Bivio

La loro casa, l’orologio, il mondo intero si fermò intorno al loro silenzio.

“Cosa hai detto?”

“Hai capito bene. Ho un ritardo.”

“Di quanto?”

“Quasi... tre settimane”

Alessandro respirò a fondo, poi tentò di mandar giù la saliva, ma era come se avesse avuto un nocciolo di pesca incastrato in gola. Voleva scappare, voleva prendersela con tutti gli dei del cielo, era troppo piccolo, aveva 22 anni, non era pronto, un bambino l’avrebbe reso infelice e schiavo. Quando stava per andare in panico, quando stava per rovesciarle addosso tutte le sue preoccupazioni, guardò negli occhi la sua Elena. Era spaventata. No, di più... era terrorizzata. Gli occhi lucidi di lacrime e la bocca tremante non chiedevano che un po’ di aiuto. Nel giro di mezzo secondo, Alex aveva deciso.

“Andrà tutto bene amore, vedrai che sarà solo un po’ di stress per gli esami”

“Alex ma sei scemo? Come fai a rimanere così tranquillo? Hai capito di che stiamo parlando? Di un bambino! Oh mio Dio, Alex... un BAMBINO! Come è potuto accadere? Siamo sempre stati attenti! Oh mio Dio... non mi era mai capitato un ritardo, ti giuro... Alex... che cosa facciamo...”

“Andrà tutto bene. Vedrai. Adesso andiamo in farmacia a comprare un test di gravidanza... andrà tutto bene”

Le prese la testa con una mano e l’avvicinò a sé. Lei tremava da morire.

“Me lo prometti?” chiese lei nascondendo la testa nell’incavo del suo collo.

“Te lo prometto”

Mentre sorseggiava triste un the, Elena sentì la porta di casa chiudersi. Alex era tornato. Con il test.

“Alex!”

“Amore... sono tornato. Tieni, qui ci sono le istruzioni”

Elena scorse velocemente il foglietto illustrativo, ma tanto sapeva cosa doveva fare. Corse in bagno con uno dei due test della confezione. Un minuto dopo, Alex l’aveva raggiunta in bagno, dove sedeva sul bordo della vasca, con lo sguardo fisso sul test, nell’inconscia speranza che osservandolo, il risultato arrivasse più in fretta.

Il ragazzo si sedette in silenzio vicino a lei, pregando con tutte le sue forze che apparisse la scritta “non incinta”.

E aspettarono i tre minuti necessari. L’orologio batteva lugubre i secondi, mentre il sole piano piano spariva, tuffandosi all’orizzonte.

Alex le strinse la mano. Un battere di ciglia, e sul test era apparso il risultato.

Elena scoppiò in lacrime e si lasciò scivolare lentamente sul pavimento. Il ragazzo la strinse a sé, con gli occhi lucidi di pianto anche lui, ma consapevole che in quel momento doveva essere forte per entrambi.

A terra, il test abbandonato urlava in silenzio il suo verdetto.

Incinta.