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Autore: sissi149    13/04/2022    3 recensioni
Mentre si arrampicava sull’albero Hikaru continuava a domandarsi chi gliel’avesse fatto fare, nonostante conoscesse benissimo la risposta: Kazumasa e le sue scommesse in cui finiva invischiato e si ritrovava a perdere e pagare pegno più spesso di quanto avrebbe voluto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre si arrampicava sull’albero Hikaru continuava a domandarsi chi gliel’avesse fatto fare, nonostante conoscesse benissimo la risposta: Kazumasa e le sue scommesse in cui finiva invischiato e si ritrovava a perdere e pagare pegno più spesso di quanto avrebbe voluto.
“Coraggio, non fermarti!” Lo incitò l’infame, impegnato a riprenderlo in un video che sarebbe finito in tempo zero nella chat degli ex membri della Furano. Poteva scommetterci, o forse era meglio evitare.
“Kazumasa, questa me la paghi!”
“Come la fai lunga! Vedrai che il premio finale ti ripagherà di tutto.”
Matsuyama sbuffò: non negava che fare una sorpresa a Fujisawa condita di gesto plateale lo stuzzicava, ma farlo con tanto di servizio giornalistico anche no.
“Forza capitano, ci sei quasi!”
Ecco l’altro infame, Hiroto, la spalla criminale di Oda. Quanto aveva dovuto penare certe volte per tenerli buoni negli spogliatoi!
Con uno sforzo si issò a cavalcioni sul grande ramo del ciliegio che si estendeva sopra la finestra della stanza di Yoshiko. Un po’ troppo in alto per fare ciò che i due cospiratori avevano architettato per lui.
“Io ve l’avevo detto che non andava bene!”
Kazumasa scosse la testa:
“Capitano di poca fede! Dov’è l’inventiva che dimostri sul campo di calcio?”
“Vi pare un prato questo?”
Hikaru prese a gesticolare e per poco non perse l’equilibrio: se non fosse stato per i suoi riflessi che lo portarono ad abbracciare il ramo sarebbe finito spiaccicato nel giardino di casa Fujisawa, pronto per essere raccolto da uno degli aspirapolvere che il padre di Yoshiko progettava nell’azienda dove lavorava. Molto romantico!
“Fai affacciare Fujisawa, tanto per cominciare!”
“E come?”
“Potresti cantarle una serenata – Hiroto gonfiò il petto ed iniziò con voce stonata – Deh vieni alla finestra, o mio tesoro.”
Con la mano libera dallo smartphone Kazumasa si tappò un orecchio.
“Cos’era questa cosa orribile?”
“Il Don Giovanni… Mozart.” Aggiunse in risposta ai loro sguardi vacui.
“Ancora non mi capacito che uno grezzo come te possa essere un appassionato di opera.” Matsuyama cominciava ad innervosirsi.
Senza badarci troppo Hiroto riprese a cantare.
Deh vieni a consolare, il pianto mio.”
“Tra un po’ quello che piange sarò io. Se continui così farai accorrere Fujisawa San con il Multibot!”
Hiroto si zittì all’istante, il terribile aspirapolvere professionale era stato l’incubo di un po’ tutti i bambini di Furano.
Kazumasa propose un piano alternativo:
“C’è sempre il caro vecchio sassolino.” Si chinò, raccogliendone uno dal vialetto, e si preparò al lancio.
“Per favore, no! Romperai il vetro di sicuro.”
Oda non ascoltava più il suo ex capitano e lanciò. Hikaru si portò le mani davanti agli occhi, non voleva vedere il danno che ne sarebbe conseguito.
Con sua grande sorpresa sentì solo il rumore della piccola pietra contro la finestra, senza essere seguito dall’inequivocabile frantumarsi del vetro.
Quando ebbe il coraggio di guardare abbassò lo sguardo e vide che Yoshiko aveva spalancato la finestra e guardava le sue gambe che le penzolavano davanti con un espressione indecifrabile.
“Scusa, ma questi due idioti mi hanno costretto.” Tentò di giustificarsi.
La ragazza guardò in basso, dove Kazumasa e Hiroto si sbracciavano per salutarla, poi si sporse ed inclinò il collo verso l’alto, per riuscire a vederlo in faccia.
“Hai scommesso di nuovo con Kazumasa?”
Matsuyama annuì.
“E quale sarebbe la penitenza stavolta?”
Hikaru voltò la testa, ora che era arrivato al dunque si sentì all’improvviso in imbarazzo, avrebbe voluto disintegrare con uno sguardo laser il maledetto telefono di Oda.
“Un bacio rubato in modo plateale!” Urlò Kazumasa dal cortile, facendolo avvampare e pregare che Fujisawa San fosse ancora in fabbrica, ben lontano da casa, magari trasferito di nuovo nella sede di New York.
“Ah – la voce di Yoshiko era secca – quindi consideri una penitenza il fatto di baciarmi?”
Hikaru ritornò di scatto a guardare la finestra, dove Fujisawa aveva incrociato le braccia al petto ed indurito lo sguardo. Ora oltre che il cellulare avrebbe voluto incenerire pure l’ex compagno di squadra.
“No, solo che pretendono di assistere.”
“Quindi ti vergogni di noi?”
“No! Assolutamente no!” Nell’agitazione dei dinieghi Hikaru rischiò di volare un'altra volta di sotto.
“Hikaru attento!” Fujisawa portò le mani alla bocca a soffocare un urlo.
“Allora, ti sbrighi Spiderman? Non vorrei fare serata qui!” La voce sgraziata di Hiroto lo riportò alla realtà di quello che avrebbe dovuto fare.
“Ancora una volta, come pretendi che possa fare se io sono quassù e la finestra è laggiù? – Protestò vivamente, poi un’idea assurda scaturita dall’ultima esclamazione dell’amico gli attraversò la mente – Davvero non ti interessa se finiamo nella chat della Furano?” Domandò rivolto a Yoshiko.
“Mi importa che non ti ammazzi su quell’albero.”
“Fidati di me.”
Hikaru prese fiato, afferrò il ramo anche con le mani e poi cautamente cominciò a ruotare, in modo da trovarsi a testa in giù e all’altezza giusta della finestra.
Yoshiko soffocò un altro grido, mentre da sotto i due amici si esibivano in fischi di approvazione.
“Tobey Maguire scansati, arriva Hikaru Matsuyama!” Sbraitò Kazumasa.
“Io una telefonata alla Marvel per proporlo nel ruolo la farei!”
Matsuyama avrebbe tanto voluto mandarli al diavolo, più che Spiderman si sentiva un babbuino peloso, ma temeva che se avesse perso tempo ad imprecare le forze lo avrebbero abbandonato prima di riuscire a baciare Fujisawa.
“Ma sei impazzito?”
Le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate.” E quando sono spinti da due amici criminali, ma questo lo tenne per sé.
Yoshiko si sollevò sulle punte dei piedi per poterlo raggiungere e finalmente le loro labbra si incontrarono.
Per Hikaru fu un’esplosione di fuochi d’artificio e di adrenalina, tanto che tutto il resto sparì dai suoi radar, perfino gli schiamazzi di quei due nel giardino. Anzi, non si capacitava di come avesse potuto opporre tutta quella resistenza: un bacio del genere valeva qualunque cosa, anche di finire sfottuto a vita su tutte le chat del mondo.





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Che ci crediate o no, anche Hikaru ha avuto i suoi momenti da adolescemo durante le superiori, per cui...
Questa stupidaggine è nata al volo per colpa della radio che oggi ha continuato a ricordarmi essere la giornata internazionale del bacio.
La prima idea era quella di una piccola raccoltina di drabble sulle varie coppie, un po' come quelle passate di San Valentino o per Natale, magari associandoli a baci famosi di film, diventando un filino impegnativa. Poi Hikaru ed i suoi amici hanno preso il sopravvento.
  
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