SPOILER OBI-WAN KENOBI
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SPOILER OBI-WAN KENOBI
 

“All my heart is yours: it belongs to you; and with you it would remain, were fate to exile the rest of me from your presence forever.”
― L.A. Fiore, Beautifully Damaged

Obi-Wan vorrebbe fargli notare che non c’è niente di male a chiedere aiuto, ma Anakin, al solito, si è intestardito . Seduto accanto a lui, sta palesemente tremando per il freddo, ma quando la giovane contadina, nella cui stalla hanno trovato riparo, gli allunga una coperta, la rifiuta sdegnosamente. «Sono un padawan io. Non sono un bambino.»
La ragazza, Nani, sorride divertita «Oh vi prego di scusarmi piccolo Maestro.» Le guance di Anakin si tingono di un rosso scarlatto mentre affonda ancora di più nel mantello, imbronciandosi terribilmente. Nani si allontana, e Obi-Wan attira l’attenzione del suo apprendista con una piccola gomitata«Non c’è nulla di male nel chiedere aiuto.» gli fa notare«E nemmeno nell’accettarlo.»
Il bambino scrolla la testa cocciuto, e il giovane Maestro decide di lasciarlo fare. La tempesta di neve infuria ancora, dovranno passare lì tutta la notte come minimo, avrà tempo per scardinare le sue convinzioni e assumere un atteggiamento più ragionevole, come accettare una mano tesa quando viene offerta con cuore sincero.

«Anakin.»
Obi-Wan tende a dimenticare di avere a che fare , più che con un normale decenne, con un piccolo loth-cat per quanto riguarda la testardaggine. Nonostante il cappuccio tirato sul capo, riesce a vedergli a vedere la punta del naso arrossata e le labbra che tremano per il freddo. «Oh maledizione, ragazzino!»
Anakin sussulta sorpreso quando sente le mani del Maestro infilarsi sotto le sue braccia e trascinarlo. Strabuzza gli occhi e cerca di respingerlo, ma Obi-Wan riesce facilmente a infilarlo sotto al suo mantello, seduto sul suo grembo.
«Maestro è imbarazzante, non sono un neonato!» mugola mentre cerca di lottare contro la sensazione di benessere istantaneo datogli dal calore corporeo di Obi-Wan, ma il Maestro non lo lascia alzare, così decide di dimostrargli tutto il suo disappunto incrociando le braccia e accigliandosi il più che può. Peccato che già due minuti dopo abbia smesso di tremare e dieci, stia dormendo così saporitamente da perfino russare leggermente.

Padmè cerca di ribellarsi, ma Anakin le ha già avvolto il suo mantello, e la coperta sua e di Obi-Wan addosso. La senatrice , che spunta dal bozzolo in cui il neo cavaliere Jedi l’ha avvolta solo per la testa, continua a brontolare di non aver bisogno di tutte queste attenzione. Obi-Wan sospira, in realtà, se potesse fare cambio con lei, lo farebbe. Dopo averla salvata da un attentato alla sua vita, sono finiti tutti e tre in acqua, e il fiume, sopra il quale sorge il parlamento di TERE700C , li ha trascinati per chissà quanto. Non è un pianeta ghiacciato, per fortuna, ma è pieno inverno, ed è neve quella che fiocca lenta oltre l’ingresso della grotta in cui hanno trovato riparo.
«Non hai freddo, Ani?» chiede Padmè allungando una mano verso il volto del ragazzo «Sei gelido.»
«Non ti preoccupare, sto benissimo. » Obi-Wan, non ha bisogno di guardarlo per sapere che sta mentendo. Ha la voce bassa, e grazie alla Forza riesce a percepire come stia cercando di non tremare come una foglia. Lo lascia fare, negli anni, quel cucciolo di loth-cat testardo, non è affatto migliorato nell’affrontare i problemi. Anzi. Se è possibile si è ancora di più incaponito nel voler fare tutto da solo anche quando è chiaro che non riesce.
Dopo un’ ora, Padmè sembra aver ripreso colorito, accanto al fuoco, tende le mani verso le fiamme, le sfrega una contro l’altra e poi le porta di nuovo al riparo nel suo piccolo bozzolo caldo. Obi-Wan è ancora piuttosto infreddolito, ma come la giovane senatrice, sta leggermente meglio. Quello che sta sfiorando l'ipotermia è Anakin.
«Per l’amor del Cielo, Ani!» la voce di Padmè si alza di un ottava mentre cerca di sfilarsi di dosso una delle coperte che le sono state rincalzate attorno «Ti prego, prendila, ti verrà un accidenti!»
Anakin scrolla la testa, e si alza. Obi-Wan lo segue con lo sguardo fino a trovarselo di fronte «Anakin?» mormora mentre abbassa gli occhi sulle mani del suo vecchio apprendista che gli stanno slacciando il mantello e lo guarda, sconcertato, sedersi accanto a lui , praticamente addosso, per infilarsi al meglio sotto una falda del soprabito. Padmè per un attimo sembra troppo sorpresa per parlare, guarda Anakin, poi Obi-Wan – che sa di avere un’espressione rassegnata al limite del comico – e alla fine scoppia a ridere di gusto.

«Hai smesso di tremare, mio vecchio padawan?»
«Sì, Maestro.»
«Quindi hai intenzione di uscire da sotto il mio mantello?»
«Direi di no, Maestro.»
Padmè squittisce una seconda risata di cuore e Obi-Wan è certo di aver sentito Anakin imprecare contro di lui in risposta.

Fa freddo nel bacta.
Fa freddo nell’armatura di Darth Vader.
Da che l’ Inquisitrice gli ha rivelato che è ancora vivo, Obi-Wan lo percepisce in continuazione. Un’ombra distorta nell’angolo della sua mente, un sussurro malevole nel lato chiaro della Forza. Non ha idea di come sia possibile, ma è come se Anakin fosse sempre accanto a lui, legato, nonostante le loro strade si siano separate nel peggiore dei modi quell’infausto giorno a Mustafar.

Sa che rabbrividisce continuamente. Ogni minuto, ogni secondo, ha la pelle increspata, la spina dorsale che trema, il freddo è l’unica sensazione che riesce a provare, quando non è nella rabbia. Solo quando è furioso il calore si espande, dal centro del petto fino ai monconi delle gambe e delle braccia...E la cosa che lo rende più furioso al mondo è lui.
Per questo motivo lo cerca. Per questo motivo lo desidera, lo brama più di qualsiasi altra cosa al mondo. È la disperata ricerca di calore, una forma contorta del suo infilarsi sotto al suo mantello e scaldarsi . Per questa ragione non è sorpreso della sua pervicacia nel trovarlo ben oltre la normale smania di vendetta dei sith. Vorrebbe dirglielo che ha freddo anche lui, che vorrebbe abbracciarlo come quando era un bambino e , anche se sapeva che stava facendo finta di dormire, lo portava a braccia fino ai dormitori e lo metteva a letto.

Mi manchi.
Ho freddo.
Sei tu che hai lasciato me, non io te.

Nessuno dei due sa che i pensieri che sentono, non sono i propri, ma dell’altro. In un continuo legame, creato nei giorni di luce, e rinsaldato nel buio, tra mattoni di odio e lacrime, nessuno dei due riesce davvero a capire quanto sia ancora forte quel legame che li ha uniti dalla perdita dolorosa di Qui Gon.
 

«Vuoi davvero Anakin morto?» urla Reva attraverso la paratia che li separa. Obi-Wan sa che dovrebbe desiderarlo. Sa che non c’è nulla che riporterà indietro il ragazzo che ha amato come se fosse una parte del suo cuore, che egli è morto quando ha stretto la gola della donna che amava, quando ha cercato di uccidere lui, che nei momenti di tenerezza, diceva di amare come un padre. Anzi di più. Eppure non riesce.
Nonostante quello che ha di fronte, non sia più lo stesso scapestrato combinaguai che ha allevato, ma un pluriomicida, assassino della sua stessa gente. Non riesce a smettere di amarlo.
«Lo sapevo.» è il sussurro di Reva attraverso la Forza «Sei debole.»
 

Ma c’è davvero debolezza nell’amare nonostante tutto?