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Autore: Wings44    27/06/2022    1 recensioni
"Pokémon: Dream Chaser" è una storia che parla di sogni e di giovani che li inseguono senza sosta, senza mai arrendersi.
Reiko e Ayl sono due ragazzi. Uno vuole essere l'allenatore migliore che si sia mai visto, l'altra vuole diventare una professoressa per scoprire la verità sulla scomparsa della madre. Il loro viaggio li vedrà invischiati in un conflitto di cui solo loro potranno decidere le sorti.
In un'epoca dove i sogni sono il motore del mondo, leggerete di due ragazzi prescelti da Ho-oh e Lugia e di come si scontreranno, entrambi per perseguire i loro obiettivi.
Un'avventura senza tempo, un destino tutto da scrivere e un viaggio per l'autodeterminazione. Sono queste le cose che vi aspettano in "Pokémon: Dream Chaser"!
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Warning! La storia sarà molto lunga (se riuscirò a scriverla)
I protagonisti della storia sono OC, ma ci saranno quasi tutti i personaggi del videogame e del manga di Pokèmon. I loro caratteri saranno fedeli alle opere originali, ma con un pizzico di Headcanon e libertà autoriale. Stessa cosa vale per la timeline.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Anime, Videogioco
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Pareti azzurre, color cobalto, si estendevano fino a dove l'occhio riusciva ad arrivare. Lisce e con qualche rara sporgenza, si gettavano a capofitto in un vastissimo canyon, talmente profondo da far credere che potesse tagliare il globo terrestre in due, come se fosse una morbida baccamela e non un ammasso di rocce durissime. 

Da lungo i bordi delle pareti cristalline si snodava un complesso reticolato di cunicoli; un dedalo talmente intricato da poter intrappolare chiunque all'interno, forse per sempre. 

Lo scintillio dei cristalli illuminava l'ambiente, rendendolo il paradiso di pokémon come i Sableye. Uno di loro, infatti, stava setacciando le rocce con i suoi artigli, per trovare i cristalli più brillanti di cui cibarsi. Ghignando, il mostriciattolo si sporse verso il suo pranzo, provando ad addentarlo con la bava alla bocca, quando un rumore inaspettato lo portò ad allontanarsi e a nascondersi. Dall'ombra dell'anfratto nel quale si era gettato, vide un allenatore e il suo Metagross attraversare in fretta un cunicolo poco lontano. 

Un paio di converse faceva risuonare nella galleria dei passi gelidi e decisi, accentuati dalla fretta del ragazzo che le indossava: la lunga giacca blu svolazzava aperta, in modo da far intravedere una felpa nera, che a sua volta copriva una camicia beige a quadri, del quale solo il colletto era visibile. I pantaloni, neri anch'essi, si abinavano alla felpa creando nel complesso un outfit bizzarro e ironicamente adatto a quel folle che aveva l'ardire di addentrarsi in una caverna del genere, a quasi 2000 metri sotto il livello del mare. 

Probabilmente questo canyon si è generato da una lotta tra Groudon e Kyogre... del resto qui ad Hoenn la varietà nei panorami è per lo più dovuta al loro scontro secolare. Ad Unima, salvo la Fossa Gigante, non abbiamo luoghi così modificati dal potere dei Pokèmon Leggendari.

Pensò il ragazzo, ma nonostante fosse assorto nelle sue ipotesi, ciò non lo fermò dal camminare preoseguendo per la strada che il suo Metagross davanti a lui gli indicava. 

Il pokèmon stava seguendo una traccia grazie ai suoi poteri psichici, traccia che sembrava condurre fino ai meandri più profondi della Caverna Stellata. 

L'avevano cercata per mesi, il pokèmon e il suo allenatore, ma finalmente erano riusciti ad addentrarsi lì con il sottomarino rubato a Porto Selcepoli. L'Explorer 2 era davvero difficile da pilotare, ma leggere tutti quei libri aveva insegnato al ragazzo le basi e non sarebbe potuto essere più felice del risultato: sarebbero stati i primi a trovare Jirachi. 

I passi si susseguirono incessanti sulle rocce appuntite, tra i crepacci che si gettavano nel canyon e tra le discese più sicure che fiancheggiavano fredde pareti cristalline. Ad ogni passo corrispondeva un pensiero nella mentre sovrastimolata del ragazzo, che non smetteva di rimuginare: 

La Cometa Millennium era quindi un indizio fuorviante... indica solo il risveglio di Jirachi, non lo trasporta direttamente. Il motivo per cui non è stato ancora trovato, è che il Pokémon Desiderio dormiva qui, in fondo alla Caverna Stellata!

I suoi occhi rossi brillarono per la brama, come se l'eccitazione fosse oramai incontenibile. La curiosità lo divorava, facendolo navigare in un mare di congetture, inutili per il suo scopo, ma ugualmente stimolanti: 

Forse la Cometa lo ha trasportato in tempi antichi, però... avvalorerebbe l'ipotesi che lui sia un pokèmon spaziale. Magari trae energia dal suo passaggio? Sarebbe possibile? Coi suoi poteri, forse?

Il ragazzo si fece sfuggire un « Cazzo, ci siamo, ci siamo! » sussurrato a fior di labbra.
Il sentiero scese e lui fece scorrere il palmo della mano sulla parete di cristallo, che brillava come per indicargli la meta: un freddo gelido penetrò fino alle ossa del ragazzo, come se potesse congelarle e spezzarle da un momento all'altro, dall'interno. Il giovane allenatore, però, non staccò neanche per un attimo il palmo dalla parete, per cercare di sentirsi vivo grazie a quel doloroso sbalzo termico che il suo corpo subiva. Dopo secondi che parvero interminabili, però, tornò alla realtà e alla sua discesa, verso il luogo dove i desideri che tanto ardentemente voleva veder esauditi sarebbero divenuti realtà. 

Non era solito cedere alle emozioni, ma quella sera il ragazzo non faceva che sorridere, talmente tanto che le sue guance sembravano paralizzate. Metagross lo guardava in un misto di preoccupazione e confusione, turbato dal cambiamento repentino che la persona di cui più si fidava stava subendo. 

« Jirachi... è vicino, vero? Lo sento. » 

Le parole del ragazzo tradivano ciò che anche il suo Metagross pensava: nessuno dei due riusciva a credere che il loro viaggio durato anni stesse per finire proprio qui, in una grotta le cui rocce mai erano state calpestate da uomini. 
Archi di cristallo si susseguirono al loro passaggio, conducendoli sempre più in profondità, dove la grotta si allargava dipartendo dal canyon che prima faceva da protagonista. Il cunicolo ormai era uno solo e non c'era pericolo di perdersi. 

Proseguendo, finirono in una sezione della grotta davvero enorme, dove una volta formata da roccia nera come la notte e punteggiata da crisalli luminosissimi li sovrastava. Questo finto cielo stellato fece sussultare il ragazzo, che come ogni essere vivente davanti a qualcosa di nuovo, non potè che meravigliarsi. Le sue dita tremavanoper l'emozione, così come le sue labbra. Si passò una mano tra i capelli, spettinando leggermente le ciocche biondo platino tirate verso dietro. 

Era nervosissimo, ma lì sotto nessuno lo avrebbe potuto giudicare. 

Il suoi passi si fecero impazienti, tanto che avanzò per camminare al fianco di Metagross, il quale invece appariva imperturbabile come ogni buon pokèmon d'acciaio che si rispetti. 
Il duo infine giunse nella parte più profonda della Caverna Stellata, che non sembrava proseguire oltre. 

Era... un vicolo cieco?! Tutta quella fottutissima fatica per arrivare in una valle di pietra e cristalli dove non c'era anima viva?! 
Il ragazzo tirò un pugno ad una roccia per la frustrazione, mugolando dolorante. 

« Non è giusto, Metagross. È qui, i-io ne sono sicuro! » 

Il pokèmon fece abbattere un violento Psichico sul pavimento, senza fare nulla, come se avesse intuito che qualcosa da trovare ancora ci fosse. Inaspettatamente per i ragazzo, i cristalli al centro dello spiazzo si piegarono, rivelando un ultimo cunicolo che pareva scendere fino alla vera fine della grotta. 

Il ragazzo arrossì per essersi scomposto a tal punto, sospirando e avvicinandosi al fedele Metagross, che accarezzò dolcemente con la mano. 

« Il giorno in cui ti ho scelto la mia vita è cambiata. Senza di te, io... » 

Un suono violento e fastidioso, simile ad uno stridio metallico e innaturale, interruppe il ragazzo, portandolo a coprirsi le orecchie con le mani. 

« D-DAVANTI A TE, FA' ATTENZIONE! » 

Metagross si girò subito verso il cunicolo, dal quale saltò fuori un pokèmon che i due avevano visto solo nei libri: un Armaldo.
Doveva essere estinto, ma era lì davanti a loro, in carne ed ossa; per produrre quello stridio stava sfregando le scaglie, volenteroso di scacciare dal suo territorio gli "invasori". Vedendo che nessuno dei due arretrava, il pokémon si lanciò alla carica, allungando gli arti e conficcandoli dentro la pelle metallica di Metagross. Era la mossa Tritartigli, inefficace contro il metallo per definizione, ma che ora stava perforando uno dei pokèmon più forti del giovane allenatore, che non era certo alle prime armi. 

« Direi che dobbiamo mostrargli quanto siamo determinati, non abbiamo scelta. Meteorpugno, adesso! » 

Una delle zampe di Metagross si ammantò di energia, diventando più dura di quanto già non fosse. Alzandola, con un colpo sorprendentemente veloce, mirò dritto sul ventre di Armaldo, che tossì dolorante mentre le sue scaglie facevano crack, per il colpo subito. 

Crack. 

Il pokèmon fossile non potè rispondere, che un altro Meteorpugno lo fece volare fino alla parete cristallina, la quale gli franò addosso. 

Crack. 

Le rocce si mossero appena, crepandosi. 

Mentre il ragazzo prese un sospiro di sollievo, Armaldo si liberò dai detriti combattendo il dolore, per poi lanciarsi ancora alla carica, in un movimento rapido simile ad uno zig zag. 

« Fa davvero caldo qui sotto... che ne dici di far piovere un po'? » 

Metagross non se lo fece ripetere due volte, fiero di aver capito subito a quale tecnica si riferisse l'allenatore, ma incapace di non alzare gli occhi al cielo per la pessima battuta. 

I suoi poteri psichici si abbatterono sul tetto della caverna, staccandone i cristalli e facendoli schizzare verso il basso in una pioggia appuntita e letale. 

Armaldo per schivare dovette rallentare molto, ma nonostante ciò le stalattiti di cristallo gli si conficcarono sul corpo, tra le scaglie. 
Dolorante, ma estremamente arrabbiato, corse fino ad essere abbastanza vicino a Metagross per colpire con l'attacco più potente che aveva: Forbice X. 

Gli arti si allungarono e le sue piccole ali cominciarono a sbattere. L'assalto avrebbe comportato parecchi danni, ma... 

Metagross distese le zampe e cominciò a fluttuare, girando su sè stesso in un movimento simile alle pale di un elicottero. Con la forza della rotazione si abbattè sul nemico, colpendolo più e più volte, ripetutamente e sempre più forte. Quando finalmente cadde a terra, KO, le sue unghie si spezzarono per la violenta battaglia e per i colpi subiti. 

L'allenatore sospirò, mentre osservava l'avversario appena sconfitto 

« Faremo una bella visitina al Centro Pokèmon noi tre, appena fuori di qui. » 

Lanciò svogliatamente un'Ultra Ball ad Armaldo, catturandolo e attaccando poi la sfera alla sua cintura. Senza dire una parola, ormai infastidito dal tempo perso, scese nel cunicolo scoperto dal compagno. 

I piedi del ragazzo ormai facevano male per quanto aveva camminato, ma... fuggiva da tutta la sua vita, del resto, non poteva dire di non esserci abituato. 

Non era niente. 

Niente che non avesse già affrontato. 

E ce l'avrebbe fatta anche stavolta. Era lì. Era da Jirachi. 

I passi e l'ambizione lo condussero finalmente al cospetto del pokèmon Desiderio.
In una piccola stanza circolare ammantata da cristalli chiari, una bolla magica rinchiudeva come in un bozzolo il Pokèmon. La sfera aveva i bordi dorati talmente luminosi da bruciare gli occhi, mentre l'interno era scuro e freddo; uno spazio profondo punteggiato da stelle che lo illuminano leggermente. 

Le due bandierine gialle sul dorso di Jirachi lo avvolgevano per tenerlo al caldo, in un soffice fagotto che fece intenerite il ragazzo alla sola vista di quel pokèmon così carino. Dalle punte della testa a forma di stella pendevano delle targhette verde-acqua, quelle che nei libri erano chiamate "targhette del desiderio". 

S-se la leggenda non mente, ora toccandolo dovrei potergli trasmettere il mio desiderio-  

Il ragazzo esitò, in uno stato di semi-shock dovuto all'incredulità di esser giunto al capolinea della sua avventura durata cinque anni. 
La sua vita gli passò davanti e, in un brivido che lo scosse da capo a piede, decise di avanzare. 

Tre passi. 

Due passi. 

Un passo. 

E... 

Dopo aver toccato la testa di Jirachi, pensò al suo desiderio. 

Il Pokèmon si risvegliò madido di sudore. Sulle tre targhette ora vi erano scritte delle blasfemie capaci di far rimanere di stucco chiunque. Una voce timida e bambinesca risuonò nella testa del ragazzo. 

« Q-questo desiderio... io non posso. Sei sicuro di- » 

« Sì. È il mio desiderio, Jirachi » 

« Come sei arrivato fin qui...? Cosa ti porta a- » 

« Non voglio chiacchierare con te, voglio  andarmene sapendo che appena domattina mi sveglierò, sarà tutto finito. Esaudisci il mio desiderio. » 

Il pokèmon esitò, come se fosse sull'orlo delle lacrime. I suoi piccoli arti tremavano, ma era stato risvegliato e doveva portare a termine il compito. 

« Io in realtà... non ne ho il potere. Manipolare l-la realtà in questo modo, solo... solo Dio potrebbe. Solo Dio, ma- » 

Il ragazzo sospirò, mettendo una mano davanti al viso, lasciando che tutta la fatica scorresse via grazie a quel gesto. 

Certo. Come poteva immaginare che nella sua vita di merda qualcosa potesse andare per il verso giusto, anche solo per una fottuta volta? 

Ma anche a costo di morire, lui avrebbe fatto quello che era necessario per rendere il suo desiderio realtà. Non si trattava solo di brama, lui non lo faceva solo per sè stesso. 

Lo faceva per tutti. 

« Ho capito. Allora dimmelo, Jirachi. » 

L'aria nella caverna si fece pesante e ogni suono cessò. L'atmosfera si fece solenne e spaventosa come non mai. 

« D-dirti cosa? » 

Silenzio. E poi una frase, secca e decisa. 

« Dimmi come incontrare Dio. »



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Cari lettori! 
Se siete arrivati fino a qui, grazie. Grazie per la vostra attenzione e spero anche per le vostre recensioni, se foste così gentili da investire ancora il vostro tempo per darmi un'onesta opinione. Ogni feedback è importante, perchè questa è la prima fanfiction che scrivo e sono sicuro di poter (e voler) migliorare moltissimo!
Il "Capitolo 0" che avete appena letto non è che una piccola finestra su una storia più grande che ho in mente da anni. All'inizio è nata come una roleplay, ma non potendo più usarla, ho deciso di trasporla su "carta". Avevo bisogno di gettare via questo capitolo così come avrò bisogno di farvi leggere gli altri.
La storia sarà lunga, se riuscirò a scriverla tutta come vorrei, ma nonostante ciò, ogni piccola parola mi sarà enormemente d'aiuto per rimanere motivato.
Ora immagino che comincerò ad usare EFP molto più spesso, visto che questo account l'ha usato solo il me tredicenne parecchi anni fa, quando leggevo le fanfiction di tutti voi senza recensire per la timidezza, in cui sono sempre stato "campione".

Non vedo l'ora di potervi mostrare il resto e di farvi conoscere il vero protagonista di questa storia!

Stay tuned <3
   
 
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