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Autore: Jason_Trth Hrtz    11/05/2022    0 recensioni
"Cavallone era strano in quell'ultimo periodo, più di quanto non lo fosse abitualmente.
Nei momenti più assurdi, e inopportuni solitamente, lo... baciava."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: For every smile a kiss
Autore: Jason_Trth Hrtz
Fandom: Katekyo Hitman REBORN!
Pairing: D18 (Dino x Kyouya)
Rating:
verde
Parole: 620
Avvertimenti: nessuno
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Akira Amano
Note: questa breve OS prima era ancora più breve e leggermente più spensierata (era una delle mie poche fluff al tempo della prima pubblicazione; ho sempre preferito scrivere storie angst o giù di lì). Dopo averla cancellata tempo fa e averla rimaneggiata questo è ciò che ne è uscito. Mi auguro di essere riuscito a rendere giustizia a questa mia ship, ormai, storica.

Come sempre spero che sia almeno una lettura di compagnia.

Grazie a chi leggerà e scusate eventuali errori di distrazione e/o battitura: l'ho riletta e corretta da solo e non ho quindi avuto unə
 beta a cui sottoporre questa OS.
                                       
                                                       
Jason.


P.S.
Le parole evidenziate in Tahoma corsivo sono da considerarsi dette in Italiano, mentre il resto lo si dovrebbe idealmente immaginare in Giapponese.






 

FOR   EVERY   SMILE   A   KISS

 
 
Cavallone era strano in quell'ultimo periodo, più di quanto non lo fosse abitualmente.
Nei momenti più assurdi, e inopportuni solitamente, lo... baciava.
 
Non che non lo avesse mai baciato in pubblico, nonostante le continue e compiute minacce di Hibari, poteva dire di essere abituato all'inadeguatezza di Cavallone Dino, ma non riusciva comunque a spiegarsi il suo comportamento più appiccicoso del solito.
 
Solo la settimana scorsa lo aveva baciato innumerevoli volte.
 
Ormai era abituato agli occasionali baci furtivi da parte di Cavallone.
 
Kyoya non apprezzava il manifestare certi scambi intimi pubblicamente, preferiva che venissero riservati unicamente a lui e ai suoi occhi; non condivisi, potenzialmente, con chiunque.
 
Ciò che lo lasciava più perplesso di queste effusioni era il modo in cui lo baciava. Alcuni erano “normali”: Cavallone si faceva spazio con la lingua all'interno della sua bocca, come di consueto. Mentre altri baci erano circostanziali: solo un quasi sfiorarsi di labbra, dove la pressione tra le due era pressoché minima.
Hibari Kyoya non sapeva spiegarsi questo improvviso atteggiamento di quell'idiota di un erbivoro del suo ragazzo, ma, strano da ammettere per fino a se stesso, quei lievi e numerosi baci a stampo non gli creavano poi tutto questo fastidio...
 
«Hn, idiota di un erbivoro, lo morderò a morte» si disse Hibari mentre perlustrava lo stesso corridoio per, almeno, la terza volta.
 
—ooOoo—

«Amore!» sentì chiamarsi alle sue spalle con una riconoscibilissima parola Italiana. Da un altrettanto riconoscibile individuo Italiano: Cavallone Dino.
Si voltò verso la fonte di disturbo all’interno dei corridoi della sua quieta Namimori e gli rivolse un'occhiata infastidita, occhiata che Cavallone ignorò sfacciatamente. Dino si avvicinò a lui e lo strinse a sé. Carezzò con movimenti lenti e quasi ritualistici i capelli scuri di Kyoya, soffocando le lamentele del suddetto con la sua vibrante risata.
 
«Hn» si lamentò comunque Kyoya, per principio. Tirò una ciocca di capelli dalla folta chioma bionda di Dino—che mise presto fine a quello sfogo afferrando la mano affusolata di Kyoya con la sua più ruvida. Ne baciò le nocche e la trattenne a sé, vicino le labbra. La pelle abbronzata e marchiata dai tatuaggi di Famiglia di Dino contrastava con quella candida, e apparentemente immacolata, di Kyoya.
 
Kyoya liberò la sua mano dalla stretta in cui Cavallone la teneva. La poggiò sul petto ampio e caldo di Cavallone e strinse la stoffa della maglia scura tra le dita; il gesto intenerì Dino.
 
Non si vedevano da quasi tre lunghi, lunghissimi, mesi, eppure regnava il silenzio da interi minuti; rimasero uniti in una sorta di abbraccio a metà per altrettanti minuti.
Si erano mancati entrambi, era chiaro alla vista, ma forse dirlo ad alta voce avrebbe reso entrambi consapevoli della reale impossibilità di un futuro stabile insieme.
 
 

Si respirava a fatica sotto il peso dell’aria estiva di inizio giugno.
 
Nonostante i non detti penzolassero invadenti intorno a loro, Kyouya riuscì a incespicare in un sorriso le labbra, dopo giorni di cattivo umore; più cattivo del solito, si intende. Il pensiero di mordere nuovamente quell'erbivoro aveva risvegliato in lui un tipo di fame che solitamente rimaneva dormiente, non avendo mai trovato stimolante o fruttuoso uscire in presenza d’altri.
 
Fu in quell’istante che Dino poggiò lieve le labbra su quelle di Kyoya, lasciandolo spiazzato.
 
Di nuovo con questa farsa di castità, pensò Hibari.
 
«Cavallone, si può sapere che diamine sono questi baci da prima elementare?» sbuffò Kyoya. Erano giorni che non si vedevano e l'erbivoro lo baciava come se fossero ai primi incontri.
 
«Kyouya, mi sei mancato anche tu» rivelò finalmente Cavallone. Sorrise sincero, divertito dall’evidente immancabile impazienza di Kyoya.
 
«Figuriamoci» mise il punto Hibari, in Italiano. Si voltò dall’altro lato, per non guardare Cavallone negli occhi, in quanto la confessione dell’erbivoro lo aveva quasi imbarazzato.
 
Quasi. Sia chiaro.

 
 
 
   
 
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