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Autore: Andrea Micky    11/06/2022    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
Un umorismo ispirato ai comici italiani del passato caratterizza questa nuova storia di Poldo.
POPEYE and relative characters created by E. C. SEGAR
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’onore ritrovato 
by Andrea Micky

Una mattina, mentre si stava recando al porto, Braccio di Ferro s’imbatté in Poldo, che pareva piuttosto abbacchiato. 
“Ciao, Poldo. Come mai quel muso lungo?” gli domandò il marinaio. 
“Oggi é un giorno nefasto per me: comincio a lavorare” rispose cupamente lo Sbaffini. 
“Ma bene. Così, ti guadagnerai da vivere col sudore della fronte” disse compiaciuto Braccio di Ferro. 
“Già. Ma io me la sono sempre cavata grazie al mio cervello e mettermi a lavorare é per me un grande disonore” sospirò amareggiato Poldo. 
“Vedi questa situazione come un nuovo inizio” lo incoraggiò il marinaio, mettendogli una mano sulla spalla. 

Poldo aveva trovato lavoro come fattorino in una ditta di consegne, dove lo Sbaffini arrivò pochi minuti dopo la chiacchierata con Braccio di Ferro. 
Una volta indossata la divisa da lavoro, Poldo e i suoi colleghi vennero messi alla guida di altrettanti furgoncini ape, nel cui retro vennero caricati diversi scatoloni. 
“Nel cruscotto troverete una cartina, con i percorsi da seguire ed una radiolina, con cui vi contatterò in caso di bisogno. Quando avrete consegnato tutta la merce sul furgoncino, tornate qui per un nuovo carico” spiegò il direttore della ditta. 
“Sissignore!” risposero i dipendenti, prima di accendere i motori dei loro veicoli. 

La prima consegna di Poldo consisteva in una ventina di giocattoli sonori per cani, da consegnare ad una scuola di addestramento. 
“Metta pure la roba lì dentro” gli disse la direttrice dell’istituto, indicando una sala vuota.
Lo Sbaffini fece come gli era sta detto, ma non appena i giocattoli vennero rovesciati a terra, la stanza si riempì di cani…che si avventarono sullo sfortunato fattorino, mordendolo su tutto il corpo.
“Ma che gli é preso a queste bestiacce?” domandò lo Sbaffini, mentre cercava di respingere l’assalto. 
“Credo che abbiano preferito masticare lei anziché i giocattoli” rispose imbarazzata la direttrice. 
“Almeno li fermi” supplicò lo Sbaffini, ormai prossimo alla resa. 
“Non posso. L’addestratore é in pausa e se adesso gli chiedo di aiutarmi, finisco nei guai con i sindacati” sospirò la donna, alzando le spalle. 

La successiva consegna di Poldo doveva essere effettuata in una fattoria fuori città, gestita dal contadino Augusto Acidoni, che aveva appena arato il suo campo, in vista della semina. 
“Ecco qua: uno stock di semenze assortite, come richiesto” disse lo Sbaffini, porgendo un pacco pieno di buste di semi al contadino.
“Grazie. Spero solo che i maledetti uccellacci che bazzicano qui intorno non si mangino tutto, come al solito” brontolò quest’ultimo, mentre apriva il pacco.
E proprio in quel momento, uno stormo di uccelli si avventò sulle buste di semi, divorandone il contenuto, per poi ricoprire i due uomini di penne e qualcos’altro.
“Ehm, se vuole, può effettuare un nuovo ordine presso la nostra ditta” disse imbarazzato Poldo, prendendo nota dell’ordinazione.
“Magari, prima mi faccio una doccia” brontolò irritato Augusto Acidoni.

L’ultima consegna di Poldo consisteva in un televisore da cinquanta pollici, che lo Sbaffini avrebbe dovuto recapitare al quindicesimo piano di un condominio. 
Dato che l’ascensore era rotto, Poldo dovette trasportare il pesante pacco per numerose rampe di scale, arrivando stremato all’appartamento del destinatario, da dove provenivano rumori di oggetti rotti e urla selvagge. 
Con fare guardingo, Poldo suonò il campanello, ma quando gli aprirono la porta, lo Sbaffini venne colpito in testa da un grosso vaso, che una coppia di bambini, maschio e femmina, gli aveva lanciato contro.
“Bambini, é arrivato il televisore nuovo. Perciò, potete smettere di giocare alla guerra” disse la padrona di casa, mentre usciva dall’armadio in cui si era rifugiata. 

Ancora stordito per la botta ricevuta, Poldo portò il pacco nel soggiorno (completamente a soqquadro) dell’appartamento, dove il bambino, servendosi di un casco da football, gli rifilò una tremenda testata allo stomaco, mentre la bambina, maneggiando una mazza da baseball, lo colpì violentemente alla testa e alla schiena. 
“Porti pazienza. Senza il televisore, i miei figli si divertono in questo modo” spiegò la donna, mentre collegava l’elettrodomestico alla presa nel muro. 
“Si figuri. I bambini sono vivaci per natura” rispose lo Sbaffini, mentre cercava di scrollarsi di dosso le due piccole pesti. 
“Bene. Allora, può guardarmeli mentre sintonizzo l’apparecchio?” domandò la padrona di casa, mentre armeggiava col telecomando. 
Ma quella domanda rimase senza risposta, perché Poldo corse subito via, percorrendo i quindici piani che lo separavano dall’uscita in altrettanti secondi.

Una volta tornato alla ditta di consegne, Poldo ricevette un nuovo incarico, riguardante la spedizione di una grossa cassa di legno. 
“Questa cassa contiene delle scatolette marca Manzotom, che devi consegnare al supermercato in centro” spiegò l’addetto al carico, mentre la cassa veniva sistemata sul furgoncino. 
“Farò in un attimo” promise lo Sbaffini, che partì veloce come un fulmine. 

Circa un’ora dopo, il direttore della ditta di consegne ricevette una telefonata dal supermercato. 
“Ci avevate garantito una consegna rapida, ma qui non é arrivato niente” disse il responsabile del settore alimentari. 
“Verificherò subito” promise il direttore. 
Ma tutti i tentavi dell’uomo di mettersi in contatto con Poldo risultarono vani, costringendo così il direttore a cercare personalmente il dipendente scomparso. 

Seguendo il percorso per raggiungere il supermercato, il direttore trovò il furgoncino di Poldo parcheggiato vicino ad un albero, sotto al quale lo Sbaffini dormiva beatamente, circondato da numerose scatolette di Manzotom vuote. 
“Poldo! Razza di sfaticato! Si può sapere cos’hai combinato?” sbraitò infuriato il direttore. 
“Mi sono fatto una spuntino” rispose calmo lo Sbaffini, mentre si stiracchiava. 
“Sei licenziato!” disse il direttore, irritato da quell’atteggiamento indolente. 
E dopo aver raccolto un grosso ramo da terra, il direttore pagò la liquidazione di Poldo a suon di legnate.

Quella sera, mentre ritornava a casa, Braccio di Ferro s’imbatté in Poldo, malconcio per via delle botte ricevute.
“Poldo! Ma che ti é successo?” domandò sorpreso il marinaio.
“Mi hanno licenziato per aver mangiato delle cibarie che  avrei dovuto consegnare” rispose lo Sbaffini, sorridendo soddisfatto.
“E come puoi essere contento di una cosa simile?” domandò perplesso Braccio di Ferro. 
“Perché, così facendo, ho salvato il mio onore” rispose orgogliosamente Poldo, mentre si allontanava. 
Conoscendo la filosofia di vita dell’amico, Braccio di Ferro non disse nulla, limitandosi a scuotere la testa con fare rassegnato.
FINE
   
 
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