Era mattina inoltrata
ormai, il piccolo Ten si svegliò con uno sbadiglio e si alzò dal suo giaciglio
tigrato con gli occhioni sonnacchiosi.
Pigramente scese in volo
al pianterreno dove trovò la signora Moroboshi intenta a cucinare il pranzo.
“Buongiorno…”
“Oh ciao piccolino! Vuoi
mangiare qualcosa? Mi sono avanzati un po’ di biscottini per te…” disse la
donna voltandosi verso l’oni.
“Si grazie mille, che
buoniii!”
Addentò con avidità i
dolciumi non appena la signora glieli porse e nella stanza si udirono solo lo
sbuffare della pentola nella quale cocevano le verdure per l’oden ed il
masticare continuo dell’alieno in miniatura.
La signora Moroboshi
diede una rapida controllata ai fornelli e quindi prendendosi un vassoio con
due tazze ed una teiera si sedette al tavolino della cucina e domandò:
“Ti va un po’ di tè?”
“No no, grazie, meglio
stia attento alla linea…se non smaltisco questo pancino Sakura non vorrà più
uscire con me! ” fece battendosi le mani sulla pancia producendo il rumore di
un tamburello.
“Ahah…Capisco...(Beh in
questo caso poteva rifiutare i dolcetti…e poi parla già come Ataru…poveri
noi!)”
“Ascolta, ho una cosa da
chiederti”
“Dimmi pure” rispose lei
prontamente tornando alla realtà
“Ataru come ti è sembrato
oggi?”
“Mmm…Beh se non fosse che
si è svegliato prestissimo e che ha mangiato più del solito…direi tutto
normale. Ma perché me lo chiedi Ten?”
“Beh perché stanotte mi
sono svegliato un paio di volte e l’ho visto sveglio accanto alla finestra
della sua stanza intento a guardar fuori, oppure l’ho visto fare su e giù per
la stanza senza darsi pace…”
“In effetti è molto
strano che si sia alzato tanto presto…”
“ Io penso che non abbia
dormito affatto stanotte…”
“Può darsi…ma mi spieghi
cosa gli è successo?” fece la signora Moroboshi preoccupata.
“Lui e Lamù hanno
litigato…”
“Eh? Beh ma non è una
novità, insomma, lo fanno sempre!”
“Stavolta penso che Ataru
si sia arrabbiato davvero con lei, Lamù si è sentita offesa e se ne è andata”
“Beh ma anche questo non
lo ha fatto molte altre volte?”
Ten allora prese un po’
d’aria con un respiro profondo e cominciò a spiegarle tutto l’accaduto.
“Uffa, quell’Ataru non si
smentisce mai! Ha pensato ad uno stupido oggetto materiale piuttosto che
curarsi dei desideri di Lamù! Poverina chissà come deve soffrire ora…”
“Già ed il brutto è che
non posso neppure contattarla…”
“E perchè?”
“Beh perché lei era
talmente arrabbiata da interrompere qualsiasi contatto con questo pianeta
dimenticandosi di me…”
“Beh Ataru non doveva
comportarsi così ma anche lei poteva dirgli subito la verità anziché fare tutte
quelle scene!”
“Se solo lui fosse
diverso e l’avesse trattata con amore e rispetto tutto questo non sarebbe
accaduto! Infondo che male c’è ad attirare le attenzioni del proprio ragazzo
pur di potergli rubare un bacio?”
“Hai ragione anche tu…”
“Che cosa si può fare?”
“Non lo so ancora
Ten…Magari si deve solo aspettare un po’ e le cose si aggiusteranno da sole
com’è sempre stato”
“Non so…non ne sarei
troppo sicuro…Lamù non vuole saperne più di tornare qui…”
“Quello scemo di un
Ataru…!”
“Oggi proverò a mettermi
in contatto con lei ma temo che ci saranno problemi perché le sequenze
dimensionali-spazio-temporali sulle quali viaggia il suo ufo sono semi
sconosciute qui, ma farò almeno un tentativo” promise il piccoletto.
“Oh grazie Ten, sapevo di
poter contare su di te” e gli rivolse un sorriso.
Intanto al liceo Tomobiki
è ricreazione e sul terrazzo della scuola ci sono strani movimenti…
“Allora lei dov’è?” gli
gridò contro Kakugari.
“Dicci perché Lamù non è
venuta a scuola!” stavolta parlò Chibi.
“Insomma Moroboshi
rispondi!” fece Megane con il suo sguardo viscido puntato addosso ad Ataru.
“ Sentite Lamù se ne è
andata via di sua spontanea volontà, non c’è niente da aggiungere! Ora
lasciatemi in pace, tornerà da me quando gli passerà!”
“Cosaaaaaaaaaaaa?!”
“ Ma perché vi interessa
quell’ isterica?”
“Non ti permetto di
parlare di lei in quel modo!” Mendo gli si buttò addosso con la katana in mano
con il suo fare minaccioso.
“Ehi ehi non ucciderlo
Mendo! Altrimenti come facciamo a sapere il motivo dell’assenza di Lamù?” fece
Perma.
Mendo allora si fermò, si
schiarì la voce e con fare serio e professionale chiese. “Insomma, dov’è la
nostra Lamù?”
Ataru allora raccontò
loro l’accaduto del giorno prima sperando nell’appoggio dei suoi compagni di
classe ma ottenne l’effetto contrario: gli venne dato torto marcio!
Alla fine della giornata
Ataru dovette lasciar perdere la normale via del ritorno verso casa sua e fu
costretto ad allungare un bel po’ per sperare di non incontrare qualcuno dei suoi
“amici” pronti a tendergli un agguato, se non altro ebbe modo di riflettere.
Si chiese perchè lei
avesse reagito in quel modo, infondo lui non l’aveva mai illusa, lo aveva fatto
da sola, lei credeva di essere la sua futura moglie, ma non era così che andava perché lui non gli aveva mai chiesto
di sposarla….ma con quella testaccia dura di un’aliena il fiato era sprecato!
Intanto Ataru fu scosso
dalla vista di una bella ragazza che si aggirava da quelle parti, così le corse
incontro e le disse premuroso:
“Hai bisogno di aiuto?”
“Ehm si, grazie…cerco il
caffè Casa delle Bambole…sa dirmi dov’è?”
“Oh oh oh…ma certo!
Usciamo insieme e ti ci porterò ben volentieri!”
“Ehm…io veramente vorrei
solo indicazioni…devo andarci perché ho un appuntamento con il mio ragazzo…”
Ataru non sentiva ragioni
e le prese la mano…
“Non si prenda certe
confidenze con me!” gridò lei lanciandolo in orbita con un calcio.
Nonostante tutto però il
colpo lo portò a casa sua (facendogli sfondare il tetto…!).
“Eccomi” fece poco dopo
scendendo al piano di sotto.
“Ti aspettavamo sai…”
I signori rimproverarono
duramente il figlio ma lui non volle sentire ragioni, terminò il pranzo e salì
in camera sua dove rimase per alcune ore prima di uscire a caccia di gonnelle.
Ataru tornò a casa
distrutto.
“Ataru ma che ti è
successo?” gli domandò suo padre.
“Avrà fatto il
dongiovanni come al solito!” bofonchiò la moglie in tono aspro.
Il ragazzo aveva l’aria
stanca, il viso era rosso per i ceffoni ricevuti e camminava in maniera ancora
più storta ed innaturale del solito.
Si sedette al tavolino
della cucina in attesa della cena, mentre i suoi genitori lo guardavano con
disapprovazione.
“A che cosa è servito far
andar via Lamù?” gli fece sua madre appoggiando un paio di piattini sul tavolino.
“Ma non siete contenti?
Mi sono finalmente liberato di lei!”
Una fiammata lo incendiò
da capo a piedi.
Ten scese in cucina a sua
volta e suo malgrado aveva sentito tutto.
“Scusa tanto amico, non
mi ero accorto ci fossi tu…” fece il bimbo sarcastico volando vicino alla
signora Moroboshi che lo appoggiò sul tavolo accanto a lei.
“Insulso nanerottolo io
ti…” Ataru aveva appena alzato verso di lui la sua scodella di ramen
minaccioso, ma sua madre lo fulminò con lo sguardo.
“Cosa credi di fare al
povero Ten?”
“Ma lui…”
“Non fare così, Ten è
ancora piccolo non ha il miglior controllo di sé…”
“Se se…” Ataru non ne era
affatto convinto.
Un’oretta dopo Ataru si
recò in camera sua seguito da Ten.
“Che vuoi ora pulce?”
“Piantala Ataru, sono
venuto qui solo per localizzare l’astronave di Lamù ”
“E perché lo fai?”
“Per chiederle di tornare
sulla Terra…”
Ataru lo colpì in testa
con la chitarra acustica che aveva in camera procurando al piccolino un gran
brutto bernoccolo…
“AHIA! Ehi ma dico sei
impazzito?! Sono solo un bambino io!”
“Sei soltanto un
mostriciattolo, quale bambino!”
Ten lo incenerì con un
sol fiato e il ragazzo si accasciò al suolo, quindi l’oni tornò al suo lavoro.
Ataru poco dopo si mise a letto e fece finta di dormire, quindi il bimbetto potè
portare avanti le sue ricerche delle frequenze su cui viaggiava l’ufo
dell’amata cugina.
“Ho capito che Lamù si
merita molto di meglio di un donnaiolo scavezzacollo come te! ” brontolò
nervoso.
“Sono pronto!” fece
sottovoce dopo ore di lavoro su alcuni aggeggini che aveva nel pannolino
tigrato.
Ataru a questo punto
dormiva davvero.
Ten gli si avvicinò e gli
sussurrò:
“Non so se riuscirò a far
tornare da te Lamù…Non ci credo che non le vuoi bene neppure un po’…” e cosi
dicendo spalancò la finestra della stanza e premendo alcuni bottoncini notò che
la sua astronave a forma di paperella era pronta. Vi ci si sistemò dentro e
iniziò subito il countdown.
Nel medesimo istante
Ataru venne svegliato da un fascio di luce abbagliante e si rese conto che Ten
stava partendo.
“Non ti lascerò andare a
riprenderla poppante!”
Poi mentalmente, dentro
di sé, alla frase detta aggiunse “(non ci andrai da solo almeno! )”, quindi si
attaccò al corpo metallico mentre l’ignaro piccolo alieno si preparava al
decollo nello spazio aperto….
****************L’angolo di
Amy****************
Ciao a tutti^^
Che ve ne pare?
E’ un po’ corto e noioso lo
so…ma i commenti non guastano mai! Vanno benissimo anche le critiche!
Presto aggiornerò ma fatemi
sapere come procede secondo voi!
E ora passiamo alle
recensioni:
- Per Achille88: Ciao, ti
ringrazio tantissimo per la recensione, mi sento lusingata^^ sto cercando di
ricalcare al meglio (per quanto possibile) il mondo di Urusei Yatsura e
naturalmente il carattere dei suoi personaggi…hai ragione su Ataru, ma vedi è
proprio la sua stupidità a renderlo un personaggio divertente! Grazie comunque
per i nomi, neanche a farlo apposta li avevo già inseriti nel secondo capitolo!
E approposito…spero ti piaccia^^
- Per Lorelaine86: Ciao mia
cara grazie mille, senza di te la mia fanfiction non avrebbe mai avuto una
forma così bella, spero che ti piaccia davvero anche il contenuto^^
Ciao e grazie,
Amy Dickinson