testa di rapa meglio conosciuta col nome di Natsu Dragneel.
Lo stesso Natsu Dragneel che, oltre alla sua bella biondina dagli occhi color cioccolato, aveva un solo amore nella vita: Il cibo...

All'inizio, cioè fino a qualche anno prima, non aveva dato peso a quella frase, convinto che le doti da abile scrittrice dell'amica avessero in qualche modo contaminato il suo già fragile intelletto -beninteso che ne possedesse uno-, facendogli uscire qualcosa di così profondo a cui anche la sua faccia da schiaffi aveva storto i lineamenti, stranito egli stesso da tanto romanticismo che mai nessuno aveva sentito uscire dalle sue labbra, immediatamente riempite dall'ennesimo sorso di birra in quella che era presto tornata una tranquilla serata tra amici. Quella organizzata all'improvviso e senza nessun'altra motivazione che non fosse quella di prendere in giro l'unico rimasto single del gruppo.
Magari si sbagliava e con tutto ciò che stava succedendo era divenuto molto sospettoso, quasi timoroso che gli amici avessero scoperto qualcosa e fossero pronti a fargli la ramanzina, ma aveva sentito in quelle parole una stoccata indirizzata direttamente a lui, che però scosse la testa ghignando appena per tornare a bere con gli altri. Natsu era decisamente troppo stupido per arrivarci e neanche Jellal, il più sveglio del gruppo, sembrava averlo capito...

Eppure ora era lì, con le mani posate sotto i glutei della compagna e le fronti sudate attaccate una all'altra, lasciando che il brivido benefico che aveva invaso i loro corpi svanisse pian piano, e che il respiro tornasse regolare mentre il cuore calmava la sua corsa.
Si staccò a malincuore da lei baciandogliele un'ultima volta quelle labbra rosse e piene, in cerca anch'esse di aria dopo quei momenti di passione, stendendosi accanto alla donna per poi tirarla dolcemente a sé con braccio posato sul ventre.
Quello stesso pancino che sentiva già un po' più tondeggiante rispetto a qualche tempo prima. Quello stesso ventre che custodiva il loro piccolo tesoro da cui non aspettava altro che sentire calci e pugni colpire il suo palmo, benché Gray sapesse benissimo che era ancora troppo presto perché quel piccolo esserino iniziasse a far sentire meglio la sua presenza...

"Come ti senti?" domandò, con forse un po' troppa preoccupazione nella voce, baciandole il collo segnato poco prima dalle proprie labbra. Solo in quel momento gli era tornato in mente ciò che aveva detto la dottoressa riguardo al sesso durante la gravidanza -anche in quella occasione era rimasto a corto di fiato, ma ben altri motivi, tra i quali una faccia rossa che faceva invidia alla capigliatura legata in un ordinato chignon della ginecologa che era stata in grado di metterlo in imbarazzo con una sola frase-, e solo in quel momento gli era venuto in mente che forse avrebbe dovuto stare più attento...
Decisamente avrebbe dovuto dirle di no quando gli si era avvicinata in cerca di coccole che poi, come sempre, si erano trasformate in qualcosa di più.
"Juvia non è mai stata così bene in vita sua Gray..." rispose voltandosi tra le sue braccia e incontrando lo sguardo color pece con quegli occhi grandi e belli, dello stesso identico colore del mare che lei tanto amava. Era vero che si sentiva bene e da tempo aveva deciso che con lui non aveva bisogno di trattenersi, in nessun ambito...
Il moro non poté che sorridere di quella presa in giro che lei stessa aveva messo in atto nei confronti del vecchio vizio del parlare in terza persona, quello che si era tolta anni addietro, quando aveva messo da parte la timidezza per chiedergli di uscire, stupendolo e intrigandolo al contempo. E mentre lei si sistemava sul suo petto lasciandosi coprire dalle lenzuola che in qualche modo era riuscito a recuperare dal pavimento, Gray si ritrovò a fissare, un po' intontito dal post sesso e con una pace interiore che mai aveva pensato di poter provare, il bianco soffitto colorato della poca luce che filtrava appena attraverso le tende azzurrine, e non poté evitare di pensare che, decisamente, aveva fatto bene ad accettare quell'invito anni prima, anche se si era poi ritrovato a dover assistere a una delle scene più disgustose della sua vita...

Per tanto tempo non aveva pensato all'amore, e men che meno ci credeva più forse...
Era rimasta delusa da quell'unica relazione che aveva avuto e che le aveva portato via quel poco d'amor proprio che possedeva. Aveva amato e poi odiato Bora, si era addirittura sentita in colpa nei suoi confronti, e alla fine aveva deciso che non le importava più nulla di quel muscolo in mezzo al petto che era stato capace solo di farle del male, rompendosi dolorosamente sotto il peso di un amore non davvero corrisposto. Si era preclusa qualsiasi relazione che non fosse l'amicizia di Lucy prima e della sua combriccola poi, convinta che nessuno si sarebbe mai interessato abbastanza ad una che parlava in terza persona nei momenti d'agitazione -che con la timidezza che si ritrovava non erano certo pochi-, e che per di più tendeva ad alienarsi nei suoi pensieri troppo spesso, tanto da risultare inquietante per le espressioni che faceva certe volte...
Ma forse Juvia non aveva mai smesso di pensare all'amore dopotutto, perché tante volte si era ritrovata a sorridere nel vedere Natsu e Lucy coccolarsi, spesso col rischio serio di farsi arrestare per atti osceni in luogo pubblico oltre che traumatizzare qualche malcapitato...

Forse proprio per questo non si era accorta che quel ragazzo all'apparenza gelido e privo di emozioni le aveva catturato il cuore, che si era consegnato a lui spontaneamente e prendendo in cambio il suo, il quale sembrava starci proprio bene tra le manine diafane della ragazza.
Non aveva idea di quando si fosse accorta che qualcosa stava cambiando, sapeva solo che non si era pentita come aveva creduto in un primo momento quando gli aveva chiesto di uscire, più che altro per non fare il terzo incomodo in un'uscita al bowling a cui Lucy l'aveva inviata e a cui, com'era certa e com'era poi successo, sarebbe finita per pensare al suo fidanzato -che aveva, come previsto, fatto lo stesso- per dimenticarsi di tutto il resto.
Era convinta che non avrebbe mai scordato l'espressione che un Gray di ritorno dal bagno aveva fatto alla vista di Lucy seduta come niente fosse sulle gambe dell'amico -c'era un altro posto dove la vedeva, da un anno a quella parte, che non fosse quello?- il quale era impegnato in un'attenta ispezione della sua bocca. Ovviamente avvalendosi dell'aiuto della propria lingua...

Ancora poteva rivedere l'espressione di Juvia -un misto tra l'imbarazzo e il disgusto-, che aveva incrociato in un veloce scambio di sguardi.
E per fortuna la ragazza aveva capito la sua muta proposta di andarsene, perché lui non era minimamente intenzionato ad avvicinarsi e portarla via da lì. Non con tutti quegli sguardi che, a causa dello spettacolo degli altri due, indicavano che avrebbe messo in imbarazzo Juvia e sé stesso se solo si fosse avvicinato, facendo nascere pensieri maliziosi anche su di loro e no, Gray non avrebbe retto all'ulteriore imbarazzo...

Non era totalmente chiuso all'idea dell'amore e men che meno alle dimostrazioni d'affetto, ma non aveva mai sentito il bisogno di andare oltre un abbraccio o una pacca sulla spalla ai suoi amici in segno di saluto e nei loro momenti bui. Dal matrimonio fallito dei suoi genitori aveva imparato che non sempre i gesti d'affetto, soprattutto in pubblico, dimostrano un sentimento reale, e non si era mai aperto alla possibilità che un giorno potesse esserci lui al posto dell'amico. Non dubitava dei sentimenti di quella testa di rapa - sebbene lo avesse minacciato a dovere sul non far soffrire la sua amica-, lui era una delle persone più sincere che conosceva, e per quanto gli desse ai nervi certe volte doveva dargli il merito che mai una volta aveva visto Lucy piangere a causa sua. Quando lo aveva fatto era stato per il loro matrimonio mentre l'accompagnava all'altare perciò Gray aveva gli condonato quelle lacrime, anche grazie al fatto che avesse visto gli occhi lucidi a quella salamandra senza cervello. Una presa in giro garantita che gli avrebbe riservato spesso e volentieri per il resto dei loro giorni...

Forse per questo non si era accorto che quelle uscite sempre più frequenti stavano portando a qualcosa di più tra loro. Qualcosa a cui non avrebbe saputo dare un nome ben preciso...
Juvia e Gray andavano d'accordo, per via dei rispettivi caratteri non erano molto amici tra di loro come lo erano con altri della loro stessa comitiva, ma i loro rapporti erano abbastanza buoni da poter uscire dal bowling dove avevano lasciato gli amici -non che loro due se ne fossero accorti- per andare a prendersi un gelato e...

E poi la verità era che nessuno dei due sapeva spiegarsi cosa fosse successo, perché avessero iniziato ad apprezzare di più la compagnìa reciproca a tal punto da decidere, dopo un po', di uscire solo loro due. Men che meno sapevano spiegarsi come mai, una sera che Gray l'aveva riaccompagnata a casa, Juvia gli avesse proposto di salire -la pioggia improvvisa che li aveva colti, bagnandoli entrambi da capo a piedi, era sembrata una buona ragione per invitarlo a casa almeno il tempo di asciugarsi-, e decisamente non avrebbero saputo come spiegare, e spiegarsi, l'essersi ritrovati nello stesso letto a fare tutto fuorché dormire fino a mattino inoltrato...

Poco più di qualche mese erano rimasti in quel limbo fatto per lo più di sesso dopo aver passato giorni e giorni a cercare di evitarsi, e poi avevano fatto quel passo che li aveva condotti, dopo tre anni, ancora una volta, l'ennesima, nello stesso letto. Con l'unica differenza che erano in una casa tutta loro e un piccolo esserino delle dimensioni di un fagiolo stava crescendo sempre di più nel ventre della bluetta...

Era ancora un mistero per Gray come avesse fatto ad arrivare a quel punto della sua vita, come non si vergognasse di tenere la mano di Juvia per strada, o come mai lo sguardo si spostasse sempre su di lei ogni volta che ne aveva l'occasione. Ma aveva iniziato a capire meglio Natsu e il perché non riuscisse a staccarsi da Lucy ogni volta che stavano vicini.

Era una tortura non poter stare sempre con Juvia, soprattutto da quando avevano scoperto della gravidanza, e ogni pensiero andava a cosa sarebbe potuto accadere se si fosse ritrovata da sola -sebbene non fosse così da quando aveva iniziato a lavorare da casa e passava quasi tutto il tempo con Lucy, aiutando anche la bionda con il suo romanzo- e soprattutto se lui non poteva essere lì per lei.
Era diventato così tanto apprensivo che lei stessa doveva implorarlo anche per il sesso, e non che ne avesse mai avuto bisogno da quando stavano insieme...
Non le dispiaceva questo suo lato, ma decisamente una delle cose più belle della gravidanza erano le coccole che le faceva dopo i rapporti e quelle erano qualcosa a cui Juvia si era ormai abituata. Qualcosa a cui non avrebbe più rinunciato né sarebbe mai stata disposta a farlo, intenzionata ogni notte della sua vita ad addormentarsi tra il calore delle coperte e i teneri baci che Gray le lasciava tra i capelli...
Una mano posata delicatamente sul ventre, una dolce e lenta coccola, il calmante naturale che da qualche mese era in grado di fargli passare ogni malessere, ogni pensiero che lo aveva afflitto durante il giorno. Forse avrebbe dovuto preoccuparsi delle scartoffie che lo attendevano in ufficio il mattino successivo, rendendolo nervoso per quell'importante presentazione da cui dipendeva un grande affare per la sua azienda, oppure a quel rompiscatole di Vastia che altro non aspettava che un suo più piccolo passo falso per subentrare a lui, eppure l'unica cosa che Gray aveva in mente, intanto che si lasciava andare anche lui a Morfeo, era a quando tra qualche giorno, si sarebbero recati dalla dottoressa per l'ecografia che avrebbe permesso loro di vedere per la prima volta il piccolo fagiolino che riposava tranquillo nella pancia della sua mamma, anche lui -o lei, Juvia immaginava già una piccola copia in miniatura di Gray, e gli aveva detto più volte che non poteva sbagliarsi poiché lo sentiva da qualche parte. Per lui non era importante il sesso del piccolo, finché fosse stato un bambino sano gli sarebbe stato bene tutto- nel mondo dei sogni...



Angolo autrice.
Ed eccomi di ritorno con la qualcosa per la Gruvia week! Un piccolo momento intimo tra i miei amorini che spero vi sia piaciuto. Non so se farò qualcos'altro per questo evento considerando che sono in ritardo con questa fic di almeno due giorni quindi incrociamo le dita🤞
Intanto, grazie per aver letto questa storia e ci si vede alla prossima!❤️
   
 
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