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Autore: elenabastet    28/06/2022    5 recensioni
Oscar vuole portare a termine un compito senza che chi è accanto a lei se ne accorga. Ma non è facile. Un what if.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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CURE

 

Rating: toni adulti, tenerezza, passione e dintorni. OOC, ma solo un po’.

Fandom: Lady Oscar.

Note: Oscar vuole portare a termine un compito senza che chi è accanto a lei se ne accorga. Ma non è facile. Un what if.

 

Oscar doveva riuscire a sgusciare via da dove si trovava, nella maniera più veloce e indolore possibile, senza che chi era accanto a lei si svegliasse. Non doveva assolutamente succedere, non poteva permetterlo.

Certo, non era facile divincolarsi da quel corpo che la avvolgeva con passione e decisione, lasciandola libera di muoversi, ma potendo sentire se si muoveva. Oscar trattenne il respiro e provò a spostarsi, cercando di scivolare lontano, con fatica.

Doveva farlo, era necessario farlo, non voleva restare lì più tempo del necessario, anche se questo le causava dolore.

Si spostò pian piano all’indietro, allontanandosi, arrivando al bordo del letto per poi girarsi e scendere sul pavimento. Fece tutto rapidamente e senza fare rumore, invidiando i gatti, animali che riuscivano sempre ad essere silenziosi e felpati.

Si tirò su in piedi e cercò con lo sguardo la veste da camera, non poteva certo girare per palazzo Jarjayes senza vestiti. Se la infilò di corsa e si diresse verso la porta della sua stanza: ora c’era un’altra cosa difficile, uscire senza far rumore.

Abbassò la maniglia cercando di non farla cigolare, il rumore le sembrò assordante, ma dalla sua stanza non veniva nessun suono: era riuscita a scappare e tirò un sospiro di sollievo.

Uscì nel corridoio, felice che non ci fossero né suo padre né sua madre a palazzo, e sperando che Marie stesse ancora dormendo con il resto della servitù. Percorse la scala e man mano che scendeva una forte sensazione la avvolse.

André… si conoscevano da una vita, erano talmente uniti da non riuscire a pensare a una vita lontani, ma solo da poche ore avevano fatto l’unica cosa che ancora mancava loro, si erano donati l’uno all’altra, dopo essersi riavvicinati dopo che quel giorno a Saint Antoine lei aveva rischiato di perderlo per sempre.

Dopo che André le aveva dichiarato il suo amore, in un impeto di disperazione che lì per lì l’aveva sconvolta, ma che poi aveva compatito, capito e perdonato, Oscar aveva iniziato a vederlo in una maniera diversa, come l’uomo che era diventato, un uomo che per un attimo l’aveva spaventata, ma che le aveva fatto nascere dentro un nuovo sentimento, che forse c’era sempre stato, latente.

Con lui non c’era imbarazzo, non c’era nessuna pretesa che lei fosse diversa, solo amore, tenerezza e passione, ma con dietro la forza di un rapporto che durava da anni.

Alla fine, era stato tutto naturale quello che era successo. Oscar si era fatta scrupolo dopo aver capito cosa la legava ormai ad André, non voleva che soffrisse, perché riteneva di avergli già arrecato abbastanza dolore. Per un po’ aveva tenuto per sé questi nuovi sentimenti che aveva capito di avere, in fondo l’aveva respinto l’ultima volta che avevano avuto un confronto diretto.

Ma quando, alla fine, glieli aveva rivelati, tutto era andato come doveva andare, e ora si chiedeva come aveva potuto vivere per anni senza i suoi baci, senza sentire il suo cuore vicino al suo, senza fondersi insieme a lui in una cosa sola, scoprendo che era solo un ribadire quello che erano sempre stati, due anime nate per stare insieme.

Non c’era stato nulla di sbagliato, aveva adorato ogni cosa di quello che era successo con André, aveva capito quanto la adorava. Una volta, tanto tempo prima, aveva letto su un almanaccoqualcosa sull’antico rito sacro dei Celti a Beltane, con l’unione mistica ma anche molto carnale tra la sacerdotessa guerriera e il Re Cervo. Quello che aveva sentito con il suo compagno di una vita le ricordava davvero qualcosa senza tempo, un rituale di passione e appartenenza reciproca che poteva ricordare quell’antica cerimonia che tanti avevano compiuto un tempo ormai concluso.

Oscar arrivò in cucina, non c’era nessuno, e lei voleva prendersi cura di André, per tutto quello che lui aveva fatto per lei in quegli anni, e per quello che era successo in quella notte tra di loro.

Su un piatto c’erano diversi macaroni, i dolci tanto amati dalla regina, e Oscar ne prese alcuni e li mise su un vassoio. Poi ravvivò il fuoco e scaldò l’acqua calda per preparare il tè, cercò i buonissimi biscotti bretoni che Marie era così brava a fare e ne scelse diversi per André, sapendo quanto li amava.

“Madamigella, ma cosa fate qui in cucina?”

Marie era arrivata, con in mano un vassoio pieno di profumati croissant, a cui si aggiungevano anche due pani all’uva, che Oscar sapeva che piacevano molto ad André.

“Sapete, Marie, avevo un po’ fame...”

“Uhm, e quel pelandrone di mio nipote André dove è finito? Gliel’ho detto tante volte che deve occuparsi di voi, da quando si è arruolato nei Soldati della Guardia non riesco più a tenerlo d’occhio”.

“André si occupa di me, Marie. L’ha sempre fatto e continua a farlo”.

Durante la notte, mentre André stava baciandola senza imbarazzo nel suo posto più intimo, facendola sciogliere dal piacere e facendole perdere ogni controllo, ad un tratto le aveva detto ridendo:

“Pensa se mia nonna entra e mi vede che ti sto facendo questo. Passerei un brutto quarto d’ora...”

Oscar gli aveva sorriso e poi si era morsa le labbra, temendo di fare troppo rumore con i suoi gemiti, ma André aveva aggiunto:

“Non provare nemmeno a trattenerti. Non sai come mi sento io in questo momento, ad averti in questo modo, tutta per me. E se arriva mia nonna, pazienza” e aveva continuato e lei l’aveva accontentato, concentrandosi su loro due, talmente legati per cui non poteva esserci niente di disdicevole ma solo reciproca appartenenza.

“Sì ma è uno screanzato...”

“No, Marie, è un ragazzo d’oro”.

Marie stette zitta un attimo e guardò Oscar, avvolta nella veste da camera, ma sotto nuda.

“Non sapete dov’è André, madamigella?”

“Lo so eccome, è nell’unico posto dove vuole stare...”, rispose lei.

“Ah, ma è proprio uno screanzato, allora, vi ha...”

“Marie, è tutto a posto. Siamo inseparabili da una vita, doveva succedere ed è la cosa più bella che mi è capitata”.

“Si è comportato bene? Non state male?”

Oscar sorrise, pensando a quel giorno di tanti anni prima quando Marie aveva fatto uno spiegone vario a base di api, fiori e di cosa avevano fatto i due levrieri della tenuta vicina per spiegare a lei e ad André il mistero della vita.

“André si è comportato con valore e sto bene”.

Marie la guardò accigliata e poi aggiunse al vassoio due croissant e i due pani con l’uva.

“Non sgridate André, non lo merita. Mi ha sempre resa felice e stanotte non ha fatto eccezione”.

Marie si asciugò gli occhi e poi disse:

“Vorrei ben vedere, tradirebbe suo nonno...”

Oscar sorrise arrossendo un attimo e poi andò verso camera sua, con la colazione per il suo André.

 

André aveva capito quando era ancora addormentato che Oscar non era più con lui distesa. Un senso di disagio lo attanagliò, forse lei era pentita di essersi abbandonata al suo amore, al loro amore.

Aveva risposto ai suoi baci, aveva accarezzato il suo volto e il suo petto, aveva lasciato che lui le togliesse gli indumenti di dosso e si era poi distesa sul letto, nella stessa posizione di quella sera maledetta, ma guardandolo in volto sorridendo, e gli aveva detto una frase che aveva riempito il suo cuore di gioia:

“Abbiamo diviso tutto, per anni, tu hai da sempre la mia anima e il mio cuore, è giusto che tu abbia anche il mio corpo, sono felice di essere qui con te”.

Ma ora se ne era andata, chissà dove, forse lo avrebbe evitato per giorni, cercando di tenere a freno il tumulto che aveva dentro di sé per essersi abbandonata in quel modo, per essersi donata a lui senza remore, per avergli permesso come primo e unico uomo di averla integralmente.

André si tirò su dal letto, pensando a come avrebbe reagito adesso, magari lo avrebbe evitato o non gli avrebbe parlato per un po’.

Di colpo sentì aprire la porta e si tirò addosso il lenzuolo: dopo essersi amati si erano lavati a vicenda con una pezzuola ed era stato un momento intimo e unico, prima di scambiarsi ancora qualche tenerezza abbracciati. Ma se Oscar era in imbarazzo non era il caso di peggiorare la situazione, e se era sua nonna meno che mai.

Oscar entrò in camera con in mano un vassoio pieno di dolci e con una tazza di tè e la teiera.

“Ciao, André, ti ho portato la colazione”.

André la guardò sorridendo e un po’ confuso.

“Voglio prendermi cura di te, ridarti tutto quello che mi hai dato, anche stanotte”.

Aveva il potere di lasciarlo esterrefatto e di riempirlo di gioia, non capiva forse quanto era adorabile e desiderabile a dirgli quello.

“Grazie, ma per me è normale occuparmi di te”.

“Ma voglio farlo anch’io, te lo devo...”

“Pensi ad un dovere?”

“Sai quanto tengo a te. Lascia che mi prenda cura di te. Su mangia, sarai affamato.”.

Lo era eccome e si buttò sopra i biscotti bretoni, offrendo il cibo anche ad Oscar.

“Anche tu avrai fame”.

“Hai ragione. Ah, tua nonna sa tutto. Non gliel’ho detto ma l’ha capito”.

“Oh povero me, cosa mi farà?”

“Niente, gli ho detto quanto tengo a te. Si è fatta un paio di battute sull’onore di tuo nonno che dovevi salvaguardare e basta”.

Una briciola di biscotto finì sul petto di André e Oscar si chinò a mangiarla, leccandogli la pelle. Bevvero insieme il tè dalla stessa tazza, scambiandosela, e poi divisero i pani con l’uva, raccogliendo con la bocca le briciole che cadevano sopra i loro corpi a vicenda.

“Voglio prendermi cura di te, André”, disse Oscar, abbracciata a lui, dopo che la colazione aveva lasciato spazi ad altri momenti.

“Come vuoi, sai che adoro ogni momento passato insieme”, disse André, togliendole ancora un pezzetto di uva dai capelli con la bocca.

Dopo, André scese in cucina. Nonna Marie lo guardò con un’aria tra il burbero e il soddisfatto, e lo abbracciò strettamente.

“Rendila felice, mi raccomando”.

“Non mancherò, nonna. E i tuoi biscotti sono ottimi per certe situazioni”.

Oscar arrivò in cucina poco dopo e fu felice di vedere André e sua nonna insieme abbracciati. Si sarebbe presa cura di entrambi, perché lo voleva, perché amava farlo, perché entrambi erano i due più grandi affetti della sua vita, da sempre.

Si strinse a entrambi, con riconoscenza e affetto, e poi si sedette al tavolo con loro. Tutto era cambiato, e tutto sarebbe stato diverso, ma lei con André e Marie si sentiva a casa, e avrebbe avuto cura di loro per tutto il resto della sua vita.

Una volta aveva letto che amare qualcuno è prendersi cura di questo qualcuno, e ora finalmente le era tutto chiaro, anche se André le avrebbe detto che lei lo faceva da sempre.

 

  
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