Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    07/09/2009    1 recensioni
Lucy è l'unico Diclonius rimasto al mondo e gli umani si ostinano a darle la caccia, nonostante la sua pericolosità. Però non tutti gli umani sono come li si dipinge e Lucy lo capirà solo quando farà un'insolita conoscenza che la cambierà radicalmente...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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16_Localizzati Edward rimase in ascolto, i nervi tesi, il piccolo ancora stretto fra le braccia.
Li avevano localizzati, dannazione, proprio ora che Lucy aveva partorito.
- Lasciateli a me. Non ne rimarrà niente, ve l’assicuro... -.
Al e Ed si voltarono verso Lucy che, posata la piccola sul letto, si stava alzando, negli occhi una scintilla d’aggressività che era rimasta sopita in lei fino a quel giorno, per nove mesi.
- Lucy, ma cosa stai dicendo? Hai appena partorito! Sei debole, non puoi farcela! - obiettò Alphonse, cercando di farla rimanere seduta, la lei lo scansò, rimettendosi in piedi.
- Noi Diclonius siamo più forti delle femmine umane. Sono più forte delle altre donne. Sto bene e... sono pronta a combattere. Porrò fine a questa fuga insensata. Il mondo scorderà cosa vuol dire essere Diclonius e i nostri bambini potranno giocare con gli altri senza timore d’essere presi e rinchiusi in qualche laboratorio! - esclamò Lucy, decisa, uscendo dalla camera.
- Tieni, Al! Devo andare con lei! - disse il biondo, mettendo fra le braccia del fratellino il piccolo Roy, che iniziò a strillare.
Corse poi fuori dalla stanza, giù per le scale, pregando che non fosse già troppo tardi: non voleva perderla di nuovo, come nove mesi prima, quando l’aveva osservata, impotente, dall’altra parte del vetro.
No, non avrebbe permesso a nessuno di strappargliela di nuovo, per nessuna ragione al mondo.
Finalmente sei di nuovo te!
Sì, la voce aveva ragione: era di nuovo lei, solo lei.
Devi proteggere ciò che è tuo. I tuoi bambini...
Sì, li avrebbe protetti, qualsiasi tortura potessero infliggerle, lei non li avrebbe abbandonati.
Uccidili, cara! Uccidili senza lasciarne traccia!
Li avrebbe sterminati tutti, senza lasciarne altro che qualche misero arto e chiazze rosse sulla neve.
Lo doveva a Edward, che era stato al suo fianco per tutto quel tempo, lo doveva ad Alphonse, che aveva protetto il suo segreto finché aveva potuto.
Gli baluginò alla mente il suo Ed, poco prima, il suo sguardo felice nonostante fosse stravolto dalle orribili occhiaie rimaste dalle lunghe nottate passate a vegliare su di lei.
Le lacrime le offuscarono appena la vista.
Non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.
Edward oltrepassò l’uscio e corse fuori, nella neve.
L’auto-mail non era portato per quel gelo, non avrebbe retto a lungo, ma quello che avrebbe potuto fare, l’avrebbe fatto.
Nonostante fosse perfettamente consapevole della natura non umana di Lucy, non riusciva a non correre in suo aiuto.
Che razza di uomo sarebbe stato se non fosse corso in aiuto della sua ragazza?
Aveva dei bambini da proteggere e non avrebbe permesso a Lucy di proteggerli da sola: anche lui ne era responsabile quanto lei.
Scorse una schiera di uomini in uniforme e, davanti a loro, Lucy.
Si sentì stringere dalla preoccupazione e accelerò la corsa: non voleva assolutamente lasciarla combattere da sola.
Poi, accadde.
Strappi e grida laceranti si susseguirono incoerentemente, riecheggiando nell’aria immobile, seguiti da schizzi di sangue ed arti.
Un uomo in particolare attirò l’attenzione del ragazzo, che ripescò quel profilo dai ricordi di nove mesi prima.
E quell’uomo stava puntando la pistola al cranio di Lucy.
Il biondo si gettò in avanti, congiungendo le mani, puntandole poi sulla neve, creando davanti a sé un muro contro il quale rimbalzarono diversi proiettili.
- Edward... - esclamò Lucy, visibilmente sorpresa.
- Tutto okay? - domandò lui, ansimando.
Lei annuì, voltandosi poi verso il muro, oltrepassandolo.
- Dove vai? Aspetta! -
- Edward... - la Diclonius si volse verso il ragazzo - ... ti fidi di me? - chiese.
Lui rimase spiazzato, visibilmente.
Tese una mano verso di lei, come a fermarla, ma la ragazza la prese tra le sue e lo guardò dolcemente.
- Ti fidi di me? - ripeté.
- Sì... -
- Allora... lasciami andare... - mormorò.
Si guardarono, scrutandosi vicendevolmente nel profondo delle iridi.
Nonostante tutto, nel suo io più profondo, Edward sapeva che lei era in grado di farcela, da sola.
La sua mano lasciò quella della Diclonius, che gli sorrise un’ultima volta, prima di sparire oltre il muro.
   
 
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