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Autore: Giuls_BluRose    20/04/2022    1 recensioni
|BokuAka| Dal testo:
Il cuore del corvino batteva a mille, aveva ricevuto un messaggio poco prima, facendogli perdere anni di vita; il display del suo cellulare si era illuminato e aveva letto quelle parole.
E’ morto. Vieni subito, ti prego.
Maledetto Koutaro Bokuto.
Keiji aveva la mano sulla maniglia della porta, che subito fece ruotare, aprendo la sua visuale sulla camera di Kuotaro: il ragazzo era seduto sul suo letto, sulle spalle una coperta vecchia e il viso nascosto tra le mani.
La paura nel petto di Akaashi crebbe ulteriormente: aveva visto il suo amico stare in quel modo un numero esiguo di volte, cosa che lo fece avvicinare a lui in un paio di falcate, mettendogli una mano sulla spalla.
“Bokuto-san.”
Akaashi pronunciò solo il suo nome, il tono di voce flebile e pieno di ansia; attese qualche secondo per vedere la reazione di Bokuto, ma il ragazzo non accennava a volersi voltare verso il corvino.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le urla arrivarono alle orecchie di Akaashi prima ancora che il ragazzo potesse aprire la porta della stanza del suo amico.
Il cuore del corvino batteva a mille, aveva ricevuto un messaggio poco prima, facendogli perdere anni di vita; il display del suo cellulare si era illuminato e aveva letto quelle parole.
E’ morto. Vieni subito, ti prego.
Maledetto Koutaro Bokuto.
Non si era degnato di dare altre spiegazioni, Keiji aveva provato a chiamarlo, in preda al panico, ma non aveva ricevuto risposta.
Aveva i nervi a fior di pelle, immaginando nella sua testa gli scenari peggiori.
Fece velocemente mente locale nel breve tragitto che lo separava da casa dell’altro: non aveva animali, quindi non poteva averne ucciso uno per sbaglio; non era a conoscenza di amici che stessero male. Forse un parente? Non ricordava di aver mai sentito parlare Bokuto di gravi situazioni familiari, ma non poteva esserne certo.
Keiji aveva la mano sulla maniglia della porta, che subito fece ruotare, aprendo la sua visuale sulla camera di Kuotaro: il ragazzo era seduto sul suo letto, sulle spalle una coperta vecchia e il viso nascosto tra le mani.
La paura nel petto di Akaashi crebbe ulteriormente: aveva visto il suo amico stare in quel modo un numero esiguo di volte, cosa che lo fece avvicinare a lui in un paio di falcate, mettendogli una mano sulla spalla.
“Bokuto-san.”
Akaashi pronunciò solo il suo nome, il tono di voce flebile e pieno di ansia; attese qualche secondo per vedere la reazione di Bokuto, ma il ragazzo non accennava a volersi voltare verso il corvino.
Quest’ultimo inspirò profondamente, sedendosi sul letto al fianco del ragazzo dai capelli grigi: sapeva che in momenti come quelli la cosa migliore era aspettare che fosse l’altro ad aprirsi per primo.
Bokuto non accennava a voler togliere le mani dal viso, ma non appena sentì il peso del materasso aumentare e la presenza del suo amico a fianco istintivamente si avvicinò ad Akaashi, spalla contro spalla.
“Bokuto-san, cosa è successo?”
Keiji provò nuovamente a parlare, sperando che quella fosse la volta buona; aspettò ancora, sentendo il respiro di Koutaro farsi più regolare.
“E’ morto, è morto ed è colpa mia.”
Bokuto parlò con voce tremante, facendo percepire ad Akaashi tutto il dolore che stava provando in quel momento. Il corvino sentì una stretta al cuore, portandolo ad allungare una mano sulla coscia dell’altro: Akaashi non era mai stato un ragazzo molto fisico nei suoi modi, ma Bokuto era sempre stata un’eccezione, l’unica persona con cui il ragazzo non si sentiva in imbarazzo in quei momenti più intimi.
“Di cosa stai parlando?”
Keiji era visibilmente in confusione, voleva capire che cosa stesse succedendo, ma aveva paura di essere troppo invadente.
“Bokuto-san?”
Con quella terza volta finalmente Bokuto si tolse le mani dal viso, scoprendo le guance arrossate a causa del pianto e gli occhi gonfi per lo stesso motivo. Akaashi ebbe un colpo al cuore vedendo il ragazzo in quello stato: conosceva i suoi repentini cambi di umore ed era solito convivere con quest’ultimi, ma vedere Koutaro piangere disperato era una rarità a cui Keiji non si sarebbe mai abituato e alla quale non voleva farlo.
“L’ho ucciso.”
Il ragazzo dai capelli grigi tirò su con il naso e si passò la mano sugli occhi, asciugandosi le ultime lacrime ribelle; gli occhi dorati di Bokuto si incastrarono in quelli azzurri di Keiji, chiedendo aiuto e vicinanza silenziosamente.
Akaashi continuava a non capirci nulla, ma colse immediatamente l’espressione sul volto dell’altro e accolse quello che Koutaro stava per fare. Come previsto, infatti, pochi secondi dopo Bokuto si sporse verso il corvino e appoggiò la testa sulla sua palla, stringendolo in un debole abbraccio. Akaashi contraccambiò l’abbraccio del più grande e sentì piano piano l’altro ragazzo rilassarsi sotto il suo tocco: ancora poco e sapeva che finalmente Bokuto avrebbe vuotato il sacco.
Ormai nella testa dal ragazzo dagli occhi azzurri le prospettive e gli scenari erano catastrofici, vedeva la sua presenza ai più svariati funerali e la prospettiva di dover consolare il suo amico per un tempo indefinito.
“Miko-chan, l’ho ucciso.”
Akaashi strabuzzò gli occhi: non aveva idea di chi stesse parlando, non aveva mai sentito quel nome. Era curioso e preoccupato allo stesso tempo, dando così una leggera spinta sulla spalla di Bokuto, incitandolo a proseguire.
“Il gatto!”
Okay, decisamente non ci stava capendo più nulla: da quando Koutaro aveva un gatto? Che stesse parlando del gatto di un vicino o un parente? sicuramente si sentiva più leggero consapevole che non stesse parlando di un amico o un parente.
“Ti sei preso un animale?”
La sua curiosità era genuina, voleva davvero sapere che cosa stesse succedendo.
Akaashi sentì Bokuto fare cenno di no con la testa, teneva il viso ancora sulla spalla del corvino, senza la minima intenzione di volersi separare dalla stretta.
“Koutaro?”
Sentendosi chiamare per nome il ragazzo dai capelli grigi alzò gli occhi sul viso dell’altro ragazzo, aspettando quello che Akaashi aveva da dirgli.
“Vieni.”
Keiji gli sorrise debolmente e gli tolse la coperta da sopra le spalle, invitandolo a stendersi sul letto insieme a lui: Bokuto fece quello che gli era stato segnalato e si stese al fianco del corvino, mettendosi subito nuovamente la testa tra la spalla e il petto di Keiji.
“Ti ricordi della bambina che ci è venuta incontro la settimana scorsa dopo la partita?”
Confusione totale nella testa del corvino, il vuoto; però si ricordava di quella bambina, anche se non capiva cosa avesse a che fare con tutto quello.
Akaashi annuì, iniziando ad accarezzare il braccio di Koutaro, cercando di consolarlo come meglio poteva.
“Miko-chan! Era un suo regalo ed io l’ho ucciso, sono un mostro!”
“Quella bambina ti ha regalato un gatto? Come?”
Akaashi aveva notato che a Bokuto era stato regalato qualcosa, ma non gli era sembrato nulla di vivo. Per fortuna.
Koutaro allungò la mano verso la sua scrivania, facendo voltare Akaashi in quella direzione. Il viso del ragazzo dai capelli grigi era triste e cupo, mentre finalmente Keiji comprese quello che era successo.
Non ci poteva credere, non voleva crederci.
Non poteva essere vero, quello era sicuramente uno scherzo.
Bokuto non poteva essere serio, non quella volta.
“Bokuto-san, non vorrai dirmi che…?”
Il più grande lo guardò con i suoi grandi occhi dorati pieni di tristezza e nuovamente sull’orlo delle lacrime, mentre Keiji non poteva credere a quello che stava succedendo.
“Mi aveva affidato il suo cucciolo ed io non sono stato in grado di prendermene cura, sono una persona terribile.”
La sua voce era piagnucolante, mentre Akaashi dovette trattenere una mezza risata.
Un Tamagotchi. Un maledettissimo Tamagotchi.
Adesso tutto gli era più chiaro: la bambina doveva avergli regalato il suo gioco, peccato che Bokuto fosse a malapena in grado di prendersi cura di se stesso, figuriamoci di un animale, anche se in un videogioco.
“Mi hai fatto prendere un colpo.”
La voce di Akaashi si fece fintamente dura, ma Bokuto sembrava inconsolabile, tanto che aveva di nuovo nascosto il viso nella maglia del corvino.
“Era un regalo.”
Keiji non lo avrebbe mai ammesso, ma era intenerito da tutta quella situazione, anche se gli era costata svariati anni di vita. Vedere Bokuto in quelle condizioni gli faceva capire quanto in realtà fosse fragile e di buon cuore, nonostante l’apparenza che mostrava agli altri.
“Sono una persona orribile.”
“Ed è per questo che non ti affiderei neanche il mio cactus.”
Koutaro pizzicò il corvino sul fianco e lo guardò solo per fargli la linguaccia, cosa che fece ridere Akaashi di cuore, portandolo a stringere maggiormente l’altro a sè, ricambiato immediatamente da Bokuto.
“Mi sono dimenticato di dargli da mangiare. Adesso come faccio? E se rivedo la bambina e mi chiede come sta?”
La preoccupazione di Koutaro era talmente vera e genuina da scaldare l’anima del corvino, divertito allo stesso tempo dall’ingenuità dell’altro ragazzo.
“Sai vero che è possibile resettare il gioco e riniziare da capo?”
Evidentemente no, perchè a quelle parole il volto di Bokuto si illuminò d’improvviso, alzandosi di scatto per afferrare il gioco e tornando sul letto, allungando il piccolo ovetto ad Akaashi in una muta richiesta di aiuto.
Keiji ridacchiò e prese in mano il Tamagotchi, lo rigirò alcune volte tra le dita e premette alcuni tasti, per poi renderlo al legittimo proprietario.
“Ecco qua, il tuo Miko-chan è di nuovo in vita.”
Lo sguardo di Bokuto si illuminò di gioia guardando quel piccolo ammasso di pixel muoversi di nuovo.
Akaashi si stupiva sempre di quanto l’umore dell’altro fosse così malleabile.
“Devo segnarmi nelle note del telefono cosa devo fare! Questa volta non fallirò.”
“Ne sono certo, Bokuto-san.”
Keiji ridacchiò e sentì tutta la tensione di quell’ultima ora svanire, non capendo come non avesse fatto ad intuire che Bokuto stesse solo facendo l’esagerato.
“Sei il migliore, Akaashi!”
Il ragazzo dagli occhi dorati si sporse verso il corvino e lo cinse in uno stretto abbraccio, strusciando il naso sul suo collo, proprio come avrebbe fatto il gattino di cui doveva prendersi cura.
Akaashi avvertì il suo cuore scaldarsi e si permise di ricambiare un po’ di affetto, baciando la fronte dell’altro.
“Mi stavo chiedendo però, come hai fatto ad entrare in casa?”
Momento di tenerezza finito, ecco il solito Bokuto senza cervello.
“Sei stato tu a darmi un paio di chiavi di sicurezza, in caso succeda qualcosa.”
Bokuto sembrò pensarci un po’ su, poi sorrise ed annuì deciso.
“Giusto, hai ragione.”
Akaashi sbuffò ironico.
“E poi ti sorprendi se non riesci a fare sopravvivere un gatto finto.”
Koutaro lo fulminò con lo sguardo, tornando subito al suo gioco.
“Non stare a sentire quel cattivone, papà ti vuole bene e non ti farà mancare più nulla, promesso.”
Keiji si prese qualche secondo per guardare quella scena, sorridendo per quel suo compagno maldestro e un po’ lunatico.


Note dell'autrice:
Salve e buona notte a tutti considerando che sono quale le 1:00.
A parte questo.
Eccomi qua sbarcata nel fandom di Haikyuu e come non iniziare se non proprio da una mini BokuAka senza capo nè coda.
Spero però che vi piaccia, per una volta non mi presento in un fandom partendo a dritta con l'angst, ma arriverà, siatene certi.
Lasciate un commentino se volete, ne sarei felice.
Un bacio, a presto!

Giuls_blurose



 

   
 
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