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Autore: elenabastet    05/07/2022    3 recensioni
In questa fanfiction ho deciso di affrontare un tema controverso, l’omosessualità in Lady Oscar, parlando dei due personaggi che forse in questo ruolo sono più credibili, senza voler mancare di rispetto ai protagonisti di una storia che sarà sempre nel mio cuore e all’interno delle fanfiction scritte per le ricorrenze del mese di luglio.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, Soulmate!AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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RICORDI DI LUGLIO

 

Rating: lutto, ricordi, morti di personaggi, rimpianti, amore non corrisposto.

Fandom: Lady Oscar.

Note: in questa fanfiction ho deciso di affrontare un tema controverso, l’omosessualità in Lady Oscar, parlando dei due personaggi che forse in questo ruolo sono più credibili, senza voler mancare di rispetto ai protagonisti di una storia che sarà sempre nel mio cuore e all’interno delle fanfiction scritte per le ricorrenze del mese di luglio.

 

Era scappata alla chetichella dalla casa dove era tornata a vivere da non molto tempo, dopo anni di esilio, di nascosto da figli e nipoti, per andare a prendere una carrozza di posta che l’avrebbe portata verso la sua destinazione finale. Erano anni che doveva tornare là, anni in cui la vita l’aveva portata lontana da dove rimaneva quello che restava del suo amore, ma stavolta ce l’avrebbe fatta ad arrivare da lei.

Il caldo di luglio era insopportabile, come durante quell’altra estate, tanti e tanti anni prima. Quaranta, ad essere precisi. Ma lei ricordava tutto con precisione, non aveva la stessa memoria sulle nascite dei suoi due figli e dei suoi nipoti, su quando era morto suo marito, sui tanti anni passati in quel Paese freddo e violento, a cui non si era mai affezionata.

Ormai era vicina a quel posto, dove non era più tornata da quell’altro giorno di luglio, pur sapendo quanto lei lo amasse, al punto di voler rimanere lì per sempre con la sua anima gemella. Ricordava la villa in Normandia, il mare, la spiaggia, il borgo antico, le pietre dei druidi, anche se non ci era più andata da quasi mezzo secolo, ormai. Invece di quel posto, quel paese che aveva anche dato i natali all’assassino di suo marito e di tanti altri, non aveva ricordi, sì c’era una collina da dove avrebbero visto per sempre il sole sorgere, ma non aveva trattenuto altro dentro di sé.

La carrozza di posta si era fermata per la notte, sarebbe arrivata in tempo per la visita che doveva fare, e mentre stava in disparte nella locanda, lo vide.

Non poteva sbagliarsi, era lui, anche se era tanto invecchiato, ma pochi uomini avevano la sua stessa statura. Aveva sentito delle voci su di lui, le avevano detto che aveva combattuto nell’esercito rivoluzionario, poi che si era arruolato nella Gendarmeria, ma lo credeva morto, ed invece era lì. Voleva parlargli, almeno non era sola a ricordare, anche se non avrebbe capito fino in fondo i suoi sentimenti.

Non aveva mai voluto andare a trovarli, gli sembrava di violare la loro intimità e il loro amore, e non aveva alcun diritto di farlo. Gli anni erano passati, e lui tante volte si era chiesto se ne era valsa la pena sacrificarsi così tanto. Ma ora aveva trovato il coraggio per farlo, perché sentiva che i suoi giorni stavano finendo, e forse era anche ora, basta restare indietro a ricordare mentre gli altri non c’erano più.

Ora c’era quasi, e proprio nel giorno giusto, anche se non avrebbe mai potuto dire tutta la verità su cosa sentiva: si guardò attorno, in quella locanda, e la riconobbe, era proprio lei, quegli occhi erano indimenticabili, del resto sapeva quanto erano rimasti nel cuore di chi le aveva voluto bene.

Si alzò, ma anche lei stava venendo verso di lui.

“Siete davvero chi penso?”, disse lei.

“Sì, madame Chatelet, sono proprio io, Alain de Soissons”.

“Mi potete chiamare Rosalie, sono vedova da talmente tanti anni che a volte mi dimentico di essere stata sposata, nonostante sia madre e nonna”.

“Davvero? Complimenti! Ma avevo sentito dire che eravate andata via dalla Francia”.

“Ho vissuto con i miei figli in Svezia per oltre vent’anni, ma poi siamo tornati, faceva troppo freddo lassù. Mia figlia ha sposato un francese, mio figlio un’italiana ma residente qui. E siamo tornati, ma già da un po’. Vivo di nuovo a Parigi”.

“Io sto a Digione da un po’ di tempo, ho servito nella Gendarmeria, ora mi dicono di stare a casa ma io non riesco a star lontano dall’azione, anche se… ecco, sono così amareggiato, non so se è davvero valsa la pena di tutte quelle morti. Oh, scusatemi!”

“La penso come voi, e non solo per mio marito, che si legò alle persone sbagliate e pagò i suoi errori, oltre a non poter mai conoscere sua figlia, ma soprattutto… per chi sapete.”

“Avete ragione. Pensate ancora a loro?”

“Sempre e per sempre”.

“Come me, come posso dimenticarli? Sono nel mio cuore da allora...”

Rosalie abbassò lo sguardo e poi disse:

“La realtà è un’altra, però. Io ho amato con tutte le forze...”

Alain restò in attesa di un nome scontato, normale, in fondo aveva davanti una dolce fanciulla che era diventata nonna.

“Ho amato madamigella Oscar, la mia benefattrice e la amo ancora oggi. Ma non come una benefattrice o un’amica, io la amavo come cantava la poetessa Saffo, ma non in quel modo volgare delle Memorie della mia sorellastra Jeanne… So che vi sembrerà una follia sbagliata, io sono una peccatrice, ma non posso fare a meno di amarla, ancora oggi. Vorrei che lei fosse qui tra le mie braccia”.

Alain sorrise:

“Oh, Rosalie, vi capisco. Sapete, io amavo André, e non solo come amico, lo desideravo carnalmente, avrei voluto stringerlo tra le mie braccia, stare con lui, consolarlo… so che è una cosa sbagliata, ma io sono così, l’amore che provo per lui non mi ha mai abbandonato. E non ha niente a che vedere con quello che ho visto nell’esercito, perché di invertiti come me ce ne sono eccome. Io amo André Grandier, lo amo da allora, lo amo per sempre”.

Rosalie guardò Alain con tristezza e dolcezza. Capì che lui era solo, lei almeno con i suoi figli e i suoi nipoti aveva il suo daffare e uno scopo nella vita, anche se a nessuno di loro avrebbe mai trovato il coraggio di raccontare il suo segreto. L’avrebbero giudicata come una criminale e una depravata, ma il suo non era un amore criminale, anche se tutti dicevano che era sbagliato. Sognava ogni notte di avere Oscar tra le sue braccia, di baciarla, di accarezzarla: una volta, aveva trovato un libello pornografico sulla regina Maria Antonietta, e davanti a quelle immagini rozze e volgari, lei aveva sognato di fare quelle cose a Oscar e con Oscar, anche se se ne vergognava tanto.

“Non vi siete sposato, Alain?”

“No, ci sono andato vicino un paio di volte, ma non volevo ingannare due povere donne che non c’entravano niente. Ho anche avuto una tresca con un compagno d’armi, un brav’uomo, ma non era André. Rosalie, voi… lasciamo perdere”.

“No, cosa volete dirmi?”

“Pensate che un giorno ci sarà la possibilità che persone come voi e me possano essere libere di amare chi vogliono, senza sentirsi sbagliate, ignobili, fuori posto e volgari?”

“Lo spero, ma noi non lo vedremo di certo. E comunque, noi non avevamo speranza. Non per quello che… siamo, ma perché Oscar e André si amavano, e non ci avrebbero mai contraccambiato”.

“Certo, avete ragione. E anche se uno dei due fosse sopravvissuto...”

“Non potevano sopravvivere l’una all’altro, e voi lo sapete meglio di tutti”.

Alain ricordò quelle poche ore di disperazione nera della sua comandante sopravvissuta al suo uomo finché non l’aveva raggiunto, quel pianto tra le sue braccia nel vicolo prima di andare ad affrontare l’ultima, fatale battaglia, e poi quello che era venuto a sapere, la sua malattia tenuta nascosta a tutti, anche, ne era certo, ad André, che altrimenti non l’avrebbe lasciata combattere. E André gli avevo detto che non poteva nemmeno pensare di sopravvivere un istante alla sua amata, e il destino in fondo era stato benigno con lui.

“Certo, ma io sarei stato il loro migliore amico, il padrino dei loro figli, perché, a parte mia madre e mia sorella Diane, non ho mai amato qualcuno come ho amato loro, come ho amato André.”

“Nemmeno io ho mai amato nessuno quanto ho amato e amo la mia madamigella Oscar. Che non è mai stata mia, e non lo sarà mai….”

 

L’indomani giunsero entrambi alla loro destinazione, Arras, e salirono sulla collina. Di colpo, Rosalie ricordò il posto di quel giorno lontano sempre di luglio, quando era venuta a dare il suo saluto, con suo marito, e in lontananza la carrozza del generale Jarjayes, che aveva gli occhi gonfi e rossi nella calura, e non certo per il clima. Era l’ultima volta che l’aveva visto, conosceva il suo tragico destino, simile a quello di suo marito Bernard, messo a morte dal suo ex amico Robespierre.

Salirono in cima e si fermarono di fronte alle loro tombe.

“Mi sembra di violare il loro amore con la mia presenza”, disse Alain.

“Anche a me”, disse Rosalie, “e non potremo stare con loro nemmeno dall’altra parte, il nostro amore non avrà mai il suo compimento”.

“Ma voi ci credete che ci sia qualcosa di là”, chiese Alain.

“Non per noi, ma per loro sì”.

 

Fu di nuovo luglio, fu di nuovo caldo, ci furono di nuovo le rivolte, l’anno dopo il loro incontro, il 1830. Il vecchio soldato cadde sul campo come il suo amato con la sua donna tanti anni prima, la nonna fu colpita da una pallottola vagante mentre metteva in salvo una bambina bionda come la sorellina morta troppi anni prima e come l’amata Oscar. Ma entrambi videro chi avevano tanto amato, insieme, che li accoglievano tra le nuvole. O almeno, a loro sembrò così, e bastò loro per sempre.

 

  
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